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Autore: Cicciospillo    31/01/2013    0 recensioni
Questo breve capitolo parla della mia vita. Dei miei problemi. è per sfogo, scusate.
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzi,
Ho da premettere immediatamente una cosa: i fatti che racconterò sono realmente accaduti. Ho deciso di raccontare la mia storia. Penso che questa voglia sfrenata di raccontare tutto è perché pochi sanno la mia vita in famiglia e voglio solo sfogarmi un po’. Spero che il racconto no diventi troppo una palla. Scriverò a capitoli in modo he possiate leggere un po’ alla volta (forse 2 ). Non voglio giudizi. Non siati troppo cattii nelle recensioni. (Racconto al passato che mi riesce più facile) Un bacio,
Ila
 
 CAP 1(2005-2011)
Vivevo con mia madre, Romina, e mia sorella, Anna. Avevo anche un cane, di nome Olly e lei era la mia vita. I miei genitori si separarono quando avevo appena 7 anni (ora ne ho 14). Mio padre, dopo forse qualche anno si trovò una fidanzata, Tamy, che aveva due cani: Kira e Wischy
Lasciando stare come era composta la mia famiglia dico che i primi anni dopo la separazione dei miei, ero solo con mia mamma. Penso di aver passato quasi un anno senza vedere mio padre. E mi ricordo che la prima volta dopo tutto quel tempo che lo vidi, dormì da lui e la sera dopo, che dovevo tornare dalla mia mamma, avevo fatto storie perché temevo di non rivederlo più per molto tempo.
Ovvio, penserete voi, non sarò la prima né l’ultima nella stessa situazione. Ma non ho finito.
Passarono anni, e più tempo passava più riuscivo a vedere mio papà. E con lui anche Tamy e i due cani. Stavo bene in loro compagnia. Tamy, quelle poche regolette che imponeva a me (10 anni) e mia sorella (2 anni) ce le faceva rispettare. Ci insegnava l’educazioe, anche solo a dire “grazie” o “perpiacere”, e tutti si stupivano da quanto eravamo educate. Ogni giorno uscivamo a fare lunghe passeggiate ai giardini dove liberavamo i cani e giocavamo con loro a lanciare le pigne. Tamy: la mia seconda vita.
A casa di mia madre, crescendo, io stavo sempre peggio. Parlo di 2 anni fa circa. Dovevamo sopprimere il mio cane: Olly (la mia prima vita). Verso il mese di settembre ma con un po’ di medicine resistette. Sono allergica al pelo del cane. Quindi la mia piccola stellina doveva stare chiusa in un pergolo al chiuso affacciato sul soggiorno. Aveva il cuscino, la ciotola dell’acqua e del cibo, e il pannolino a terra dove era sempre stata abituata a fare pipì. Mi faceva male vederla rinchiusa lì. Quindi quando mia mamma andava  a lavorare di bunora (cosa che non capitava molto spesso) mi alzavo anch’io alle 4 subito dopo che mia madre se n’era andata. Spostavo la cuccia del cane fuori da lì e e la mettevo sotto al divano. E mentre guardavo la tv assonnata la accarezzavo e lei mi dava i baci sulla mano.
 
(2011) (io=13 anni)
Questo è l’anno in cui  dovevamo soppriere la mia stellina. Ma , dopo un po’ di vitamine il mio cane si rianimò un po’. Poco da dire su quest’anno. Man mano che il tempo passava la situazione per me in casa peggiorava. Non sapendo troppo bene perché. A sì, racconto degli ultimi mesi di quell’anno.
Dicembre: vacanze natalizie e capodanno a Verona, città dove ormai mio papà ci vive almeno da quasi 4 anni. Io e mia sorella (lei=7 anni) ci divertimmo un mondo a casa a Verona. Adoriamo la città dove passiamo le vacanze. Quel periodo mio padre aveva un’amica con una figlia che per quel periodo vennero anche loro a verona (abitando a Pordenone). Durante questo periodo chiamavammo mamma per avere notizie su di lei e su di Olly dato che neli ultimi mesi non stava davvero troppo bene.
 A sì: all’inizio di dicembre avevamo una nuova cagnolita a casa: Meghie. Una piccola cagnetta di appena un paio di mesi. Era adorabile.
(2012)
Così il 2 gennaio l’amica di mio papà accompagnò me e mia sorella a Trieste e poi loro partirono per Pordenone (lei e sua figlia). Durante il viaggio ebbi un brutto presentimento tanto che mi misi a piangere non riuscendo proprio a spiegarmi il perché.
Arrivate a casa: apro il portone, salgo le scale, apro la porta di casa, cado per terra sulle ginocchia.
La cuccia non c’era più, neanche la ciotola e nient’altro che appartenesse alla mia stella.
Penso di non esser riuscita ancora a superarlo, a due anni di distanza sto ancora pianendo mentre srivo. Ho perso una parte di me.
Intanto la relazione con mia madre peggiorava. Anno nuovo vita peggiorata. A casa ero la sola che dava una mano. Pulivo a fondo la casa, cunivano (anche se poco o niente), mi occupavo del cane (quello nuovo), facevo da baby-sitter a mia sorella, non potevo uscire nessun pomeriggio per nessuna misera ora, anche perché, dato che dovevo andar a prendere mia sorella al doposcuola verso le quattro, a volte le cinque o le sei del pomeriggio, mi spezzava a metà quest’ultimo. Poi c’era la scuola con gli esami che mi premevano (terza media). Ero infelice. Litigavo notte e giorno con mia madre per le stronzate più inutili in sto mondo. Passavo poi il pomeriggio a farmi incisioni con il nome del mio cane sul piede inconsciamente. Uscivo spesso di nascosto con amici o mio moroso. Poi anche questo finì. Ero stata beccate un paio di volte non si sa come. E fumavo. Beccata anche in quello. Troppo sfiga mi sa. Quel poco che vedevo mio papà mi vedeva che stavo poco bene anche se io , in qualunche situaiozne (famiglia, scuola, sport e tuttoil resto) lo nascondevo perfettamente. E così svuotai il sacco. Trano per il fumo e le incisioni che adesso di loro, restano solo cictrici.
Quel giorno stesso andai con mio padre dal suo avvocato e raccontai tutto. Era stata aperta una sentenza urgente per giugno (eravamo a maggio) a fine esami per chiedere l’affidamento a mio papà. Mia mamma lo venne a sapere ovviamente e piangendo mi urlò più e più volte che ero solo una stronza, e cose varie. Intanto mi trasferì da mia nonna dove poi passai gli esami perfettamente. Cominciavo ad essere serena. Ma avevo ancora da dover parlare davanti al giudice. Ci parlai privatamente solo io e lei. Mi aveva presa abbasanza in antipatia e quello che riucì ad ottenere fu solo un misero affidamento congiunto. L‘estate la passai quasi interamente da mio papà tranne qualche settimana a T8rieste per andare al mare con il mio migliore amico Stefano. Mia madre non mi volle neanche portare in vacanza. Inizialmente pensai lo avesse fatto per dispetto ma quando gliel’aevo chiesto mi disse che a causa mia e della mia sentenza, con i soldi on cui avrebbe portato in vacanza li aveva usati per pagare il suo avvocato.
A settembre dovevo iniziare la prima superiore. Così chiesi a mio papà di fare un tentativo e tornare per un po’ da mia mamma. Due settimane durai. Un venerdì sera litigammo. Il sabato dopo, pronta per prendere il bus e andare a scuola come al solito, con me solo lo zaino, si alzò mia madre e mi chiese cosa avessi con me. Risposi che avevo solo lo zaino perché dovevo andare a scuola. Ricordo perfettamente le sue esatte parole: “dammi le chiavi. Qua non torni più. Ti verrai a prendere le tue cose quando le vorrò io”. E così dicendo me ne andai in lacrime. Avvisai mio papà mentre, facendo lipe, andavo a casa di una mia amica. Mi disse di andare nel pomeriggio da mia zia e che ci sarei rimasta qualche paio di settimane perché i miei nonni erano i vacanza. Facemmo lipe assieme (io e la mia amica) e passai da lei tutto il pomriggio. La sera mia madre, su ordine di mio papà, preparò tutta la mia roba in numerosi borsoni ce me li portò in portone perché non voleva che entrassi a casa.  Ancora adesso nega tutto. Da quando mi ha buttata fuori di casa fino all’ultima cosa.

Tornati i miei nonni andai da loro. Ricominciai a fumare e mi feci un pearcing di nascosto. Ricordo che verso dicembre era andata a casa di mia mamma per chiedere come stava dato che aveva fatto una piccola operazione e ricordai di aver lasciato in quella casa un paio di libri. Quando mi avviai verso la caeretta per riprendermeli mia madre disse semplicemente: “dove vai? Non prendendere niente, ormai qui non c’è più niente di tuo!” e così me ne andai. In silenzio.
Ora sto scrivendo, sul letto della mia nuova camera a casa della mia nonna.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ho da dire:questa è la mia storia nel prossimo e ultimo capitolo racconterò dell’ultimo episodio successo. Per il quale son ancora in punizione xD e racconterò alcune riflessioni. Se lo volete leggere potete farlo. L’ho scritto solo per sfogarmi. Mi dispiace se vi ho annoiato.
Ila
Saluto la mia stellina che ora, mi sta guardando sicuramente. E mentre la panso, piango.
  
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