Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: fanniex    31/01/2013    3 recensioni
< ... "So che non dovrei chiedertelo ... ma potresti abbracciarmi?"
Jared, senza aggiungere una parola, le si avvicinò, tirandola delicatamente a sé, mentre faceva scivolare piano un braccio sotto il corpo di Francesca e con l'altro l'agganciava come una cinghia, leggero ma deciso. > (tratto dal cap 15)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

INTRODUZIONE: Eccoci qui! Nuovo capitolo. Si torna al liceo. Anche questa volta la palla rimbalzerà x due volte nello stesso campo. Nel senso che ho diviso il capitolo in due, altrimenti risultava troppo ampolloso. (Perché così invece???...)

ABL a tutti! (Che non significa A Beautiful Life … che avete capito? … ma Adesso, Buona Lettura!)

<<<<<<<>>>>>>>

 

CAP 4.

OVVERO: GUARDATI DALLA GELOSIA! È UN MOSTRO DAGLI OCCHI VERDI CHE SCHERNISCE IL CIBO DI CUI SI NUTRE … ( 'Otello', W. Shakespeare ) [Parte prima]

 

Bossier City, Louisiana.

I giorni seguenti al loro quasi chiarimento, il menage tra Jared e Fran era tornato ad essere quello usuale. Continuando ad incontrarsi nei loro nascondigli privati in palestra o nel locale caldaie. O rubando qualche momento da soli, fuori da scuola. Davanti agli altri, tornavano ad essere quasi due estranei, con l’unica variante che Jared aveva smesso di tormentarla con i suoi scherzi, rispettando il loro patto segreto. Fran ripeteva a se stessa di essere, tutto sommato, contenta così.
Credeva a quello che Jared le aveva detto nel locale caldaie. Il problema non era lei! Semplicemente lui non voleva una storia seria. Non adesso. In fondo, erano solo due ragazzini in preda agli ormoni, no? Forse era un cliché, ma il fatto che fosse uno spirito libero era una delle qualità che più l'attraeva di lui. Non poteva certo lamentarsi perché era stato sincero! Era chiaro che ci teneva davvero a lei. Lo sentiva. E allora perché non era soddisfatta? Perché quella loro strana relazione cominciava a non bastarle più? Eppure, neanche lei era il tipo da storia seria. Non alla sua età!

Si ritrovò a spiarlo da lontano, mentre Jared s’intratteneva come al solito con i suoi amici a divertirsi, nel corridoio degli armadietti. Una ragazzetta bionda, una delle tante sciacquette che gli orbitavano intorno, gli aveva passato un braccio attorno alla vita e lui l’aveva lasciata fare, come se niente fosse. Era stato un gesto così semplice, che probabilmente si era ripetuto chissà quante volte, con chissà quante ragazze, solo che lei non aveva visto. Però ora le stava facendo male! Improvvisamente sentì venirle meno il respiro e la vista appannarsi. Corse in bagno, cercando di passare inosservata, e si nascose in una delle toilette. No! Era chiaro che non avrebbe potuto continuare così. Conosceva Jared da tutta la vita e non aveva mai pensato di potersi seriamente innamorare di lui. Invece, evidentemente, era successo. E la consapevolezza che ne sarebbe rimasta fregata la colpì in pieno, con tutta la potenza di jumbo jet.
Uscì dal bagno dopo un po’, quando tutti erano ormai nelle loro classi, fermamente decisa a saltare l’ultima ora di lezione. Non avrebbe certo potuto presentarsi in aula nello stato in cui era. Tremante a causa dei singhiozzi, con gli occhi gonfi e il poco trucco completamente sbavato. Per sua fortuna, aveva laboratorio d’arte, altra materia in cui, se non eccelleva, vantava comunque voti molto alti. Disse all’insegnante che non si sentiva molto bene e gli chiese il permesso di andare in infermeria. Naturalmente, l’insegnante non fece obiezioni, e Fran uscì tranquillamente dall’edificio. Sì! Altro che infermeria, l’unica cosa di cui aveva bisogno ora era di annegare nel suo letto, fino all’indomani. Peccato che avrebbe dovuto farsela a piedi fino a casa! Tessa, che le scarrozzava sempre in macchina, era ancora a lezione, e lo scuola bus non sarebbe arrivato prima di un’ora. Aveva percorso appena pochi passi quando la voce di Alex, proveniente dal parcheggio, la fermò.

Ehi, Fran! Stai andando a casa?”

Lei gli spiegò che era uscita prima perché non stava molto bene e, allora, il ragazzo si offrì di darle un passaggio in macchina. Erano rimasti silenziosi per un po’. Alex picchiettava sul volante, tenendo il ritmo di una canzone che passava alla radio. Fran guardava fisso fuori dal finestrino, forzandosi a trattenere quelle lacrime che non vedevano l’ora di esondare ancora.

Sai, ho capito che c’è qualcosa che non va! … Se vuoi, puoi parlarmene!” Le disse Alex, inaspettatamente.

Il calore del tono di quella voce impedì a Fran di resistere oltre e riprese a singhiozzare energicamente, borbottando qualcosa di incomprensibile, tra un singulto e l’altro. Alex accostò la macchina sul ciglio della strada e l’abbracciò teneramente, dandole il tempo di calmarsi.

Su, su … tranquilla …” Le sussurrava, accarezzandole i capelli.

Alex … mi dispiace tanto …” piagnucolava la ragazza, tirando su con il naso, “… mi sento così stupida … oddio, sto frignando come una ragazzina scema.”

Non ci stava facendo molto caso, ma aveva incastrato le dita nei folti ricci neri di Alex, provocandogli quasi sicuramente almeno un po' di fastidio. Anche se al momento sembrava davvero non badarci.

Vuoi dirmi di che si tratta? Puoi fidarti di me!” Le domandò ancora lui, con due occhi così dolci che era quasi impossibile non assecondarlo.

Ma Fran non poteva dirgli perché era in quello stato. Non a lui. Jared era pur sempre il suo migliore amico e lei non se la sentiva di metterlo in mezzo. Fece segno di no con la testa, asciugandosi le lacrime e riassestandosi alla meglio. Alex non insistette. Si limitò ad abbracciarla ancora, con affetto. Poi rimise in moto e alzò il volume della radio. Stavano passando un grande successo di Prince di qualche anno prima, che lui adorava, anche per l’assolo di chitarra, e che gli altri membri della band schifavano cordialmente. Si ritrovarono a canticchiare insieme il ritornello, esplodendo in una fragorosa risata. Anche a Fran quella canzone piaceva molto. E non avrebbe saputo dire se fosse per merito del pezzo, o del pianto liberatorio, o della vicinanza di Alex, ma cominciava a sentirsi davvero molto meglio.

 

Jared l’aveva subito cercata con lo sguardo, non appena fuori dall’aula. Ma non c’era nessuna traccia di lei. Non era nei corridoi e neanche agli armadietti. Anche se non trascorrevano mai un'intera giornata insieme, non poterla guardare, anche solo di sfuggita, gli stava procurando quasi un disagio fisico. Era vero che l’aveva vista un po’ strana quella mattina, ma adesso dove cazzo si era cacciata? Al parcheggio notò le sue due amiche del cuore, Kiki e Tessa, che salivano in macchina senza di lei.

Quindi Fran non c’è! È andata via prima!” Pensò, mentre uno dei suoi amici gli stava letteralmente triturando le palle con uno stupido ballo che si sarebbe svolto di lì a poco.

Sarebbe potuto passare da lei, più tardi. Solo per vedere come stava. Dopotutto, non ci sarebbe stato niente di strano. Le loro madri erano amiche e loro si conoscevano da tanti anni. Forse Fran si era presa una qualche influenza. Ecco sì! Era per quello che le era sembrata un po’ sciupata. Avrebbe potuto portarle qualcosa, magari una zuppa o della frutta. O sarebbe sembrato troppo sospetto?
No! Che stupido! Non sarebbe potuto comunque andare da lei. Aveva le prove con la band, nel pomeriggio. Gli sarebbe toccato aspettare fino all’indomani per rivederla, se stava abbastanza bene da tornare a scuola. E allora l’avrebbe coccolata più del solito, non appena fossero stati da soli.

 

»»»»»»»

 

Tu cosa?”

Era stupefacente il livello di volume che riusciva a raggiungere la voce di Kiki. Probabilmente era la sua anima coreana che faceva capolino, nei momenti di crisi.

Ho fatto sesso con Jared!”

L’amica la stava fissando con gli occhi fuori dalle orbite. Fran le raccontava sempre tutto, anche quello che lei tendenzialmente preferiva non sapere. L'educazione rigorosa che riceveva in famiglia non la faceva sentire a suo agio nell'affrontare il discorso 'sesso'. Per lei era decisamente un tabù! Così come l'alcol, il fumo, cinema, musica, discoteca, … Insomma, la vita! Tutto ciò che ci può essere di divertente per un'adolescente. Ogni tanto si ritrovava ad invidiare un pochino Fran e Tessa. Benché sapesse che nemmeno la loro vita sociale fosse un fuoco d'artificio senza fine, perlomeno loro non avevano nessuna paura nel parlare di sesso. E, a quanto pareva, nemmeno a farlo.

Quando?”

È iniziata un paio di mesi fa!”

Come … co … cosa significa che è iniziata? Che va avanti? … Cioè … lo fate ancora?”

Fran annuì. Sapeva che la stava mettendo in imbarazzo, la piccola Kiki era così pudica riguardo l'argomento, ma doveva raccontarle tutto. Era già da tanto che voleva parlargliene. Era la sua migliore amica e se non l’avesse fatto sarebbe esplosa, arrivata a questo punto.

Era cominciata quell’estate. Lei e Jared, tutti e due perennemente a corto di soldi, coincidenza delle coincidenze, avevano trovato lavoro entrambi al drugstore del vecchio Mellor. Fran alla caffetteria e Jared alla pompa di benzina. Erano stati costretti a vedersi tutti i giorni, così come succedeva a scuola, ma senza lo scudo dei compagni ad interporsi tra loro. Così avevano ricominciato a parlarsi, come facevano quando erano piccoli. Non si poteva dire che fossero tornati ad essere propriamente amici. Si punzecchiavano, come al solito, come facevano ormai da tutta la loro vita, essendo stati allevati quasi come due cugini. Constance, la madre di Jared, e Laurie, la madre di Francesca, erano probabilmente le uniche due madri single e separate di Bossier City, additate come appestate dal resto della città. Era più che naturale che avessero subito legato. Quando si erano conosciute, Laurie si era appena trasferita in Louisiana con le due figlie, Vivian, che all'epoca aveva otto anni, e Francesca, che ne aveva appena due. Constance, invece, era una vera e propria cajun. E aveva due figli maschi, Shannon, quasi cinque anni, e il piccolo Jared, di tre anni.
Una sera, una di quelle in cui era toccato a lei chiudere la caffetteria, Fran stava faticosamente trasportando fuori un bidone dei rifiuti, nel retro del locale, quando inciampò in qualcosa che la fece cadere a terra. Il bidone rotolò per qualche metro, riversando il suo maleodorante contenuto un po’ dappertutto, e lei si ritrovò tutta impiastricciata di una sostanza viscida che si era sparsa per terra. Era inciampata in una latta di vernice. Rossa, per di più!

Cazzo! Jared!” Urlò la ragazza, fuori di sé dalla rabbia.

Sapeva che era stata colpa sua. Lui era sempre lì a trafficare con i colori per verniciare le auto o le moto. E lasciava tutto in giro. Il ragazzo arrivò in un lampo, pulendosi le mani sporche di olio con uno straccio. Non appena la vide, lì in terra, tutta sporca di vernice e circondata dall’immondizia, scoppiò a ridere senza freni.

La pianti! Stupido idiota!” Lo sgridò lei, senza riuscire a farlo smettere di ridere. “Sei stato tu?”

Lui non rispose. Era ovvio che fosse stato lui, anche se questa volta non l’aveva fatto apposta. Non sarebbe riuscito a giocarle uno scherzo così ben congegnato neanche se ci avesse pensato per tutto il giorno. Per qualche istante rimase interdetto sul da farsi. Avrebbe tanto voluto avere una macchina fotografica in quel preciso momento, per poterla prendere per il culo a vita. Così l'avrebbe finita di dargli dell' idiota ogni volta che gli rivolgeva la parola! Invece la aiutò a rialzarsi e l’accompagnò dentro per pulirsi. Quella vernice non sarebbe mai andata via con del semplice sapone, perciò le fornì uno di quei detergenti pulisci tutto che usavano anche in garage. Nessuno dei due ne comprese il motivo, ma, senza che se accorgessero, in un secondo tutto era cambiato. Mentre lui la stava aiutando a strofinare via le macchie più visibili dalla pelle, si erano guardati per un istante di troppo. E improvvisamente qualcosa era scattato. Avevano cominciato a baciarsi freneticamente, come se una mano misteriosa li avesse di colpo liberati dalle bende che gli avevano impedito fino ad allora di vedersi veramente. E in un attimo si erano ritrovati senza vestiti, aggrappati l’una all’altro, contro la parete del bagno.
Da quella sera, avevano cominciato ad 'incontrarsi' di nascosto quasi tutti i giorni. La stessa Fran si era stupita che lui non si fosse ancora annoiato di lei. Sapeva di non essere così eccezionale. Mentre Jared era di un'altra categoria. Non avrebbe neanche dovuto fare lo sforzo di schioccare le dita per far cadere una qualsiasi donna ai suoi piedi. Ma forse era proprio la clandestinità che rendeva la cosa più appetitosa. Farsi segretamente una ragazza che non era al suo livello e che nemmeno gli piaceva, conscio di quello che i suoi amici avrebbero potuto dire se l'avessero scoperto, doveva eccitarlo parecchio.

Non capisco come proprio tu ti faccia trattare in questo modo?”

La apostrofò Kiki con disapprovazione, non appena ebbe finito di raccontarle tutta la storia, dall’inizio fino al temporale emotivo di quella mattina.

La Francesca che conosco non glielo permetterebbe mai! … Non sei tu quella che mi ripete fino alla nausea di quanto la facciano vomitare quelle smorfiosette con zero neuroni in testa che pendono dalle labbra di chiunque porti un paio di pantaloni. E adesso, guardati! Guarda come sei ridotta! E tutto per due occhi azzurri e un bel sorriso?”

Certo, non aveva tutti i torti, ma era ovvio che lei non avrebbe potuto afferrare fino in fondo la situazione. Purtroppo per Fran, la sua amica aveva la maturità sentimentale di una bambina di 7 anni. Provava compassione per lei, ma anche invidia. Dopotutto non doveva essere malaccio tornare ad avere 7 anni. Senza assilli, senza assurde decisioni da prendere, senza il chiodo fisso di quegli occhi di ghiaccio a tormentarla.
Erano entrambe acciambellate sul letto di Kiki da un bel pezzo ormai. La ragazza non aveva quasi mai il permesso di uscire di casa, se non per andare a scuola o in chiesa, perciò erano le amiche a doverla venire a trovare. Cosa che le due ragazze facevano molto assiduamente, anche se la madre di Kiki non apprezzava per nulla il genere di amiche che la figlia si era scelta. Una mezza sgualdrina piena di soldi e una mezza illegittima squattrinata. Con tutte le brave ragazze del catechismo che le aveva presentato!

Fran stava abbracciando forte il cuscino dell’amica, cullandosi dolcemente nei ricordi.

Kiki … Ho paura di essermene innamorata!”

Santo Cielo, Fran! Così è anche peggio!”

Il tono di voce della ragazzina aumentò di un'altra ottava. Ancora un altro po' e i cani del vicinato avrebbero preso ad abbaiare per risponderle.

“… Devi assolutamente mettere le cose in chiaro con lui. L'hai detto anche tu che non ce la fai ad andare avanti così! Se è l'imbecille che io penso che sia … be’, tesoro mio, sono convinta che non ti sarai persa un granché. … Se invece ci tiene … e so che tu ci credi … allora piantala di fargli da zerbino!”

Crudele, ma del tutto sensato! Fran sapeva che l’amica aveva ragione, ma era facile per lei parlare così. Non era il suo cuore quello che stava per essere stritolato.


°°°°°°°

N.d.A.: Questo capitolo è un po' più lungo del solito, anche se l'ho diviso in due parti. Vi sta asciugando? Spero di no!

Chiarisco x chi avesse dei dubbi. No! Jared non è un idiota che ha la testa solo per tenere separate le sue adorabili orecchie. È soltanto ancora un po' immaturo. Ma sappiamo tutti che è dotato di un coraggio insospettabile. Perciò, non disperiamo!

Ringrazio chi ha letto, chi ha commentato (siete impagabili!), chi l'ha inserita tra le seguite (molto onorata) e chi addirittura tra le preferite (Ateles ma sei sicura? Comunque grazie!)

Baci,

Fannie

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: fanniex