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Autore: Osage_No_Onna    28/01/2013    3 recensioni
[Slash://]
[Slash://]AVE a tutti! Questo è il primo crossover! *esulta*
Loro sono otto ragazzi di varia provenienza che si sono conosciuti par caso, accomunati da una profonda passione per la musica. Tra di essi, due sono Puellae Magi e uno un Puer Magi. Quando il solito Kyubey sbuca fuori e individua altri due ragazzi appetibili, ecco che tutto si complica.
I pensieri riportati sono quelli del tibetano Tomoya, che potrebbe essere il secondo Puer Magi di quest' assurda situazione. Ma se la quinta prescelta è la ragazza da lui amata, da poco ripresasi da una situazione difficile, che fare?
Crossover tra il cartoon italiano Slash:// e l' anime Puella Magi Madoka Magica, mi sembra un' idea un po' insensata ma spero vi piaccia.
Buona lettura!
-Puff
PS: Prego gentilmente i fan scatenati e arrabbiati di Madoka Magica di non farmi a pezzi.
Dedicata alle mie amiche NaplesBadGirl, gaia_argetlam e SaraZanna.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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Capitolo 2

La storia non mi quadra


“Decisamente sono fuori come un balcone…”pensò il castano vedendo apparire un’ essere che somigliava tanto alle classiche mascotte delle maghette majokko. Solo che quelle mascotte erano decisamente meno inquietanti: questo era un misto fra un gatto, un coniglio e uno scoiattolo, era bianco e si reggeva su quattro zampe. Sulla schiena aveva una linea curva a forma di goccia di un rosso quasi bordeaux, lo stesso colore dei suoi occhi completamente inespressivi. Lo strano sorriso che aveva sul muso contribuiva molto a dargli un’ espressione ebete, ma inquietante. Troppo inquietante. A Tomoya quell’ essere non piacque per niente. Non gli ispirava né sicurezza né tranquillità: lo faceva sentire agitato. E quando si sentiva agitato, cominciava a torcersi le mani, che nel frattempo si inzuppavano di sudore. Scelse di torturarsi le dita della mano sinistra.
“Salve, io sono Kyubey e voglio stipulare un contratto con te.”
“La situazione si complica. Devo essermi ubriacato.”pensò sconcertato Tomoya, piegandosi verso l’ essere e continuando a tormentarsi le dita che, poverette, non avevano fatto niente di male.
“Potresti spiegarti meglio?”disse invece con una finta espressione innocente.
“Se tu stipuli un contratto con me, dovrai combattere contro le streghe.”emise ventriloquo Kyubey frustando l’ aria con la coda.
“Le… COSA? Vuoi dire esseri come il mostro contro il quale combattevano loro tre?”chiese basito il tibetano indicando Chen, Isaia e Paula, che seguivano interessati la conversazione.
“Bravo, hai capito bene.”
“E chi me lo fa fare di rischiare la morte per spappolamento?!? Grazie mille, no.”
“Ma se accetti il contratto io esaudirò un tuo desiderio, uno solo.”
“Qualsiasi tipo di desiderio? Ad esempio, se ti chiedessi… non so, la pietra filosofale…tanto per dire… tu potresti darmela?”
“Non proprio la pietra, ma qualcosa del genere sì. Sicuro di non voler stipulare il contratto?”

Il ragazzo rispose evasivo, biascicando un: “Ci penserò su. E adesso”si giustificò “devo proprio tornare al campus, se non mi presento a suonare l’ esraji mi faranno a pezzi.”
“Vai anche tu là? Allora veniamo con te!”
disse Paula, ma non era una proposta né tantomeno una domanda, era una cosa che avrebbero fatto e basta.
Infatti il castano si ritrovò a camminare lungo il marciapiede con gli altri tre, che non finivano più di ridere e parlare. Ogni tanto i quattro si spintonavano, rischiando di far volare Paula per strada, che non era certo deserta.
Tomoya si isolò dal gruppo: la strana proposta di Kyubey gli aveva lasciato uno strano senso di agitazione. Che senso aveva? Molto probabilmente avrebbe rifiutato, quell’ essere non lo ispirava. E allora perché si sentiva così? Forse era soltanto agitato all’ idea di vedere lei… cos’ era quell’ ansia rosicchia unghie, quella che gli stava facendo sudare freddo? Decise di non pensarci e, nel tentativo di dissimulare la propria ansia, cominciò a fischiettare e si scrocchiò le nocche delle dita. Il tentativo andò miseramente a vuoto: le gocce di sudore che gli sgorgavano dalla fronte si vedevano fin troppo e il tono della voce, troppo alterato, lo tradiva. Alzò gli occhi al cielo, che non sembrava azzurro come al solito. “Il tuo racconto è completamente assurdo. Sicuro di non aver sbattuto la testa contro il muro?”chiese la ragazza dal caschetto rosso picchiettando la gamba con le falangi.
“Ti giuro che è vero, Matilde, se chiedi a Yumiko ti potrà confermare la mia versione dei fatti circa la prima parte.”la rassicurò Tomoya comprensivo, anche se neanche lui era troppo convinto della veridicità di quella faccenda.
“Circa la prima parte possiamo anche sorvolare… è la seconda che non mi convince. Uno: dubito che un’ animale del genere esista. Due: di solito gli animali non parlano. E’ vero che è esistono animali che emettono versi rimanendo immobili, ma animali ventriloqui… proprio no! Secondo me è tutto un sogno. E poi che senso avrebbe per un animale stipulare un contratto?”
Erano entrambi fuori dalle stanze verniciate di bianco del campus, seduti sotto uno splendido ciliegio in fiore che, con le sue sfumature rosate, contribuiva a rendere l’ atmosfera dell’ italianissima Firenze molto esotica: in quel giardino verdissimo infatti c’ erano ragazzi provenienti da ogni parte del mondo: americani videogioco-dipendenti, francesi dalla erre moscia, cinesi fanatici delle arti marziali, affascinanti australiani, inglesi con la loro tipica ironia, svizzeri puntualissimi, coreani esperti di tecnologia, giapponesi in divisa scolastica, etiopi imbattibili nella corsa… insomma l’ angoletto di verde racchiudeva in sé tutto il mondo.
Ed eccola che si avvicinava, elegante ed aggraziata come sempre, con un’ agenda argentata sottobraccio. Si sedette accanto a loro, sotto al ciliegio che tanto amava.
Tomoya la guardò in brodo di giuggiole: le sembrava impossibile che quell’ angelo sceso dal cielo, colei che i tre ragazzi battaglieri avevano salvato un’ ora prima, si fosse seduta proprio accanto a lui.
Lui amava da un pezzo quella tenera e saggia ragazza che corrispondeva al nome di Yumiko Santoro, ma di fronte a lei, pur comportandosi normalmente, si sentiva una totale nullità e pensava, sbagliando, che lei non l’ avrebbe mai preso in considerazione.
Abbassò lo sguardo cercando una buona scusa per attaccare bottone con lei e fu allora che lo vide.
Kyubey.
Era lì. Non poteva crederci.
Grugnì di disapprovazione e noto che l’ animale spostava il proprio sguardo vuoto da lui a Yumiko, con quello che, in occhi umani, si sarebbe potuto benissimo chiamare interesse.
“Sta’ lontano da lei.”pensò furioso. “Altrimenti te lo do io, il contratto. Eccome se te lo do! Su quella tua dannata faccia ebete che da' i nervi.”
“Sbraita quanto vuoi
”rispose l’ animaletto senza scomporsi. “Tu sei un prescelto e ho il compito di tenerti d’ occhio, perché hai molto potenziale. Con te ho stabilito un contatto telepatico. E anche se cercassi di farmi fuori non riusciresti: posso rigenerarmi. Homura Akemi in Giappone ci ha provato centinaia di volte e centinaia di volte mi ha visto rinascere. Quindi arrabbiarsi è completamente inutile.”
Il ragazzo pensò che prima o poi sarebbe scoppiato. Era passata un’ ora da quando aveva incontrato il “coso” e già la sua sola presenza gli dava i nervi. Con orrore si ricordò di avere visto quell’ animale bianco ed improbabile vicino a lui anche quando suonava vicino ai giudici e al “pubblico” costituito da ragazzi curiosi, tuttavia cercò di passare normalmente la giornata.
Ma non ci riuscì.
Sia che mangiasse…
Sia che suonasse…
Sia che si divertisse con gli amici…
Sia che rientrasse nella stanza che divideva con il suo compagno Stephan con l’ intento di rilassarsi e magari levarsi quel rompiscatole di gatto dai piedi…
Kyubey era sempre accanto a lui. Con il suo sorriso da ebete stampato su quella faccia irritabilmente candida e tonda.
“Ma insomma, la vuoi piantare di starmi addosso?!?”sbraitò il tibetano arrabbiato. “Sta’ a vedere che tra poco mi segui persino in bagno e magari ti accomodi sul mio letto fingendoti un pupazzo!”
“Con chi è che stai parlando, garçon tibetain?”
chiese l’ australiano Stephan dalla scrivania di cedro su cui era intento a disegnare.
Tomoya era così arrabbiato che perfino il nomignolo in francese che il suo amico usava abitualmente lo irritò. Rispose grugnendo: “Con nessuno, hai presente i gatti ventriloqui ed invadenti che ti seguono dappertutto?”
Stephan soffocò un risolino e Tomoya lo mandò mentalmente a quel paese. Non che Stephan fosse antipatico, anzi. Era un’ australiano “figo da morire”, come lo definiva la sua schiera innumerevole di fan: aveva i capelli biondissimi e ricciuti che gli arrivavano alle spalle, gli occhi grigi e un fisico perfetto. Perso per l’ arte, adorava quella rinascimentale, il neoclassicismo e il realismo. Era un’ asso del disegno e le sue tecniche preferite erano l’ acquerello e i colori ad olio. Voleva affrescare nella propria camera il monte Uluru o Ayers Rock, il famoso monolite australiano.
Tomoya si buttò sul durissimo materasso del suo scomodissimo letto, cercando di studiarsi gli appunti sulla tragedia. Kyubey, ormai diventato un’ abusivo, si acciambellò comodamente sul suo letto, puntando lo sguardo su una ragazza dalla chioma folta, castana e mossa che passava lì accanto. Il tibetano lo fulminò con lo sguardo.
"La tragedia si conclude con una catastrofe (o nemesis) e con il ristabilimento dell’ ordine iniziale da parte di un’ elemento estraneo."
“La storia di questo pezzo di vita è riflesso qui.”
pensò Tomoya sconvolto.
Kyubey sentì i suoi pensieri e alzò lo sguardo verso di lui. Forse voleva comunicargli qualcosa, ma tutto ciò che il ragazzo vide fu uno sguardo terribilmente irritante, che non prometteva niente di buono.


Angolo dell' Autrice
Hello guys! Un altro capitolo piuttosto corto, ma è da qui che parte il bello! Kyubey, il solito abusivo, adesso vuole adescare anche i ragazzi! (E anche fighi! N.D.A.)
Beh, adesso sapete da dov' è venuto fuori il titolo della storia... ammetto di essere molto dispiaciuta per aver fatto incontrare lo screanzato denominato Kyubey con Tomoya, che oltre a essere figo (secondo la mia mente handicappata), è il mio personaggio preferito, oltre a Matilde!!
Stessa cosa per Yumiko, il mio OC.
Mettendo al bando i Sentimentalismi D' Autrice, spero che questa storia vi piaccia. Dovrebbe avere una decina di capitoli, ma non si sa mai...
Se trovate errori avvertitemi!
See you!
-Puff

 
   
 
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