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Autore: Blzbp91    30/01/2013    4 recensioni
Misty, la capo palestra di Cerulean city, trascorre le proprie giornate ad allenare pokémon e a combattere contro gli sfidanti; ma una sua vecchia conoscenza tornerà a far parte della sua vita ...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Nota dell’autrice - Permettetemi di dire: io e la sfiga siamo una cosa sola! -.- Qualche giorno fa, il mio adorato papà mi ha chiesto di utilizzare il mio pc: non l’avesse mai fatto! Accidentalmente ha cancellato il ventunesimo capitolo di “ Kyoto Master League “ … -_- spero che non l’abbia letto. O_o Papà, papà, papà … sei proprio un imbranato col pc! Quindi, mi scuso immensamente, ma dovrete aspettare ancora un altro po’, visto che dovrò riscriverlo … -_- non che io abbia delle scadenze … ma non mi sembra giusto nei confronti di chi segue la storia far aspettare così tanto … nel frattempo godetevi questo capitolo, di cui sono abbastanza soddisfatta! Buona lettura!
 
Finalmente giunse il fatidico sabato.
 
Misty, più svogliata che mai, non considerò nemmeno per un attimo l’idea di utilizzare una valigia: dal momento che si prospettava un week end pieno di acredine e di dispiaceri, optò per la sua vecchia sacca rossa, quella che aveva portato con sé durante i viaggi insieme ad Ash.
 
La ragazza sospirò: solitamente, quando era entusiasta, si divertiva a scegliere gli abiti da indossare e a stabilire i probabili abbinamenti; quella volta, invece, non fu così: il motivo di tale apatia poteva ritenersi concentrato in una sola parola, in una sola persona; Lucinda.
 
Nemmeno ci aveva mai parlato, ma il solo fatto che quella ragazzetta fosse divenuta la fidanzata di Ash costituiva una valida ragione per detestarla nella maniera più assoluta.
 
Quindi … Lucinda era il tipo ideale di Ash?
 
Misty si era domandata parecchie, forse troppe volte, quale fosse lo stereotipo di ragazza che Ash reputasse carina o quanto meno gradevole; nei primi tempi, Misty giunse alla conclusione che in realtà il suddetto modello nemmeno esistesse, ma evidentemente non era così. D’altra parte, quali pretese poteva accampare la capo palestra di Cerulean city? I suoi pensieri erano congetture, niente di più, niente di meno. In che occasione Ash aveva dato modo di far conoscere i suoi gusti in fatto di donne? Nessuna. Misty aveva sbagliato a credere che il suo amico non fosse per niente interessato al gentil sesso; probabilmente era, da sempre, molto riservato e quindi non amava discorrere su quell’argomento.
 
Ma a cosa servivano tutte quelle paranoie? A niente. Ash era impegnato. Con una smorfiosa, per giunta. Che Misty lo accettasse o no.
 
L’allenatrice di pokémon d’acqua sorrise amaramente: era pienamente consapevole del fatto che, in fondo, durante tutti quegli anni trascorsi nella sua città, aveva nutrito la speranza di incontrare Ash e di dichiarargli i suoi sentimenti. Non era mai stata tanto coraggiosa da ipotizzare un’eventuale e probabile risposta, ma le sarebbe bastato mettere le cose in chiaro.
 
Invece, con quella nuova e agghiacciante notizia, i buoni propositi di Misty si trasformarono in assordanti rimpianti.
 
Un po’ doveva aspettarselo … la colpa non era solo di Ash; ma anche sua, che fino a quel maledetto week end, per tutto quel tempo trascorso, aveva tenuto la bocca chiusa, reprimendo le proprie emozioni.
 
Era troppo tardi, ormai … per davvero.
 
Misty portò con sé l’essenziale: in fondo si trattava di un fine settimana e lei non era di certo il tipo che amava mettersi in ghingheri.
 
Prima di partire per Pallet, si sedette sul letto, massaggiandosi il ventre: a rendere quei giorni terribilmente pesanti e inesorabilmente lenti non sarebbe stato solo il fidanzamento di Ash, ma anche il suo ciclo mestruale.
 
- Fantastico! Mi risulterà davvero difficile tenere i nervi fermi … -
 
Dopo aver preso un antidolorifico, Misty uscì dalla palestra, chiuse le porte e, appena in tempo, salì sull’autobus che l’avrebbe condotta a Pallet.
 
La città natale di Ash non distava parecchio da Cerulean: dì li a poco l’incubo di Misty sarebbe cominciato.
 
Ma perché aveva detto di sì? O meglio, perché non aveva cambiato idea?
 
Era stata parecchio contenta quando Ash l’aveva invitata. Si dovette ricredere quando scoprì l’amara verità.
 
Ash fidanzato … terribile, davvero terribile. E, oltretutto, inimmaginabile.
 
Dopo un paio d’ore, Misty arrivò nella città natia di Ash: scesa dal bus e s’incamminò verso l’abitazione del ragazzo.
 
Pallet era rimasta la stessa: piccola e ridente, tranquilla e pacifica. Misty conservava un buon ricordo di quel piccolo punto urbano.
 
La ragazza raggiunse la villa Ketchum: nemmeno quest’ultima era cambiata.
 
L’agitazione salì tutt’un tratto: aveva deciso di non farsi trarre in inganno dalla gelosia; detestava Lucinda, ma non doveva darlo a vedere.
 
Misty si avvicinò alla porta, ma prima che potesse bussare, davanti a lei si materializzò proprio Ash:
 
- Ehi, Misty! Che bella sorpresa! Stavo uscendo a prendere la posta! - Ash era in pigiama; i suoi capelli erano più scompigliati del solito.
- Ehi! - Rispose lei nervosamente. - Mi hai fatto prendere uno spavento. -
- Scusa, scusa. - Disse Ash ridendo. - Entra pure, Misty. -
- Grazie, Ash. - La ragazza avanzò, ma poi esitò a muoversi. - Chi c’è in casa? -
- Lucinda, ma dorme. - Ribatté Ash, mentre ritirava delle lettere dalla cassetta della posta.
- Ah … capisco … - Misty entrò in casa: Lucinda dormiva ancora, quindi non c’era pericolo d’incontrarla. Almeno per un po’.
- Sei arrivata in bus? - Domandò Ash seguendo l’amica e chiudendo la porta dietro di sé.
- Sì. Potevo venire in bicicletta, ma sai com’è, temevo che me l’avresti distrutta di nuovo … - La capo palestra di Cerulean cercò di ammorbidire la tensione.
- Ormai sono un distruttore di biciclette specializzato! - Esclamò Ash ridendo. - Pikachu ha carbonizzato anche le bici di Vera e di Lucinda … -
- Ah … - Misty non ne sembrò tanto contenta: non voleva che il loro incontro constasse di repliche o ripetizioni. - Pikachu, a proposito … come sta? -
- E’ dal professor Oak. - Disse Ash sbuffando. - Finalmente! -
- Eh? Ash, ti senti bene? - Chiese Misty, completamente stralunata.
- Sì. - Sospirò lui. - Pikachu è fin troppo attaccato a me! Sai, è il mio più grande amico, su questo non ci sono dubbi, però … da quando sto con Lucinda … troppo affetto può risultare fastidioso e così … l’ho rispedito al laboratorio! -
 
Misty rimase profondamente delusa dalle parole di Ash: nonostante molto spesso fosse stata gelosa dello speciale rapporto tra l’amico e il pokémon, mai avrebbe pensato a un finale del genere.
 
- Quindi mi stai dicendo che Pikachu è una scocciatura per te? -
- Ogni tanto … - Rispose Ash poco convinto. - Volevi vederlo? -
- Beh, sì … io adoro Pikachu. -
- Magari Lucinda la pensasse come te! - Continuò Ash nervosamente. - Se devo essere sincero, mi sono fatto condizionare da lei … le dava fastidio che Pikachu s’intromettesse nei nostri momenti di … chiamiamoli di intimità … e quindi ho dovuto prendere una decisione drastica … da un lato mi dispiace … però, dall’altro … riesco a trarne parecchi vantaggi … infatti stanotte non siamo stati disturbati. -
 
Misty fissò Ash in maniera disgustata: obbligò il proprio cervello a non viaggiare troppo con la fantasia.
 
- Qualcosa non va? - Chiese Ash, dopo aver notato la strana espressione della ragazza.
- No, tranquillo. - Disse lei, sviando il discorso. - Credo che più tardi passerò dal professor Oak … a proposito … come sta? E Gary? -
- Bene, continuano le loro ricerche. Insomma, lavorano sempre. -
- Hanno volontà da vendere … -
- Eh, sì … so che Gary ha fatto delle scoperte importanti … in fin dei conti sono felice per lui … se lo merita, è una persona parecchio intelligente. -
- Sì, l’ho sempre pensato. - Disse Misty.
- Anche se per un periodo l’ho detestato … avevo il timore che ci provasse con Lucinda … sai, quando stavamo a Sinnoh … -
- Oh, Lucinda … Lucinda … Lucinda … - Replicò Misty in maniera ironica.
- Eh? Che c’è, Misty? - Domandò Ash, non avendo capito perché la ragazza ripetesse il nome della propria fidanzata.
- Niente. - Lei sorrise. - E’ incredibile … nel giro di dieci minuti abbiamo parlato di tanti argomenti e tu hai sempre nominato Lucinda … -
- Ah … - Ash s’imbarazzò. - Si vede che è sempre al centro dei miei pensieri, eh? -
 
Misty inarcò un sopracciglio: era tutto così strano. Certo, quello che aveva davanti era il ragazzo che l’aveva accompagnata nelle sue più strabilianti avventure, ma nel giro di pochi anni la sua personalità era stata notevolmente stravolta. Da Lucinda, forse. 
 
- Già. - Rispose lei, secca. - Credo proprio che andrò adesso. -
- Dove? - Chiese Ash. 
- Da Pikachu! -
- Smettila di andare di fretta, Misty … rilassati. -
- Io voglio andare ora! - Misty s’irritò sensibilmente, alzando la voce.
- Ma che ti prende? - Domandò Ash, cominciando ad agitarsi. - Ho detto qualcosa di sbagliato, per caso? -
- No, no! - Disse Misty ridendo. - Davvero nulla. Ora fammi andare. -
- Non te ne andrai se prima non mi dirai perché ti sei arrabbiata! - Ash afferrò il braccio di Misty in maniera un po’ brusca, infatti le procurò del dolore.
- Ahia! - Si lamentò la ragazza. - Molla la presa! -
- Solo se ti calmerai! -
- Sono calmissima! -
 
- Cosa sta succedendo qui? - Il battibecco fu interrotto dall’entrata in scena di una ragazza in pigiama: i suoi capelli erano scuri e parevano avere dei riflessi blu. Nonostante sembrava che si fosse alzata da poco dal letto, il suo aspetto era impeccabile; addirittura il pigiama era adorabile.
 
- Ehi, Lucinda! - Esclamò Ash, cambiando tutt’un tratto. - Ti sei svegliata presto? -
- Eh, già … - Rispose lei, visibilmente infastidita. - Ho sentito una voce estranea che urlava e così sono venuta qui a vedere cosa stava succedendo … -
 
Voce estranea? Misty aveva compreso l’antifona: ce l’aveva con lei, ovviamente.
 
- Non preoccuparti, non è successo nulla, solo una piccola discussione. - Ash rassicurò la propria ragazza. - Comunque voglio presentarti Misty! - Ash indicò la sua amica di sempre.
 
Ci furono attimi di silenzio: Lucinda scrutò Misty da capo a piedi, dopodiché, sul suo volto, fece spazio a un sorrisetto ironico. 
 
- Ah … e così tu sei la famosa Misty? -
- Addirittura famosa? - Domandò la capo palestra di Cerulean in maniera nervosa. Non riusciva a credere di star dialogando con tanta tranquillità con la dolce metà del ragazzo che amava da sempre.
- Beh, abbastanza … - Ribatté Lucinda, sbadigliando sonoramente. - Ash mi ha parlato spesso dei suoi primi viaggi … era inevitabile che uscisse di mezzo anche il tuo nome, visto che all’epoca lo seguivi, no? -
- Lo seguivo? - Misty s’irrigidì visibilmente. - In realtà non l’ho seguito. Aspettavo che mi risarcisse. -
- Lascia perdere il motivo. - Disse Lucinda in maniera distesa. - Comunque lo seguivi, no? -
- Io, no … io … - Misty fu colta alla sprovvista.
- Che importanza ha? - Ash subentrò nel discorso. - Che dite, preparo la colazione? -
- Io già ho mangiato … - Rispose Misty.
- Ottima idea, amore! - Lucinda si avvicinò ad Ash e gli diede un bacio sulla guancia. - Da quando sai cucinare? - Chiese Misty, mentre osservava impietrita quella scena melensa.
- Da quando mi ha conosciuto. - Replicò prepotentemente Lucinda. - Un uomo, per essere tale, deve saper anche cucinare per la propria donna. -
- Indubbiamente. - Disse Misty. - Ma mi viene davvero da ridere a pensare Ash che cucina! - La ragazza cercò di assumere un atteggiamento quantomeno amichevole: Lucinda sembrava davvero scortese e voleva cercare di esserle superiore.
- Cosa c’è di divertente? - Rispose la mora, davvero seccata. - Ma quanti anni fa viaggiavate, voi due? Se non sbaglio, quando eravate bambini! E’ normale che le persone cambino con il trascorrere del tempo … dico bene, tesoro? - Lucinda si rivolse ad Ash, mostrandogli il suo sorriso più dolce.
- Sì … assolutamente sì. - Ash strinse Lucinda a te.
- Ti adoro! - Esclamò lei, ricambiando l’abbraccio. - Però, per il futuro, resta così: non cambiare mai! - Lucinda, dopo aver ricambiato l’affetto di Ash, rivolse uno sguardo davvero truce alla povera Misty, che in quella situazione pensava di essere un pesce fuor d’acqua. Non era possibile descrivere l’insieme delle sensazioni che stava provando alla vista di quei due insieme: rabbia, sgomento, ribrezzo …
- Oh … ehm … sarà meglio che vada! - Disse Misty, avviandosi verso la porta.
- Dov’è che devi andare? Conosci qualcun altro a Pallet? - Domandò Lucinda, continuando a stringere il suo amato.
- Sì, il professor Oak! - Rispose Misty decisa.
- Ah … quel vecchio … - Lucinda rise tra sé e sé.
- Lucinda! Porta rispetto al professore! Lui è … -
- … il più grande esperto di pokémon al mondo. Lo so, Ash. Risparmiami la solita zolfa. -
- Cosa c’è di divertente nel professor Oak? - Domandò Misty, imitando la stessa Lucinda; non fu sicura, però, che quest’ultima avesse inteso o compreso lo sfottò.
- Nulla. - Rispose Lucinda con aria indifferente. - Non sopporto le persone vecchie, ecco tutto. -
- Ma un giorno anche tu lo diventerai! - Misty voleva riscattarsi.
- Sarà un giorno molto lontano … - E nemmeno Lucinda voleva esimersi dall’esprimere l’ultima parola.
- Ma comunque arriverà. - Concluse Misty. - Bene, adesso vado davvero. Buona colazione. - La ragazza uscì in maniera sommessa: non si aspettava di certo che ci sarebbe stato un approccio amichevole, ma nemmeno così ostico come quello avvenuto poco prima.
 
- E’ proprio antipatica. - Disse Lucinda.
- Ma no, non è vero. - Rispose Ash. - Non capisco perché tu sia stata così maleducata con lei. -
- Non sono stata maleducata! - Controbatté Lucinda con voce stridula. - E poi si vede da un miglio che è innamorata di te! - Il suo tono di voce divenne rabbioso.
- Ancora con questa storia? - Ash sembrava esasperato. - Ti ho già detto che non provo nulla per Misty! Né lei prova qualcosa per me! E‘ un‘amica, punto! -
- Certo, certo … - 
- Insomma, Lucinda! E’ la verità! -
- Fa’ quello che ti pare! Non ho più fame! - La ragazza, parecchio arrabbiata, tornò in camera e sbatté violentemente la porta.
 
Ash sospirò: per quanto ancora quella storia sarebbe andata avanti?
 
Nel frattempo, Misty stava camminando nella direzione del laboratorio: insomma, quel week end non era cominciato nel migliore dei modi e in un certo senso l’aveva intuito dal primo momento.
 
A prescindere da questo, però, era ben decisa a non demordere.
 
Tuttavia, c’era una cosa che l’aveva particolarmente turbata … l’atteggiamento inerme di Ash.
 
Certo, non si aspettava che il ragazzo prendesse le sue parti, soprattutto in presenza della sua amata … ma avrebbe potuto intervenire in maniera più incisiva.
 
Invece non lo fece, probabilmente perché troppo succube di Lucinda.
 
Misty frenò i suoi pensieri per un po’ e si accorse di essere giunta a destinazione.
 
La ragazza salì la scalinata che portava al laboratorio: c’era ancora quella sorta di pala eolica, che da sempre rappresentava un vero e proprio simbolo degli studi di Oak.
 
Misty notò che la porta d’ingresso era aperta e non si fece problemi a farsi strada da sola.
 
- E’ permesso? - Domandò la ragazza, guardandosi attorno: nella sala d’aspetto non c’era alcuna persona.
- Pika! -
- Ciao, Pikachu! - Il topo elettrico saltò addosso alla rossa in maniera affettuosa. - Che bello vederti! Mi sei mancato tanto! -
- Pikachu-pi! - Esclamò il piccolo pokémon.
- Che bello che sei! - Misty strinse a sé Pikachu, che ricambiò con una leggera ma piacevole scarica elettrica.
 
- Ehi, Pikachu … cerca di non esagerare … - Dall’esterno entrò un ragazzo, probabilmente coetaneo di Misty: indossava un camice bianco ed era facilmente riconoscibile grazie alla sua castana e originale capigliatura.
- Ciao, Gary! - Esclamò Misty, mentre teneva Pikachu in braccio.
- Ehilà! - Rispose lui con un cenno di mano. - E’ da un bel po’ che non ci si vede, eh? Credevo che ormai fossi stata seppellita nella palestra di Cerulean city … -
- Non sei per niente carino! - Replicò Misty, facendogli la linguaccia. - Sai, ogni tanto è giusto prendere un po’ d’aria … non credi? -
- Non dirlo a me! - Disse Gary sospirando. - Sono così preso dal lavoro, che ormai non riesco a trovare un po’ di tempo libero … che cavolo! -
- Mi dispiace! - Controbatté Misty. - Ma dovresti fare di tutto pur di trovarlo! -
- E’ vero … sei sempre molto saggia, Misty … ma dimmi … come mai sei qui? Non dirmi per Ash … è tornato, eh? -
- Sì, sono qui proprio per Ash. - Rispose Misty in modo molto ironico. 
- Ah, già, per il week end … ha invitato anche me, ma non so se riuscirò a esserci … con tutti questi impegni che ho … -
- Ehi! Guarda che anche i capi palestra sono pieni di lavoro! Il nostro è un mestiere molto duro! Ma, come puoi vedere, se per un week end ci si ferma a rilassarsi, non succede un bel niente … anzi … un po’ di riposo non può che temprarci! -
- Credi che per te questo discorso valga al cento per cento? - Domandò Gary.
- Uh? Che vuoi dire? -
- Ah, forse non lo sai … -
- Non so cosa? -
- Ash … insomma … -
- Ah, Lucinda. -
- Ok, lo sai. -
- Sì, lo so. -
- Credevo che saresti andata in un angolino a piangere disperatamente … -
- Ehi! Non sono mica il tipo da fare queste cose! - Ribatté Misty irritata.
- No, per niente … anzi … per quel che ricordo, sei sempre stata un vero e proprio maschiaccio, ma … ti assicuro che il tuo amore per quello stupido può essere notato anche da un miglio di distanza … -
- Oh … - Misty arrossì di colpo.
- Ehi, rilassati. Non andrò di certo a spifferarlo a qualcuno … anche perché, se l’avessi voluto fare, stai certa che il tuo segreto sarebbe svelato da anni. -
- Il mio non è un segreto! Non ho mai avuto intenzione di … di tenerlo nascosto … -
- Sì, ti posso capire. E’ terribile. -
- Perché dici che puoi capirmi? -
- Perché anche a me è capitato di non riuscire a dichiararmi alla persona che mi piace … è davvero frustrante … ma che vuoi farci? La vita ci propina sempre questo schifo di spettacolo … e in un certo senso siamo pure costretti a sorbircelo … -
- Non sono molto d’accordo, Gary … lo spettacolo ce lo sorbiamo fino a quando decidiamo di sopportarlo … quando poi l’intolleranza raggiunge il culmine, allora è tutto diverso … insomma … dipende dalla nostra volontà … -
- Hai ragione, Misty, ma è sbagliato generalizzare. E’ che ogni situazione presenta sfaccettature del tutto diverse, che poi inducono a comportarsi nel modo che si ritiene più consono … nel mio caso, ho ritenuto giusto tacere … e per quanto possa essere dannoso per me stesso, è sicuramente una scelta giusta per la persona in questione … -
- Sei molto altruista, Gary. Ti ammiro. - Misty gli sorrise.
- Ma no, ma no. - Replicò lui, abbassando lo sguardo. - Comunque, come mai stiamo parlando di queste cose? D’altra parte, non abbiamo mai avuto chissà quale grande rapporto, io e te … anzi … si può dire che a stento ci siamo rivolti la parola … quindi, scusami se ho intavolato un discorso del genere, ti sarò sembrato inopportuno … -
- Ma no, Gary. Anzi, io ho sempre pensato che tu fossi parecchio in gamba … infatti conosci i miei sentimenti verso Ash … invece il diretto interessato nemmeno immagina cosa c’è nella mia testa. -
- Ma quello è un tonto … non se ne accorgerà mai, a meno che tu non glielo dica in maniera esplicita … e chissà, magari anche in quel caso … -
- No, non credo … ora sta con Lucinda … e ti dirò, mi sembra molto preso da lei … spero solo che non si faccia mettere i piedi in testa … per quanto molti lati del carattere di Ash siano parecchio discutibili, ho sempre ammirato la sua personalità … e non voglio che qualcuno gliela stravolga. In realtà sono rimasta molto sorpresa … è cambiato, per certi versi … ma per altri … è il solito bambino! E ciò, in parte, se mi fa cadere le braccia, mi rincuora anche … ah, non so cosa sto dicendo! -
- Figurati, Misty … per essere una ragazza innamorata persa da oltre dieci anni, sei fin troppo coerente nei tuoi ragionamenti … ma non avevo dubbi … sei molto intelligente. -
- Ti ringrazio, Gary! La stima è reciproca! -
- Pika! - Concluse Pikachu.
- Sarà meglio che torni alle mie faccende … eri venuta qui per mio nonno? -
- No, in realtà volevo solo salutare questo batuffolo … - Misty coccolò ancora di più Pikachu. - A proposito … il professor Oak dov’è? -
- Non ne ho idea … quell’uomo scompare, di tanto in tanto … ormai sono io quello che manda avanti la baracca … -
- Davvero ammirevole, Gary! - Esclamò Misty. - Spero che tornerà presto … vorrei salutare anche lui. -
- Non preoccuparti, appena tornerà in laboratorio glielo dirò … oppure chiamerò a casa di Ash per avvertirti … ah … ti fermi a Pallet solo per questo week end? Immagino di sì … -
- Sì, proprio così. - Disse Misty. - Anche se è bello essere in vacanza, non posso assentarmi dalla palestra per più di due o tre giorni … -
- Ti capisco … - Disse Gary. - Allora ci sentiamo, Misty. -
- Ok. Ciao, Gary! - 
 
Il nipote di Oak uscì dal laboratorio per dirigersi verso il giardino e Misty, insieme a Pikachu, era in procinto di tornare a casa di Ash.
 
Gary la osservò da lontano e sospirò: erano passati anni, ma guardarla gli faceva ancora male.
 
Ricordò quando la vide per la prima volta: in tutta onestà non fu molto colpito dal suo trasandato e sciatto aspetto fisico, anche perché, all’epoca, era circondato da una miriade di bellissime ragazze: ma era rimasto folgorato dalla decisione e dalla determinazione di quella ragazzina gracile e apparentemente insignificante.
 
Nonostante non fosse all’altezza delle sue ammiratrici, scorse in lei qualcosa di speciale: si chiedeva perché una persona particolare come Misty viaggiasse con quello stupido di Ash.
 
In realtà Gary non le aveva quasi mai rivolto la parola: tutte le volte in cui ciò era successo, fu perché Misty intervenne per difendere Ash dalle provocazioni del ricercatore.
 
Gary rimaneva sempre più stupito dal modo in cui Misty era ininterrottamente pronta a proteggere a spada tratta Ash. Era evidente che fosse innamorata di lui.
 
Chiunque, a quel mondo, sarebbe stato lusingato da un trattamento del genere; tranne Ash, che nella sua immane ingenuità, non si rendeva minimamente conto di quegli incredibili sentimenti che venivano nutriti verso di lui.
 
Gary scosse la testa e ritornò al presente: adesso Misty era anche una bellissima ragazza e ciò lo metteva maggiormente in difficoltà.
 
Sapeva che dopo la fine della Conferenza Argento lei era tornata a Cerulean city. Ne fu felice, perché in quel modo la rossa e Ash non avrebbero avuto più contatti; ne era certo, perché sapeva bene quanto il moro fosse menefreghista.
 
Inoltre, intrapresa la strada di ricercatore a Pallet, era assolutamente convinto di sentirsi più vicino a Misty. Ma si sbagliava.
 
Perché il cuore di Misty apparteneva ad Ash. A prescindere dai chilometri, dalle circostanze e da Lucinda.

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