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Autore: Milk 92    19/08/2007    4 recensioni
Cosa è successo dopo che Goku se ne è andato con le sfere del drago? Come passeranno i protagonisti gli ultimi giorni della loro vita? Chi sarà il primo ad incontrare Goku nell'aldilà? E una volta tutti insieme, cosa succederà? Dal quinto capitolo la fic è scritta a due mani.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sedia di legno non era invitante come una poltrona, ma per la stanchezza che provava Bulma anche quella bastava per riposare. Strofinandosi la fronte con un fazzoletto, portò il bicchiere alle labbra, e bevve qualche sorso d’acqua. Vegeta si stava allenando all’aperto, considerando la prova di resistenza al sole cocente una sfida, mentre Yamcha teoricamente stava cacciando gli ultimi clienti, per chiudere il locale e riposarsi anche lui. La donna si alzò, stiracchiandosi, pronta ad andare in soccorso dell’amico per cacciare le persone ritardatarie. Sorrise al pensiero dell’uomo che tanti anni prima era stato il suo compagno. Il suo primo compagno. Inoltre l’aveva aiutata nel momento del bisogno, offrendole un lavoro ed una casa. Era proprio un vero amico. Un uomo di cui ci si poteva fidare.

Guardando fuori dalla finestrella che dava sul deserto che li circondava per chilometri e chilometri, notò una figura con delle borse in mano che correva verso una macchina tirata fuori da una capsula.

- Yamcha!!! Dove stai andando????? – gridò sporgendosi dal buco, riconoscendo l’ "amico".

L’uomo, sentendosi chiamato, si voltò spaventato dalla donna.

"Accipicchia! Mi ha scoperto!" pensò atterrito.

Bulma imbufalita, nonostante la veneranda età, saltò attraverso la finestra, per lanciarsi all’inseguimento dell’uomo. La rabbia in certi momenti era molto utile.

Con le valige in mano, tentò di nuovo la fuga, ma si trovò al terreno prima di riuscire a fare un passo. Sopra alla sua schiena, Bulma lo stava prendendo a pugni.

- Dove stavi cercando di andare? – chiese, satanica.

L’uomo cercò di alzarsi, e dopo vari tentativi riuscì a spingere delicatamente l’amica a terra, mentre lui si allontanava di qualche metro.

- Vado in vacanza, Bulma. – disse lui, leggermente intimidito dal tono feroce della donna.

- E cosa facciamo col locale? Senza i profitti, noi non viviamo più! – strillò lei, cercando di agguantarlo, mentre lui schivava i colpi.

- Lavorerete tu e Vegeta! – gridò di rimando lui. Bulma sbuffò rumorosamente.

- Vegeta non lavora, è un fannullone! – urlò. Yamcha bloccò le braccia della donna, e la guardò negli occhi, improvvisamente serio.

- Hai ragione, va bene… - mormorò.

Le mollò le braccia, ma appena queste furono libere, con uno scatto corse verso la macchina e ci saltò dentro.

- Yamchaaaaaaaaa! – gridò lei, sentendosi raggirata.

La macchina partì, ed una mano si sollevò in segno di saluto verso la donna.

- Me ne vado da Muten! Ci vediamo Bulma!! Comportati bene con il mio locale! – gridò ridendosela di gusto.

- Ingrato! Vegeta verrà a darti una bella strigliata!! – strillò furiosa Bulma. – Torna immediatamente indietro! -

Ma era tardi, l’auto se ne era già andata.

La donna si accasciò a terra, in preda a tremori dovuti alla rabbia. Cosa avrebbe fatto? Non poteva portare avanti una locanda da sola.

Vegeta, richiamato dalle urla della consorte, comparve e si affiancò alla moglie.

- Che succede? – chiese, con il solito tono irritato.

- Yamcha se n’è andato. - mormorò lei, incavolata.

- Era ora… - sussurrò il sayan.

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Mentre Yamcha era in viaggio, pregustandosi tutte le ragazze della spiaggia del genio delle tartarughe, alla Kame House era ora delle lezioni di nuoto.

- Bene, fate così adesso! – gracchiò il vecchietto verso le giovani che cercavano di imitare i suoi gesti per imparare a nuotare. Un urlo però distrasse il genio. Una ragazza chiamava aiuto perché una sua amica stava annegando.

Correndo più velocemente possibile verso la sventurata, l’altra signorina spiegò cosa stava succedendo.

- La mia amica ha avuto un mancamento, ma la corrente l’ha portata a largo e io non sono riuscita ad afferrarla in tempo! – strillò in preda al panico.

Muten, da buon bagnino, si tuffò verso la ragazza che stava annegando, e la prese per il braccio, portandosela al busto e tenendola a galla. Poi si alzò in piedi: l’acqua gli arrivava al petto. Alzò lo sguardo, guardando male l’amica della sfortunata.

- Con te ci serviranno delle lezioni extra. – chiarì. Poi si rivolse a colei che teneva in braccio. Era una ragazza davvero carina. Arrossendo, le mormorò: - Tranquilla, ci penso io a te. -

- E’ sempre il solito… - brontolò Oolong, che da riva si stava godendo lo spettacolo accanto alla tartaruga.

La giovane, tra le braccia di Muten, riprese i sensi, e aprendo gli occhi rivolse lo sguardo al cielo. Poi strillò, stringendo il vecchietto ben contento di tutte quelle attenzioni.

- Non devi avere paura, io tanto tempo fa ero l’uomo più forte del mondo, pensa che ho vinto un torneo Tenkaichi! – si vantò.

Tutti alzarono lo sguardo per vedere cosa avesse spaventato la ragazza, e scorsero una figura che si stava avvicinando sempre più all’isola. Anche il vecchio guardò, e sorrise riconoscendo la persona.

- Ehi, Tenshinhan! Da quanto tempo! – gridò contento.

L’uomo atterrò sulla spiaggia, posando a terra la moglie, che per tutto il viaggio era stata aggrappata ai muscoli del marito.

- Salve genio! – disse sorridendo, verso Muten. – Yamcha mi ha detto che stava venendo qua, e ho pensato di fare anche io una capatina per salutare. – spiegò.

Lunch, in quel momento con i capelli blu, salutò cordiale tutti quanti, facendo un cenno perfino alle signorine in costume da bagno. Tenshinhan sorrise nel vedere la moglie tanto disponibile, e le circondò le spalle con un braccio.

- Ma si sono sposati? – chiese sussurrando la tartaruga all’amico Oolong.

- Si, sembra che lei lo abbia incastrato! – rispose il maialino, preso dai pettegolezzi.

- Eheh! Venite dentro! Vi offro da bere! – disse allegro il genio, rivolgendosi agli ospiti.

Poi si avvicinò ai due, lasciando la ragazza quasi annegata sulla rive con l’amica. Prese Lunch per la vita, e la guardò arrossendo per chissà cosa stesse pensando. Schifata, la donna si schiacciò contro il marito, che capendo la situazione, allontanò la moglie dal pervertito.

Deluso, Muten continuò a sorridere e li condusse dentro alla casa.

- Cosa mi raccontate? – chiese. – Dov’è Jiaozi? -

- E’ rimasto ad allenarsi. – spiegò l’uomo, accomodandosi.

Muten prese qualche bibita dal frigo, e la offrì ai due.

- Peccato, era un ottimo cuoco! – disse.

Tenshinhan bevve un lungo sorso di gassosa, poi guardò la moglie che si stava strofinando il naso.

- Che succede, Lunch? – chiese, leggermente preoccupato.

- Niente, tesoro. È che mi prude il naso. – mormorò lei.

L’ansia in lui aumentò, ma sperò che la moglie fosse in grado di non starnutire.

La porta si aprì, e una ragazza in bikini entrò.

- Scusi, signor Muten, le lezioni di nuoto sono finite? – chiese imbarazzata. Poi si voltò verso Tenshinhan. Sorridendo, si voltò verso le amiche che le stavano dietro. – Ehi, guardate che fusto! Nonostante abbia la sua età, è affascinante! – rise.

Altre tre teste comparirono nello spiraglio della porta. Tutte, dopo aver visto l’uomo col terzo occhio, sorrisero salutandolo.

Mentre Muten si chiedeva cosa aveva Tenshinhan più di lui, Lunch guardò minacciosa le ragazze. Fortunatamente aveva ancora i capelli blu.

L’uomo guardò confuso le giovani, mentre la stanza veniva invasa da decine di ragazze.

- Finalmente un bagnino decente! – strepitò una, suscitando le ire del genio.

- Ecciù! -

Tenshinhan guardò, iniziando a tremare, la moglie: i capelli erano diventati biondi. Ma non fece in tempo a dire niente, che lei si alzò in piedi sulla sedia e tirò fuori la mitragliatrice che aveva sempre con lei, puntandola sulle bagnanti.

- Questo è mio marito, oche che non siete altro! – strillò, infuriata.

Puntò l’arma verso il tetto, e fece un buco sul soffitto, per spaventare le spasimanti indesiderate. Difatti, esse scapparono urlando. Ognuna non si rivestì neanche, ma tutte presero la propria capsula e fuggirono ancora in costume da bagno.

- No! Rimanete qua! Vi proteggo io! – schiamazzò disperato il vecchietto.

Ma oramai non c’era più nessuno nell’isola, tranne loro.

- Ecciù! – starnutì Lunch, tornando nella sua forma normale.

Sollevò lo sguardo, guardando il marito.

- Mi devo essere presa il raffreddore in volo. – si scusò lei. Poi si guardò intorno. – E’ per caso successo qualcosa? – chiese, innocente.

- Ehilà! – chiamò qualcuno da fuori la casa. Muten non si poté neanche illudere che una ragazza fosse rimasta sull’isola, perché riconobbe subito la voce.

Uscirono tutti, ed andarono incontro a Yamcha, che si osservava intorno perplesso.

- Ma… dove sono le ragazze? -

 

 

 

Ciao, siamo Milk 92 e Sirene Chan. Ci siamo divertite a scrivere questo capitolo, perché raccontare di Muten è sempre divertente. Non ci siamo soffermate sui particolari, ed è per questo che il capitolo è corto. Ma speriamo ugualmente che vi sia piaciuto! Seguiteci perché la storia vera sta per iniziare!

Milk 92 e Sirene Chan

 

  
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