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Autore: Iso Mary    29/01/2013    1 recensioni
L'amore è il tema principale attorno al quale ruota la vita di Giada, la protagonista di questo racconto, con i suoi sogni, i suoi amici e la sua famiglia, fulcro fondamentale della sua esistenza. La ragazza dovrà affrontare i mille problemi legati ai dolci sedici anni e in questo suo percorso incontrerà anche l'amore, quello vero, che fa battere il cuore, ma che a volte fa soffrire. Buona lettura
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Fu davvero difficile per Giada riprendersi da quella terribile delusione. Si sentiva così ferita, così arrabbiata con sé stessa per aver permesso ad uno sconosciuto di prendersi gioco di lei e dei suoi sentimenti. Crescere, infondo, non le appariva più così meraviglioso se significava avere il cuore in frantumi. Aveva la convinzione di essere molto sfortunata in amore, collezionando dei veri e propri fallimenti ogni qualvolta che avesse avuto un approccio diretto con un ragazzo. Continuava a rigirarsi nel letto, sofferente, tormentandosi di essere riuscita a raggiungere l’apice della felicità per poi cadere nel baratro più profondo in meno di 48 ore. < L’amore fa veramente schifo > ripeteva < Non voglio più soffrire in questo modo, mai più! > . Ripensava ad Elia, a quanto era stato tenero con lei la sera prima, per poi tradire la sua fiducia con quella ragazza. Inoltre il “bastardo” aveva anche tentato di contattarla dopo quell’allegra scenetta, prima con una telefonata che la ragazza aveva rifiutato, poi con una serie di messaggi che avevano tutti lo stesso nesso < Non credi che dovremmo parlare? > < guarda che hai frainteso >< Per favore richiamami! > Aveva tradito la sua fiducia e pretendeva pure di farsi richiamare. No, non avrebbe speso nemmeno un centesimo per quell’infame, che avrebbe continuato ad inventare bugie per salvarsi la faccia. O forse era stata troppo precipitosa nel giudicarlo e la ragazza con cui l’aveva visto nel pomeriggio era sua … cugina? Ma figuriamoci! Se fosse davvero andata in questo modo, Elia l’avrebbe rincorsa per darle spiegazioni, dimostrandole quanto realmente teneva a lei e invece … Mentre la sua mente si contorceva con mille pensieri contrastanti la madre entrò nella sua stanza, incitandola ad alzarsi < Svegliati tesoro, devi andare a scuola, hai il compito di mate > Già, quella maledetta verifica: con tutte quell’insieme di emozioni aveva scordato di fare i conti con la realtà < Mamma non mi sento bene> incominciò a sostenere. In fondo non era del tutto una bugia < Ho tanto male allo stomaco e non ho dormito molto stanotte, mi sento uno straccio > aggiunse la figlia < Mi dispiace tesoro, ti porto qualcosa di caldo: ma come farai per il compito? > domandò la madre < Recupererò appena starò meglio > rispose Giada < D’accordo tesoro, rimani pure a letto, ti porto qualcosa che ti farà stare meglio, se poi non ti passa chiamerò il dottore ok? > e la accarezzò dolcemente. Almeno il problema del compito in classe era risolto per adesso. Non poteva rischiare di abbassare la media del 7 di matematica faticosamente raggiunta nel corso dell’anno scolastico. E poi per chi? Per un deficiente che era entrato nella sua vita come un boomerang, distruggendo tutti i suoi sogni? Più pensava a Elia, più lo stomaco continuava a dolerle, finchè tornò la mamma con una pastiglia effervescente ed una tisana fumante addolcita con del miele. Quanto era meravigliosa quella donna! Fin da quando Giada era piccola, aveva sempre trovato il modo di farla stare meglio tutte le volte che ne aveva avuto bisogno: le venne in mente un episodio della sua infanzia in cui aveva avuto la febbre molto alta e la madre l’aveva vegliata tutta la notte, sullo sdraio in fondo al letto, inumidendole lo straccio sulla fronte appena si intiepidiva. Ed anche questa volta, sebbene non conoscesse il vero motivo di tutta quella sofferenza, si era prestata a curarla e a coccolarla, dandole sollievo. E la lasciò riposare per tutto il giorno: in una sorta di limbo temporaneo da cui la ragazza non riusciva a staccarsi, in attesa di una spinta per potersi rialzare dopo quella tremenda batosta.
  
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