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Autore: Quin    29/01/2013    2 recensioni
"Fai così perchè la mia vicinanza ti innervosisce.."
"Ma che dici? Tu non mi fai innervosire.."
"Certo..."
"Puoi continuare a guidare? Non ho tutto il giorno sai.."
"Questo perchè non ti rendo nervosa, giusto?". Beccata in pieno!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Passai una notte insonne. Non chiusi occhio e gli effetti indisedirati arrivarono senza farsi attendere oltre. Ero stanca e insonnolita. Dormivo in piedi. Mi consolai dicendo che avrei dormito sul pullman...e poi sull'aereo.

Arrivai a scuola con la valigia e la borsa. Eravamo tutti lì, la nostra classe era al completo o quasi. Il V° A del liceo linguistico era una massa sola. C'erano abbracci ovunque e baci euforici. Eravamo tutti impazienti di visitare la fantastica città di Amsterdam. Tutti la definivano la 'Venezia del Nord' e io ero curiosa di sapere se era davvero ospitale come la nostra Venezia. Pensavo anche ad Ale e a quello che mi aveva detto la sera precedente. In pratica mi sarei dovuta accontentare di restare solo una sua semplice amica.

Erano le 9,00 e Ste vide Francesco. Praticamente le si fiondò addosso e mi misi a ridere. Pat mi cinse le spalle e rise di gusto anche lei. Alcuni nostri amici, che ovviamente non frequentavano la nostra classe, erano venuti a salutarci. Lui no. Non l'avevo visto. Avevo gli occhi fissati sulla porta e lui non era uscito.

"Je non è a scuola. Gli ho inviato un casino di messaggi ma non risponde..." disse Francesco. Di sicuro si era accorto che aspettavo il suo arrivo. Io gli sorrisi e basta. Non m'importava se Franceso mi aveva beccato in pieno. Era vero. Stavo aspettando Ale e ora ero certa che non sarebbe mai venuto. Arrivò il pullman e pian piano salimmo tutti. Io mi sedetti vicino a Patrizia. Ero vicino al finestrino. Ero più comoda per dormire. Le avevo detto la stessa cosa e lei aveva ceduto lasciandomi sedere lì. Il pullman partì e solo allora lo vidi. Bello come non mai. Era davanti la porta dell'istituto, di fianco a Francesco. Avreivoluto bloccare il pullman, scendere e andare a salutarlo ma mi limitai a fissarlo.

"Je ma quello è Ale?" disse Pat.

"Meglio tardi che mai.." le rispose Ste.

Lo guardai per un'ultima volta e poi abbassai lo sguardo. Mi veniva da piangere ma resistetti.

Eravamo in viaggio e mi squillò il cellulare.

Ti amo ma non puoi stare con me. Lessi il messaggio e le lacrime iniziarono a scendere. Era palese che leggere quelle parole mi faceva stare male. Pat mi prese il cellulare dalle mani, lo prese prima che mi cadde dalle mani. Ero in lacrie oramai e non riuscivo a smettere di piangere. Le due paroline che tutte le ragazze sognavano mi erano state rivolte ma non potevo farci affidamento.

"Perchè proprio ora che parto Pat?"

"I ragazzi fanno le cose quando meno te lo aspetti..."

E io questo colpo di scena non me lo aspettavo proprio. Mi amava e io non l'avevo capito prima. Come potevo fare sempre lo stesso errore? E poi da quanto tempo andava avanti questa storia? Avrei voluto bloccare quel bus e tornare indietro fino al liceo. Andare da quello stronzo del messaggio e picchiarlo. No, non volevo baciarlo. Volevo solo picchiarlo perchè dopo diversi messaggi inviatomi da lui capii molte cose.

Non vado bene per te...

Non ti meriti uno come me...uno che fa cazzate e che non prende nulla sul serio.

Ti amo dalla prima volta che ho incrociato il tuo sguardo...

Ti amo perchè sei semplicemente tu...

Mi basta vederti anche solo per cinque secondi per stare bene.

È la tua presenza che mi rende vivo e che mi aiuta in questa infernale vita.

Quando ho capito che non ti saresti mai avvicinata a me ho cercato di farlo io...mi aspettavo che le cose andassero in modo diverso ma tu mi hai sorpreso! Non pensavo fossi così tanto brava a giocare a carte scoperte...

E sai una cosa Jessichina? Se non ti posso avere io non ti può avere nessuno.

Eccolo lì lo stronzo che ritornava. Non mi può avere nessuno? Non sai quanto ti sbagli carino! Ora vedrai cosa ti combino quando torno da questa gita e non vedo l'ora. Non risposi a nessuno dei messaggi che mi mandò. Avevo anche smesso di piangere. Non erano lacrime di gioia ma di ira...me l'avrebbe pagata, soprattutto per l'ultima frase. Chi cavolo si credeva di essere? Mio padre? No! Neanche mio padre era capace di farmi una cosa del genere. Non era così spietato il mio vecchio. Il mio vecchio mi voleva bene. Era stato grazie a lui e ai suoi spermatozoi che ero venuta al mondo.

Arrivai ad Amsterdam. Cavolo se è bella come città. Altro che Venezia del Nord...è diversa. È stupenda. Potrei trasferirmi qui...per sempre. Prendemmo posto in autobus e ci dirigemmo verso l'hotel. Cavolo che bella che è la città.

"Guarda lì! Ci sono le cascate nei laghi!" dissi estasiata a Ste.

In effetti c'era una cascata che dava su un lago. Solo cose meravigliose aveva questa città da offrire. Arrivammo finalmente all'hotel e le aspettative non ci delusero. Avvisai i miei tramite sms che ero in hotel e dissi loro che mi sarei fatta sentire il giorno dopo. Si era fatta sera e volevamo uscire un pò cper la city. Con noi era venuta una classe del liceo classico, sempre dello stesso istituto ovviamente. E poi c'era la mia prof preferita, dopo quella di matematica. Era la prof di italiano. Si lei era una burlona come me e ci divertivamo sempre a lezione con lei. Uscimmo per la città e iniziammo a fare foto ovunque. Il giorno seguente ci alzammo presto. Come colazione non c'era granchè a parte dei panini e gli affettati. Ma come cavolo fanno a fare colazione con gli affettati alle sette di mattina? Boh. Mangiato quel poco commestibile per la colazione uscimmo. Dovevamo visitare alcuni musei, per il nostro progetto di classe. Che poi io non sapevo nemmeno che razza di progetto stessimo facendo come classe dato che avevamo bocciato completamente tutte le idee. Visitammo il museo delle cere: un museo con dentro tutti gli attori famosi e/o quelli che hanno lasciato un segno nella storia. I personaggi ovviamente non erano veri ma di cera. Mi piacque molto ma per sfortuna le foto non erano ammesse, quindi ci rimasi un pò male. A pranzo mangiammo al ìBurger King' tanto per cambiare un pò. Restammo in giro tutto il giorno. Tornammo in albergo solo per cenare e cambiarci. Uscimmo di nuovo alla sera e andammo in dei pub. Con la prof di italiano in giro era difficile fare colpo. Lei attirava tutti gli occhi delle persone e a noi non rimaneva niente. Anche se di ragazzi carini non ne avevamo visti. Il giorno dopo fecimo dei giri sulle gondole. Era bella la città vista dal fiume. Poi ci spostammo nella zona rossa: le ragazze in vetrina erano davvero giovani. Cerco lì la prostituzione è legale, come anche altro, ma non capivo come mai ragazze del genere dovessero prostituirsi.

"Je ma che cavolo ti frega il perchè fanno le escort..."

"Vane ci sono ragazze della nostra età dietro quei vetri..."

"Cavolo sono stupende queste ragazze!" disse Ste e Pat annuì.

Il nostro discorso morì perchè un mio grandissimo compagno di classe mi venne a rompere le scatole.

"Eddai Leo lasciami in pace!"

"Leo ti viene dietro..."

"Pat no."

Ce l'avevano su con sta storia le mie amiche. Io e Leandro, eravamo grandi amici. Ci confidavamo di tutto. Speravo che la nostra amicizia non finisse mai. Era come un fratello per me, un mitico fratello che mi sopportava sempre.

L'indomani visitammo il museo del sesso e devo dire che ti dava certe ispirazioni. C'era di tutto e di più. C'erano delle cose che non avevo mai visto e sinceramente non sapevo nemmeno a cosa servissero. In gita io e le mie amiche ci divertimmo un casino. Il giorno eravamo in giro per musei o negozi e la sera pub. Pub a tutta birra oserei dire. I giorni passarono tranquilli e non pensai per nulla a quei messaggi e quel ragazzo stupido che me li aveva mandati. Che razza di ragazzo può essere uno che prende in giro una ragazza e poi glielo confessa? Un emerito pirla. Secondo lui che avrei dovuto fare? Congratularmi con lui? E perchè poi? Perchè era riuscito a mettersi in mostra e a dimostrare che sono una ragazza. Il mio aspetto non mente! Sono davvero una ragazza. Sincramente io lo scopo di quel gioco cretino non lo capivo. Avevo esattamente capito a cosa si riferisse ma volevo esserne sicura prima di agire. La vendetta è un piatto che va gustato freddo? Bèh io me lo gusto meglio se è caldo. Se agisco subito sono perfida e non mi fermo davati a nulla. Doveva capire chi era la vera Jessica. E di sicuro si sarebbe meravigliato.

Eravamo all'imbarco dell'aereoporto di Amsterdam. L'ora del rientro era arrivata ed io ero felicissima di tonare a casa. Ste mi aveva detto che ad aspettarla c'era Francesco. Sai che novità...ma la cosa più bella era che insieme a Francesco ci saarebbe stato anche Alessandro. Eh si, volevo vederlo. Mi era mancato anche se ero stata fuori solo tre giorni. Sorrisi al solo pensiero. Ero prorpio felice di tornare a casa e poi avrei dovuto mettere in atto il mio piano contro quella persona. Non meritava neanche di essere chiamato per nome. E dopo questa sì che con me avrebbe chiuso.

Salimmo sull'aereo e in un batti baleno eravamo all'aereoporto di Orio al Serio. Trasportammo il tutto sul bus e partimmo in direzione liceo. Ci avrebbero scaricati lì.

Ore 16,30. il pullman stava arrivando davanti l'istituto e io notai quel fantastico Suv nero metallizato. Sorrisi. Vidi anche la macchina dei miei e mia mamma che era tutta euforica per il mio arrivo. Scendemmo dal bus e ci furono tanti baci e abbracci da parte di tutti. Mi ritrovai davanti ad Ale. Non sapevo cosa fare, se salutarlo con un bacio o meno.

"Ciao" dissi. Nell'indecisione era meglio evitare qualsiasi contatto fisico.

"Ciao" mi disse abbassando la testa. Si sentiva in colpa o voleva solo evitarmi?

"Ale su daglielo un bacino..." ci scherzò su Francesco mentre si spupazzava Stefania. Per lui era semplice parlare. Aveva la ragazza dei suoi sogni e tutto andava bene. Penso che feci qualche smorfia del tipo ' non ci provare' perchè Ale disse:

"Non ti sfioro...tranquilla..."

"Senti Ale per me puoi fare quello che vuoi...non c'è nessun tipo di problema."

"Un problema c'è.: ti piaccio."

"Questo è affar mio e non tuo."

"E' anche affar mio dato che mi vieni dietro. Odio questa situazione: mi hai detto che ti piaccio, ti ho baciata e ora sembriamo due estranei..."

"Due estranei..." ripetei ad alta voce. Non sapevo cosa fare. Ero imbarazzatissima. Che razza di situazione del cavolo. Certo che dopo tutto quello che era successo era strano vedersi come estranei. Ok non avevamo fatto l'amore o sesso e ci eravamo baciati, o meglio era stato lui a baciarmi, ma volevo comunque che la situazione fosse diversa. Ora che ci pensavo bene mi ricordai che lui non mi aveva mai baciato in modo passionale...con la lingua insomma.

"Ma tu le ragazze le baci mai con la lingua?" ma che razza di domanda gli avevo fatto? Cosa me ne fregava a me se lui le ragazze le baciava o meno con la lingua. Dio ero proprio scema.

Lui si mise a ridere e aggiunse:" Certo che le bacio con la lingua...e se tanto vuoi saperlo non mi fermo nemmeno ai baci..."

"Ok Ale e allora perchè non mi hai mai baciata in quel modo?". Me lo stavo immaginando mentre faceva sesso. Oh mio Dio. Era qualcosa di speciale ( e per rendere meglio l'idea del mio Ale ecco a voi una foto

http://stainweb.altervista.org/_altervista_ht/adam-gregory.jpg e poi sempre per essere in tema vi lascio una mia foto http://televisione.marangio.it/programmi-tv/reality-tv/pupa-secchione/concorrenti-2006/immagini/pupa-i007.jpg . Stupendo vero? Il mio gioiello!!! ora immaginatevelo a letto!).

"Tu sei diversa, non vuoi che io lo faccia..."

"Non lo sai...non ci hai mai provato..." e dicendo così provocai una eazione inimmaginabile: Ale si avvicinò a me, mi prese le mani e mi strinse a sè. Si certo era solo un abbraccio, ma prima di stringermi provò a baciarmi e io rifiutai.

"Visto? Tu non vuoi che io lo faccia.". Non volevo? Ma dai Ale sei uno schianto e non voglio che tu mi baci con la lingua..ti prego! Lo volevo quel bacio ma quello non era il momento adatto e non era il posto giusto. Alla fine mi staccai da lui perchè dovevo ritornare a casa. Quella sera le mie due amiche erano a cena da me e poi mia mamma lo aveva chiesto anche a Vanessa e alla sua famiglia.

"Me happy!" dissi a mia mamma. Lei si mise a ridere e iniziò a preparare la cena.

  
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