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Autore: Frallosa    28/01/2013    2 recensioni
Cosa poteva mai essere successo a quella famiglia per incrinare così irrimediabilmente i loro rapporti? E qualunque cosa fosse accaduta, come potevano dei genitori, rinnegare i propri figli, fingendo che non fossero mai esistiti?
Poteva davvero l’odio portare le persone a comportarsi in quella maniera?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Un posto decisamente strano, quello lì.

Era questo che si ripeteva il ragazzo guardandosi intorno. Viveva in quella città inglese da pochissimi giorni, e durante una delle sue lunghe passeggiate esplorative si era trovato davanti a quel cimitero. Non era certo un presagio di buon auspicio, ma la sua curiosità l’aveva spinto a non fare marcia indietro. Ma ciò che gli aveva impedito di tornarsene a casa senza dare un’occhiata non era stato il grande cancello che conduceva alle ordinate serie di lapidi di levigato marmo bianco.

Era stato quel campo, non troppo grande, a sinistra del vero e proprio cimitero, dove alcune lapidi sparpagliate si ergevano maestose, quasi a voler rimarcare l’importanza che i loro proprietari avevano avuto in vita. Erano tutte di un nero tanto vivido da sembrare appena lucidato, e ognuna riportava un’incisione di un colore che J. non riusciva a identificare. Chiaramente, era un colore chiaro, che risaltava sulla pietra nera, ma J. non ne aveva mai visto uno simile. Sembrava risplendere.

Dopo un’attenta osservazione, J. si rese conto che le lapidi erano disposte a mo’ di albero genealogico, e riportavano tutte lo stesso identico cognome. Black.

Passando tra le file, J. notò che vi erano degli spazi lasciati vuoti, come se fossero stati riservati a componenti della famiglia che non ne facevano più parte. Ma come si faceva a essere un componente di una famiglia e a non farne parte?

J. scorse con gli occhi i vari nomi, notando che non erano certo nomi comuni. Orion, Cygnus, Cassiopea...di certo non aveva mai conosciuto nessuna ragazza che avesse un nome strano come Walburga.

Allontanando lo sguardo dalle lapidi più vicine, J. si rese conto che, poco lontano, vi erano altre lapidi, nere come le altre, ma distanti, come se fossero state...respinte dalle precedenti.

Ancora una volta, la curiosità prese il sopravvento, e J. si avventurò alla scoperta di quelle lapidi così simili e al tempo stesso tanto diverse dalle prime. Diede un’occhiata sommaria, e notò che tutte queste lapidi, a differenza delle precedenti, sotto il nome riportavano una piccola iscrizione.

Isla e Phineas Black, a quanto pare, eranoBabbanofili. Che diamine significava questa parola?

Marius Black era un Magonò. Cedrella Black una Traditrice del proprio sangue. A J. sembravano tutte descrizioni incomprensibili. Come si poteva tradire il proprio sangue?

Le ultime tre lapidi, furono quelle che J. osservò più a lungo. Invece di una piccola iscrizione, al di sotto del nome, vi erano lunghi periodi, quasi invisibili ad occhio nudo. La prima lapide era quella di Alphard Black. Sotto il suo nome c’era scritto: “Rinnegato in quanto complice di rinnegati che tentavano di infangare la nobile Casata dei Black.”

J. era perplesso. Si era sempre considerato come un ragazzo intelligente, ma quella frase suscitava in lui il sospetto di essersi sopravvalutato. Cosa mai aveva potuto fare per infangare questi...nobili, tanto da essere rinnegato?

“Rinnegata perché prediligeva la compagnia di gente che non era degna di pulirle i sandali.” Questa era la fredda frase che J. riuscì a distinguere sotto il nome di Andromeda Black.

Addirittura! Dovevano avere idee piuttosto arcaiche questi nobili...

E poi vi fu l’ultima. J. si avvicinò, consapevole che, dopo aver scrutato quell’ultima lapide, si sarebbe allontanato, e con lui i suoi dubbi, da quel cimitero.

Sirius Black. “Rinnegato per aver rinnegato la sua stessa famiglia.” Otto, glaciali parole che turbarono profondamente J.

Cosa poteva mai essere successo a quella famiglia per incrinare così irrimediabilmente i loro rapporti? E qualunque cosa fosse accaduta, come potevano dei genitori, rinnegare i propri figli, fingendo che non fossero mai esistiti?

Poteva davvero l’odio portare le persone a comportarsi in quella maniera?

Sì, evidentemente, poteva. E J. se ne rese conto quel giorno, mentre si allontanava da quel cimitero di rinnegati.




Buonasera a tutti! Questa one shot l'ho scritta di getto un'ora fa, quando la mia mente si è messa a lavorare di fantasia sulla Famiglia Black. Ho pensato ai rinnegati, coloro che, per un motivo o per l'altro, sono stati cancellati dall'arazzo di Grimmauld Place n°12 e dalle stesse vite degli altri Black. E beh, mi sono chiesta se anche la morte avrebbe riflettuto il contrasto che questi rinnegati avevano con la famiglia in vita. 
E niente, spero che qualcuno abbia voglia di esprimere un'opinione su questo piccolo brano, mi farebbe piacere conoscere i vostri pensieri. 
Ci conto (:

  
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