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Autore: Pancake_2309    29/01/2013    3 recensioni
Non ci credeva nel futuro. Per lui la stessa parola non aveva senso. Era un funambolo della sua stessa vita. Solo. Un bambino di solo sei anni. Un esperimento. Lo deridevano, lo allontanavano, lo chiamavano Moru-Moru ( dal giapp. Morumotto, in italiano, cavia). Ma il suo vero nome significava " creazione celeste". Tenzo.
Poi c'era lei, la bambina dai grandi occhi blu, amava i tulipani e teneva sempre con sè un peluche a forma di talpa è quando la piccola sentì per la prima volta come chiamavano il povero bambino, la bimba gli aveva sorriso gli disse che lui era come il suo Moru. Era solitario Tenzo, nascondendo la sua sofferenza dietro un muro di totale indifferenza verso il mondo che lo circondava.
Poi conobbe meglio quella strana bimba di cinque anni, Akari. Piccola luce.
Akari faceva ridere Tenzo. Era l 'unica a riuscirci.
Akari, la luce di Tenzo. La piccola luce dal sorriso dolcissimo.
Tenzo ricordava vagamente Akari, dopo anni, ma ricordava perfettamente cosa gli aveva insegnato la bimba. Andare avanti, credendo in qualcosa di meglio di quello che si lasciava dietro.
Una misteriosa ragazza fà ritorno a Konoha, estranea persino a se stessa.
Quella ragazza è Akari.
Buona lettura :)!
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Tenzo/Yamato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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  ~ . Lα ρiccσlα lυcє; ι яιcσяdι nєl lєgnσ 

 

~. Un motivo per cui sorridere


 

Tenzo uscì dal piccolo appartamento che il Terzo Hokage gli aveva gentilmente offerto.

Mise le mani nelle tasche, camminando per il Villaggio a testa bassa mentre la gente lo scansava, evitandolo.

Era passata una settimana esatta dalla scomparsa di Orochimaru, è lo stesso periodo di tempo in cui lui era diventato il risultato di un' esperimento.
Girò per una stradina secondaria, isolata dal centro.
" Ragazzi, guardate chi c'è " un bambino della sua stessa età gli bloccò la strada, insieme al altri quattro.
" Ciao, Moru - Moru" canzonò perfidamente il gruppetto.
Tenzo ignorò le provocazioni, voltandosi per tornare indietro.

Akari si era affacciata sul balcone, sentendo delle voci sommesse.
Vide il bambino dai tristi occhi neri e il gruppetto di teppistelli di Konoha.

Strinsè la piccola talpa al petto.
Perchè non lo lasciano stare? Pensò, intristita.

Lo avrebbe aiutato volentieri, se non perchè, era poco più grossa di una pulce ed era esile come un rametto, non poteva niente contro di loro.

I quattro bambini, riapparvero davanti a lui.
" Cosa volete?" chiese allora, il ragazzino infastidito.
" Niente di che, Moru - Moru. Solo, darti fastidio" sbottò il capetto, con una risata maligna.
Tenzo si avvicinò a grandi falcate verso di lui.
Lo prese per il bavero della maglia.
" Sentimi bene. Solitamente, non mi piace mettere le mani addosso a nessuno, ma tu mi stai costringendo a farlo. Baka" tuonò il bambino, minacciandolo solo con lo sguardo.
" Avanti, provaci. Poi ti faccio aspettare dal mio fratellone, la prossima volta" lo provocò questo, a pochi centimetri da terra.
Tenzo lo lasciò andare.
" Moru - Moru ha paura, Moru - Moru ha paura" civettò il gruppetto.
Il bambino dagli occhi scuri li ignorò, andandosene via.
Per un momento, pensò seriamente di appendere tutte e cinque sul tetto di una casa, utilizzando l' arte del legno.
Ma poi si sarebbe dovuto subire la ramanzina di Sarutobi.
Lasciò perdere.

Akari, uscì di casa, salutando la vicina che dopo la morte dei suoi genitori gli faceva da baby sitter.
Ma la bambina aveva imparato presto a cavarsela da sola. Come una brava, piccola Kunoichi.
Quando uscì la stradina era deserta, ma per terra, trovò una piccola moneta con inciso il simbolo della foglia. Doveva appartenere al ragazzino dagli occhi spenti.
Anzi, a Moru. Talpa. Come il suo peluche che non la lasciava mai.
Decise di andarlo a cercare.

Tenzo guardò il sole sorgere, dalla terrazza del Palazzo dell' Hokage, seduto sulla recinzione.
Mise le mani in tasca e si accorse che la moneta di suo padre era sparita.

L' unico ricordò che aveva di lui, e di sua mamma, ovviamente.
" Accidenti" sbottò.

Akari salì i gradini, una alla volta. Non aveva le gambe lunghe come lui.
Infatti, come sospettò, il bambino era lì. La maglietta giallo zafferano stracciata e i capelli castani, mossi dal vento.
Gli occhi neri incontrarono quelli di lei, facendola sussultare per tutta la sofferenza che si portavano dentro.

Tenzo si girò appena, tenendosi con una mano al balcone,guardò la bambina apparsa dal nulla.
" Questa deve essere tua" la piccola, dai grandi occhi blu, gli porse la moneta.
Dopo tanti anni, Tenzo si ricordò come sorridere. Era una sensazione stranissima, sentire curvarsi gli angoli della bocca in su, ci provò diverse volte.

Quando capì di aver assunto un espressione decente,si rivolse di nuovo alla bambina.
" Sei buffo, Moru" sentenziò tranquilla, ridendo cristallina.
Moru. Talpa.
Tenzò guardò il peluche, poi il sorriso delle bimba.
Venne contagiato da quel riflesso involontario, che addirittura, scoppiò proprio a ridere.
Probabilmente, si rese pure conto di sembrare un pò fuori di testa.
Akari lo seguì a ruota.

 

  
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