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Autore: Skys Hero    30/01/2013    2 recensioni
Ogni trentanni nel mondo dei demoni si celebra un evento che permette ai diavoli di interferire direttamente con il mondo degli umani da cui prelevano giovani ragazzi e ragazze tra i 19 e i 25 anni. Un demone abbastanza potente può scegliere uno tra questi ragazzi stipulando un patto con lui ,diventando il suo padrone per addestralo a superare diverse prove e raggiungere la vittoria della gara della “Raccolta” che porterà al demone addestratore fama,gloria e potere.
Questo trentesimo anno toccherà alla giovane Abigail Summer a patire le terribili conseguenze di questi avvenimenti.
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Mi chiamo Abigail e fino a poco tempo fa potevo considerarmi una ragazza nella media, semplice di aspetto e di personalità, ma adesso posso effettivamente dire che tutta la mia vita è stata capovolta e nulla sarà mai più come prima.

Iniziò tutto un giorno d'estate, erano appena le sette di sera ed avevo preso la linea della metropolitana che mi avrebbe condotta a casa. All'epoca stavo per compiere vent'anni e gli esami all'università si erano appena conclusi; potevo dire che tutto stesse andando per il verso giusto. Come al solito, i vagoni erano abbastanza pieni, quindi cominciai a vagare alla ricerca di un posto dove sedermi e ne individuai uno in una posizione perfetta. Facendomi strada tra la folla riuscii ad arrivarci,ma proprio in quell'istante una vecchietta l'aveva raggiunto insieme a me.Avrei potuto sedermi e fregarmene come ormai i ragazzi della mia età fanno,ma mi voltai e con un mezzo sorriso le feci spazio per farla sedere al mio posto. La vecchietta ricambiò il sorriso e si sedette. Quel gesto per me valeva davvero tanto, mi sentii fiera. Aggraparmi all'asta di ferro e fare tutto il tragitto in piedi,anche dopo una giornata stancante, non era mai stato così semplice. Sollevai le cuffie bianche e me le sistemai sul capo azionando l'ipod per passare un po' il tempo mentre osservavo fuori dalle finestre del vagone. Dopo un paio di minuti il mio sguardo si posò su una figura di un ragazzo dai capelli corvini, forse un po' più grande di me, che camminava tra le persone con passo felpato qanche se teneva le mani in tasca e la schiena curva. Appena passò dinanzi a me,poco più in là, gli vidi scivolare da un piccolo marsupio un portafoglio scuro. Alzai ed abbassai le palpebre mentre lo vedevo lì, in mobile, tra i piedi dei passeggeri. Ebbi il tempo di voltarmi per osservare un gruppo di tredicenni abbastanza malandati che lo puntava con aria ghignante. Così mi feci coinvolgere e con attenzione mi intrufolai tra la gente afferrando il portafoglio al volo e inseguendo il ragazzo fino all'altro vagone dove lo bloccai per il bordo della sua maglietta nera.
«Scusa-mi» esclamai sollevandomi da terra,abbassando le cuffie e porgendogli il portafoglio. «Ti-ti è caduto questo!» alzai senza notarlo il mio tono di voce. Non ero molto brava nel relazionarmi con il prossimo e mi facevo sempre prendere dalla timidezza ed è per questo che molto spesso il mio tono di voce andava per conto suo. Quel giovane si voltò ad osservarmi da capo a piedi per poi prendere il portafoglio nell'istante in cui lo lasciai andare e ritiró indietro la mano. Quel suo sguardo mi provocò un piccolo brivido lungo la schiena e la mia mente si svuotò per pochi secondi. Non sapevo se era effettivamente colpa del mio imbarazzo o se quella persona non era affatto come sembrava. Mi rivolse un sorriso, che mi fece gelare, e posso giurare che in quell'istante i suoi occhi non fossero umani. Una linea scura aveva fatto capolino in un iride rosso sangue per poi tornare di un blu scuro.
«Grazie» mi ringraziò voltandosi e riprendendo ad avanzare. Rimasi lì impietrita e girandoi verso il finestrino vicino notai il mio viso completamente bianco. Una frenata abbastanza brusca mi fece scontrare contro un uomo di mezza età alle mie spalle, ma mi fece riprendere.
«Scuscsm.. Scusi!» mi sistemai la tracolla e con attenzione trovai una nuova sbarra di metallo libera dove potermi aggrappare. Mi sentivo svuotata e non facevo altro che pensare a quegli occhi. Mi toccai la fronte per vedere se avevo la febbre, ma ero gelida. Sospirai cercando di calmare il mio battito accelerato ripetendomi che era stata solo una mia impressione.Scivolai sull'asta e alzai lo sguardo per risistemarmi le cuffie.
«AH!» sobbalzai ed un urlo uscì dalle mie labbra quando alla finestra vidi un essere dall'aspetto umano, ma con ali da pipistrello, lunghe corna,denti aguzzi e con occhi gialli e felini. Quando quell'essere si voltò verso di me e mi sorrise sentì il mio cuore fermarsi e le mie gambe cedere. Era grottesco e spaventoso, era qualcosa che mi sarei aspettata di vedere solo in dei mondi fantastici, ma era lì che mi fissava con occhi iniettati di sangue. Con gli occhi sgranati e con il corpo tremante la vidi continuare il suo tragitto. Mi chiesi che cosa fosse, se fosse un gremmlins(?), ma più lo focalizzavo più mi sembrava un demone. Un diavolo di quelli che si vedono dipinti nelle chiese o in capolavori di autori famosi. Mi voltai verso la finestra di fianco e ne vidi un altro. Sentì il terrore e la paura insinuarsi dentro di me. Le mie labbra cominciarono a tremare e cadì a terra tenendomi stretta all'asta. La gente intorno a me poteva sentirmi borbottare qualcosa, ma ero totalmente pietrificata da non poter parlare normalmente. Un signora si abbassò verso di me e mi chiese se stessi bene, ma più mi scuoteva e più mi poneva domande meno la sentivo, meno la percepivo. L'aria intorno a me si fece più pesante e gelida e davanti ai miei occhi notai delle piccole crepe formarsi sulla superficie del vagone e piano piano cominciarono ad estendersi. Quando mi ripresi e decisi di voltarmi la signora era grigia e pietrificata come qualsiasi altra cosa intorno a me. I miei battiti ripresero ad accelerare. Ero confusa e presa dal terrore così scansai la mano della donna dalla mia spalla e comincia a correre per i vagoni irrigiditi e cercai di aprire le porte, senza successo. «Accidenti! Fatemi uscire!» esclamai disperata mentre cominciai a prendere a pugni e a calci le ante delle porte. Mi chiesi se stavo per morire o se era solo frutto della mia mente. Mi accasciai a terra stringendomi la testa con le mani mentre delle lacrime cominciarono a sgorgare dai miei occhi. «Fatemi uscire!Fatemi uscire da qui!». Attraverso i finestrini non vedevo altro che oscurità, ma sentivo degli sguardi su di me che sembravano lacerarmi l'anima. Dopo un paio di secondi la piattaforma sotto di me cominciò a sgretolarsi e cominciai a cadere nel nulla. Urlavo e strepitavo mentre cercavo di afferrare il vuoto e in quell'istante svenni. Quando mi svegliai un dolore lancinante alla schiena mi scosse. Mi sollevai tossendo polvere mentre ogni volta che muovevo i miei arti atrofizzati sentivo le ossa scricchiolare.
«Abie!Abigail!».Qualcuno mi stava chiamando. Strabuzzai gli occhi guardandomi attorno e vidi altri ragazzi di età simile alla mia girare spaesati o ridestarsi come me.
«Chi?» sibilai aguzzando la vista trovandomi davanti due ragazze del mio stesso corso all'università.
«Bryanna,Candace!» esclamai osservando le due ragazze bionde. << Stai bene?>> mi domandarono aiutandomi ad alzarmi.
« Si...»risposi.
«Dove siamo? Sto sognando vero? Questo non è reale vero?» domandai asciugandomi le lacrime dagli occhi.
«Non lo sappiamo...» rispose Candace. Attorno a noi vi era un muro di fitti alberi neri che con i loro rami impedivano il passaggio mentre di fronte a noi si estendevano dei cespugli a formare un lungo labirinto. L'aria era gelida e sopra di noi vi era un cielo notturno senza stelle. Mi alzai ancora scossa e dolorante, aiutata dalle ragazze che mi sostenevano. Notai un paio di ragazzi comparire dal vuoto e cadere sul terreno duro e capii che era quello che doveva essere successo a me. Molti vennero a farci le stesse domande che continuavano ad assillarmi. Dove siamo? Perchè siamo qui?. Ma una in particolare attirò la mia attenzione. Li avete visti quei mostri?.
«Io si...» risposi facendomi coraggio. Osservai la ragazza scura che ebbe posto la domanda e deglutii.
« Non me li sono immaginati allora?!» esclamò. Scossi il capo tremante mentre al pensiero di quegli esseri sentii di nuovo il terrore insinuarsi sotto la mia pelle.
«Erano come dei diavoli!» commentò un giovane ragazzo con un folta barba e dei capelli castani scombinati. Abbassai il capo e io annuì per confermare le loro versioni.
« Saranno stati loro?..dico... a portarci qui?» commentò Bryanna.
«Non lo so...»risposi a bassa voce.
«Tutto vi sarà spiegato a tempo debito» Un voce rauca e spaventosa si propagò per tutto il campo. Alzai lo sguardo per notare il viso sbiancato di Candace che indicava dietro di me. Mi sentii morire quando un alito gelido mi sfiorò la pelle del collo. Mi voltai di scatto facendo un salto indietro per allontanarmi e il mio respiro si interruppe quando vidi un diavolo grigio con occhi neri fissarmi, rigirando il capo ghignante come un gufo e dondolando con le braccia lungo i fianchi. Sbatte un paio di volte le ali facendoci indietreggiare. Cominciai a sudare freddo mentre ormai la paura aveva trovato una dimora stabile dentro di me. Allargai le braccia d'impulso e spinsi indietro Candace e Bryanna mentre tutto il gruppo indietreggiava. Qualche urla qua è là ci fece notare che altre creature cominciarono a comparire ed a circondare i malcapitati spingendoli con ringhi e zampate verso l'imbocco del labirinto. Alzai lo sguardo notando nel cielo scuro altre figure di demoni che si mimetizzavano alla perfezione lasciando solo gli occhi felini di ogni colore brillare come stelle. Mi voltai per guardare dietro di me e vidi l'entrata del labirinto dove molti esitavano ad entrare. Ci stavano spingendo li dentro come capi di bestiame. Tutto ciò mi ricordava il Minotauro e avevo il terrore di scoprire che cosa si nascondesse in esso. Con la coda dell'occhio notai un duo che agirò uno dei demoni, ma dopo pochi metri entrambi furono afferrati da due diavoli volanti. Uno di loro venne trapassato dal braccio del demone e un enorme quantità di sangue e pezzi di carne implose in quell'area. Al secondo tocco una decapitazione. Sgranai gli occhi mentre il mio sangue cominciò ad abbandonare il mio volto. Continuai a fissare quel punto mentre una forte nausea scosse il mio corpo. Mi chiesi se per ora la soluzione per sopravvivere e non morire in quel modo fosse dentro il labirinto.
«Abie!»Candace mi afferrò il braccio e mi strattonò.
« Entriamo!» esclamò Bryanna e venni trascinata da entrambe mentre i miei occhi sgranati non si allontanavano da quella pozza di sangue dove un demone rosso con un armatura nera e bianca e con un crine corvino vi andò a sostare e si voltò guardandomi dritto negli occhi raggelandomi il sangue. In quell'istante il cespuglio del labirinto fece perdere il contatto tra i nostri sguardi e scossa da Candece mi ripresi. Vidi molti intraprendere strade diverse e solitarie quando l'ingresso del labirinto si chiuse dietro di noi.
«Benvenuti, direi che possiamo iniziare» la voce spaventosa di prima si propagò per il labirinto. «Questo è un piccolo gioco di sopravvivenza, voi i giocatori dovrete percorrere il labirinto fino a trovare l'uscita e varcare la soglia che vi permetterà di vivere, ma non sarà così semplice...» mi aggrappai alle foglie del cespuglio ascoltando attentamente quella voce.
« I demoni che avete conosciuto vi daranno la caccia, un giocatore perde se viene ucciso, divorato, o se viene segnato per cinque volte da uno di loro».Osservai i volti spaventati dei presenti mentre quella voce esclamava le parole che potevano dare fine alla nostra vita.
«Che il gioco abbia inizio!». In quel momento molte altre persone cominciarono a correre per le strade del labirinto e i demoni sopra di noi a fare delle ronde e a gettarsi a capo fitto in diverse zone del labirinto. Vidi Candece e Bryanna cominciare a guardarsi attorno per decidere quale intraprendere. Deglutii e con mani tremanti afferrai le loro camicie.
«Ragazze..» iniziai con un tono basso.
« Vi prego, rimaniamo unite!» dissi infine con voce chiara e decisa guardandole dritte negli occhi. Esse ricambiarono il mio sguardo e con risolutezza annuirono.  

  
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