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Autore: Mimiwitch    01/02/2013    5 recensioni
Dal capitolo 4:
“Quindi che farai ora?” le domandò lui, forse per sviare dall'argomento amore.
“In che senso? Per il mio amore non corrisposto? Nulla” rispose sorpresa.
“Rimarrai ad ammirarlo da lontano? Senza dirgli nulla? Senza nemmeno provarci?” la interrogò incredulo.
“Sì, sì e sì. E' mio amico e la ragazza che ha invitato è una mia cara amica, una ragazza fantastica. Sono felice per loro. Anche se remotamente avessi delle speranze non mi metterei mai tra loro!”
I due rimasero in silenzio dopo l'affermazione di Katie.
Lei si sentiva in imbarazzo.
Dire cose del genere ad alta voce, di notte, a George.
Dal capitolo 28:
“Mi dispiace, Katie” esclamò dopo, serio.
“Per cosa?”
“Per averti ridotto in questo stato. Non sono stupido!” aggiunse interrompendola, dato che lei aveva aperto bocca per controbattere.
“Mi vergogno di quello che ho fatto, ma ho dovuto” continuò imperterrito.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Katie Bell, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Il primo di Aprile si era recata davanti ai tre manici di scopa come diceva la lettera. Alle dieci in punto. Non aveva dormito tutta la notte, ma non era una cosa nuova per lei.
Si era data della stupida, aveva deciso mille volte di non andare, ma altre mille aveva cambiato idea.
Sapendo che sarebbe caduta ancora più giù nella disperazione, si era vestita con ansia e alle dieci meno un minuto si era smaterializzata.

Il familiare profilo di Hogsmeade in primavera le riempì gli occhi. L'aria era più calda, le vetrine dei negozi rilucevano sotto il sole, gli studenti in libera uscita ridacchiavano contenti. George era lì ad attenderla, davanti al familiare pub, senza notare le occhiatine ammirate delle studentesse. Seguite da ridolini.
Era bello, più bello di come lo ricordasse. I capelli accesi dal sole, il bel profilo, la presenza statuaria.
-Maledizione! Non devi essere così bello!-

La notò a pochi passi da sé. La sua bocca si aprì allarmata e stupita. Katie se l'era aspettato. Lei non diventava più bella giorno dopo giorno come lui.
George osservò il suo volto scavato, le occhiaie profonde, il suo fisico che prima era femminile e ben tornito ridotto quasi pelle e ossa.
Incredulo e spaventato le corse incontro per abbracciarla. Katie sentì risatine qua e là mentre assaporava masochisticamente quell'abbraccio. Sentì alcune chiedersi perché abbracciasse una racchia come lei.

Perché sei ridotta in questo stato?” domandò alterato, senza tanti preamboli.
-Per colpa tua. No, per colpa mia che ti amo.-

Son stata poco bene ultimamente. Ho preso la Chiropterite Magnus due settimane fa” mentì lei.

George la osservò fisso negli occhi cercando la menzogna. Sembrava non crederci, ma Katie non era stupida. Aveva scelto la malattia che rendeva le persone nello stesso stato in cui era lei. Anche se queste ultime non avevano anche il cuore spezzato, al contrario di Katie.
E perché io non ne ho saputo nulla?” chiese sempre più sospettoso.
-Perché non ti fai vivo da due mesi. Da quando abbiamo fatto l'amore!-

Ho preferito non dirlo a tua madre, tua sorella, Hermione e via dicendo per non allarmarle senza motivo. Ora sto bene” continuò a mentire.

George non ribatté, ma mentre si avviavano fianco a fianco continuò a guardarla di tanto in tanto in tralice. Forse aveva paura che un soffio di vento potesse spazzarla via.
Katie non chiese nulla del perché si fosse fatto rivedere dopo due mesi come se nulla fosse; aveva deciso che, a seconda di come sarebbe andato l'incontro e di cosa lui avesse detto, sarebbe scoppiata in recriminazioni solo alla fine. Adesso che si erano rincontrati avrebbe preteso risposte e le avrebbe avute.

George la condusse verso Hogwarts. Il castello, che non vedeva dalla battaglia, era ritornato all'antico splendore. La McGranitt, che dopo la guerra era stata nominata Preside temporanea, aveva ricostruito le parti cadute dalla violenza degli scontri e, se possibile, il castello le sembrò più bello che mai.
Forse perché era il contenitore di milioni di ricordi, dolci, amari, felici e tristi della sua adolescenza. Si perse dentro quei ricordi, sognante.

Ho chiesto al Preside il permesso per oggi. Ha risposto con uno squittio entusiasta” disse lui mentre oltrepassavano i prati e si avvicinavano al portone.
-Squittio?-
George osservò il suo viso confuso trattenendo un sorriso.

Non sai chi è adesso il Preside? Vitious!” rispose facendola sorridere.
Il piccolo, saltellate, sempre allegro Vitious, Preside. Trovò l'idea buffa, anche se pensò che fosse perfetto.

Una volta entrati dentro ritornarono silenziosi. Katie lo seguì su per le rampe di scale, sapendo già dove stessero andando. Arrivati al corridoio del settimo piano, George fece ancora qualche passo verso un angolo riparato, vicino alle finestre.

Rimase a fissare un punto per terra, respirando pesantemente. Katie lo raggiunse e gli prese la mano, tremante. Erano nel punto dove era morto Fred, entrambi ricoperti di lacrime.
Harry mi ha raccontato tutto. Che è morto ridendo, che Percy ha cercato di proteggerlo. Mentirei se dicessi che non l'ho odiato per non essere morto al posto suo, quando odiavo me stesso più di chiunque altro per essergli sopravvissuto” raccontò tranquillo nonostante le lacrime.
Non ero mai venuto qui. Io non c'ero. Ho sempre creduto che se fossi stato con lui quel giorno non sarebbe accaduto nulla. Io e lui ci portavamo fortuna a vicenda. Non so nemmeno quando e perché ci siamo separati, non l'avremmo mai fatto coscientemente.”
Katie non riusciva a trattenere i singhiozzi. Sapeva che George non aveva mai detto quelle cose a nessuno. Perché voleva dirle a Fred. Era come se si stesse scusando con lui.

Fred!” esclamò a voce alta. La sua voce echeggiò nel corridoio deserto.
Tanti auguri! E' il nostro ventiduesimo compleanno. Ti voglio bene Fred...ma io andrò oltre. Tu ti sei portato via una parte di me, io ne tengo qui una di te. Quando ci incontreremo avrò talmente tante cose da raccontarti che riderai per anni. Ho intenzione di far ridere il mondo fino a scuoterlo. Aspettami Fred, ma non troppo presto. L'attesa renderà più epico il momento!”
Katie sapeva di essere sciocca, ma le sembrò che un soffio di aria calda le avesse attraversato il cuore. La stessa sensazione che provava anni prima al sentire la risata di Fred.

Si diressero con calma verso il portone, asciugando piano le lacrime. Quello era il vero dolore, si disse Katie. Lei si stava solo auto-commiserando e distruggendo per capriccio. Il dolore che provava non era nemmeno un decimo di ciò che George aveva provato a perdere Fred, pensò dandosi della stupida.
-Andrò avanti anche io. L'ho amato per sei anni. E' ora di dimenticarlo.-
Pix il poltergeist volò pigro sopra di loro, in sala d'Ingresso. Alla vista di Katie sembrò volerle tirare uno scherzo mancino, con un ghigno perfido. Poi notò George al suo fianco e, inaspettatamente, rimase rigido in segno di saluto finché non sparirono oltre il portone.

Katie iniziò a dirigersi verso i cancelli, ma George la trattenne, tirandola invece verso la foresta.
C'è ancora un posto che voglio vedere con te, dato che siamo qui>> mormorò con la voce ancora roca dal pianto.
Katie sapeva dove volesse andare e sapeva che rivedere quel posto le avrebbe fatto male.
-Ma forse, sarà il gradino che mi permetterà di dimenticarlo.-
La capanna di Hagrid era silenziosa, ma uno sbuffo di fumo usciva dal comignolo.

Il familiare profilo del pozzo sembrò correre loro incontro felice. Katie non lo vedeva da anni, ma ricordava ogni pietra, ogni ciuffo d'erba. Sembrava che non fosse stato minimamente scalfito dalla battaglia di Hogwarts, come se si fosse auto difeso, nascondendosi agli occhi di tutti.

Alla luce del sole che filtrava tra gli alberi era diverso. La luce blu era tenue e delicata e riusciva a illuminare solo l'arco sopra di esso. Katie notò un particolare nuovo: una pianta di rose era cresciuta abbarbicata all'arco, avvolgendolo con le sue foglie verde scuro e i primi timidi boccioli bianchi.
Chiudendo il cancello alle sue spalle George lasciò andare la sua mano.

Katie si sedette sul basso sedile in pietra. Lo ricordava più grande, quanto era alta a quindici anni?
George si sedette sul suo, dall'altra parte del pozzo. Katie lo vedeva perfetto e nitido.

Si è rotto?” mormorò allarmata.
George rise.

Il pozzo funziona solo di notte. Di giorno è un pozzo normale. Credevo lo sapessi!”
No. Io non ero nemmeno certa che esistesse. Credevo fosse una leggenda” confessò Katie.
E hai comunque cercato di trovarlo? Di notte, da sola?”

Lei tirò su le spalle. Ripensandoci in quel momento si diede della stupida, ma a quindici anni era sembrata l'idea migliore di tutte.
Sono sempre più convinto che fosse destino. E' stato quello a guidare i nostri passi” sussurrò piano lui.
-Sì, destino! Destinata ad amarti senza speranza.-
Lui la guardava negli occhi.

Mi dispiace, Katie” esclamò dopo, serio.
Per cosa?”
Per averti ridotto in questo stato. Non sono stupido!” aggiunse, interrompendola dato che lei aveva aperto bocca per controbattere.
Mi vergogno di quello che ho fatto, ma ho dovuto” continuò imperterrito.
Katie si alzò in piedi.

Non voleva ascoltare, non voleva stare lì, al pozzo dove si era innamorata di George ad ascoltarlo mentre gli diceva che amarlo era stato uno sbaglio. Mentre etichettava la notte più bella della sua vita come un errore.
George si alzò di riflesso. Circumnavigando il pozzo le andò accanto e la spinse di nuovo sul sedile in pietra. Con la mano sulla spalla la teneva seduta.

"Sono sparito dopo quella notte per un milione di motivi. E anche se ti sei ridotta in questo stato a causa della mia sparizione, non me ne pento. Anche se non avresti dovuto!” sbottò fulminandola con lo sguardo.

Katie si chiese dove volesse andare a parare.
-Sii chiaro una buona volta!-
Continuava ad ascoltarlo senza interrompere, voleva proprio sentire il suo milione di buoni motivi.
-Uno è che non ti ama! AH!-

Si sedette nel sedile al suo fianco.
Quella notte, mentre tu dormivi tra le mie braccia, io son rimasto tutta la notte sveglio, a pensare. Pensai che anche se era stato bello, anche se l'avevo desiderato, era sbagliato” confessò tutto d'un fiato.
Katie trattenne le lacrime. L'aveva pensato, l'aveva immaginato, ma sentirlo dalla voce di George faceva male.

Tu eri la donna che mi aveva aiutato a ritrovare me stesso. Eri l'amica che ogni volta c'era per consolarmi, aiutarmi o spronarmi. Tu eri il mio punto fermo, ogni cosa iniziava e finiva con te. E io ti sono saltando addosso inquinando ciò che c'era.”

Voleva gridare, diventare sorda o svenire, ma non voleva continuare ad ascoltare. Era persino peggio della sparizione di lui. Faceva così male che il respiro le si bloccò in gola con dolore mentre cercava di trattenere le lacrime.
Quella notte decisi che sarei sparito, che avrei vissuto senza vederti, senza sentirti, per dimostrarmi e dimostrarti una cosa: che sono capace di vivere senza te. Che non avevo bisogno di te per continuare a vivere.”
Katie non restò seduta un minuto di più. Saltò su, picchiettando la mano che la tratteneva sulla spalla, con la bacchetta, che si ritrasse per il calore. Piangendo silenziosamente corse verso il cancello e fece per aprirlo, ma non si mosse. Gli puntò contro la bacchetta pensando una sfilza di incantesimi, ma rimase chiuso. Lo scosse con forza nella disperazione, ma quello cigolò senza aprirsi.

E' chiuso per magia” mormorò George alle sue spalle, “resterai qui a sentire tutto quello che ho da dire.”

Si abbandonò distrutta sul cancello, continuando a non guardarlo. Quello non era George, quell'uomo crudele non era affatto il suo George.
Ho continuato a vivere tranquillamente, come una persona normale. Ormai grazie a te avevo recuperato tutto di me. Ma qualcosa non andava. Tu e quella notte.” aggiunse, ignorando il fatto che lei non lo guardasse in faccia.
Le mani di Katie tremarono, strette all'inferriata del cancello. Divennero bianche, poi livide.
Che cosa pretendeva? Che sparisse dalla faccia della terra? Che chiedesse scusa? Che si obliviasse eternamente per dimenticare quella notte?

Giorno dopo giorno la mia teoria, che aveva preso corpo in me in quelle ore, trovò conferma: scoprii che potevo vivere senza di te, ma che non volevo. Perché da quel giorno al pozzo di quasi sei anni fa, ti ho amato con ogni centimetro di me” sussurrò dolce.
Katie si girò incredula ad osservarlo. George era pochi passi dietro di lei sorridente. Rimase rigida e immobile a fissarlo, il labbro tremolante trattenuto tra i denti.

Se mi ami...perché hai detto che quella notte è stata uno sbaglio?”
Lui la trasse a sé vicino al pozzo. Lei continuò ad evitare che l'abbracciasse.
-E' tutta una scusa per buttarmi giù!-

E' stata uno sbaglio. Perché non ti ho detto che ti amavo, perché sembrava che ci fossimo buttati uno nelle braccia dell'altro per disperazione, per bisogno di affetto morboso. Se quella sera ti avessi detto che ti amavo, che ti avevo sempre amato, sarebbe stato diverso. Ma avevo paura di ammetterlo. Amare ancora vuol dire pensare un giorno di perdere ancora e io avevo già perso tutto una volta.”
Katie piangeva incredula. Voleva crederci, ma sembrava troppo bello. Troppo bello per essere reale.

Ma questi due mesi senza di te son stati un tormento. Non c'è stato un minuto in cui non ti abbia pensata. In cui tu non mi sia mancata.”
Quindi quella notte...tu mi amavi?” chiese incapace di trattenersi ancora. Voleva sentire ripeterglielo altre mille volte, anche se non fosse stato vero. Aveva un suono così dolce che non le importava fosse una bugia.
George la prese tra le braccia e la trattenne mentre lei si divincolava, piccola, fragile e impaurita. Era stato un idiota a lasciare che si riducesse così.
La strinse forte al petto.

Quella notte. E tutte le notti prima di quella. Da quando hai varcato questo cancello, io non ho fatto altro che amarti. Ma tu volevi mio fratello e io soffrivo in silenzio. Il giorno del ballo eri tutta per me, ed ero felice! E volevo quel bacio! Ti ho visto crescere e maturare, prendere i tuoi G.U.F.O.! Sei tornata dall'estate più bella che mai e io non potevo averti. Pensavo che amassi ancora Fred. Chiesi ad Angelina dei consigli, ma non potevo seguirli, non riuscivo a dichiararmi. Quando mi dicesti che Fred non ti interessava più, toccai il cielo con un dito. Quella notte non chiusi nemmeno occhio. Mi dissi che avrei aspettato un po', che tu fossi certa di non trasferire i tuoi sentimenti su di me e poi mi sarei fatto avanti” iniziò a raccontare sincero.

Il rimbombo della sua voce nel petto non le suscitava risa, la teneva ipnoticamente incollata a lui.
Ma la mattina dopo vidi te e Fred in biblioteca, da soli, sospetti. Tu eri triste e lui ti consolava. Ero così arrabbiato. Che mi avessi mentito. Che l'amassi ancora. Decisi di non volerti più vedere.”
Katie si ricordò della prima riunione dell'ES, in cui lui aveva girato la faccia offeso.

No! Fred mi stava consolando perché aveva saputo da Angelina che tu eri innamorato di una sua amica. E io ero a pezzi!” sbottò al sicuro nelle sue braccia.
Quella stretta dolorosa al petto si stava sciogliendo, ma il suo naturale cinismo le diceva di non gioire ancora.

Eri tu quell'amica, ma a lei non avevo detto il nome. Non avevo confidenza con Leanne, non potevo chiederlo a lei. Anche se col senno di poi mi accorgo che forse sarebbe stato meglio. Abbiamo sprecato anni a causa di malintesi. E tutto ha molto senso ora. I tuoi incontri con Fred, il nervosismo quando ci incontravamo, il fatto che mi fissassi. Credevo mi scambiassi con Fred e mi faceva ancora più infuriare.”

Allora è per quello che ti sei arrabbiato dopo il bacio. Io non vi ho mai confusi!” si difese Katie, pensando che la cosa fosse ovvia.
Mentre ci baciavamo ero felicissimo, ma d'improvviso mi sentii morire, credendo che tu ti stessi accontentando, dato che non potevi avere Fred.”
Ti ho già dato dello stupido per quello, vero?” chiese Katie facendolo ridere, mentre si gustava la sua confessione, incredula.
Oh, sì. Il marchio della tua mano è rimasto impresso per una settimana sulla mia guancia” continuò George, mezzo arrabbiato mezzo divertito mentre lei rideva.

Poi sono scappato via da Hogwarts e credevo che sarei riuscito a dimenticarti, in qualche modo. Con la lontananza, col tempo.” La strinse più forte nel suo abbraccio, per comprovare che fosse davvero lì, tra le sue braccia.
E ci siamo rivisti dopo più di un anno dopo quel momento, alla Tana” ricordò Katie, ricambiando l'abbraccio.
Lui si irrigidì un poco.

No, in effetti. Io ti ho rivista prima” raccontò George, lasciando lei basita.Sono venuto a trovarti in ospedale, quando sei stata maledetta dalla collana.”
Katie si staccò da lui, gli occhi ormai asciutti aperti per la sorpresa.

Tu...sei venuto da me? Quando?” domandò agitata.
A marzo. Ti dissi che ti amavo mentre eri ancora incosciente e poi dopo nemmeno una settimana ti eri risvegliata, e io credevo che forse mi avessi sentito, che ti fossi svegliata per me. Invece ti trovai a baciare Daniel. Una gran bella sorpresa.”
Il suo tono di voce era alterato, iroso.

Lei capì in quel momento perché lui era andato via, quel giorno.
Io non ho nessun ricordo di quando ero in coma. Niente, sono sei mesi di vuoto per me. E in mia difesa ti posso dire che ho accettato la corte di Daniel perché, appunto, io non ti vedevo da più di un anno, e non ci eravamo lasciati in buoni rapporti. Io volevo dimenticarti” esclamò Katie tremando appena. Voleva che George capisse, che non la giudicasse male, non quando erano ad un passo dal costruire qualcosa.
Lui la osservò con sguardo cinico, pensieroso. Poi aprendosi in un sorriso tornò ad abbracciarla.

Come sei impegnativa. Guarda come mi hai fatto dannare in questi anni!”
Come abbiamo fatto a cadere in questa trappola di equivoci? E' così assurdo!” sospirò Katie stupefatta.
L'insicurezza. Eravamo entrambi molto insicuri, molto spaventati. E' facile che le cose non siano chiare se l'insicurezza ti blocca. Se io non fossi stato insicuro a causa di mio fratello ti avrei detto subito che ti amavo. Se tu non fossi stata insicura delle tue qualità saresti venuta a dirmi che mi amavi, e non avremmo perso nemmeno un minuto.”
Rimasero abbracciati a pensare a tutte le volte che avevano sofferto per un sorriso fugace dell'altro, pensando che non fosse rivolto a loro. Ai sospiri che non credevano fossero suscitati dai reciproci pensieri. Alle volte che erano stati soli, sul punto di dichiararsi e nessuno dei due l'aveva fatto.

Me lo dici ancora una volta?” sussurrò lei imbarazzata.
Ti amo, Katie. E sono convinto che non dovremmo sprecare più nemmeno un minuto.”
Vuoi dire che staremo insieme, da adesso in poi?” chiese temendo e bramando una risposta con la stessa dolorosa intensità.
Tu non mi hai detto che mi ami!” protestò lui offeso.

Katie rise tirando su piano col naso.
Ti amo, George. Da quella notte qui al pozzo.”
Lui la lasciò quel tanto che le permettesse di guardarlo. Si baciarono intensamente. Nel loro luogo preferito, nel posto dove si era innamorati e tutto era incominciato. Quando le loro labbra si staccarono lui la strinse ancora forte, incapace di lasciarla andare.

Donna di ghiaccio?”
Dimmi uomo del mistero.” Le avrebbe chiesto ancora di ballare?
Vuoi sposarmi?”

Katie spalancò gli occhi e alzò la testa incredula slogandosi nel procedimento tre o quattro nervi. Lo stomaco contratto dall'agitazione. Gli occhi azzurri di George la fissavano dolci, in attesa. Un mezzo sorriso speranzoso sulla bocca.
Ma un paio di mesi fa eri terrorizzato all'idea che Alicia si sposasse, dato che ha la tua età! E adesso ti vuoi sposare?” controbatté incredula e spaventata.
Perché sposa Baston. Qualsiasi età è sbagliata per sposare quell'idiota maniaco di Quidditch! E per farci dei figli maniaci di Quidditch!” strillò George mezzo serio, prima di scoppiare a ridere insieme a lei.

Mi vuoi sposare?” chiese ancora, fissandola intensamente, iniziando a sentirsi a disagio. Forse temeva che lei gli avrebbe risposto di no.
Katie trasse un profondo, grande respiro. Il primo vero ossigeno che avesse mai attraversato il suo corpo o il suo cuore. Sorrise estatica.

Sì che lo voglio, Uomo del mistero! Certo che lo voglio!”

Quella sera, dopo che ebbero passato il tempo insieme recuperando un po' di quello perso, che si furono confidati i mille e più tormenti che li avevano attanagliati, che ebbero riso, pianto, che si furono amati con tutto il cuore, George la portò alla Tana, alla cena per il suo compleanno.
La signora Weasley l'aveva sgridata per la sua magrezza riempiendole il piatto cento volte almeno. Ginny e Hermione l'avevano abbracciata, scioccandola un po'. Tutti l'avevano accolta come un familiare perso, che ritrovavano con gioia. Si sentì così amata che scoppiò a piangere, nella confusione generale.
Nel bel mezzo della cena George annunciò il loro matrimonio, il mese dopo. Un'esplosione di voci si levò dal tavolo gremito, incredule, felici, emozionate, miste a risate, pianti, fischi.

George e Katie si trovarono stretti in un abbraccio così grande che non erano certi di quali mani fossero di chi. La signora Weasley commossa iniziò già a fare progetti, sotto gli sguardi allarmati di tutti.
Katie rideva, tra le lacrime, la mano nella mano di George, anche lui emozionato.

Perché così presto? C'è un bimbo in arrivo?” chiese Ron secco, con pura innocenza.
Hermione lo colpì col dorso del coltello sulla mano. La signora Weasley arrossendo sputò il tè che stava bevendo con gli occhi tondi come galeoni.
La domanda seguì il silenzio più eclatante che Katie ebbe mai modo di sentire.

Gli sguardi di tutti erano su loro due. George sorrise beffardo. A Katie ricordò vagamente Fred.
Chissà. Vi diciamo solo che non possiamo più aspettare!” dichiarò alla famiglia incredula.

Scoppiò il putiferio.
Molly ormai dello stesso colore dei suoi capelli saltò su a fare la ramanzina a George, che scappò ridendo dalla cucina. Ron applaudiva il fratello, un piede sul tavolo. Hermione troppo felice si dimenticò persino di sgridare Ron. Fleur e Ginny assediarono Katie con mille domande e complimenti. Il signor Weasley in preda ad un quasi malore beveva un goccio di Whisky per festeggiare. Percy si aprì in un sorriso guardando la scena. Bill esultava per il cuginetto per suo figlio e per il fatto di diventare zio. Charlie cercava di tenersi alla larga da sua madre che lo prendeva come esempio di virtù e rettitudine. Harry, incredulo, cercava di sopravvivere alla serata.

Ore e ore dopo, quando gli animi si furono placati, dopo che Katie ebbe sgridato George, che ebbero assicurato in ogni lingua conosciuta, perfino in troll, che lei non fosse incinta, che la signora Weasley si fu ripresa dallo svenimento, finalmente si prepararono ad andare. George era felice.
-Di aver portato scompiglio sicuramente.-

La signora Weasley li salutò ancora emozionata e arrabbiata, sulla porta della Tana, sotto una notte stellata. Dopo averla abbracciata con affetto le squadrò la pancia sospettosa.
Per la centesima volta. Non sono incinta, signora Weasley” sussurrò stanca.
Ma rimedieremo stasera, nonna!” urlò George un attimo prima della smaterializzazione.
Evitò uno stivale di gomma per un soffio.
Katie dormì tra le braccia di George quella notte, felice, tranquilla, amata.
Sicura per la prima volta in vita sua.



Note:

Eccoci qui, da quando aspettavamo questo momento? Finalmente stanno assieme, ho richiesto cori di voci angeliche e di alleluja!
Alla fine sappiamo anche cosa George ha pensato nel corso degli anni e il motivo di molti comportamenti assurdi. Che dite, lo perdoniamo?
Domani c'è l'ultimo capitolo, vado a prepararmi psicologicamente!
Vi mando un abbraccio
Mimì


  
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