I SEGRETI DELL’ANIMA
AU = Sirius non
è morto
AMBIENTAZIONE = Dopo il 6° libro (non
spoiler 7°)
Šibenik aveva
19 anni era grintosa e decisa e senza dubbio una classica Serpeverde,
ma nonostante ciò nei suoi anni a Hogwarts aveva
stretto una grandissima amicizia con una ragazza più grande di lei di 2 anni e metamorfomagus come lei nonché Grifondoro
fatto che non fece poco scandalo all’epoca. Šibenik le era
sempre stata molto attaccata anche dopo Hogwarts,
erano come sorelle … lei e Ninfadora Tonks.
Era una giornata uggiosa e Šibenik si stava preparando per uscire, viveva in una casa
sontuosa perché proveniva da una grande famiglia di
sangue puro, ma a lei quelle non erano cose che colpivano particolarmente.
Appena scese la lunga scalinata e si avvicinò al loro elfo domestico che le
porse il cappotto, una voce alle sue spalle la fece voltare.
“Dove credi di andare?”
“Dove
voglio io!”
“Sono tua
madre per l’amor del cielo, rispettami come tale!”
“Lo farei se ti considerassi
tale, ma non che tu abbia mai mostrato grande interesse nei miei confronti!”
La donna non aspettò oltre e le
mollò un sonoro schiaffo, mentre la figlia fulminandola con gli
occhi chiuse più sonoramente del dovuto la porta e uscì.
Šibenik ancora
furente di rabbia, ma abituate a quelle litigate trovò
la sua migliore amica aspettarla in un quartiere babbano
dove le aveva dato appuntamento.
“Sei in ritardo!”
La ammutinò Tonks.
“Lo so, ma sfido te avere una
madre come la mia!”
“Vogliamo scommettere?”
Le due ragazze si guardarono e
poi risero. Tonks quel giorno aveva scelto corti
capelli color rosa shocking mentre Šibenik un rigido
baschetto nero con la frangetta blu.
“Perché
mi hai dato appuntamento qui?”
“Perché
credo che ormai sia giusto che anche tu veda Grimmauld
Palace”
La ragazza si trattenne dal non
essere stupita e subito facendo finta di niente chiese:”Ah
sì? E cos’è?”
“Ora lo vedrai”
Improvvisamente un gran palazzo
sbucò tra altri due e senza aspettare oltre le due ragazze entrarono, la
signora Weasley andò subito incontro loro rimanendo scioccata quando vide che Tonks
aveva portato una sconosciuta.
“Tonks,
ma cosa ti viene in mente? Chi è lei? Perché l’hai fatta venire qui?”
“Signora Weasley
non si preoccupì lei è Šibenik Trilij Visnijc è la mia migliore amica dai tempi di Hogwarts la conosco da 9 anni! Ci si può fidare di lei!”
Disse Tonks
con leggerezza, quando tutti i membri dell’Ordine che in quel momento si
trovavano in salotto si precipitarono in corridoio.
“Wow che onore aveva
un’accoglienza così!”
Disse gelida la ragazza
facendosi spazio tra la piccola folla e sedendosi su un sontuoso divano, fi fianco all’unico uomo che non si era alzato.
La ragazza lo osservò maliziosa
e con grazia accavallò le gambe lunghe e scoperte a cause dei
mini jeans che indossava.
“Šibenik…”
Disse lei semplicemente
osservandolo.
“Sirius…”
Disse lui non smettendola di
guardarla. Non ne capì il motivo, ma si sentì subito attratto da quella ragazza
davanti a lui, ma quel momento fu interrotto dal
rientrare nella stanza degli altri membri dell’Ordine.
“E di
un po’ in che casa eri?”
Chiese severa la signora Weasley.
“Serpeverde!”
Disse lei tranquillamente,
mentre tutti si voltarono verso Tonks.
“Sembra di essere tornate a Hogwarts:’Una serpe e una grifo,
cosa ci fanno insieme?’”
Fece Tonks
sedendosi tra la sua migliore amica e il cugino.
“Allora vogliamo stare a parlare
di noi o di dove si trova il magico trio! Sì sì non guardatemi così, Tonks mi ha detto
tutto!”
“Anche
…”
La ammonì la signora Weasley, prima che tutti ricominciarono
le ricerche.
“Sei sicuro che si troverà
qui?”
Chiese Ron
per l’ennesima volta con il fiatone, mentre insieme a Harry
ed Hermione scalavano una ripida strada che li stava
portando a una costruzione ormai in rovina.
“Sì ne sono sicurissimo! Voldemort è
cresciuto in questo orfanotrofio e Silente mi aveva
detto che anche i luoghi in cui sono nascosti gli Horcrux
hanno un valore significativo per lui …”
“Quindi
dove credi che lo troveremo?”
Gli chiese poi Hermione.
“Sono convinto nell’armadio
della sua stanza …”
Disse un po’ soprappensiero
quando improvvisamente un profumo di fiori freschi attirò la sua
attenzione, era lo stesso profumo di Ginny e questo
gli fece venire una grande fitta al cuore … gli mancava molto …
“Tutto bene?”
Chiese poi la sua migliore
amica vedendolo bloccarsi di colpo davanti al grande
portone.
“Sì … sì … forza entriamo!”
I 3 entrarono e con la
bacchetta in mano camminarono lentamente fino a giungere alla fatidica stanza,
che come con Silente aveva scoperto era protetto da incantesimi molto potenti.
Quello era il loro primo Horcrux da quando avevano lasciato
Hogwarts, erano seguite settimane di ricerche e per
lo più dovevano stare attenti a non farsi trovare dai membri dell’Ordine che li
stavano cercando ovunque per riportarli a casa.
Appena fecero
per entrare videro una fitta barriera di serpenti ergersi davanti a loro, Hermione istintivamente si tuffò sul braccio di Ron che subito divenne rosso in viso, ma che subito le mise
una mano intorno alle spalle per riassicurarla.
Harry
intanto stava provando ogni tipo di incantesimo, ma
quelli sembravano non volersi togliersi di mezzo, così pensò alla cosa più
ovvia e gli parlò. Quelli si scostarono lasciandolo passare.
“Harry
sta attento! E’ troppo semplice non trovi? Forse è una
trappola!”
Disse subito Hermione, ma il ragazzo sembrava non sentirla ed era già entrato e quando i suoi due amici fecero per
seguirlo i serpenti si pararono nuovamente di fronte a loro. Non videro nulla,
non sentirono nulla, almeno fino a quando un bagliore
accecò i due ragazzi che appena riaprirono gli occhi trovarono la stanza vuota
ed Harry svenuto a terra con la coppa di Tassorosso stretta tra le mani.
I suoi due amici si
precipitarono da lui e dopo essersi assicurati che l’Horcrux
era distrutto, Hermione diede la coppa a Ron e tentò di vedere come stava Harry.
“Harry?
Harry? Su svegliati! Harry!
Oh mio Dio Ron che facciamo non si sveglia, forse è
meglio se …”
“No, non ci pensare
minimamente! Portiamolo in una delle stanze di sotto e poi cercheremo di vedere
cosa gli è successo!”
“E se
…”
“Hermione
glielo abbiamo promesso, niente Ordine! Sono preoccupato quanto te, anch’io non
so cosa fare, ma vedrai qualcosa ci inventeremo …”
Hermione tentò
di ribattere ancora, ma poi mordendosi la lingua aiutò il ragazzo a portare Harry in una delle stanze del piano di
sotto.
Ormai Draco
Malfoy dopo il fallimento di non essere riuscito a uccidere Silente viveva tra i Mangiamorte
come un reietto e che doveva ringraziare Dio ogni giorni di potersi svegliare
vivo, ma il ragazzo non aveva idea di quanto questa situazione avrebbe potuto
continuare.
Draco
aveva lasciato Hogwarts aveva lasciato
il luogo che per lui era sempre stato una sorta di nascondiglio, di riparo da
un destino che alla fine lo aveva trovato.
Ormai era più pallido e
scarnito che mai, i capelli biondi ricadevano spettinati e gli occhi color ghiaccio una volta penetranti ora erano spenti e vuoti. Ovunque andasse sentiva tutti gli occhi puntati su di lui …
o perché era un Mangiamorte o perché lo era, ma non
aveva saputo mostralo. Ormai al ragazzo non importava più nulla … non gli
importava dei Mangiamorte o dell’Ordine, di Voldemort o di Harry, della
guerra e dell’amore, della vita o della morte … ormai si era ridotto a un essere infimo e vuoto.
Ormai incapace di trovare
una pace interiore Draco vagò per Londra per passare
l’ennesima notte brava come ormai faceva da molto tempo, all’insegna dell’alchool gabbano che aveva scoperto essere un ottimo rimedio
per liberare la mente.
Ma una notte mentre era di
ritorno al rifugio dei Mangiamorte
incontrò la giovane Weasely che si stava dirigendo
verso un palazzo, così appena la vide non ci pensò due volte ad attaccarla,
così solo per scaricare tutta quella frustrazione che sopprimeva dentro di sé.
L’aveva trascinata in un
vicolo buio e isolato e fece per scagliarle un altro incantesimo
quando quella, molto più lucida di lui, riuscì a bloccarlo.
“Malfoy!”
Disse in tono rabbioso
digrignando i denti.
“Oh chi ho
trovato la fidanzatina di Potter!”
“Non provocarmi potrei ucciderti, lurido sporco mangiamorte!”
Disse lei iraconda
lanciandogli una fattura contro l’altra con tutto l’odio che aveva.
“E’ colpa tua se Silente è
morto, se Hogwarts è stata attaccata e se Harry se né andato!”
Fece per scagliargli
un’altra fattura, ma lui traballando fino a lei gli bloccò il polso e le fece
cadere la bacchetta e senza pensarci oltre la spinse
contro il muro continuando a tenerla bloccata.
“Ora non fai più tanto la spregiudicata vero?”
Disse lui.
“Hai bevuto Malfoy? Hai un alito pessimo! Oh fammi pensare perfino i mangiamorte credano che tu sia una
carogna!”
Il ragazzo non ci vide più e
le tirò un sonore schiaffo che la fece cadere a terra
e uscire il sangue dal naso, poi riprendendola violentemente per un polso la
sollevò facendola aderire ancora di più con il freddo muro.
“Magari se gli portassi te potrebbero divertirsi un po’, sai ho scoperto una
crudeltà tra i Mangiamorte che nemmeno io pensavo …
se vuoi te la mostro …”
E
senza indugiare oltre incominciò a toccarle le gambe ed esplorando il suo
piccolo corpo.
“Lasciami,
non mi toccare … mi fai schifo!”
“Non fare tanto la
santarella a Hogwarts tutti lo sapevano che la
piccola Weasley è molto …
‘aperta’!”
“Mollami,
lasciami!”
Ginny
scalpitava e lo colpiva a più non posso voleva andar
via, si sentiva sporca e si sentiva morire dentro. I baci di Harry affioravano nella sua mente, così dolci e veri …
mentre ora era lì con quei baci forzati e atroci e quel suo
toccarla che le faceva venire la nausea … Poi trovò uno spiraglio, gli pestò un
piede e gli diede una gomitata … corse più veloce che poté e in poco tempo si
ritrovò al sicuro dentro Grimmauld Palace … corse a più non posso in camera sua … nessuno
doveva poterla vedere così.
Luna era in camera sua e con
il suo solito sguardo stralunato guardava fuori dalla
finestra. Il mattino seguente sarebbe stato il 1 settembre e lei, Neville (che
erano stati portati alla sede dell’Ordine) e GInny sarebbero tornati a Hogwarts
(che nonostante tutto avrebbe riaperto). Pensò a tutto quella che era successo, alla battaglia a cui aveva partecipato, a come la
sua vita era cambiate in 2 anni, alla morte di Silente e alla partenza di Harry, Hermione e di … Ron. Divenne leggermente rossa in viso e se ne stupì, in
fondo lui nin aveva mai mostrato
interesse per lei anzi l’aveva sempre presa in giro, anche se dovette ammettere
che nell’ultimo anno apprezzò parecchio gli apprezzamenti che lui ogni volta
gli faceva per i suoi commenti delle partite. Non era molto, ma a lei
bastavano. Aveva ancora tra le mani la lettera che
aveva appena finito di scrivere, era già la sesta da quando non si avevano più
notizie del magico trio dopo il matrimonio di Bill e Fleur e lei puntualmente aveva deciso di scrivere a Ron anche se lui non le aveva mai risposto. Pensava che non
serviva a nulla, ma la faceva sentire bene e così lo
faceva. Stampò un piccolo baciò sulla lettera, lo legò alla zampa del suo gufo
e poi lo lasciò volare fuori dalla finestra della sua
camera in Grimmauld Palace.
Luna aveva appena rinchiuse la finestra quando un
rumore attirò la sua attenzione, Ginny era appena entrata
nella loro camera e aveva chiuso sonoramente la porta alle sue spalle. La
ragazza la guardò preoccupata, era parecchio malandata
e così preoccupata balzò giù dal davanzale.
“Oh mio Dio Ginny cose ti è successo?”
“Non ne voglio parlare!”
Disse lei velocemente
mentre spogliandosi mostrò dei lividi.
“E
quelli cosa sono?”
“Ti ho detto nulla!”
Ripeté infastidita GInny mentre
si medicava le ferite e si vestiva in modo che non si vedessero.
“Ginny
…”
“Malfoy
va bene? Non so cosa ci facesse qui, ma mi ha attaccato!”
“Ti ha vista …”
“Non ti preoccupare non mi
ha visto entrare alla sede dell’Ordine! Non so cosa ci facesse
a Londra, era ubriaco … mi ha attaccato e ha tentato di …”
Ma Ginny si bloccò di colpo voltandosi verso il proprio
guardaroba e cercando qualcosa che neanche lei sapeva cosa fosse.
“E
ha tentato di farti cosa?”
“Luna ne dobbiamo proprio
parlare? Non ne ho voglia! E ti prego di non dire nulla a nessuno, già così
controllano ogni cosa che faccio … se lo venissero a sapere vivrei come una
prigioniera peggio già di come lo sono …”
Luna fece spallucce non
troppo convita poi tornando ad osservare il cielo stellato sussurrò:”Come vuoi …”