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Autore: Koa__    30/01/2013    2 recensioni
Spock e Jim. Un'amicizia che lentamente si sta trasformando, che sta mutando in qualcosa di più complesso. Sentimenti che cambiano ed emozioni che sfuggono anche al controllo della più ferrea e rigida logica. Una storia introspettiva che prova a scavare nell'animo del vulcaniano Spock e del suo appassionato capitano James Kirk.
(TOS)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Apparenze


Il capitano Kirk non si stupì del fatto che il suo primo ufficiale non fosse poi così diverso dal solito, non sembrava che avesse frugato nel suo cervello e sondato il suo cuore, scovando anche i suoi più nascosti sentimenti. Si comportava come se tra di loro non fosse accaduto nulla e Jim non sapeva se detestarlo oppure invidiarlo. E mentre entrava nel turbo ascensore, alla fine del turno di servizio, si ritrovò a pensare che era proprio quella sua apparente freddezza che amava in lui. L'attirava il fatto che fosse, agli occhi di un comune terrestre, un mistero insolvibile e che da lui riuscisse a carpire poco o niente. Quella sua meditazione vulcaniana che, a quanto pareva era essenziale alla sua sopravvivenza, aveva il potere di chiudere a chiave il suo cuore e precludergli la profondità delle sue emozioni. Dire che lo faceva impazzire con quel suo atteggiamento falsamente altezzoso e con i suoi modi di fare freddi era limitativo. Usciva infatti di testa ogni qual volta pensava a lui e, ora che si erano baciati, adesso che avevano sondato le reciproche anime alla ricerca di quanto di più nascosto ci fosse dentro di loro, ora che tutto era diverso anche se uguale all'apparenza, era anche peggio.


«Deve forse parlarmi di qualcosa, capitano?» domandò Spock una volta rimasti soli.

Lo sguardo divertito di Jim ricadde di lui, una solita espressione interrogativa era dipinta sul suo volto verdastro e di nuovo Kirk si ritrovò a sorridergli.

Sì, era decisamente amabile.

«Da cosa l'hai dedotto?» domandò vivamente interessato.
«Dal fatto che da quando è rientrato sul ponte non ha fatto altro che fissarmi. Dopo un'attenta analisi ho riconosciuto quell'espressione: è la medesima che le ho visto ogni qual volta si è mostrato sessualmente attratto da qualcuno».
«Non credevo che badassi a certe cose».
«E io non ritenevo possibile che si potesse guardare un altro essere vivente con così tanta intensità, capitano, eppure il desiderio che si percepisce dai suoi occhi è talmente evidente che mi stupisco di come abbiano fatto gli altri ufficiali a non notarlo».
«Che dici...» mormorò Kirk avvicinandosi a lui fino quasi a potergli sfiorare le labbra. «Dipenderà forse dal fatto che è te che voglio?» sussurrò, respirando sulla sua bocca.
«C'è l'ottanta punto quattro percento di probabilità che sia per questo motivo, sì!» annuì pacatamente.
«Ti voglio, Spock» tagliò corto Jim afferrando con forza il suo braccio, mentre le porte del turbo ascensore si aprivano.


Ciò che tutti videro poco dopo, fu il capitano ed il primo ufficiale camminare l'uno a fianco all'altro in perfetto silenzio. Nessuno avrebbe mai creduto possibile che in quel preciso momento dentro di loro albergava il desiderio di lasciarsi andare e rotolarsi tra le lenzuola e di abbandonarsi all'amore come mai avevano anche solo pensato. Soltanto quando videro il sottufficiale Bell avvicinarsi ai due, qualcuno notò un leggero irrigidimento nel vulcaniano.
«Capitano, mi chiedevo se avesse bisogno di altro...» disse la donna chinando leggermente il capo in segno di rispetto.
«Alle esigenze del capitano penserò io, sottufficiale, lei può ritirarsi nei suoi alloggi anche subito» disse Spock autoritario.
«Ma capitano Kirk, io...»
«Può andare, signorina Bell e grazie per la sua gentilezza, io e il primo ufficiale abbiamo cose importanti di cui discutere».
«Perfetto, buona serata signore, comandante».


Quel che fece Jim una volta entrato nella sua stanza, fu ridere sonoramente. Il fresco ricordo di quelle poche parole, pronunciate freddamente, lo divertiva. Si lasciò andare contro la parete attirando a sé il vulcaniano, accarezzò quindi il suo viso magro senza smettere di sorridere.
«Se non ti conoscessi, Spock, crederei che ci fosse della gelosia nel tuo tono di voce».
«Io non provo sentimenti quali la gelosia e poi vorrei farti notare che ciò che ho detto corrisponde al vero».
«Naturalmente...» mormorò il risposta prima di attirarlo a sé e di stringerselo contro. Kirk fece scivolare le dita sulla sua schiena, risalendo lungo di essa mentre le loro labbra si avvicinavano. Avevano una vita di cui discutere e Jim lo sapeva, ma prima desiderava quel bacio che per ore non aveva fatto che sognare.

E baciarlo gli piaceva da morire, il suo odore, il suo sapore, la passione mal trattenuta... C'era da diventare matti, pensò prima di allontanarsi leggermente.

«Dobbiamo parlare» mormorò qualche istante più tardi scostandosi da lui ed avvicinandosi al letto per poi sedercisi sopra.

Quando Spock lo raggiunse al suo fianco, Jim non riuscì a trattenersi dall'accarezzargli il viso: sfiorò le sue guance fresche, risalendo lungo le sue orecchie fino a toccarne la punta. Inutile negarlo, ne era affascinato! Fin dalla prima volta in cui aveva incontrato un vulcaniano, non aveva desiderato altro che toccare quella strana punta e giocare con esse, lambendole con la lingua fino a farle inverdire.
«Non capisco il motivo per il quale indugi nel toccare le mie orecchie» mormorò.
«Non ti mentirò» disse Jim con voce suadente «è perché mi affascinano terribilmente, mi eccitano...»
«Illogico» sussurrò Spock sollevando un sopracciglio, questi terrestri erano sempre più stravaganti.

Invece di sorridere per il divertimento che la strana espressione confusa di Spock suscitava in lui, Jim si ritrovò con il forte desiderio di fargli cambiare idea. Ciò che aveva detto era illogico? Beh forse ciò che stava per fare lo era di più. Accostandosi meglio al suo corpo rigido, il capitano gli poggiò una mano sulla spalla, mentre con l'altra stuzzicava il lobo del suo orecchio.
«Vediamo cosa ne pensi di questo» mormorò baciando il suo collo magro e risalendo lentamente lungo di esso, seguendone le vene verdastre mentre con le mani lo stringeva maggiormente a sé. E, mentre la sua lingua morbida non dava tregua alle sue verdissime orecchie a punta, Kirk si scoprì a desiderarlo. Lo voleva, ardentemente. In quel momento ogni logica era svanita nel nulla e c'erano solo loro, quella cabina semi buia, il letto sul quale erano seduti, l'odore inebriante del vulcaniano, il profumo della sua pelle e i leggeri sospiri che emetteva. Jim era sicuro di non aver mai visto niente di più eccitante, nulla l'aveva mai acceso a quel modo. Il suo Spock era dannatamente sexy e a fatica si sarebbe staccato da lui.

«Non dovevamo parlare?» chiese il primo ufficiale poco dopo, cercando di trattenere gli ansiti che la lingua di Jim faceva tanto illogicamente uscire dalla sua bocca.

Nel sentire quella domanda, il capitano si distaccò sospirando, Spock aveva ragione! Non avevano ancora discusso riguardo la fusione mentale; certo che ora di chiacchierare non ne aveva nessuna voglia. Era meglio sbrigarsela in fretta, perché Jim non aveva alcuna intenzione di trascorrere il resto della serata parlando, specie se così troppo vestiti.

«Ho visto delle cose che ti riguardano» esordì «e provato emozioni che possono essere solo tue ed erano talmente potenti, che non sono riuscito a sopportarle. Tutti quei sentimenti non potevano essere che tuoi».
«Come ho detto il transfer emotivo è qualcosa che non si può evitare e mi dispiaccio d'averti messo in quella situazione, potevamo benissimo evitare, in fondo si trattava solo di un mio desiderio personale».
«Beh, ma sono contento che tu l'abbia fatto. Spock, io ho sempre saputo che eri un onesto ufficiale, un genio dalla mente più che brillante, esperto scienziato... Forse uno dei migliori ufficiali dell'intera Flotta. Sapevo anche eri un buon amico, leale, affezionato ai tuoi genitori e che, nonostante tu non l'abbia mai ammesso, felice di come sono andate a finire le cose con T'Pring».
«Non riesco a seguirti» mormorò sollevando un sopracciglio, mostrando in quel modo quanto fosse perplesso.
«Voglio dire che ciò che c'è dentro di te, quello che il tuo cuore verde nasconde e che la tua anima e il tuo corpo ibrido celano agli occhi di tutti, ciò che non mostri e che soffochi tenendo fede a ciò che sei, è meraviglioso. Ho visto Vulcano, la tua casa e tua madre, ho percepito la sua illogicità ai tuoi occhi e allo stesso tempo ho sentito quella parte di te che la ama alla follia. So quello che dimora nel tuo cuore e mi piace, e se hai visto dentro di me sai che è così».

E dicendo quelle parole, Jim gli sorrise. Anche se tutta quella situazione era a dir poco assurda e anche se erano ancora molte le cose che avevano da dirsi, il capitano sapeva d'aver fatto bene a parlargli in quel modo. Voleva che sapesse che quel che aveva visto non l'aveva spaventato, che ora sapeva tutto di lui e che ne era così felice da riuscire a stento a stare in piedi. Forse era per quel motivo che si era addormentato e che era svenuto dopo la fusione: elaborare tutti quei sentimenti ancora adesso era complicato. Sapeva solo che voleva condividerli, voleva gridare a gran voce quel che aveva visto e dire a tutti che l'ufficiale dalle orecchie a punta e che veniva da Vulcano, non era un robot! Non era uno strano essere senza cuore e sentimenti, ma un essere vivente caldo ed appassionato, una creatura delicata e meravigliosa che aveva scelto di dividere il resto della sua vita con lui.


Desiderava girare la sua felicità all'intero universo, Jim Kirk, ma tutto quello che fece fu ascoltare.


«Ti ho visto correre per i campi dell'Iowa» lo sentì sussurrare. «Amare donne e uomini di qualunque specie aliena, eccitarti ed appassionarti per la vita che ti circonda. Ti ho visto orgoglioso dello sguardo fiero di tuo padre ed amato da tua madre, affezionato a tuo fratello e amato da tutti. Ti ho visto crescere e diventare quello che sei, un capitano della Federazione. Ho sentito quello che provi per quest'astronave, per i tuoi uomini, per il dottor McCoy e il senso di responsabilità per le loro vite. Ho percepito quanto troppo spesso il tuo dovere diventi un peso opprimente e quanto tu abbia voglia di condividerlo con me. E per quanto io ritenga illogico amare un oggetto, sappi che ho compreso i tuoi sentimenti per l'Enterprise. Sapevo che eri un essere umano del tutto inusuale, Jim, ma mi rendo conto di non averlo mai capito del tutto, anche il controllo mentale che pratichi è per certi aspetti quasi quanto quello di vulcaniano. E infine, per quel che mi riguarda, ritengo che la fusione mentale con te sia stato il miglior momento della mia vita».


Quel che percepì Jim poco dopo furono le sue dita affusolate sfiorarlo in una carezza che arrivava fino alla sua anima.



Continua...


Ok, ok, avevo detto che avremmo saputo cosa aveva sentito Spock e visto nella fusione mentale e forse avevo anche detto che avremmo analizzato i suoi sentimenti riguardo tutto questo, ma ehm... come dire... ho detto una scemata! In effetti l'analisi di Spock sarà proprio l'ultimo capitolo, ci sarà una lunga prima parte che lo riguarderà, e il motivo è che chiudere questa storia con Spock mi pareva la cosa migliore da fare. Comunque, in attesa dei suoi pensieri, almeno adesso sapete cosa ha visto Spock nella fusione mentale... è già un inizio, non trovate?

Non ho ancora deciso se scrivere un epilogo oppure no, ho voglia di farlo, ma in questo periodo è il tempo che mi manca... vedremo! Nel frattempo, spero abbiate apprezzato... Ah e ovviamente quella di Spock non era gelosia, eh! Che avete pensato??


_Koa_

   
 
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