Every you, every me
Prompt #27:
On one of their birthdays
Kagami
prepara la cena normalmente, quella sera di agosto; però Aomine non
riesce a
capire cosa siano la soffusa malinconia che gli incurva le labbra e la
feroce
frustrazione che si dibatte nel suo sguardo.
Non
è bravo ad indagare, ed ammette che in certi momenti desidererebbe anche un
talento alla Sherlock Holmes...
Gli
si avvicina, vorrebbe parlargli, ma resta immobile a fissarlo nella
vana
speranza che sia il grembiule rosso dell'altro a comunicargli i
problemi del
compagno.
Poi,
il telefono squilla e Kagami, come congelato sul posto, non muove un
muscolo per rispondere, negando allo stesso Aomine il permesso di
sollevare la
cornetta, afferrandolo per un polso.
Daiki,
allora, si limita a fissarlo con un'espressione contrariata, il
sopracciglio inarcato fino all'inverno simile e la perplessità nello
sguardo;
espressione che si tramuta in sorpresa quando all'altro capo attacca la
segreteria e due voci, una maschile ed una femminile, eseguono con i
toni bassi
ed impastati per il sonno la tipica canzoncina di buon compleanno.
Taiga
sospira, fermandosi nel pulire le verdure e sorride amaramente
all'ultima
parte del messaggio, bisbigliandola come una cantilena imparata a
memoria:
"Ti
richiamiamo appena siamo in pausa. Ti vogliamo bene, divertiti!"
Si zittisce, udendo i suoi genitori mettere giù il telefono.
"Era
così anche a Los Angeles."
Aggiunge,
poi, qualche istante dopo tra sé, riprendendo il suo lavoro da dove
era rimasto.
Ma
non fa in tempo a ritrovare la concentrazione, che l'altro l'ha già
costretto a voltarsi per guardarlo.
"È
il tuo compleanno."
"A
quanto pare."
Taiga
ride con ironia, mentre Aomine sembra tentennare e lottare con se stesso
per decidere il da farsi, come
comportarsi; però ha
la testa vuota e solo il dispiacere a dominarlo.
Quindi,
Kagami interviene in suo aiuto, attirando ancora l'attenzione del
giovane.
"Ma
quest'anno non sono
solo,
quindi penso che possa andare bene così."
Lo
sussurra appena, non sapendo considerare se quello debba essere un
pensiero
da esprimere, un'emozione
da condividere
o meno.
Eppure,
Daiki quasi si rilassa a tali parole, e Taiga lascia perdere
definitivamente ogni dubbio quando è un abbraccio -un po'
rigido, alquanto impacciato, decisamente un contatto sul quale i
due dovranno lavorare ancora per molto- ad
avvolgerlo, unico regalo (segretamente) sperato
per quel giorno.
[369 parole]
Si è capito, vero, che
mi piace il tema della solitudine..?
Ah, il fatto che
Kagami viva da solo lo rende ulteriormente interessante e dona
tanti spunti di riflessione!
Well, spero che anche
questo capitolo possa essere stato gradito!
A domani, con...
#28: Doing something
ridiculous.
Grazie per
aver letto!
Iria.