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Autore: SmartieMiz    29/01/2013    2 recensioni
Jeff Sterling non ha amici, parla poco e odia se stesso, ma grazie a Nick Duval capirà che nessuno è inutile e nessuno è indispensabile.
Kurt Hummel decide di iscriversi ad un corso di boxe dopo l'ennesima bullata. Lì conoscerà Blaine Anderson, il ragazzo con il sorriso più bello del mondo.
Thad Harwood è uno studente modello dolce e gentile, ma la sua vita verrà stravolta dall'arrivo di Sebastian Smythe, ragazzo attraente che ha conosciuto in estate a Parigi.
Riusciranno i ragazzi a fronteggiare gli eventi che vogliono rovinare le loro vite?
Perché a volte amare è più difficile di lottare.
«Ah-ah Harwood, sei sempre molto divertente», disse Sebastian sprezzante, ma Thad immaginò stesse sorridendo, poi aggiunse serio: «Hai detto loro di noi?».
Noi. Cosa significava quel noi?
«Noi cosa?», chiese Thad perplesso.
«Cavolo, Harwood, noi in quel senso!», sbottò Sebastian, poi aggiunse serio: «Stiamo quasi insieme, no?».
Il cuore di Thad batté forte. Quanto era stato bello sentir dire da Sebastian quella frase.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian, Nick/Jeff, Santana/Sebastian, Sebastian/Thad
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love




CAPITOLO 8 - Date


Quella domenica pomeriggio Blaine era in camera di Nick e Thad e stavano giocando a Carte Uno.
«Ma tu imbrogli!», scherzò Blaine alla quinta vittoria di Nick.
«No, affatto!», rispose lui.
«Fortunato in gioco sfortunato in amore», gli disse Blaine con un sorriso.
Nick ridacchiò: «In tutta sincerità, preferirei il contrario».
Blaine arrivò al secondo posto e Thad, come al solito, all’ultimo.
Bip-bip.
«È il mio cellulare», fece Blaine prendendo il cellulare dalla tasca.
Blaine lesse il messaggio arrossendo violentemente.
 
Ciao Blaine, come va? Vorrei parlarti… puoi metterti su Facebook? Ah, sempre se per te non è un problema! :)
 
«Oh-oh, chi sarà mai!», scherzò Nick.
«È Kurt», rispose Blaine emozionato.
«E che ti ha scritto?», domandò Thad curioso.
«Niente, mi ha detto che deve parlarmi», disse Blaine serio: «Chissà cosa deve dirmi».
«Il mio computer è acceso», gli disse Nick indicando il proprio computer sulla scrivania.
Blaine lo ringraziò e accedette al suo account su Facebook mentre Nick e Thad sistemarono le carte per riporle.
 
Kurt: Blaine, ciao!
Blaine: ehi, Kurt, dovevi parlarmi? spero non sia successo nulla di grave…
Kurt: no, Blaine, cioè, diciamo…
Blaine: dimmi pure.
Kurt: Mi ritrovo in un grosso casino e vorrei parlarne con te perché sei l’unica persona che in questo periodo considero come un amico (ah, ovviamente anche Nick e Thad, però tu a differenza loro sei gay come me e mi piacerebbe parlare con uno che fa parte della mia stessa “squadra”).
 
Blaine aveva scoperto che Kurt era gay. Non sapeva se esserne felice o meno.
 
Blaine: Kurt, dimmi pure.
Kurt: Allora… mio padre si è innamorato di una donna… e questa donna è nientedimeno la madre di Finn Hudson, un ragazzo che frequenta la mia stessa scuola… ah, Blaine, ovviamente è un segreto quello che sto per dirti!
Blaine: certo, Kurt, puoi fidarti di me.
 
Quelle parole gli uscirono meccanicamente. Finn Hudson… quel nome non gli prometteva niente di buono.
 
Kurt: Bene… mio padre ha deciso di sposare questa donna. Nel frattempo lei e suo figlio sono venuti oggi ad abitare da noi… il problema è che io ho una cotta per questo Finn Hudson sin dal primo anno di liceo e per ora abbiamo solamente una camera, quindi dormiremo nella stessa stanza. Mi consigli di dormire sul divano?
Blaine: perché mai? non credo che perderesti il controllo…
Kurt: Il problema non è quello… Finn è il quarterback ed è fidanzato con Quinn, una cheerleader bionda e decisamente carina… Finn ha sempre sospettato che io provassi qualcosa per lui e quindi penso che l’idea di dormire con me lo spaventi. Io vorrei dimostrargli che in realtà non ho cattive intenzioni… come devo fare?
Blaine: parlargli è la cosa migliore, fidati. digli che ormai è quasi il tuo fratellastro e che sei felice di averlo come fratello.
Kurt: Il problema è che a me non piace quest’idea… io non voglio Finn come fratellastro. Se diventasse il mio fratellastro sarebbe un casino assurdo! Non so che fare… :(
 
«Tutto bene?», domandò Thad a Blaine notando una nota di tristezza nel suo volto.
«Sì», si limitò a rispondere lui in un sussurro.
 
Blaine: Kurt, mi dispiace… ma se è fidanzato dovresti lasciar perdere. è etero al 100%?
Kurt: Sì… io non ho nessuna possibilità, purtroppo.
Blaine: mi dispiace dovertelo dire, ma non puoi rovinare il rapporto tra lui e la sua fidanzata. So che non vuoi questo, ma purtroppo a volte l’amore è difficile e complicato…
 
Blaine non credeva di essere così saggio. Gli si struggeva il cuore a dargli quei consigli. E gli si spezzava il cuore a sentire che Kurt era innamorato. No, Blaine non era innamorato di Kurt, ne era sicuro, ma si sentiva stranamente geloso. Beh, anche Nick e Thad erano spesso fastidiosamente protettivi quando uno dei due ci provava con una ragazza, ma questo perché avevano un rapporto così profondo da renderli quasi fratelli.
Stava per succedere la stessa cosa con Kurt? Sarebbero diventati migliori amici proprio come Nick e Thad? O qualcosa in più? Blaine non lo sapeva, ma da una parte ci sperava.
 
Kurt ancora non sapeva perché aveva detto a Blaine che fosse gay. Non glielo avrebbe voluto dire subito, ma aveva dovuto dirglielo. Blaine era gay come lui e forse gli avrebbe potuto dare dei buoni consigli.
«Kurt», una voce.
Il ragazzo sobbalzò e rimpicciolì giù la finestra di Facebook.
«Ehi, Finn, dimmi pure», rispose Kurt cercando di essere gentile. Purtroppo gli era uscita una voce mielosa e stridula ed era anche arrossito in volto, in particolare sulle guance.
 «Dove devo dormire stanotte?», gli domandò Finn impassibile. L’idea di vivere insieme a Kurt non gli piaceva per niente.
«In camera mia perché abbiamo un divano-letto», rispose Kurt inespressivo, poi aggiunse con una risata: «A meno che non vorrai dormire sul divano in salotto che è solo un semplice divano e non un divano-let…».
«Dormirò in salotto, allora», lo interruppe Finn.
Kurt rimase a bocca aperta. Che cosa? Stava cercando di comportarsi bene!
«Finn, senti», Kurt si alzò dalla sedia girevole: «dormi dove ti pare, ma sta’ sicuro che se dormi nella mia stessa camera non ti succederà niente di male. Sei quasi il mio fratellastro e, se pure non lo fossi stato, non sono il tipo di persona che fa certe cose».
Dove aveva trovato il coraggio per parlargli?
«Capisco», ammise Finn impassibile: «Bene, allora dormirò in camera».
Kurt gli rispose con un sorriso triste.
«Scusami, non volevo sembrarti antipatico», si scusò Finn: «Forse ti ho dato una brutta impressione».
«Non fa niente, avremo di tempo per imparare a volerci bene», gli disse Kurt con un sorriso e Finn venne accolto da panico e angoscia. Che cosa si celava in quella frase innocua? Finn non si fidava ancora di Kurt, aveva ancora un po’ paura, ma sperava tanto di superare tutti i suoi timori.
«… come fratelli. Ovvio», continuò Kurt che notò l’imbarazzo e la paura sul volto di Finn.
«D’accordo, allora», rispose Finn con un sorriso: «Ci vediamo».
 
«Ragazzi, scusatemi tanto, ma io ho un appuntamento. Ci vediamo stasera!», disse loro Nick sistemandosi meglio la sciarpa e incamminandosi verso la porta.
«Appuntamento? Mm…», lo rimbeccò Blaine con un sorriso furbo.
«Mi incontro con un ragazzo, Blaine», rispose Nick secco.
«Ah, okay. A dopo», lo salutarono i ragazzi.
 
Arrivò puntuale al Lima Bean. Jeff lo stava aspettando ad un tavolo.
«Ciao, Jeff!», lo salutò Nick con un sorriso caloroso sedendosi al tavolo.
«Ciao, Nick. Grazie per essere venuto», rispose l’altro inespressivo.
«Di niente», fece Nick sorridente, poi gli chiese serio: «Volevi parlarmi?».
«Sì… cioè, non proprio», rivelò l’altro: «Mi vergogno pure di dirti questa cosa…».
«Che cosa? Non devi provare vergogna», cercò di rassicurarlo Nick.
«Niente, io… io volevo chiederti se volevi diventare mio amico…», svelò Jeff titubante, poi chinò il capo per non leggere l’espressione meravigliata sul volto dell’altro.
Nick era stupefatto perché di solito quella era la richiesta che poteva farti un bambino, ma non un ragazzo della tua stessa età.
«Certo che sì, Jeff», rispose Nick deciso: «Voglio essere tuo amico».
«Veramente?», chiese il biondo alzando leggermente il viso.
Nick non aveva mai visto un paio d’occhi così esitanti e speranzosi: «Certo».
«Grazie, Nick… mi fa piacere», ammise l’altro sempre senza trapelare emozioni.
Nick sorrise lievemente: Jeff era un ragazzo molto insicuro e misterioso, e lui avrebbe fatto di tutto per vedere spuntare un sorriso sincero sul suo volto angelico.
Jeff era molto timido, ma ciò non gli impedì di parlare con Nick per tutto il pomeriggio. Nick era una piacevole compagnia e a Jeff piaceva molto parlare con lui.
Il moro la pensava allo stesso modo; inoltre avevano scoperto di avere molte cose in comune, come ad esempio alcuni gusti musicali e la passione per il canto.
 
Il primo lunedì arrivò. Gli studenti della Dalton avrebbero tanto voluto avere meno compiti, ma purtroppo non era una cosa possibile. Blaine finì i compiti per le cinque e, con un ritardo di dieci minuti, raggiunse la palestra. Qualche settimana prima il coach gli aveva detto che aveva bisogno di tutori per i giovani iscritti e aveva chiesto a Blaine se volesse diventare un tutor. Il ragazzo accettò entusiasta perché amava boxare. Nick non aveva accettato perché aveva diversi impegni durante la settimana.
Per fortuna per le sei e mezzo Blaine avrebbe finito in palestra e avrebbe dovuto raggiungere presto l’aula canto: aveva una riunione con i Warblers.
«Mi scusi per il ritardo!», parlò Blaine. Aveva infilato la divisa nello zainetto così si sarebbe fatto una doccia stesso negli spogliatoi e sarebbe tornato in fretta alla Dalton.
Il coach fece un cenno del capo. Blaine notò che c’erano altri cinque tutor e sei nuovi iscritti. Tra i nuovi iscritti scorse il visino di Kurt che gli fece un sorriso. Blaine ricambiò con un sorriso a trentadue denti.
 
Il tutor di Kurt fu proprio Blaine. Blaine pensò che il coach aveva dovuto notare gli infiniti sorrisini tra lui e Kurt e che quindi aveva immaginato che fossero amici.
«Che fortuna avere te come tutor!», disse Kurt con un sorriso a Blaine.
«Già, una vera fortuna perché io sono un vero esperto», scherzò Blaine: «E ti farò lavorare sodo!».
Kurt gli diede un affettuoso colpetto sulla spalla. Blaine ridacchiò.
«Però devo ammettere che è vero», fece Blaine divertito.
«Staremo a vedere!», rispose Kurt malizioso.
Nella stanza non erano soli. C’erano altri due tutor con i loro corrispondenti allievi.
«Bene, iniziamo», gli disse Blaine.
Il ragazzo gli diede le prime basi e Kurt, anche se non esperto in materia, aveva capito che Blaine era davvero bravo a boxare. Ovviamente mentre Kurt si allenava bombardava Blaine di domande e alla fine parlavano sempre di altre cose che non c’entravano niente con la boxe.
«Ma cosa? Non ti piace Lady Gaga?!», Kurt quasi impazzì.
«Non ho detto che non mi piace, semplicemente preferisco Katy Perry», rispose Blaine.
«Ma… ma Lady Gaga è la regina del pop! È una dea!».
«Per me Katy Perry è una dea», rispose Blaine con un sorriso.
«Per me i Beatles e i Queen sono dei. Ora potreste abbassare il volume delle vostri stridule vocine?!», parlò un tutor infastidito rivolto verso loro. Aveva uno sguardo piuttosto minaccioso.
«Ci scusi!», si scusò Kurt arrossendo violentemente per la vergogna.
Blaine ridacchiò e arrossì lievemente.
«Mi sa che ho urlato troppo», fece Kurt con un sorriso.
«Eh già», confermò Blaine.
 
Sebastian era andato a fare un giro con Nicholas Hudson e James Kirk, due studenti della Dalton nonché Warblers. Il ragazzo non aveva avuto problemi a stringere nuove amicizie. Ovviamente preferiva i divertenti e bei ragazzi francesi e non gli studenti perfettini della Dalton, ma Nicholas e James non erano affatto studenti perfettini come quelle tre sciocche ragazzine caste di Harwood, Anderson e Duval.
Sebastian, Nicholas e James stavano flirtando con delle ragazze incontrate in un negozio di vestiti. Indossavano una divisa da cheerleader rossa e bianca.
«Ehi, ragazze, siete single?», domandò un Nicholas sorridente.
«Staresti cercando di rimorchiare? Se sì mi dispiace ma fai pena», domandò una ragazza con i capelli neri di media lunghezza raccolti in una coda e la pelle olivastra.
I bersagli scelti da Nicholas erano tre ragazze molto carine: due erano bionde e avevano entrambe occhi chiari. La prima era bassina e aveva occhi verdi; l’altra, invece, aveva occhi azzurri ed era piuttosto alta.
«Frequentate il Lima Bean? Io e i miei amici dobbiamo andare a prenderci un caffè e se si va potete seguirci», disse loro Sebastian.
La ragazza con i capelli neri rispose con un sorriso malizioso.
 
Era il secondo caffè della giornata ma a Sebastian non importava affatto. Grazie a lui, i tre ragazzi erano riusciti a portare tre ragazze carine a bere un caffè. Sebastian sapeva rimorchiare e anche molto bene. Era gay, ma non gliene importava più di tanto in quel periodo. Non lo faceva da luglio e sentiva un bisogno incredibile di doverlo fare. Thad si era rifiutato per ben due volte e nessuno si rifiutava a Sebastian Smythe.
«Allora voi frequentate la Dalton?», domandò la ragazza bionda e bassina bevendo il proprio caffelatte.
«Io so che la Dalton è una scuola gay, perché allora voi ci avete invitato qui?», domandò l’altra bionda ingenuamente bevendo una cioccolata calda.
«Forse perché non lo siamo», rispose James con un sorriso.
Ovviamente Nicholas e James sapevano che Sebastian era gay, ma quelli erano dettagli.
Alla fine venne la cameriera per il conto e ovviamente pagarono Sebastian, Nicholas e James.
La cameriera era sempre la stessa, ovvero quella che aveva rovesciato la cioccolata calda addosso ad Harwood per sorridere a Sebastian.
Uscirono dal locale e Sebastian disse:
«Beh, domani pomeriggio non abbiamo niente da fare. Forse andiamo a farci un giro, ovviamente voi se volete potete seguirci. Se poi troviamo delle ragazze più fighe di voi non esitiamo nel darvi buca».
«Come sei figo», esclamò la moretta, poi prese il proprio cellulare e disse a Sebastian: «Questo è il mio numero. Chiamami».
Sebastian rispose con un sorriso malizioso.
«Non so nemmeno come ti chiami», fece la moretta.
«Nemmeno io lo so», rispose lui.
«Santana Lopez», rispose la ragazza porgendogli la mano.
«Sebastian Smythe», disse lo spilungone accettando la stretta.
Nicholas e James assistettero alla scena senza proferire parola. Bene, non erano riusciti a farsi piacere da quelle ragazze!
Dopo un po’ la ragazza bionda con gli azzurri si avvicinò a Nicholas e James e disse:
«Sembrate carini. Io mi chiamo Brittany Pearce».
«Io sono Nicholas Hudson».
«E io James Kirk».
«Lei è Quinn Fabray», continuò la biondina.
«Ragazzi, io devo andare», fece Quinn: «Ciao!».
La ragazza se ne andò senza dare il proprio numero. Forse non era interessata a quei ragazzi.
Brittany diede il suo numero sia a Nicholas che a James.
«Ci vediamo», li salutò la moretta facendo l’occhiolino a Sebastian.
 
«Bravo Kurt!», si complimentò Blaine.
«Ti ringrazio», rispose Kurt affannato e stanco.
«Io direi di andare a farci la doccia», fece Blaine.
Kurt arrossì violentemente e Blaine non capì il perché.
Io direi di andare a farci la doccia. Cosa ho detto di male?, pensò Blaine. Il ragazzo cercò di analizzare la frase e finalmente riuscì a capire dove potesse esserci un doppio senso. Arrossì anche lui.
«Sì, lo credo anche io», disse ad un certo punto Kurt inespressivo, poi aggiunse: «Io preferisco farla a casa. Se vuoi posso aspettarti».
Blaine annuì, dopodiché accompagnò Kurt negli spogliatoi. Ovviamente non era l’unico a farsi la doccia, ma c’erano tanti altri ragazzi. Fortunatamente le docce erano tutte chiuse, ma Kurt l’avrebbe comunque fatta a casa.
«Allora mi aspetti qui fuori?», disse Blaine vedendo Kurt uscire dagli spogliatoi.
«Sì», rispose il ragazzo.
«Grazie», lo ringraziò Blaine con un sorriso.
Dopo circa un quarto d’ora Blaine uscì dagli spogliatoi. Indossava la divisa della Dalton.
«Come sei stato veloce!», si meravigliò Kurt: «Io ci metto minimo un’ora per fare doccia, shampoo e cura di bellezza».
Blaine ridacchiò e Kurt arrossì, poi si lasciò prendere anche lui dalle risate.
«Se non facessi una cura di bellezza ogni giorno, la mia pelle non sarebbe così liscia», ammise Kurt.
«Vanitoso», scherzò Blaine mentre uscivano dalla palestra.
«Non sono vanitoso!», disse Kurt mettendo il broncio, poi cambiò argomento: «Allora ci rivediamo mercoledì e venerdì per la boxe?».
«D’accordo», rispose Blaine, poi disse: «Perché uno di questi weekend non vieni alla Dalton? Mi farebbe piacere se la vedessi!».
 
 


 

Angolo Autrice


Buon pomeriggio a tutti!
Scusatemi per il ritardo colossale! D: Sì, lo so, sono imperdonabile D:
Okay, abbiamo una minuscola scena Niff ♥, ma vi prometto che in futuro ce ne saranno molte, ma molte molte di più! :D
Jeff è un ragazzo insicuro, si è capito, ma Nick riuscirà a conoscerlo meglio ed abbattere le sue barriere di timidezza? (:
E così Sebastian rimorchia Santana *my poor Thadastian feelings! D:*
Per quanto riguarda la Klaine, direi tutto a posto, eccetto per Finn Hudson D: Sembrano molto amici Kurt e Blaine! (: ♥
Ringrazio tutti coloro che leggono e Isuzu e Alice918 che hanno recensito!
Al prossimo capitolo! :D
   
 
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