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Autore: Nialletto    31/01/2013    1 recensioni
Chi l'avrebbe mai detto che anche Alice riuscisse a trovare l'anima gemella? Era l'ultima cosa che si aspettava dalla sua vita. Finalmente inizia a credere in sè stessa, tutto grazie ad un ragazzo che le ha rubato il cuore... ma chissà se sarà il solito amore 'adolescenziale' o sarà l'amore, quello vero, quello che dura per sempre.
E' la storia di una ragazza che, fino al giorno in cui ha incrociato i suoi occhi, aveva paura di lasciarsi andare e che, da quel inaspettato giorno, potrà finalmente vivere la sua vita.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Aliceeeeeeee! Svegliati! Ti devi sbrigare o perderai il pullman, di nuovo!-
 Mi svegliai di soprassalto, la voce di mia madre si faceva ancora più assordante e stridula la mattina appena sveglia.
      -Che palle!- sussurrai tra me e me mentre scendevo dal mio letto a castello…
Scivolai dolcemente sopra al letto di mio fratello, che si era già messo a tavola per fare colazione e mi appisolai di nuovo.
-Alìì, levati subito dal mio letto, deficiente!- urlò mio fratello, era così scorbutico appena sveglio, non ti conveniva fare qualcosa che non gli andasse bene di prima mattina, o sarebbe stato capace di rovinarti la giornata.
Mi alzai dal letto e mi diressi nella cucina per fare colazione.
Mi sedetti sul mio sgabello e aspettai che mia madre mi portasse la tazza piena di latte caldo… Presi la tazza dalle mani di mia madre e la portai subito alla bocca per dare il primo sorso al latte.
Finì di fare colazione e andai in bagno per lavarmi, poi tornai in camera e mi infilai i vestiti che avevo deciso di mettermi già da ieri sera, leggins celesti con una maglietta a maniche corte alla quale avrei abbinato sopra un bel felpone grigio.
Appena fui convinta del mio aspetto andai in bagno per truccarmi, ma era già occupato da mio fratello – Oh, andiamo, fammi entrare Matt, mi trucco ed esco subito! Ci metto 5 secondi!- Urlai da dietro alla porta del bagno, -No! Potevi venire prima!Ora ci sono io e ci metto quanto tempo voglio!- rispose mio fratello, stronzo come sempre.
Matt è più grande di me di un anno, ma si comportava da bambino di 5 anni; a volte, invece, sembra voler farmi da padre. Era un ragazzo sensibile, anche se non lo dava a vedere, sapeva esattamente quello che le persone volevano sentirsi dire; A scuola era sempre andato meglio di me, e si vantava del fatto che io ero la somara di casa, non che lui sia una cima in fatto di studi. Era alto, capelli castani scuri che spesso modellava in una delicata cresta, occhi verdi come l’acqua quando risplende sotto il sole… aveva qualche lentiggine qua e là sulle guance ma niente in confronto a me.
Finalmente uscì dal bagno e io potei entrare, mi truccai in fretta dato il mio ritardo e uscì svelta di casa salutando con un “a ‘stasera” mia madre e Matt.
Scesi le scale quasi di corsa e mi diressi verso la fermata del pullman. Dopo nemmeno 5 minuti dal mio arrivo vidi il pullman arrivare. Io e le mie amiche salimmo e ci accomodammo ognuna per conto suo nei sedili. Dopo circa un quarto d’ora di viaggio arrivammo davanti scuola e aspettammo il suono della campanella. Per ammazzare il tempo entrammo nel bar di fronte alla scuola e la mia amica Rebecca prese un cornetto alla Nutella e una tazza di caffè-latte alla quale rubai un sorso.
Appena ebbe finito il suo cornetto, riportò la tazza al bancone del bar e, dopo aver dato i soldi al cassiere, lo salutammo e ci incamminammo verso l’ingresso della scuola.
Salutai con un cenno della mano Rebecca ed Elen, loro frequentavano lezioni diverse rispetto alla mia, ma avevo già qualcuno con cui chiacchierare durante la noiosissima ora di scienze. Zayn. Eravamo sempre stati uniti e da quando abbiamo iniziato a seguire le stesse lezioni ancora di più. Era alto, capelli sul moro scuro, aveva orecchini in entrambe le orecchie e degli occhi beh, a dir poco stravolgenti; non erano azzurri o verdi, non erano particolari. Erano semplicemente unici. Se lo guardavi dritto negli occhi per un minuti rischiavi di perdere la concezione del tempo e di ogni emozione, ti ci immergevi e non capivi più nulla, erano davvero stupendi, di un marrone tendente al nero di quelli che non si vedono dappertutto. Era più grande di me, era stato bocciato l’anno prima e da quest’anno stavamo a tutte le ore insieme… eccetto le ore in cui lui faceva sega con i suoi amici(tra cui anche mio fratello). Zayn e Matt giocavano a football insieme dall’età di 9 anni, ora ne avevano quasi 18 ed erano sempre stati grandi amici, nonostante le litigate.
 
Era seduto sopra la ringhiera dell’ingresso della scuola ed io, da dietro, gli poggiai le mani davanti gli occhi –Indovina chi sono!- dissi fingendo la voce da uomo –Alice! Sai che non me non vincerai mai! Ti riconosco dal profumo e dalla tua pelle così delicata e… gelida, hai freddo per caso?- mi disse con tono da presuntuoso – Si, sto congelando! Entriamo, sbrigati, che tra 5 minuti dobbiamo essere in classe!- e iniziai a correre per i corridoi in cerca dell’aula di scienze. Prima del suono della seconda campanella mi sedetti all’ultima fila, Zayn si mise vicino a me e tirammo fuori i libri –L’hai fatti i compiti te?- sussurrò lui, avvicinandosi –Cazzo! Mi sono dimenticata! Ieri sono uscita con Becca e Elen e non l’ho più fatti! Te?- risposi io, sempre a voce bassa –Stupida, non c’erano compiti per oggi! Ti stavo prendendo in giro, e vedo che con te funziona sempre!- fece il suo solito sorrisetto di quando riusciva in qualcosa, e io risposi con una smorfia fingendo di essermi arrabbiata.
Alla fine della lezione ci dirigemmo verso l’aula di Fisica e poi in quella di Matematica per poi andare in palestra per fare Educazione fisica.
Alle 13.00 uscimmo da scuola e ci salutammo dandoci appuntamento per il pomeriggio, l’avevo invitato a casa mia per studiare insieme Fisica.
 
Mi incamminai verso la fermata e vidi Becca ed Elen con i loro fidanzati fermi alla fermata, aspettando il pullman, non riuscii a chiamarli per salutarli che una ventata di vento mi scompigliò tutti i capelli, non appena mi ricomposi notai che era appena passato il pullman, l’avevo perso. ‘Bene’ pensai, mentre cercavo il telefono per avvertire mia madre del mio ritardo.
-Oh mà, ho perso il pullman, prendo quello delle 13.40 perciò se volete iniziate pure a mangiare, mi farò un piatto di pasta quando arrivo.- -Vabbene, ma possibile che non c’è una volta che non perdi il pullman? Sei proprio come tuo padre!- disse la voce alterata di mia madre –Sì, mamma, me l’hai detto cento volte, ho capito. A dopo,ciao.- non le diedi il tempo di rispondere che attaccai.
Mi avviai verso il bar dove la mattina prima mi ero fermata con Becca ed Elen, ordinai un bicchiere di succo all’ananas al cameriere che sorridente mi disse – Subito signorina Alice!- Si chiamava Louis, fino a qualche anno prima veniva nella mia scuola, ma abbandonò gli studi dopo la morte dei genitori. Erano morti in un incidente, un ubriaco si era messo, stupidamente, alla guida e li aveva investiti mentre attraversavano la strada. Dalla morte dei suoi genitori vive in casa con le sorelle,  aveva raggiunto la maggiore età già da due anni circa e aveva deciso di intraprendere un ‘lavoro’ per accudire le sorelle, non volendo l’intervento dei servizi sociali. Da ragazzo spensierato, giovane e con la voglia di divertirsi nel DNA divenne un ragazzo indipendente, responsabile e affidabile. Mi portò il mio succo e appena finì di berlo lascia i soldi nel tavolino –Tieni il resto, è per il tuo eccellente servizio, Mr. Tomlinson!- urlaì, uscendo prima che lui contestò. Sapevano tutti le difficoltà che stava prontamente affrontando e nessuno si era mai tirato indietro per darle una mano, nessuno.
Uscì dal bar e corsi verso la fermata, temendo di perdere anche questa volta il pullman. Arrivò dopo nemmeno 3 minuti ed entrai con lo sguardo intento a cercare un posto libero. Lo trovai, era l’unico libero eccetto quello vicino ad un ragazzo. Era biondo, con occhi celesti, di un celeste cristallino. Non ne avevo mai visti di così belli. Ci guardammo per un secondo o due, e poi mi sedetti, davanti a lui. Avrei voluto tanto girarmi per guardare di nuovo quei suoi occhi così profondi, che rispecchiavano la vita di un adolescente che cerca di sopravvivere alle continue delusioni e sfide che ci procura la vita.
Non ebbi il coraggio di voltarmi ma a volte volgevo lo sguardo verso di lui, con la coda dell’occhio, e riuscì a vederlo dal riflesso del finestrino… stava guardando il suo I-pod cercando una canzone da ascoltare durante il viaggio, credo. Vedevo il suo dito scorrere verso il basso dello schermo e poi tornai a fissargli il viso. Non avevo notato che belle labbra avesse, erano carnose, ma  non troppo, erano sul rosso chiaro e davano l’idea di chi aveva baciato tante persone, ma nessuna di quelle era quella che l’aveva soddisfatto. Continuai a studiarlo per almeno 5 o 6 minuti, non vedendo che lui aveva alzato lo sguardo, e mi stava fissando con aria interrogativa. Mi girai di scatto, presa alla sprovvista, non avevo idea di quanto potessi essere paonazza dall’imbarazzo, ma lo sentivo, sentivo le guance andare a fuoco. Dopo circa 3 fermate lui allungò il braccio verso il mio sedile e pigiò il pulsante per la prenotazione della fermata. Sentii che si alzò e mi passò davanti diretto verso la portiera in attesa dell’apertura, per scendere. Lo guardai scendere e studiai attentamente in che zona ci trovassimo, in modo da sapere almeno il quartiere in cui abitava, ammesso che fosse diretto a casa.
Due fermate successivamente sarei dovuta scendere io, così socchiusi un attimo gli occhi per poi riaprirli e iniziare a preparami. Scesi dal pullman e andai verso casa con la testa piena di pensieri, chissà se avrei più visto quel ragazzo, chissà come si chiamava, chissà com’era la sua vita. ‘Beh, non tutto il male vien per nuocere’ pensai, mi sarei presa il cazziatone da mia madre per aver perso il pullman ma avevo visto un ragazzo bellissimo che non avrei dimenticato facilmente.











Spazio autrice.


Salve bella gente! Vi prego, siate clementi, è la mia prima ff in assoluto e non sapevo da dove iniziare, perciò ho iniziato e basta.
Grazie all'aiuto di una mia amica sono riuscita a pubblicare il capitolo, senza di lei non sarei riuscita a caricarlo.
Spero vi sia piaciuto. Recensite, datemi consigli su come migliorare o semplicemente ditemi la vostra opinione sul capitolo. Grazie e buona notte. C:
  
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