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Autore: Schwarze Symphonie    29/01/2013    1 recensioni
Italia, 1945.
Una ragazza scrive una lettera alla persona da lei amata e persa a causa della guerra civile.
Questa storia è incentrata sul dolore provato da chi vede il proprio ideale sconfitto, e inoltre soffre la morte di un grande amore.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopoguerra
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Caro amore mio,
non ha senso scriverti questa lettera ora che non potrei più consegnartela in nessun modo. Magari avrei dovuto affidare queste parole al vento di primavera, sono sicura che sarebbero arrivate a te, anche se di sicuro le stai leggendo proprio mentre scrivo.
Inizio col dirti che sono contenta che tu sia stato sospeso dal vivere una vita che è ormai una causa definitivamente persa. Tuttavia è doloroso non avere qualcuno che mi conforti tra le rovine di troppi sogni.
Ricorderò per sempre l’ultima volta che ti vidi: sembravi consapevole del fatto che quello fosse un addio, lo avevamo capito entrambi, da molto tempo. Fino alla fine non facesti che assicurarmi che non ti avrei perso, eppure i tuoi occhi tradivano una forte apprensione per me, per questa ragazza che da anni amavi come la tua stessa vita. Dunque questo fu il nostro addio.
… E allora come definire ciò che venne dopo?
Come definire i tuoi ultimi minuti, in cui io rimasi al tuo fianco?
No, quello non può essere un addio per il semplice fatto che entrambi eravamo morti. Sì, ti ho seguito, come ho sempre fatto e come ti promisi.
Morii guardando i tuoi occhi spegnersi una volta per tutte, solo la parte esteriore di me rimase. Come potrebbe essere altrimenti?
Allora mi dicesti che non avresti mai voluto darmi un dispiacere così grande, che non volevi lasciarmi sola, ma che non avresti mai potuto rinunciare a quell’ultima disperata battaglia, anche se sapevi di non avere possibilità. Ti dissi che ero orgogliosa di te e poi ti supplicai di portarmi via, ovunque tu andassi, e così avvenne.
Amore mio, ogni strada di questa città mi ricorda di noi, delle nostre speranze rivolte al dopoguerra.
Che resti solo questa mia lettera, della nostra storia. Il resto è solo vecchie fotografie e ricordi che non fanno che ferirmi.
Magari adesso stai piangendo e non voglio impedirtelo. Per noi la tristezza non è niente di straordinario, è semplice realtà quotidiana. Dicevi che non c’è speranza per noi e avevi ragione.
Quelli come noi non si preoccupano più di vivere o morire perché sono distanti da tutto questo, hanno sofferto troppo per dire d’esistere ancora.
Non ti chiedo di pregare affinché io possa dimenticarti ed essere felice. Non vorrei nessuna gioia senza te. Sono sicura che questa non-esistenza presto finirà di distruggere quel che è rimasto di me. Prega affinché questo ultimo periodo non mi arrechi ulteriore sofferenza.
Inizialmente mi ritrovavo spesso ad immaginarti ancora al mio fianco, spensierato e sorridente, proprio come eri. Adesso non ne ho più la forza.
Per ora continuerò a restar qui come uno spirito condannato a vagare tra i vivi anche dopo la morte, consapevole che ormai il mio sole è tramontato per sempre.
A noi, che siamo ancora qui, non resta che dare un ultimo sguardo alla gioia che mai avrebbe potuto appartenerci, e non avere rimpianti nell’attesa d’essere sepolti sotto le macerie delle nostre speranze. Riflettendo bene, non siamo che sognatori troppo fiduciosi nelle nostre effimere creazioni mentali, e siamo noi stessi delle chimere…
Sai, quel tuo cuore così ingenuo mi idealizzò fin troppo, non sono come tu credi. Non sono capace di cambiare questo fato così ostile a noi.
Tu aspettami là, come mi aspettavi un tempo, quando uscivamo per andare a qualche festa e non sapevamo che i sogni nascondono solamente delusioni. Molto presto tornerò da te e, proprio come una volta, ti scriverò delle poesie, quelle poesie che non ebbi il tempo di dedicarti…
  
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