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Autore: Lilies    29/01/2013    2 recensioni
Quando Harry cominciò a bere dal biberon, però, per James non ci furono più scuse.
Genere: Generale, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
- Questa storia fa parte della serie 'I racconti del fuoco (James/Lily)'
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Durante i nove mesi della sua prima gravidanza, la signora Lily Potter e James, suo scapestrato consorte, vennero messi al corrente – perlopiù dai parenti Babbani di lei e qualche vecchia strega con dieci figli, amica di famiglia dei Potter – delle mille difficoltà dell'essere genitori: pannolini da cambiare, notti insonni, pianti, altri pannolini da cambiare.
Molly Prewett in Weasley, moglie di Arthur, era la prova vivente di tutte quelle velate minacce: un marito e sei figlioletti scalpitanti di cui Ronald, l'ultimo arrivato, ancora in fasce, era il ritratto della stanchezza. Marcate occhiaie violacee, frutto di interminabili notti insonni, contornavano i suoi affettuosi occhi color cioccolato. Nonostante la guerra avesse peggiorato il già considerevolmente precario equilibrio economico della famiglia Weasley, non v'era membro dell'Ordine della Fenice che potesse affermare di non aver mai notato una certa voglia di continuare a sperare nei modi di fare della signora Weasley, una forza d'animo capace di scaldare il cuore di chiunque.
James, da buon ottimista, aveva posto Molly come personale modello genitoriale: quando il piccolo Harry fece il suo ingresso nella sua vita, però, il neo-papà dovette – per forza di cose – cambiare radicalmente prospettiva.
Lily, per sua fortuna, per i primi mesi fu l'unica responsabile della nutrizione del figlioletto: Harry si crogiolava nella dolcezza del latte materno, sorridendo beato, concedendo al papà lunghe dormite a qualunque ora del giorno. Potter senior, ben più pigro della moglie, era perciò tenuto a svegliarsi solamente una o due volte a notte per il cambio del pannolino.
Quando Harry cominciò a bere dal biberon, però, per James non ci furono più scuse.
I lamenti del piccolo avevano la brutta abitudine di arrivare nel cuore della notte, nel momento in cui il ventunenne Auror era occupato con la bella moglie in faccende ben più dilettevoli.
Dopo vari brontolii piuttosto sonori ed altrettante potenti cuscinate da parte di Lily, James si rialzava a fatica dal lettone e, barcollando instabilmente, raggiungeva la culla del figlio. I grandi occhioni verdi di Harry aspettavano, impazienti e lucidi di lacrime, l'arrivo di papà.
Sirius Black, venuto a sapere – inspiegabilmente – di questi affari notturni tra James ed il figlioccio, non esitò a cogliere al volo l'opportunità di sfottere allegramente suo fratello, ricordandogli continuamente di quanto fosse bello essere single. James ovviamente non mancava di ringhiare all'amico fantasiose ed infastidite imprecazioni, in cuor suo rimpiangendo gli anni dell'adolescenza.
Passò qualche settimana prima che Harry capisse che sarebbe stato sempre James a svegliarsi per nutrirlo: qualche volta ci vollero diversi minuti prima che il ragazzo riuscisse a calmare il pianto del neonato, che esigeva le attenzioni della mamma. Harry avrebbe poi sorriso soddisfatto e si sarebbe addormentato placidamente tra le braccia del papà.
Nei momenti di maggior disperazione, James scoprì di possedere un certo talento come cantastorie. Le prime volte, però, si inventò le fiabe di sana pianta e con una certa fretta, non curandosi del fatto di stare a parlare con un neonato di sei mesi.
''E così, la principessa e l'Unicorno galopparono assieme fino alla grande palude dove videro un Folletto della Cornovaglia intento a baciare un Asticello... che era davvero orribile e stronzo, cazzo. Scusami, piccoletto.''
...erano momenti duri, per James, che si premurò di non raccontare niente di tutto ciò alla moglie.
Quando si trovò a corto di idee per le sue storie, James cominciò a raccontare al neonato tutto ciò che aveva vissuto con i Malandrini ai tempi di Hogwarts. Non entrò mai nei dettagli, gli raccontò solamente le sue mille rocambolesche avventure scolastiche (ovviamente tralasciando tutte le bevute, le donne e le faccende illegali) e immaginò per Harry un futuro da campione di Quidditch.
''Ce l'hai nel sangue, campione! A meno che tu abbia ereditato l'abilità nel volo da tua madre...'' James sospirava sempre, a quel pensiero, ''...perchè in quel caso, faresti bene a non trovarti mai nelle vicinanze di una scopa.''
Ben presto, James cominciò a pensare ad altro durante le notti passate con Harry. Cullare il figlio, parlare del suo passato di studente o di quel futuro apparentemente così nebuloso sembrava calmare il giovane padre più di quanto avrebbe dovuto quietare i lamenti del bambino.
La guerra, gli amici che aveva perso per sempre, tutto si offuscava in quei momenti.
Nulla sembrava importare, quando stringeva il figlio tra le braccia.
  
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