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Autore: Falsa dea molto adorata    31/01/2013    1 recensioni
Primo e ultimo tentativo (finora) nel fandom di Harry Potter, una flash scritta in pochi minuti per un contest a pacchetti in cui guadagnai una posizione infima intorno a metà classifica.
L’amore brucia, brucia forte più della morte, brucia più forte di una cruciatus, di due, di cento. Quante lo spengono?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Fiction scritta per il contest di cui sotto e persa nei meandri della mia cartella subito dopo. L'ho ripescata e beh, eccola.
Autore: Falsa dea molto adorata
Titolo: Fire of love, fire of Cruciatus
Caratteristiche della bacchetta: Rosa, Piuma di fenice,13 pollici, fragile
Personaggi*: Alice Paciock/ Frank paciock
Genere: drammatico, introspettivo
Rating: giallo (?)
Introduzione: L’amore brucia, brucia forte più della morte, brucia più forte di una cruciatus, di due, di cento. Quante lo spengono?
Avvertimenti: flashfic
Note dell'Autore (se presenti): Prima di questo contest... l’idea l’ho avuta appena viste le bacchette e non potevo cambiare, per quanto poco originale sia e per quanto odi le flash.
 
Alice sentiva il fuoco scorrerle lungo le ossa, consumarle ogni brandello di carne e scioglierle la mente un pensiero alla volta; si voltò a stento verso verso Frank, gemendo dal dolore. L’uomo era stato ridotto ad una maschera di sangue dalle fantasiose maledizioni dei loro torturatori e le parve di vedersi in uno specchio, assorbendo dagli occhi di lui una compassione che rifletteva la sua, il suo dolore, il suo amore.
L’oscurità del sotterraneo in cui erano stati rinchiusi le impediva di orientarsi, tra i lampi purpurei degli anatemi scorgeva a stento i profili sinistri dei mangiamorte e quello devastato e sul limite della resa del marito.
 La cruciatus era la peggiore delle maledizioni: oltre a distruggere il corpo, devastava e spegneva l’anima, un frammento dopo l’altro: lo sentiva in lei e lo vedeva in Frank... Il coraggio che li accomunava, che li aveva visti entrare insieme in Grifondoro, che li aveva spinti a scegliere la carriera di auror e a non desistere di fronte al pericolo, li teneva ancorati l’uno all’altra; non avrebbero mai lasciato che quelle risate infernali riecheggiassero nella loro testa fino a strappare via quello che volevano, se avessero saputo qualche cosa su Voldemort, di certo sarebbero stati altrettanto determinati e taciti. Non avrebbe pianto. Era terrorizzata e squassata dalla sofferenza ma non avrebbe versato una lacrima perchè non era sola in quel martirio.
Lei credeva fortemente nell’amore. L’amore era un fuoco diverso dall’odio che bruciava nelle quattro paia di occhi scuri che la fissavano esilarati, l’amore era la fiamma eterna di una fenice, era  rinascita, era creazione. Lei e Frank avevano trovato l’uno nell’altra la forza per lottare fino alla fine, avevano previsto il pericolo, avevano deciso di continuare e non ne erano pentiti, ma la scelta era stata presa tra loro due ed il suo cuore era spaccato. Alice avrebbe affrontato la morte in piedi fino ad un anno prima, perchè insieme al suo amore niente poteva scalfirla, ma adesso si trovava a rimpiangere le piccole manine  di Neville che si agitavano verso il suo viso e la possibilità di garantirgli una vita piena di luce, di insegnargli ad amare.
Pensare al suo bambino, anche se con rimorso e rimpianto, le donava pace persino in quel momento; sapeva che non avrebbe potuto vederlo crescere ma sapeva anche che nel suo futuro non ci sarebbero stati Mangiamorte, nè Voldemort, nè guerra, o almeno cullava i suoi pensieri in quest’illusione.
Sentiva la tranquillità della follia che bussava alle porte della sua mente e all’improvviso ebbe la consapevolezza di poter portare con sè un solo pensiero; era sicura che la fine sarebbe giunta in poco tempo, ma in quel lasso che l’avrebbe isolata dal mondo sapeva cosa tenere ancorato al cuore... Non il dolore che le soffocava ogni spasmo, non l’odore marcio del sangue, nè l’oscurità del sotterraneo illuminata dalle cruciatus e il freddo arso dalla sofferenza... L’amore. L’amore era il fuoco che sarebbe divampato in lei fino alla fine, fino all’ultimo respiro, l’amore nonostante il comune destino con Frank, l’amore per il futuro del suo Neville.
Con un immenso sforzo di volontà si voltò completamente verso suo marito, cercando la sua mano, avrebbero detto addio ai fasti della vita insieme e non avrebbe rimpianto niente, la sua mente eluse un piccolo piangente dettaglio, ma la stretta si dissolse e gli occhi saettanti dell’uomo erano vacui. In lui era rimasto soltanto il dolore.
Alice si aggrappò all’immagine del suo bambino, quella sarebbe bruciata nel suo cuore per sempre, al di là dell’oscura agonia e delle risa stridule, ma una lacrima si staccò dagli occhi spalancati e bagnò la fiamma del suo amore spezzato, decretandone la morte.
   
 
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