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Autore: alicesimone    21/08/2007    8 recensioni
Sirius cammina per la sua stanza a Grimmauld Place, qualcosa lo turba e lo rende irrequieto... quale sarà il motivo?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono in fase di rigetto e di protesta nei confronti delle idee

Sono in fase di rigetto e di protesta nei confronti delle idee della Rowling.

Questa shot si basa sui “magari” e sui “e se…?”

Il fatto è che, semplicemente, voglio scrivere una Remus/Sirius in cui il pensiero non si rattristi all’idea di tutto ciò che quella strega ha fatto accadere ai miei due Malandrini preferiti…

Voglio scrivere qualcosa che il mio cuore possa considerare come un “lieto fine”, anche se magari all’inizio potrà sembrare tutt’altro che allegro. Sarà banale, smielato… ma la vita è già abbastanza amara di per sé, senza che poi noi ci mettiamo il resto…

Quindi, questa shot sarà adattata al mio desiderio…

 

 

Una settimana.

Un’intera settimana era trascorsa, e a Grimmauld Place si era respirata ogni giorno un’aria allegra, quasi di festa.

In effetti, gli abitanti della casa avevano avuto un più che valido motivo per voler festeggiare ed essere felici. Voldemort era stato sconfitto… l’incubo era finalmente finito.

Eppure, non tutti mostravano un sorriso smagliante sul volto… c’era chi, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato, in quel momento avrebbe volentieri preso a pugni qualcosa.

 

Sirius camminava irrequieto avanti e indietro per la sua stanza, muovendosi a scatti, l’espressione del volto febbrile, l’angoscia nel cuore. I pensieri rivolti alla sua vita da quando aveva scelto “l’esilio” dalla sua famiglia…

C’erano stati gli anni ad Hogwarts, i più belli della sua intera esistenza, l’amicizia con James, Remus e Peter: i Malandrini… le avventure, gli scherzi, i guai, le notti di luna piena alla Stamberga Strillante, loro covo, il diploma, la nascita di Harry… poi erano arrivati il tradimento e la prigionia ad Azkaban. Quest’ultima esperienza era stata molto difficile da affrontare, eppure era in qualche modo sopravvissuto anche a quella… fondamentale era stato soprattutto riuscire a mantenersi lucido e sano di mente per ben dodici anni, in una situazione nella quale molti altri al suo posto sarebbero impazziti dopo solo qualche mese; e poi, cosa più importante, finalmente era riuscito a fuggire. Tuttavia, anche dopo, non vi furono momenti facili per lui, sempre costretto a nascondersi, col timore di essere catturato di nuovo, e obbligato a combattere senza tregua dalla guerra che aveva imperversato.

Adesso era tutto finito, purtroppo però anche ora che era libero come l’aria, il suo nome riabilitato, si sentiva come in catene…

*Se solo ci fosse Harry…* rifletté in maniera non poco egoistica.

Ma Harry era partito immediatamente dopo la battaglia, lasciando a stento che Madama Chips gli curasse le ferite infertegli durante il combattimento contro Voldemort e dicendo che voleva solo fuggire via per un po’, lontano da tutto e tutti, solo con Draco… senza pensare ad altro. In fondo, da lì ad un mesetto sarebbe dovuto tornare ad Hogwarts per il suo ultimo anno ed aveva tutti i diritti di volersene andare in viaggio con il suo ragazzo.

Quasi tutti i Weasley si erano lasciati prendere dall’euforia del momento, avevano fatto grandi festeggiamenti, organizzato cene e brindisi come un inno a quella vittoria desiderata così a lungo… poi, uno alla volta, erano tornati alle loro vite, solo Molly era passata negli ultimi due giorni per sistemare o cucinare qualcosa, l’abitudine ormai radicata dalle troppe giornate trascorse tra incontri segreti e preparativi di piani di attacco.

Inoltre, adesso che la minaccia del Signore Oscuro era stata sventata, l’Ordine aveva smesso di fare riunioni, quindi la casa era finalmente silenziosa e vuota, se non fosse stato per…

 

I pensieri dell’Animagus si bloccarono.

 

Poteva sentire la musica permeare la casa, arrivando fino ai piani superiori… non vi era più il quadro di sua madre appeso, che urlava per ogni cosa e contro chiunque, quindi finalmente avevano potuto mettere in funzione una radio magica. Le pareti erano state ritinteggiate di un pallido color crema, a levare quell’alone di tristezza che il grigio gli aveva sempre donato, mentre le finestre erano aperte e, nonostante l’estate fosse nel suo pieno, l’aria era fresca e frizzante.

 

Tutto avrebbe potuto essere perfetto, se solo in cucina non ci fosse stato lui… Remus.

 

Remus… con gli occhi color del miele, che sempre riuscivano ad incantarlo; con quei capelli morbidi, in cui le sue mani avevano sempre amato perdersi e giocare; con le dita sottili, che sentiva ancora accarezzare il suo corpo facendolo bruciare di passione; con le labbra soffici che, anche con un semplice e fugace tocco, erano capaci di fargli sentire un’emozione troppo intensa da poterla spiegare a parole…

Remus che, negli anni in cui lui era stato imprigionato, era stato di un altro.

Remus che, se non fosse stato obbligato dalle circostanze, non gli avrebbe detto nulla.

 

La mente volò immediatamente a due giorni prima, quando lui e l’amico di sempre si erano recati insieme ad Hogwarts.

Sirius era stato convocato dalla McGranitt, ormai nuova Preside della scuola, che voleva parlargli di alcune cose. Remus lo aveva accompagnato, anche perché da quell’anno avrebbe ripreso il suo ruolo di insegnante di Difesa.

Ad un certo punto, aveva visto il licantropo allontanarsi… non si era fatto domande, dicendosi che magari era andato in quello che sarebbe stato il suo studio una volta iniziato l’anno scolastico… era normale in fondo.

 

Una volta finito di parlare con Minerva, era uscito dall’ufficio ed aveva iniziato a girare per il castello alla ricerca del compagno… ed era stato allora che li aveva visti, in infermeria.

Piton era stato ferito durante la battaglia, quindi era ancora convalescente anche perché una delle ferite aveva fatto infezione.

Ciò che lo sconvolse non fu tanto il fatto che Remus fosse andato a trovarlo e informarsi sulle sue condizioni, pur dovendo ammettere che già quel particolare l’aveva trovato se non altro insolito, quanto la familiarità che vedeva esserci tra loro. Non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo, perché i due stavano parlando sottovoce, ma sentì come se gli si fosse formato un nodo allo stomaco. Ad un certo punto la discussione doveva essere degenerata, perché Mocciosus era sbottato con un “Remus, per favore!” ed era stato quello a dargli il colpo di grazia, infatti non lo aveva mai sentito chiamare l’amico per nome, ma sempre con un Lupin pronunciato di solito con un tono alquanto dispregiativo. Nella sua voce non c’era rabbia, ma amarezza e qualcos’altro che l’Animagus non riuscì a decifrare, o forse preferì…

 

Quando il licantropo uscì dalla stanza e scorse sul volto di Sirius quell’espressione così dubbiosa e allo stesso tempo immensamente delusa, non poté fare a meno di abbassare lo sguardo, colpevole. “Mi dispiace che tu l’abbia scoperto in questo modo…” riuscì solo a dire.

Perché, me l’avresti detto davvero?” controbatté l’altro.

“Sir…” mormorò allora quello.

“No, Remus. Non devi dire nulla. È la tua vita ed io non ne faccio più parte, mi sembra evidente… non devi giustificarti” replicò acido l’Animagus.

“Sirius, ti prego…” supplicò, ma l’amico se ne era già andato.

 

Continuava a chiedersi cosa lo spingesse a restare in quella casa, visto che lo aveva ignorato nella maniera più plateale possibile, anche davanti agli altri.

Remus non desisteva, come sempre… come ogni volta che vi era stato un litigio tra loro attendeva pazientemente che lui gli facesse un qualunque gesto che implicasse un “Ok, ti ascolto. e sarebbe partito con le sue spiegazioni.

Questa volta non sarebbe andata così, perché Sirius non se la sentiva di affrontarlo, non voleva sapere come, quando e perché quella storia fosse iniziata.

E poi, con quale diritto? Quello di un ex-amante geloso? Perché era solo quello dopotutto…

Un ex-amante, dato che la loro storia era stata bruscamente interrotta dalla sua reclusione ad Azkaban, e neanche quando ne era scappato era ripresa, nonostante Remus gli avesse detto di aver sempre, nel profondo del suo cuore, creduto in lui… fino ad allora aveva sempre pensato che fosse a causa della guerra, il futuro era incerto e non sembrava il caso di darsi false speranze, forse però la sua era stata un’illusione.

Ma soprattutto era geloso al solo pensare che il suo Remus potesse essere stato di un altro, Mocciosus per giunta! E anche se continuava a ripetersi che era giusto e normale che si fosse rifatto una vita e che non poteva certo pretendere che il licantropo lo aspettasse, non potendo dopotutto immaginare che l’altro sarebbe uscito da quella prigione, non riusciva proprio a digerirlo.

No, questa volta sarebbe rimasto chiuso in camera e presto o tardi Remus avrebbe capito e se ne sarebbe andato… o almeno così sperava, o meglio, così si ripeteva cercando di autoconvincersi che fosse quello che voleva.

 

Trascorse l’intera giornata senza uscire, cercando di vincere quella voglia di sapere e capire che, nonostante tutto, c’era in fondo al suo cuore e non riusciva a placare del tutto.

Per quanto cercasse di impedirselo non poteva fare a meno di immaginare Remus mentre si lasciava toccare da Piton, cercando poi di scacciare quel pensiero fastidioso con i ricordi di quegli anni all’epoca dei Malandrini, quando erano i loro corpi quelli avvinghiati nel letto, le tende tirate e il baldacchino insonorizzato, mentre si lasciavano andare alla passione che li travolgeva ogni volta che si trovavano a distanza troppo ravvicinata, quel desiderio incontrollabile e assolutamente folle di perdersi l’uno nell’altro fino a sentirsi una sola anima…

Se considerava che il solo pensiero che era riuscito a farlo andare avanti negli anni di prigionia e anche in quelli dopo, era stato che, una volta che tutto fosse finalmente finito, avrebbe solo voluto formare una famiglia con lui ed Harry… certo, una famiglia fuori da qualsiasi schema, ma in fondo chi è che poteva definire in altro modo l’insieme di tre persone che si volevano bene e si rispettavano l’un l’altro? Invece, adesso, quel suo sogno sarebbe rimasto chiuso in un cassetto a prendere polvere e a finire prima o poi dimenticato… ma chi voleva prendere in giro? Non sarebbe mai riuscito a rinunciare all’altro, non dopo aver lottato fino allo stremo per farsi credere l’ultimo anno di scuola, quando gli si era dichiarato e il licantropo aveva continuato a dirgli che era solo una fissazione e basta. Lui che era il playboy indiscusso di Hogwarts, che aveva fatto il bello e il cattivo tempo per le ragazze di tutte le case, si era innamorato… di un ragazzo… ed aveva sofferto le pene dell’inferno prima di conquistarlo e averlo tutto per sé.

 

Aprì la porta, sbattendosela alle spalle, scese le scale di corsa ed arrivò nel salotto. Remus era lì, seduto in poltrona, lo sguardo distrutto come di chi non dorme da tempo e la stanchezza evidente su tutto il corpo, gli occhi infossati e le spalle curve… si sedette sul divano di fronte, in silenzio, posò i suoi occhi in quelli dell’uomo che amava ed aspettò.

 

“La mia storia con Severus è iniziata prima che tu scappassi da Azkaban, prima che io arrivassi ad Hogwarts come insegnante. L’Ordine era già stato ricostituito, almeno in parte, e Silente ci inviò in missione.” esordì titubante, non sapendo esattamente l’altro cosa avrebbe sopportato. “Non era previsto che accadesse, né uno di noi due se lo aspettava o ha forzato la situazione in quel senso. È semplicemente successo.” spiegò, sforzandosi di restare tranquillo. “Non ti mentirò dicendoti che non è stato importante o che non ha significato nulla, perché è stato il contrario…” ammise, sempre più incerto. “Severus mi ha aiutato in un momento in cui ne avevo estremamente bisogno, mi è stato vicino così come io ho cercato di fare con lui, e non potrò mai dimenticarlo…” si bloccò, non appena notò il tremore nell’amico, consapevole che si stava trattenendo dallo scoppiare. “Poi è semplicemente finita, perché aveva fatto il suo corso ed era arrivata alla sua naturale conclusione. Non mi scuserò perché non ce n’è ragione e se non te l’ho detto è perché sapevo come avresti reagito…” concluse quasi in un sussurro.

 

Sirius rimase in silenzio a lungo, cercando di lasciare che quelle parole raggiungessero lentamente la sua mente, in modo che lui potesse percepirle mantenendo la calma… altrimenti rischiava di scoppiare ad urlare e iniziare a distruggere i mobili del salotto… se solo si fosse fatto prendere dalla rabbia che impellente cercava di soggiogarlo.

 

Dopo un tempo che parve interminabile, Sirius fece una semplice e diretta domanda all’amico “Lo ami?”

“L’ho amato.” rispose l’altro, con sincerità.

E… e adesso?” balbettò con la voce incerta l’Animagus, che sentì gli occhi del licantropo posarsi su di sé, scrutandolo con intensità.

Cosa vorresti sentirti dire, Sirius? Che ti amo ancora e che non ho mai dimenticato? O ti basterebbe sapere che non ho mai amato lui come ho amato te? È solo questo il problema, vero?!” sbottò indispettito, ma nella sua voce poteva sentirsi chiaramente una punta di delusione.

“Rem… io…” mugugnò l’altro.

“Rispondimi!” ordinò il licantropo.

“Si, va bene?!” rispose risentito.

“Beh, mi dispiace ma non è così!” chiarì ancora.

Vattene Remus… solo, vattene.” ebbe a stento la forza di dire Sirius, stremato e con gli occhi pericolosamente lucidi, mentre si alzava per tornarsene in camera.

Una volta rimasto solo, il Professore scossa la testa mestamente e sussurrò “Non ti ho mai dimenticato, Sirius, come potrei. E tu come hai solo potuto pensarlo… ma forse per noi ormai è tardi…”, poi prese le sue cose ed uscì.

 

L’estate finì, Harry rientrò dal suo viaggio e decise con Draco che avrebbero atteso l’inizio del nuovo anno scolastico a Grimmauld Place.

Sirius era silenzioso ed il figlioccio non poté fare a meno di notare quanto i suoi occhi fossero perennemente tristi e malinconici.

“Sir, che hai? Cosa è successo mentre ero via?” chiese una sera il Grifondoro, approfittando di un momento di intimità col padrino, mentre il proprio ragazzo era intento a leggere il libro che gli aveva regalato lui quel pomeriggio.

“Nulla, davvero. Perché?” domandò a sua volta l’uomo.

“Non mentire con me…” disse invece l’altro.

L’Animagus fece un piccolo sorriso “Sei una peste proprio come tuo padre, sai?” replicò, scompigliandogli giocosamente i capelli già perennemente arruffati con la mano. “Oh, e va bene… si tratta di Remus…” iniziò, per poi spiegare a grandi linee cosa era successo, raccontando anche quale fosse il rapporto tra lui e il licantropo ai tempi di Hogwarts ed il litigio che avevano avuto un mesetto prima, a proposito di chi.

“Remus.” biascicò Harry incredulo. “Col Professor Piton.” ribadì.

“Già…” aggiunse solo Sirius.

“Oh…” borbottò il Golden Boy, ancora troppo sconvolto dall’immagine agghiacciante che gli si era formata in testa dei due uomini avvinghiati l’uno all’altro. Scosse la testa per cercare di schiarirsi le idee, poi posò nuovamente il suo sguardo sul padrino e su quegli occhi normalmente vivaci ed ora così vacui. “Si, allora… beh, ecco…” balbettò indeciso su cosa esattamente dire. “Se vuoi il mio parere sincero, io credo che Rem tenga ancora a te e non solo come amico. Anzi, ora che ci penso l’ho visto così spesso soffermarsi col suo sguardo su di te, mentre tu non te ne saresti potuto accorgere, che non so come ho fatto a non capirlo prima… finalmente adesso è tutto più chiaro. buttò lì per tastare la reazione del padrino, che non si fece aspettare.

“Dici sul serio?” domandò questi, infatti, e nella sua voce si era riaccesa una tenue speranza.

“Si, te lo assicuro.” continuò più sciolto l’altro, sapendo che se avesse giocato bene le sue carte quei due avrebbero davvero potuto ricostituire una famiglia, *la sua famiglia* pensò egoisticamente. “Però, vedi Sir… forse lui si aspettava che per te non avrebbe fatto differenza, che tu volessi lui più di ogni altra cosa, anche a dispetto di ciò che possa essere stato. Capisco che l’idea non ti piaccia, però non potevi pretendere che rimanesse solo in tutti questi anni. E poi, a quanto ho capito la loro storia è finita, io più che soffermarmi su quanto è stata importante o è durata mi chiederei il motivo per cui è finita.” tentò di far riflettere l’uomo.

E allora perché…?” chiese quasi più a se stesso che al figlioccio l’Animagus.

“Perché ciò non vuol dire che non lo abbia davvero amato, e vorrebbe che semplicemente tu accettassi il suo passato senza di te, anche gli errori che può aver commesso o le scelte che ha fatto, nonostante tu possa non condividerle o sentirtene ferito.” ribatté il Grifondoro.

“Io non so se ne sono capace…” mugugnò ancora l’uomo, che proprio non riusciva a tollerare l’idea di altre mani sul corpo del suo lupacchiotto.

“So che non è facile, credimi…” bisbigliò Harry in un sussurro, quasi fosse indeciso se farsi sentire o meno, ma comunque non abbastanza lieve da passare inosservato.

“Che intendi?” rimbeccò infatti l’altro.

“Non è facile per me parlarne, nonostante il tempo che è passato da allora fa ancora male pensarci, però se può esserti d’aiuto…” continuò a quel punto il Golden Boy, consapevole di non potersi tirare più indietro.

“Harry.” lo interruppe immediatamente il padrino “Qualunque cosa sia, se non vuoi…”

“No, va bene, davvero…” disse facendo un piccolo sorriso. “Sai… anche io e Draco abbiamo avuto i nostri problemi. Lui all’inizio non voleva ammettere la portata dei suoi sentimenti nei miei confronti… continuava a ripetermi che era solo sesso e che aveva semplicemente bisogno di me come protezione da Voldemort e basta, per dimostrarmelo ha continuato a scoparsi Pansy per tutti i primi mesi della nostra relazione. E non è stato affatto facile passarci sopra…” si interruppe abbassando un po’ lo sguardo, intimorito da quello che avrebbe potuto essere il giudizio di Sirius.

“Oh Merlino, Harry, mi spiace così tanto… e poi?” lo incitò a continuare.

“Beh, ho pensato che a volte non ci si rende conto di ciò che si ha finché non si rischia di perderlo, così ho deciso di ripagarlo con la stessa moneta…” dichiarò sempre più rosso in viso.

“Sarebbe a dire?” domandò a quel punto l’altro.

“Ho fatto sesso con Blaise, il suo migliore amico, facendo in modo che ci scoprisse… volevo solo ferirlo. In effetti, quando ci ha trovati insieme, ancora nudi nel letto, ha iniziato a dare di matto… tuttavia sul momento non mi importava, così gli ho semplicemente urlato contro a mia volta dicendogli che era finita… però quando ho visto i suoi occhi dardeggiare non solo di rabbia ma anche di dolore, ho avuto paura di aver azzardato troppo e di averlo perso. Non è stato facile superare il male che ci eravamo fatti a vicenda ed è passato del tempo prima che arrivassimo a fidarci totalmente l’uno dell’altro, eppure guardaci ora! Magari anche Remus, adesso, ha il terrore che vi siate fatti troppo male per poter recuperare. Invece tu, Sirius, cos’è che vuoi? Se è lui, allora riprenditelo… ma se proprio non riesci ad andare oltre ciò che è stato, allora forse potrebbe essere che non lo ami come dici, oppure non più…” terminò il discorso il ragazzo alzandosi senza guardarlo in faccia, per paura di poter leggere nei suoi occhi disprezzo per il suo comportamento, e lasciandolo solo a riflettere.

 

Sirius trascorse una notte insonne a pensare e ripensare a cosa voleva veramente. Rifletté attentamente sulle parole del figlioccio, così semplici da sembrare fin troppo banali… tuttavia così vere da aver toccato il punto più profondo del suo cuore.

L’alba arrivò e portò con sé la consapevolezza. Voleva Remus e avrebbe fatto di tutto per riconquistarlo! Così, appena alzato, scrisse velocemente una lettera che affidò ad Edwige.

 

Quando si ritrovò con i due ragazzi in cucina per la colazione, l’Animagus chiese consiglio al figlioccio su come preparare una cena romantica per due, facendo intendere alla coppia che non avrebbe disdegnato una loro fuga discreta per quella sera.

 

Remus si materializzò direttamente nel salotto all’orario scritto nel messaggio che aveva ricevuto, solo un attimo dopo averlo fatto, però,  pensò che forse, avrebbe dovuto bussare alla porta come un ospite atteso sì, ma non necessariamente desiderato al punto da poter entrare in casa così, anche se lo aveva sempre fatto fino ad un mese prima. Ma le cose cambiano…

Era nervoso ed era molto tempo che non si sentiva in quel modo, percepiva la forte tensione del suo corpo e sperava intensamente che le cose sarebbero migliorate e che l’invito di Sirius potesse rappresentare un passo avanti nel loro rapporto, ovunque questo li avrebbe portati.

 

“Sir? Sirius?” chiamò ripetutamente, senza ottenere risposta.

Preoccupato di aver sbagliato giorno, tirò fuori il biglietto dalla tasca dei pantaloni e lo scorse. *No, non ho sbagliato… qui c’è scritto stasera…* si disse mentalmente.

Ancora indeciso su cosa quel silenzio potesse significare, si diresse con passi incerti in cucina. Quello che trovò lo lasciò senza fiato.

Numerose candele galleggiavano per la stanza, la luce soffusa che irradiavano illuminava la stanza dandole un’atmosfera romantica… il tavolo era imbandito a festa, una festa però molto intima visto che era apparecchiato per due. Tutto era molto curato, fin nei minimi particolari… i calici di vetro, una bottiglia di champagne in un cestello con del ghiaccio. Inoltre, un buonissimo ed invitante profumo stuzzicava la sua gola.

Remus si guardò intorno meravigliato e sentì un’emozione fortissima nascere dentro di sé.

 

“Ti piace?” sussurrò una voce roca e sensuale alle sue spalle.

“Come puoi anche solo pensare che sia possibile il contrario?!” balbettò il licantropo, troppo scosso da tutta una seria di sensazioni che gli davano il batticuore e gli mozzavano il respiro. Si girò ed ebbe una seconda visione… Sirius in un vestito elegante, i capelli lunghi e mossi lasciati sciolti gli ricadevano ad incorniciargli il viso, gli occhi blu spiccavano sul volto dai lineamenti addolciti e brillavano come se risplendessero mille stelle al loro interno, un accenno di barba proprio come piaceva a lui… era PERFETTO e BELLISSIMO! Innervosito da pensieri inopportuni sull’uomo di fronte a sé, il tavolo della cucina e lui stesso avvinghiato all’altro, per cercare di far raffreddare i bollenti spiriti visto che c’erano argomenti più seri da affrontare prima, disse in tono ironico “Potevi dirmelo che era una cena da far invidia al miglior ristorante francese!” e si indicò. Lui infatti indossava un jeans a vita bassa ed una semplice camicia.

“Avrei potuto, ma tu sei splendido vestito così e poi non volevo rovinare la sorpresa…” replicò l’Animagus ammiccante, facendo scorrere, in maniera molto lasciva, il suo sguardo sul corpo di Remus.

Quest’ultimo si sentì come investito da tanti piccoli brividi e pensò che se il compagno avesse continuato a guardarlo in quel modo non sarebbe durato a lungo il suo intento di chiarirsi prima e poi lasciarsi andare agli istinti poi… in effetti si sentiva come un adolescente alla sua prima cotta ed in preda agli ormoni e non come un quarantenne controllato e maturo. Sirius era sempre capace di sconvolgerlo, decise quindi di ristabilire una certa autorità sul suo corpo instaurando una conversazione poco piacevole ma necessaria.

“Come mai questo invito?” domandò infatti. “L’ultima volta che ci siamo visti non sembravi molto propenso a trascorrere del tempo con me…” precisò con voce ferita, abbassando lo sguardo.

“Mi dispiace Rem… non hai idea quanto. Prima di rivederti dovevo avere il tempo di ‘metabolizzare’ la scoperta di te e…” si bloccò per un attimo combattuto, poi continuò “Severus. si sforzò di usare il nome proprio dell’uomo che la sua mente gelosa aveva catalogato come un ‘brutto farabutto bastardo ruba-compagno dai capelli unti’.

Quindi è per questo che mi hai invitato a cena? Per dirmi che hai accettato la storia tra me e Severus?” chiese l’altro spronandolo a parlare, dopo qualche minuto di silenzio… un silenzio decisamente imbarazzante.

Anche.” iniziò titubante Sirius. “La verità è che io… oh, al diavolo! Io ti amo Remus, non ho mai smesso nemmeno per un attimo. Negli anni di prigionia è stato il pensiero di te, di noi, a mantenermi in vita e lucido… il desiderio di tornare da te. E da Harry, ovviamente. Per costruire una famiglia noi tre insieme, ma quando sono fuggito c’era la minaccia di Voldemort ed avevo paura di fare promesse che non avrei potuto mantenere e così ho preferito rimandare a dopo la fine della guerra, aspettare… forse troppo. disse tutto d’un fiato, con irruenza, accorgendosi solo alla fine di stare tremando. Aveva parlato guardando il licantropo dritto negli occhi, cercando di trasmettergli la sincerità delle sue parole e sperando con tutto se stesso che questi gli desse l’opportunità di dimostrarglielo anche con i fatti.

Remus non sapeva cosa dire, come rispondere a quella dichiarazione. Era tutto troppo intenso, troppo sconvolgente, sentiva gli occhi diventare lucidi ed un turbamento a cui non riusciva a dare spiegazione se non la felicità estrema e totale che lo stava invadendo. Avrebbe potuto dire un miliardo di cose, pronunciare parole su parole per cercare di fargli capire, ma temeva che non ci sarebbe mai riuscito. Così fece l’unica cosa che aveva voluto fare dal primo momento che l’aveva visto, dopo essersi materializzato a Grimmauld Place, e lasciando libero sfogo al suo desiderio lo baciò, dapprima delicatamente ed  in modo forse un po’ impacciato, come la loro prima volta, con timore e riverenza, come se l’altra persona fosse la cosa più preziosa e fragile esistente al mondo, come se dovesse venerarla.

Sirius gli strinse le braccia attorno alla vita istintivamente, tirandolo a sé e riscoprendo la sensazione dei loro corpi uniti, mentre rispondeva al suo bacio infondendovi a sua volta tutto l’amore che provava. Lasciò che la sua mano risalisse lentamente lungo la schiena, spostandola sul petto e facendola arrivare al volto, accarezzandogli la guancia e raggiungendo la nuca ad intrecciarsi coi soffici capelli dell’altro ed approfondendo il contatto tra le loro bocche.

Sembrava quasi che riuscissero a respirare senza bisogno di staccarsi, le lingue intrecciate in una danza sensuale.

“Avevo… avevo dimenticato la sensazione di averti tra le mie braccia, del tuo corpo fuso con il mio… di come tutto mi sembrasse giusto e perfetto quando stavamo così… Merlino quanto mi è mancato tutto questo!” mormorò emozionato l’Animagus, quando furono costretti a separarsi.

Remus non riuscì a trattenere il sorriso smagliante che gli illuminò il viso “Anche a me è mancato sentirmi così… completo.” bisbigliò a sua volta.

“Promettimi che non ci perderemo più, non un solo momento…” gli sussurrò direttamente all’orecchio Sirius.

Il licantropo lo strinse ancora più forte, mugugnando un “Lo giuro” mentre strusciava il naso contro il suo collo, riscoprendo il suo odore che sempre lo aveva fatto sentire come ubriaco. “Mi sento un adolescente… un ragazzino inesperto e imbarazzato alla sua prima esperienza. aggiunse a disagio.

“In effetti, anche io.” ridacchiò l’altro, mordicchiandogli il collo sentendolo rabbrividire, volendolo marchiare come suo… proprio come un giovane immaturo e geloso che sente la necessità di segnare il territorio. Si staccò, anche se riluttante, da quel calore avvolgente e rassicurante, e prese la bottiglia di champagne per aprirla e riempire i due calici, ne porse uno al compagno per fare un brindisi. “A noi due e al nostro futuro…” pronunciò con un velo di agitazione nella voce, ancora incredulo che tutto stesse andando così bene.

“A noi…” disse in risposta l’altro, altrettanto incerto per quello sviluppo così ardentemente sperato.

 

Decisero tacitamente di godersi la cena ed una serata tranquilla, sapevano entrambi che dopo… dopo avrebbero finalmente riscoperto la sensazione di sentirsi amati.

Tuttavia non volevano perdersi la possibilità di parlare come non lo avevano fatto da tanto, troppo tempo, ricoprirsi poco alla volta senza fretta perché niente e nessuno adesso li avrebbe separati.

Le ore trascorsero senza che nemmeno se ne rendessero conto, felici di esseri ritrovati e di avere nuovamente l’opportunità di riscoprirsi innamorati come allora o forse anche di più.

Quando Sirius prese Remus per mano, per condurlo in camera da letto, sentì un senso di vertigine al pensiero che da lì a poco lo avrebbe riavuto, che sarebbe affondato in quel corpo desiderato fino a starne male ritrovandosi avvolto dal suo calore… lo spogliò con lentezza, scoprendo il suo corpo un poco alla volta, beandosene e frenando il desiderio quasi doloroso, accarezzando la pelle profumata e tracciando con un dito delicato e poi con la lingua ogni singola cicatrice, amandole tutte, adorando ogni singola imperfezione.

E non ci fu bisogno di parole, quando si sentì spogliare a sua volta, con lo stesso riguardo e lo stesso trasporto; sospirò chiudendo gli occhi quando percepì le labbra di Remus posarsi sulla spalla e poi scendere lente, mentre le mani slacciavano la cintura e facevano cadere i suoi pantaloni fino alle caviglie. Poi avvertì distintamente l’altro condurlo sul letto, sul quale si adagiarono entrambi senza interrompere il languido bacio che si stavano scambiando, ma staccandosi immediatamente nel momenti in cui le loro erezioni più che sveglie entrarono in contatto facendoli singhiozzare.

“Merlino quanto ti ho voluto in tutti questi anni, quanto ti voglio ancora…” sospirò l’Animagus sprofondando col volto nell’incavo tra il collo e la spalla dell’altro, non stancandosi mai di poter nuovamente respirare il suo odore così unico e sentendosi cingere dalle sue braccia.

“Amami Sir… come se fosse la prima volta…” lo pregò Remus, facendo trapelare in quella richiesta tutto il suo desiderio.

E Sirius lo amò… facendosi trasportare dall’istinto e dai ricordi, cercando le parti più sensibili di quel corpo… ritrovandole e riscoprendole, attento a provocare piacere e mai dolore, mentre l’altro si abbandonava ai suoi tocchi, perdendosi in quel momento così speciale. Fu magico scivolare lungo il suo corpo, attento ad ogni sospiro, ogni ansito più forte, accarezzando e lambendo quella pelle, tormentando e succhiando i capezzoli… e fu come tornare a casa, quando si spinse dentro il licantropo fino a sentirsi una cosa sola, ancora una volta… ma adesso sarebbe stato per sempre, per non lasciarlo andare mai più, perché la sola idea di stare lontano da lui era pura follia.

L’amplesso fu dolce, lento… completamente diverso dal loro fare l’amore ai tempi di Hogwarts e per quei pochi mesi dopo il diploma, fu pregno delle mute promesse che non avevano il coraggio di farsi a parole; e quando raggiunsero insieme il piacere supremo non fu la fine, ma l’inizio di una nuova vita.

 

“Ti amo Sirius.” mormorò Remus prima di sprofondare in un sonno tranquillo.

Anche io…” rispose a sua volta l’altro, prima di abbandonarsi a sua volta all’oblio.

 

Da poco materializzati in giardino, Harry e Draco si dondolavano abbracciati sull’altalena.

“Pensi che si siano finalmente chiariti?” chiese timoroso il moro.

“Ne sono sicuro, amore… non preoccuparti” gli rispose il compagno, stringendolo un po’ più a sé con l’intento di rassicurarlo. “Però domani gli racconti la verità, che sia chiaro… non voglio che il tuo padrino pensi male di me.” aggiunse, mettendo un broncio adorabile e facendo sorridere l’altro.

“Tutto quello che vuoi… lo sai che non era mia intenzione metterti in cattiva luce con lui, ma aveva bisogno di una piccola spintarella…” si giustificò.

“Uhm…” ribatté ancora un po’ seccato il biondo.

“Mi farò perdonare…” replicò l’amante con uno sguardo birichino e Draco poté leggere chiaramente in quelle parole la malizia e la promessa di ore più che piacevoli sotto le lenzuola.

 

La mattina arrivò a Grimmauld Place, quando Remus e Sirius scesero in cucina trovarono i due ragazzi intenti a preparare la colazione.

Si salutarono affettuosamente, Harry non si preoccupò di mostrare il suo entusiasmo e la sua gioia per quella ritrovata unione, che implicava per lui avere una famiglia a cui sapeva di poter ritornare e su cui poter affidarsi.

La prima dimostrazione di quanto i suoi desideri fossero realtà, gli venne data poco dopo, mentre tutti e quattro stavano seduti al tavolo consumando ognuno il proprio spuntino mattutino.

“Harry suppongo di doverti ringraziare… Sirius mi ha detto che sono state le tue parole a dargli l’incoraggiamento necessario.” disse tranquillo. “A tal proposito…” aggiunse facendosi immediatamente più serio “C’è una cosa che vorrei chiarire con il tuo ragazzo…” continuò guardando il biondo dritto negli occhi “Se lo farai soffrire di nuovo dovrai vedertela con noi!” terminò deciso.

“Remus ha perfettamente ragione, Draco.” concordò il compagno.

A quelle parole, i ragazzi ebbero reazioni completamente differenti. Harry scoppiò a ridere senza riuscire a trattenersi, mentre il biondo si imbronciò esclamando ad alta voce “Ecco, io te l’avevo detto!”, facendo restare i due uomini leggermente stupiti.

Il Golden Boy, tra le lacrime che quelle risate gli avevano provocato, spiegò loro che in verità aveva raccontato una piccola bugia solo per spronare il padrino. Anche se l’inizio della loro storia era stato comunque turbolento e che, effettivamente, l’altro una volta si era ritrovato a letto con la Parkinson la quale lo aveva drogato e si era fatta trovare nuda al suo fianco da Harry, ma che tra i due non era accaduto poi molto visto che il Serpeverde si era addormentato quasi immediatamente. Tuttavia, visto che Draco continuava ad ostinarsi ad affermare che anche se fosse successo davvero non ci sarebbe stato niente di male, perché effettivamente non voleva ammettere di essersi innamorato del moro, questi per ripicca aveva scongiurato Blaise di farsi trovare a letto con lui per vedere quale sarebbe stata la reazione dell’amante. Si soffermò poi nel raccontare ogni particolare della reazione del biondo, che non aveva tardato un solo secondo ad arrivare, continuando a ridere al ricordo mentre Sirius e Remus sempre più sorpresi dal comportamento decisamente poco Grifondoro del moro. Nel frattempo, un contrariato Draco aveva continuato a sbuffare per quella presa in giro gratuita, almeno fino a quando non sentì Harry dargli un bacio carico di significati non detti e si sciolse a quel contatto.

 

Quattro persone diverse tra loro, con un passato alquanto burrascoso e difficile per tutte… quattro uomini che stavano cercando di ricostruirsi una vita, uniti da un legame prezioso… una famiglia molto poco convenzionale, ma sicuramente vera.

 

 

Ed è arrivato il tempo anche per la mia prima Remus/Sirius... la prima coppia che ho visto ed ho amato in Harry Potter... la prima ad essermi entrata nel profondo del cuore, nel sangue che mi scorre nelle vene.

Anche se devo ammettere che ha rischiato di diventare altro, poco dopo averla iniziata a scrivere, però sono stata brava (spero) riuscendo a rientrare nel mio obiettivo principale... per altre coppie alternative ci sarà tempo...

Le recensioni, come sempre, sono gradite… anche in forma di critica costruttiva. Tuttavia, pregherei chiunque non ami il mondo di Harry Potter o non ami i pairing slash di evitare di lasciare commenti inutili e/o offensivi. Si tratta di avere rispetto nei confronti delle persone che scrivono. Grazie ^^/

  
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