Faceva scorrere il pennello sicura, su tela bianca leggera, e dipingeva: una donna, donna del cielo, che ogni istante crea l'estremo infinito.

Il cielo stava per sbocciare in un sorriso: all'alba il sole nasce, perché setole di varie dimensioni scivolano sulla stoffa.

I raggi di luce sbucano e trafiggono il cielo di calde sfumature arancioni. Il blu cupo, mare di cielo, si fonde col fuoco, e brucia in un allegro respiro di nuvole, che diventano “fluttuosi” spumeggi d 'aria.

Il sole trafigge il cielo ormai azzurro, e risale la corrente, di quel fiume infinito.

Il calore del sole,

che brucia arancione,

ormai il cielo azzurro,

si veste di bianco chiarore.

E quella donna cambia ora la tavolozza dei colori, e la riempe di toni luminosi.

Il sole diventa bianco latte; intorno il cielo azzurro chiaro, con un tratto sfumato si trasforma in azzurro vivace.

Nel cielo un vivo saluto di luce mi accoglie in balcone, ad osservare con occhi strizzati dall'abbagliante chiarore. Vedo tutto bianco, e le case, i monti e le colline sembrano formare un paesaggio appannato.

Malinconiche nuvole, trasportate dal vento, viaggiano verso il sole, e lo coprono di vesti grige.

Umore variante, da un tempo,
all'altro,
ormai, il sole, è stanco.

E l'incendio di colori si spense. Le ombre vincono il sole, e lo trasportano dietro di loro.

Tutto sembra scoppiare in modo strano, come un'esplosione a rallentatore. Un incendio di grigio, poi blu, poi nero.

Una dopo l'altra, gradazioni sempre più scure vengono dipinte da quella donna misteriosa, che dedica ogni attimo per correggere il cielo, o per spostare qualche nuvola.

E ora il sole rapito non può che riposare cullato dalle ali del vento, sopra una culla di grige nuvole.