Anime & Manga > Junjou Romantica
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Autore: MikaruBlindrose    29/01/2013    2 recensioni
Poi quel giorno accade qualcosa di impossibile. Eppure era un normalissimo giorno, non aveva senso.
Che fosse un sogno? Ma quando si sarebbe svegliata?
Tante cose pensa Marika quando si ritrova a vivere un nuova vita in compagnia dei personaggi del suo yaoi preferito.
• Dal 3° Capitolo:
[...]Guardai Misaki darmi le spalle, ma come faceva a negare una cosa così ovvia[...]
• Dal capitolo 5°:
[...]« Certo che sei proprio un babbeo!? » Lui mi riservò uno sguardo furioso « Ma sei tu che camminavi con la testa fra le nuvole!? Che mocciosa arrogante! » Sbraitò ringhiandomi addosso, io lo spinsi via trattenendomi dal prenderlo a borsettate « Oh Marika! Anche tu qui? » Mi girai verso una conosciuta voce gentile, ma come diavolo faceva a sopportarlo![...]
• Dal capitolo 10°:
[...]« Accidenti non lo trovo più! » Rivolsi uno sguardo spaventato al biondo che alzo lo sguardo al cielo
« Non ci credo...Sei davvero un caso patologico » Gli pizzicai il braccio agitata, dovevo trovarlo o lui mi avrebbe ammazzato[...]
~__________~
Salve a tutti! Questa e la prima fic su questo Anime, quindi siate clementi.
Mi scuso per eventuali errori ^^
Buona lettura! Spero che mi seguiate in numerosi.
Un Bacio Marika~
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                      L’ultima cosa che avrei immaginato si avverasse!
1° Capitolo
 
Oggi a Roma faceva molto freddo, si sentiva che era arrivato l'inverno. Mi strinsi più che potevo nel cappotto abbassando il viso nella sciarpa. L’unico motivo per cui ero uscita di casa quel sabato era per andare ad una fiera, ma non una comune fiera... Era: La fiera Yaoi. Un evento più unico che raro dove stavo io, certo avevo attraversato mezza città per arrivarci, ma ero così felice che sarei morta avrei avuto un enorme sorriso sulle labbra. La fiera si trovava una piazza molto grande, era stata allestita da molti stand e per fortuna disponeva anche di qualche stand col cibo. Per arrivare nella piazza, si doveva scendere una lunga scalinata senza ringhiera che nei bordi affacciava un boschetto.  Ovviamente ad aspettarmi davanti l’entrata del parco c’era la mia migliore amica Caterina, lei era una delle poche persone su cui potevo contare, eravamo praticamente cresciute insieme e delle volte capitava di definissero " Gemelle separate dalla nascita " Anche se lei era molto più dolce e affettuosa di me. Quando la raggiunsi mi abbracciò forte, i suoi occhi brillavano e sulla sua faccia era stampato un sorriso a trentadue denti, non riusciva a stare ferma e dopo l'abbraccio continuò a muoversi. Non che io fossi meno emozionata, ma cercavo di darmi un tono... Per il momento. « Ti rendi conto?! Siamo proprio qua! Dobbiamo comprare tutte le cose yaoi immaginabili... A qualunque costo! » Sorrisi trattenendo una risata « Sembravi vagamente minacciosa. » Lei mi guardò scettica « In guerra tutto e lecito, ed ora muoviamoci altrimenti inizia senza di noi. » Guardai l’ora sul telefono, mancava circa mezzora, ma come al suo solito doveva essere in prima fila per prendere i gadget migliori. 
 
Alcune ore dopo…Finita la fiera:
 
« Non mi sono mai divertita così tanto! Chissà quando ne faranno un'altra… Ma perché questa giornata sembra essere volata! » Le sue labbra si imbronciarono, mentre guardava tristemente la piazza dietro di noi. Anche se adesso sembrava triste, fra pochi minuti avrebbe tirato fuori la macchinetta fotografica, con cui aveva scattato foto ai cosplayer più belli, ma poi mi accorsi che il cappello che si era comprata non era più sulla sua testa. « Cate... Ma il tuo cappello? » Le sue mani corsero sulla sua testa tastando solo capelli. « Cavolo! Forse l'ho lasciato sulla panchina…Vado a vedere se è ancora lì! » Corse le scale sparendo dalla mia vista e io sospirai, rimarrà sempre la solita sbadata. Mi sedetti sugli scaliti, tenendo ai miei piedi le buste con dentro i miei acquisti, era stata un fiera molto rifornita, avevo comprato oggetti e manga davvero fantastici. Quasi bramosa tirai fuori il manga di Junjou Romantica, finalmente mio! Anche se era in giapponese non mi importava, era mio, dopo anni e anni di vane speranze! Lo baciai per poi posarlo di nuovo nella busta al sicuro, il mio momento di pace fu interrotto dal suono di un fulmine, che squarcio il cielo ormai di un grigio spento. Sobbalzai spaventata alzandomi in piedi mentre cominciava a piovere, scavalcai i cespugli di lato alle scale riparandomi sotto un albero – Anche se non era molto sicuro – Mi assicurai che in contenuto delle buste non si fosse bagnato e la poggiai per terra per prendere il telefono, dovevo chiamare Caterina oppure si sarebbe preoccupata non vedendomi. Notai che il telefono non prendeva, non c'era nemmeno una tacca, lo alzai in aria cercando un po' di segnale per mandarle almeno un messaggio ma niente. Un altro fulmine stavolta più vicino del primo, mi presa alla sprovvista facendomi retrocedere, inciampai in una radice e caddi all'indietro, poi il buio. 
 
Quando provai a riaprire gli occhi la mia visuale era sfocata, li richiusi di nuovo cercando di calmare il martello che mi pulsava in testa. Ci riprovai stavolta riuscendo a distunguere i rami dell'albero sotto cui mi ero riparata, cosa ci facevo a terra? Giusto... Avevo sbattuto per terra, sicuramente avrò perso i sensi per un po'. Mi alzai a fatica sentendo la testa pulsare ancora, mi aggrappai all'albero per non cadere notando che per fortuna la pioggia era cessata. Faccio per prendere la mia busta, ma non trovo niente di vagamente somigliante « Bene... Pure la busta mi hanno fregato! Porca puttana... Dopotutti quei soldi che ho speso. » Con un rodimento di coglioni come pochi prendo il cellulare, con la speranza di poter chiamare Caterina, mi porto il telefono all'orecchio ma pochi secondi dopo la solita voce registrata partì in automatico: “ Il numero da lei chiamato e inesistente, le chiediamo di riprov- “ Provai a richiamarla facendo il numero sul tastierino, ma quando lo riportai all'orecchio mi disse la stessa cosa. Come poteva essere inesistente? Forse le era caduto in qualche pozzanghera, meglio raggiungerla. Alzai lo sguardo vedendo i lampioni illuminarsi, ma non ricordavo ci fossero lampioni su queste scale, feci finta di nulla per poi tornare sulle scale e scenderle. La piazza era sgombra, il che era impossibile, avrebbero dovuto metterci ore per togliere tutto, sembrava non esserci nemmeno stata la fiera, se per questo non c'era traccia nemmeno di Caterina. Mi sentivo persa, cosa diavolo succedeva? Forse la botta mi aveva fatto più male del previsto, ma mi bloccai notando un cartello poco distante, la cosa che più mi sconvolse era che l'avvertenza scritta sopra era in giapponese... A Roma non c'erano cartelli in giapponese! Mi voltai iniziando a salire le scale, quasi di corsa e mi precipitai in strada... Intorno a me però vidi una strada sconosciuta, piena di cartelli e negozi giapponesi, che stranamente riuscivo a leggere e capire. « Questo deve essere un sogno… Sono ancora svenuta! » Cominciai a pizzicarmi il braccio, ma mi provocai solo dolore, senza riuscire a svegliarmi. Si stava facendo buio e stavo cominciando ad avere paura, ero in un posto sconosciuto, tutta sola, senza nessuno da chiamare o a cui chiedere aiuto. Mi strinsi nel cappotto, morivo dal freddo e dalla bocca mi uscivano nuvolette dovute alla temperatura, alcuni uomini si soffermarono a guardarmi, quella zona non mi piaceva per nulla, così mi alzai incamminandomi chissà dove. Dopo aver camminato per un ora circa, mi resi conto della mia situazione: Ero sola in un posto che non conoscevo, non riuscivo a chiamare Caterina al telefono, non sapevo dove andare o cosa fare... Fui colta da panico e senza rendermene conto mi fermai davanti ad un maestoso edificio, sulla targa c'era scritto " Università Mitsuhashi " ... Era vagamente famigliare, chissà perché mi era così famigliare, scossi la testa sbuffando, dove diavolo sarei andata ora? Sempre più stanca ripresi a camminari, sentendomi ad ogni passo sempre più disperata, avrai passato così la notte? A camminare per delle strade sconosciute? Che tristezza. 
 
Finalmente, sboccai in una strada affollata, forse un po' troppo visto che mi cominciai a scontrare con delle persone, lasciandomi trascinare dalla folla che attraversa e quando la folla si allontana rimango in mezzo al traffico con la testa che gira e gli occhi vengono accecati dai fari di un camion e dal conducente che suona ripetutamente il clacson intimandomi di spostarmi. Finalmente mi sposto e le mie gambe cedono lasciandomi cadere sul marciapiede, la testa girava come una trottola... Ero davvero stanca. Mi alzai a fatica ed entrai dentro un bar, ma non riuscii a raggiungere i posti a sedere che rischiai di cadere di nuovo, ma stavolta qualcosa mi prese facendomi sedere sul una sedia « Si sente bene? Forse è meglio se le prendo dell'acqua. »Riesco solo a distunguere la voce di un ragazzo, ero troppo presa a guardare a terra per osservarlo bene, così alzo il viso tenendolo con una mano appoggiata al tavolo guardandolo mentre e di schiena. Aveva un lungo cappotto beige con il cappuccio peloso. Una massa di capelli castani che arrivavano più o meno al collo e muoveva le mani in modo quasi agitato mentre spiegava alla cameriera della situazione. Torno indietro con in mano un bicchiere e sgranai gli occhi perdendo la forza nel braccio che mi teneva la testa sbattendo sul tavolo, urlai dal dolore mentre il ragazzo si avvicinava « Che botta! Stai bene? » Indietreggiai fino al muro tenendomi lontana mentre con una mano mi tenevo il petto « Tu-Tu-Tu! » Lo indicai spaventata a morte, mi scrutò con i suoi occhi verdi inarcando le sopraciglia « Come…Perché….Tu…AHHHHHH» Presi una forchetta di plastica conficcandola del braccio e urlai mentre lui me la toglieva di mano « Ma sei scema?! » Lo presi per il colletto del cappuccio « Tu sei Misaki!? Misaki Takahashi!?» Lui annui sempre più confuso, i suoi occhi urlavano " Questa è tutta matta! " MA FORSE E VERO VISTO CHE LUI NON ESISTE!?!?!! Lo lasciai sbalordita uscendo di corsa dal bar e respirando profondamente. Mi sentivo davvero male, ma cosa mi stava succedendo? Perché non riuscivo a svegliarmi, cazzo! Sentivo il corpo tremare e le gambe mi cedettero ancora, toccai l’asfalto provocando delle urla generali e poi intorno a me si creò un cerchio pieno di gente che mi guardava, chiusi gli occhi sentendo il suo ovattato di voci che si accavallavano, riuscivo a distinguere un  “ Povera ragazza “ e un “ Chiamate l’ambulanza “ Non durai di più, dopo fui colta da un'improvviso sonno e chiusi gli occhi.
 
Il giorno dopo…In ospedale:
 
Finalmente mi svegliai, mi resi conto di essere in un letto troppo rigido e le pareti bianche erano vagamente irritanti, ovviamente ero in un ospedale. La prima cosa che udii furono le voci di un uomo e una donna « Sta bene, lo svenimento e stato causato da uno shock molto forte, ma nulla di grave. Dica al suo amico che entro il pomeriggio la dimetteremo. » Di sicuro parlavano di me, ma di quale amico parlavano? C’era qualcuno che conoscevo? « Accidenti…» Mi alzai grattandomi la testa sospirando, finora non avevo mai fatto un sogno così assurdo, mi strofinai gli occhi e subito dopo sulla soglia della porta apparve Misaki « Vedo che ti sei ripresa, certo che mi hai proprio spaventato a morte! » Sgranai gli occhi facendo per urlare ma lui mi tappò la bocca « Si può sapere cosa ti ho fatto? Non capisco ogni volta che mi vedi fai un faccia orribile, nemmeno avessi visto un fantasma... » Abbassai lo sguardo dispiaciuta, come gli spiegavo che era uno degli " Uke " più famosi del mondo e che vederlo in carne ed ossa era un trauma? « Non sei una di molte parole vero? Beh, almeno posso sapere come ti chiami? » Grazie al cielo, non mi aveva chiesto come conoscessi il suo nome, sospirai grattandomi la testa... Il solito culo.« Io sono Marika Tomaselli. E' un piacere fare la tua conoscenza » Chinai leggermente la testa, sbirciando il suo viso con la coda dell’occhio « Il piacere è tutto mio. » Sorrise in modo impacciato per poi tossichiare. Cominciò a guardarmi come dopo essersi ricordato qualcosa di importante, si sedette sulla sedia accanto al letto guardandomi curioso e poi parlò « A proposito come fai a conoscermi? Per caso ci siamo visti da qualche parte? » Cominciai a ridere con fare nervoso mentre lui mi guardava vagamente impaurito, adesso che mi inventavo?! Pensa Marika... PENSA! « Me l’ha detto…Tuo fratello! » Piegò la testa riflettendo sulla mia frase « Conosci mio fratello? » «  Beh ecco non proprio… » «  Allora come ha fatto a dirti come mi chiamo? » Iniziai a sudare freddo, ma perché non si accontentava della prima risposta!? « Sono una lontana parente di…di…Delle moglie di tuo fratello! Megumi! Sì, esattamente, siamo…Ehm cugine! Di secon..NO! Di terzo grado e mi ha parlato di te in una lettera tempo fa, con annessa una foto di te e tuo fratello! » Lui sembrò soddisfatto delle mie risposte, ci aveva creduto grazie al cielo! Feci l’ennesimo sospiro, me l’ero cavata per un soffio. Era quasi pomeriggio, non sapevo proprio dove sarei potuta andare, senza nemmeno un soldo poi... Tanto vale inventarsi una scusa e rimanere in ospedale. « Allora Tomaselli-san, da dove vieni? » Giusto... I giapponesi e il loro inutile rispetto. « Chiamami Marika, mi fai sentire vecchia se usi queste formalità » Scherzai strappandogli una risatina, in realtà mi innervosiva e basta. « Vengo dall’Italia... Volevo ecco... Cambiare vita.  » Come bugia inventata sul momento va bene, basta non scendere nei dettagli... Anche se mi dispiaceva dirgli tutte quelle frottole, ma non potevo di certo raccontargli cosa mi era successo, stentavo a crederci io... Figurati lui. « Hai già un posto dove stare? » La voce di Misaki mi risveglio dai miei pensieri, di sicuro senza soldi da nessuna parte « Ehm…No, i miei risparmi sono andati via per il viaggio e non ho altri soldi. Per oggi rimango all’ospedale, domani si vedra! » Si vedrà che finirò a raccattare cibo nella spazzatura... Misaki si mise una mano sotto il mento con fare pensieroso, chissà che idea stupida starà elaborando quella testolina bacata, mi girai prendendo il mio telefono, quasi scarico. Sullo sfondo c’eravamo io e Caterina che facevamo un cuore unendo le nostro mani, era venuta abbastanza male la foto, ma alla fine l'abbiamo messa uguale. Mi chiedo come sta... Non capisco ancora se tutto questo è vero o no, spero che stia bene, mi importa solo di lei al momento. « Ho trovato! Puoi venire a stare da me » La mia bocca si spalanco così come i miei occhi, prego!? « Il mio coinquilino vive in un attico super spazioso, abbiamo un sacco di stanze e per qualche tempo potresti occuparne una. Giusto il tempo di trovare un lavoro e un alloggio. » Davvero avrei conosciuto Usagi-san? OH MIO DIOOOOO! No, mi devo calmare…CONOSCERO USAMIIIIIII! Sono patetica e priva di dignità… « Sei molto gentile, ma ci potrei mettere mesi e darei molto disturbo. Non so pulire ne cucinare o rendermi utile in altro modo, mi sentirei solo un peso » Lui scosse la testa prendendomi le mani « Stai tranquilla ti aiuterò io a trovare un lavoro! Vado ad avvertire i medici torno subito! » Si liquidò in un nano secondo lasciandomi da sola, non capivo cosa stesse succedendo, perché insisteva così tanto? Ero una sconosciuta, non aveva senso invitarmi a casa sua… Un attimo, non penserà di tenere Usagi-san buono solo perché c’è una ragazza in casa? Ma in questi anni dove diavolo era? Cioè gli ha fatto un servizio con la povera Kaoruko nella stanza accanto e pensa che con me cambierà qualcosa? Spero vivamente che il motivo sia un altro... « Meglio filamermela al volo... » Presi dalla sedia le cose che avevo e camminai verso il bagno rimettendomi le mie cose. Sinceramente per quanto fosse bello, Usagi-san avrebbe detto di no, quindi tanto lasciare perdere, no? Mi affacciai per il corridoio non vedendolo e feci per attraversarlo quando la sua voce stidula mi investì le orecchie « Marika! Mi stavi cercando? » Annui sforzandomi di sorridere.
 
Mezzora dopo... Appartamento di Usami:
 
Entrai incerta nella casa, togliendomi le scarpe avanzai attentamente. Stavo camminando sul set di Junjou Romantica…La mia parte Fujoshi sarebbe saltata da tutte le parti scuoricinando impazzita, ma io avevo un fantastico autocontrol…Quello... Seduto sul divano non poteva esserci Suzuki-San... Non prendetemi in giro... Vi prego. E' uno scherzo, vero? « Oh sì, quello è Suzuki-San, al mio conquilino piacciono molto gli orsi... » ‘Fanculo l’autocontrollo…Corsi sul divano prendendo il braccio, lo guardai meravigliata « TU! Regina delle Fujoshi! Non ci credo ti sto toccando…AWWWW SUZUKI-SAN PERCHE' NON PARLI!? COSI' MI POTRESTI RACCONTARE TUT… » Mi fermai vedendo una figura distinta in cima alle scale, subito mi accorsi di aver tutti i loro sguardi addosso e posai l’orso sul divano facendo finta di nulla. Mi girai vedendo Misaki parecchio sconvolto, abbassai la testa per la figuraccia appena avvenuta, stupido istinto yaoista…Mi soffermai nuovamente sulla figura in cima alle scale, ammirai Usagi-san in tutto il suo splendore di Seme: Potente e deciso…Un uomo da sposare! « Misaki, chi è quella ragazza? Ti avevo detto di non raccogliere gente per strada o sbaglio? » Lo fulminai con lo sguardo incrociando le braccia sotto il seno, quale strada! Mi ha trovata in un bar se proprio vogliamo discuterne! « Usagi-san, lei è Marika Tomaselli. Non ha un posto dove stare e così pensavo che sarebbe potut- » « No… » Fu la risposta immediata di Usagi-san, che non lasciò nemmeno finire il povero Misaki. Ormai erano la mia unica speranza, non potevo andare da nessuna parte e sono stata più che fortunata a trovare Misaki... Dovevo convincere Usagi-San! Ad un tratto, ebbi come un'illuminazione... Mi avvicinai facendo un lieve inchino « Mi spiace di averle recato disturbo Usami-sensei, pensavo che sarebbe stato gentile da aiutarmi a trovare lavoro nel campo della scrittura, anche io voglio diventare una scrittrice, ma non ho potuto studiare le basi. Sono sicura di riuscirci lo stesso, ma avrei bisogno di un mentore o qualcosa del genere è Misaki-kun era stato così gentile da parlarmi di lei, è pensavo che finché non avrei trovato una casa e un lavoro sarei potuta restare qui. » Non so perché me ne sono uscita con questa cazzata, forse per parare il sedere a Misaki? Oppure perché volevo restare davvero con loro? Che cazzo di dilemma…Guardai impassibile il volto corrucciato di Usagi-san che spense la sigaretta nel portacenere che aveva in mano, il suo sguardo era di puro fastidio. « Secondo te io do il mio aiuto ad ogni aspirante scrittore? Neanche a dire che tu sia qualcuno di importante, solo una ragazzina come tante altre…Invece di sprecare il tuo tempo qui pensa a risolvere i tuoi problemi. E con te faremo i conti dopo. » Si rivolse infine a Misaki che tremò visibilmente, salii un paglio di scalini fermandomi a poco dallo scrittore « Forse è vero sono solo una ragazzina come le altre, ma forse sono una di quelle che un giorno farà la differenza. Non si giudica mai un libro dalla sua copertina e lei adesso mi sta giudicando solo per l’apparenza e non per il contenuto. Non la supplicherò ma le voglio solo dire, che si pentirà di non aver motivato a continuare qualcuno come me! » Mi girai scendendo rapidamente le scale, sorrisi a Misaki mimandogli un “ Tranquillo, mi arrangerò “ E mi rimisi le scarpe uscendo dall’appartamento. Una volta fuori mi fermai, chiusi gli occhi e lasciai che l’aria mi accarezzasse il viso. Forse sarebbe stata una buon occasione, il mio sogno di fare la scrittrice non sarebbe mai diventato vero. Ero povera e per diventare qualcuno nella vita servivano i soldi, non avrei potuto fare dei corsi extra o l’università. E quindi non avrei avute delle basi, e senza basi non si ha nessuna opportunità di riuscire. Lo dico per esperienza, nella mia famiglia nessuno si e mai dato una meta importante, io ero la stupida che credeva di riuscire anche da sola, ma era solo una menzogna. Anche se avessi talento non lo riuscivo a coltivare, un giorno sarei finita per odiare la scrittura e me stessa. Eppure mi era sembrato che per un attimo, una grande scrittore come Usagi-san… -Anche se si trattava di un personaggio di un anime - potesse aiutarmi a realizzare il mio sogno. Se non potevo nella realtà avrei voluto sognarlo, ma non cambiava nulla, ormai aveva deciso…Anche se a me non sta bene. « Marika! » Mi girai vedendo Misaki sorridermi « Queste sono le tue chiavi. » Mi poso in mano una chiave e lo guardai confusa, lui alzò le spalle « Devi aver fatto centro…Comunque vieni, ti faccio vedere la stanza! » Mi prese per mano e mi riporto nell’attico, forse non era così impossibile.
 
~Angolo Autrice~
Salveeee! Ecco il primo capitolo " Aggiornato " ùwù
Ho cercato di migliorare le frasi e dargli un po' più di spessore!
Spero vi piaccia più dell'altro, se si cosa aspettate? Mettete un recensione o andate al prossimo!
Un Bacione, Marika~
  
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