Lui, studioso di medicina. Lei all'ultimo anno di liceo. Entrambi ebrei. Gavriel Eckert e Leah Cagli si sarebbero dovuti sposare nel giro di sei mesi. Anno 1938, Amburgo.
Da qualche tempo avevano iniziato a girare voci su maltrattamenti ad ebrei da parte dei tedeschi per volere del nuovo governatore, Adolf Hitler.
Ben presto si ebbero anche delle testimonianze in merito e la paura cominciava a crescere tra la comunità ebraica.
I due ragazzi, giovani e innamorati, nonostante tutto, non volevano credere ad una simile realtà finché un giorno, durante una tranquilla e romantica passeggiata, Leah e Gavriel, giunti nei pressi di un locale, assistettero ad una scena molto brutale: due uomini di “razza” ariana stavano picchiando un uomo ebreo mentre un altro tedesco lo offendeva pesantemente urlandogli che la crisi ed ogni male verificatosi fino allora in Germania erano solo colpa degli ebrei e che grazie a Hitler i tedeschi avevano finalmente aperto gli occhi!. Lo stesso tedesco sputò anche sul pover'uomo esibendo con infame orgoglio tutto il suo disprezzo e disgusto.
Gavriel trascinò via Leah che era scoppiata in lacrime nell’assistere a quella crudele scena; pensò, così, di dare ascolto a quelle voci sempre più diffuse e insistenti sulla persecuzione degli ebrei e propose a Leah di trasferirsi in America presso alcuni zii.
Leah avrebbe voluto enormemente seguire l'uomo che amava ma la grave malattia che di recente aveva colpito la madre le impediva di mettersi in viaggio. Gavriel disse che l’avrebbe aspettata ma Leah lo implorò disperatamente di partire, promettendogli che l’avrebbe raggiunto al più presto.
Lui si lasciò convincere e nel giro di poche settimane partì.
Gavriel e Leah si scrivevano una moltitudine di lettere: lui le raccontava dei suoi progressi in medicina e lei raccontava di come tutto intorno a lei si andava modificando.
Gavriel la supplicava di raggiungerlo, e lei gli assicurava che lo avrebbe fatto a breve.

Un giorno Gavriel andò come al solito a ritirare la posta dove abitualmente trovava la lettera di Leah. Al suo posto, però, trovò l’ultima lettera che aveva spedito alla ragazza con stampata una R rossa che simboleggiava: da rimandare al mittente.
Egli cercò ripetutamente di mettersi in contatto con Leah ma inutilmente; scrisse altre lettere, molte lettere, che tornavano tutte indietro con stampata quella fottuta R rossa.
Dopo qualche tempo gli giunse la notizia che in Germania erano state emanate le leggi razziali contro gli ebrei, che prevedevano il rastrellamento e il collocamento di quest'ultimi nei cosiddetti campi di concentramento. Le notizie erano estremamente confuse e non si riusciva a capire cosa stesse succedendo realmente in Germania: Gavriel non riusciva più ad avere alcuna notizia di Leah e dei suoi familiari.

Nel frattempo egli continuava gli studi e divenne un brillante e famoso medico, ma i suoi pensieri erano sempre rivolti a Leah.

Ad un certo punto si ebbero notizie certe sull’olocausto e sulle atrocità commesse dai nazisti nei campi di sterminio contro gli ebrei.

Nel 1946, un anno dopo la fine della guerra, vennero resi pubblici i nomi degli ebrei caduti nei campi di sterminio. Gavriel, che non aveva mai perso la speranza di ritrovare Leah, richiese una copia dell'elenco e timoroso lo sfogliò fino alla lettera C: lesse il decimo cognome e una lacrima gli scese lungo il viso, lenta ma implacabile fino a cadere sul foglio.
Cadde esattamente su un nome che Gavriel, con gli occhi appannati dal pianto, non voleva vedere.