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Autore: Change_Your_Life_    30/01/2013    6 recensioni
Quella mattina, come al solito, la sveglia non smetteva di suonare e fui costretta a spegnerla con un pugno più forte del solito e finii per farmi più male io, che quella stupida sveglia.
Così, non appena mi alzai dal letto, notai la mia figura davanti lo specchio: avevo i capelli arruffati, gli occhi ancora un po’ sporchi di trucco e la guancia destra, che aveva, ancora, la forma della mia mano. Poi mi diressi in bagno e mi feci una doccia, che, per un minuto, mi fece dimenticare tutto quello che, per quel giorno, avrei dovuto sopportare. Poi, il più velocemente possibile, mi vestii e mi diressi in cucina, ma come al solito nessuno mi aveva preparato la colazione, dato che mio padre era appena uscito. Allora lasciai perdere la colazione e uscii di casa, diretta a scuola.
Ma quel giorno sentivo qualcosa di diverso, come se quel giorno la mia vita potesse cambiare, ma io ero stufa dei cambiamenti!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You have changed my life.



Anne ci guardava ancora confusi, ma a rompere il silenzio fu il dottore, che ci disse che nostro padre stava bene.
A quelle parole mi alzai di scatto dalla sedia e senza sentire nient’altro mi catapultai dentro la stanza, ignorando l’ordine del dottore di non entrare. Ma avrei voluto vedere lui, se suo padre si fosse trovato in ospedale dopo un incidente e la tua preoccupazione fosse arrivata alle stelle.

Arrivata davanti il suo letto, potei notare i suoi capelli scuri, diversamente dal solito, molto disordinati; un accenno di barba, dato che essendo in ospedale, non se l’era potuta fare; i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi azzurri, che avevamo ereditato io e mio fratello, erano chiusi. Quanto mi mancava poterli guardare e sentire tutto l’affetto che mio padre, nonostante fosse sempre molto impegnato, mi trasmetteva solo a guardare i miei.
Mentre rimanevo a guardarlo, sentii una mano poggiarsi sulla mia spalle e notai la figura di mio fratello accanto a me. Ora che lo guardavo, la sua espressione sembrava molto più rilassata; anche lui, come me, stava guardando nostro padre e potei sentirgli emettere un sospiro di sollievo. Poi lo abbracciai, in modo da trasmettergli la mia forza o, forse, ero io che avevo bisogno di un po’ della sua?!

Stemmo abbracciati ancora per qualche minuto, finché mio padre non si mosse e io, staccandomi da Louis, corsi a prendergli la mano, per fargli sapere che io ero li, che Louis era li, per lui!
Piano piano aprì gli occhi e dopo qualche secondo, che parse interminabile, lo vidi posare lo sguardo da me a Louis e un mezzo sorriso comparve sul suo volto.
Subito ci fece cenno di abbracciarlo e noi non c’è lo facemmo ripetere due volte. Mi erano mancati così tanto i suoi abbracci, che adesso non volevo più staccarmi, ma il dottore disse che dovevano fare gli ultimi accertamenti e io e Lou dovettimo uscire.

Usciti dalla stanza andammo ad abbracciare i nostri amici, erano felici, non avevamo perso nostro padre e questo ci rendeva sereni e tranquilli. Ma adesso arrivava il problema più grande: affrontare Anne e dirle tutta la verità e per questo avevo bisogno, soprattutto, di Louis.
Dissi ad Anne, se voleva venire a cena da noi, con Nina ed Harry ovviamente, dato che papà non sarebbe uscito prima di due giorni, e lei accettò volentieri, ma vidi che era molto pensierosa e questo mi fece un po’ preoccupare.

A cena eravamo io ,Lou, Anne, Nina, Harry e Niall, che sotto mia richiesta, o dovrei dire ricatto, era rimasto pure lui, al contrario di Eleanor, che era dovuta correre a casa, per impegni familiari.
Nessuno accennava a parlare e la situazione era diventata davvero insopportabile, nonostante Anne ci sorridesse e Niall e Louis, che erano seduti, esattamente, accanto a me, mi stringessero le mani, per darmi conforto.
All’improvviso, però, non c’è la feci più!
“Scusate ma questa situazione sta diventando davvero imbarazzante! Anne scusa, ma devo, cioè, io e Louis dobbiamo dirti una cosa!” le dissi, presa da un coraggio, che neanche io pensavo di avere. Nel mentre sentivo lo sguardo rassicurante di Nina e le sorrisi per ringraziarla.
“Vedi quando siamo andati via da Holmes Chapel, noi due non sapevamo ancora il motivo di questa “fuga”, mamma e papà non c’è l’avevano ancora detto e noi avevamo cercato di convincerli a ritornare nella nostra vera casa, ma loro ci dissero che era meglio se andavamo via.
Circa tre anni dopo che c’eravamo trasferiti qui, a Londra, ci dissero quello che doveva essere il motivo della nostra partenza e ti giuro che in quel momento avrei tanto voluto scappare, andare via e tornare ad Holmes Chapel, ma non potevo abbandonare la mia famiglia, non me lo sarei mai perdonata.
Anne, non sia quanto mi costa dovertelo dire, ma questa è la verità e ti prego di non avercela con me per non avertelo detto prima!” le dissi io, prima di dirle quella straziante verità, che l’avrebbe distrutta. Lei mi sorrise, per intimarmi a continuare, ma le forse cominciarono a mancare e sentii il bisogno di mio fratello più che mai.
Lo vidi stringermi di più la mano e sorridermi, o almeno ci provò, per incoraggiarmi. Io, riuscii a trovare la forza, anche se dentro mi sentivo morire, per la seconda volta.

“La mamma aveva una malattia, un tumore. Era già da un po’ che lo aveva, ma non c’è ne aveva mai parlato. Lei e papà avevano progettato di andare via, per non sentire la pena di nessuno; per non dover far versare, alle persone che amavano, delle lacrime; non volevano far soffrire nessuno. Ma sapevo che la mamma aveva bisogno di te, più di ogni altra cosa, ma non voleva vederti preoccupata, per ogni momento in cui lei si sarebbe sentita male, non voleva vederti piangere per lei. Infondo sai che è sempre stata molto orgogliosa, ma sappi che ti voleva un bene immenso.
L-lei è m-morta dopo due mesi! Se ne andata lasciando un grande vuoto dentro di noi, lasciandoci con il cuore spezzato, soli.” E, proprio in quel momento, non c’è la feci più e scoppiai a piangere, piangere per la centesima volta, per lei, per la mia mamma; quella donna che amavo più di ogni altra persona, quella donna che mi aveva insegnato tutto, da camminare, ad amare. Abbracciai forte Louis, che cercava di non piangere, ma sapevo che da li a poco, avrebbe cominciato anche lui.
Anne, invece, aveva la bocca spalancata e i suoi occhi non brillavano più, erano spenti, proprio come i miei e quelli di Lou, quando lo venimmo a sapere. Stava piangendo, piangeva per la sua migliore amica, ormai persa. Ad un certo punto Harry corse ad abbracciare la madre, mentre Nina piangeva, nonostante gli avessi già raccontato di mia madre, sulla spalla di Niall, e quest’ultimo cercava di calmarla, ma con scarsi risultati.

Non appena mi ripresi, un po’, dovetti continuare, perché ancora non era finita.
“Anne mi dispiace così tanto, mi dispiace di non avervi riconosciuto subito, ma dopo la morte della mamma, io non mi sono ripresa subito. Ho avuto un periodo, davvero molto difficile!” le dissi io, cercando, di non piangere più, ma soprattutto di non far piangere gli altri.
“Tesoro tu non hai colpe, la tua mamma la conoscevo bene e immaginavo fosse successo qualcosa di molto grave, per portarla via dal paese che lei amava, so che per lei è stato un grande sforzo e so quanto ci teneva a voi.” Mi disse, provando a sorridere, ma vedevo quanto per lei fosse difficile.

Poi Nina, mi guardò confusa, probabilmente per quello che avevo detto prima, e lo stesso fecero Anne ed Harry, che ancora era abbracciato alla madre, tentando ci consolarla.
“Beh vedete, dopo la morte di mia madre, tutto era diventato buoi per me! Non mangiavo più, non riuscivo più a dormire, non riuscivo più a fare niente. Un giorno, a causa di un incidente per poco una macchina non mi prendeva in pieno e non morivo. Da quel giorno ho sofferto di una piccola amnesia, che mi ha fatto dimenticare, o almeno mettere da parte, molte cose del mio passato. Fortunatamente col tempo l’amnesia è passata, ma molte cose, ancora non le ricordo, per questo non vi ho riconosciuti subito.” Dissi io buttando tutto fuori. Finalmente tutti sapevano tutto.
Anne subito venne ad abbracciarmi, insieme a Nina, che per poco non mi strangolava, ma poco importava, sentivo il bisogno di quell’abbraccio e niente, in quel momento, mi avrebbe staccato da loro.

Poi, però, prese parola qualcuno che dall’inizio, ancora, non mi aveva rivolto la parola.
“Lottie, scusami, potrei parlarti, in privato?” mi chiese lui, visibilmente preoccupato, ma anche triste, vedevo che era pentito. Annuii e sotto lo sguardo vigile di Niall, che tranquillizzai con un sorriso, mi diressi verso la cucina, insieme ad Harry.

“Beh… Che mi dovevi dire?!” dissi io cercando di rimanere fredda, infondo lui mi aveva insultata senza sapere niente.
“Beh… Volevo chiederti scusa. Scusa perché sono un vero idiota, perché ti ho giudicata senza sapere quello che hai passato, senza il minimo tatto. Scusami davvero. Sappi, però, che quello che ho detto non lo pensavo davvero!” mi disse lui. Vedevo che era triste, ma quello che mi aveva detto, mi aveva fatto davvero male.
“Lo so che eri preso dal momento, ma ti rendi conto che quello che mi hai detto mi hai ferita nel peggior modo possibile! Mi hai trattato come se fossi una bugiarda, quando sai, che con te, come con gli altri, non lo sono mai stata.” Gli dissi io fredda.
“Lo so, lo so bene. Ma in quel momento stavo male anche io. Dopo tutti quegli anni, ti avevo ritrovata e immaginare che tu mi avevi preso in giro, sapendo chi ero, mi ha fatto sentire ferito, deluso. Ma poi, dal tuo sguardo, dai tuoi occhi, ho capito che non mentivi e ho cercato di scusarmi, ma tu te ne sei andata e non ho potuto fare niente. Ti prego perdonami, Charlie, sai quanto io ti voglia bene!”
Non ci potevo credere, si ricordava ancora il soprannome, che lui mi aveva dato a nove anni. Poi mi era impossibile resistere ai suoi occhi, erano così profondi. Così lo abbracciai, dopo tutti quegli anni. Potevo sentire il suo profumo alla menta, quello che ha sempre usato e che io ho sempre adorato.
“Ti voglio bene anche io Harry e ti perdono, ma non ti permettere più a dirmi quello cose, chiaro? Senno non ti parlo più!” gli dissi io, mettendo il broncio, proprio come quando eravamo piccoli.
Lui rise e mi abbracciò di nuovo, io ricambiai beandomi del calore, che lui, con un solo abbraccio, mi sapeva dare.







Ehiiii belle ragazze! Scusatemi davvero se ieri non ho pubblicato, ma i compiti erano davvero troppi! Ma per scusarmi, ho scritto il capitolo più lungo di tutti! Spero mi perdoniate! :3
Poi volevo ringraziarvi davvero, le vostre recensioni mi riempiono il cuore e mi fate, davvero, sorridere! :D
Ringrazio, anche, le lettrici silenziose e tutte quelle che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie vi amo <3
Bene adesso sapete tutta la verità su Lottie e Lou! :)
Ora scappooo, spero che il capitolo vi piaccia, scusata ancora! :*
Mary! :D




Ecco Harry, ditemi se voi potreste resistere ad una faccina così adorabile? :3  Qui sotto, invece, c'è la nostra Lottie! :D
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