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Autore: Olivia Spich    01/02/2013    0 recensioni
Elena è stata tradita. Il giorno della consegna dei diplomi sarà costretta a fare i conti con il suo passato, che incombe ancora nella sua vita. Ma sebbene si aspetti una giornata particolarmente movimentata, non sa ancora che in verità l'attende qualcosa di molto più grande di lei.
Dal secondo capitolo:
"Mi girai di scatto e la mia mano sinistra si lanciò in aria. Colpii la guancia di Matteo con un unico schiocco che rimbombò nella sala e mi dispiacque solo per il dolore che sentii io. E non parlo della mano."
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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IL TEMPO CHE RESTA



Chiusi gli occhi. Non volevo vedere.
Ero terrorizzata tanto quanto lo ero nel guardare un film horror. Ma esserne la protagonista era decisamente più raccapricciante.
Non avevo riconosciuto quella voce. E non volevo farlo.
Forse avrei dovuto dar retta al mio istinto, continuando a correre in direzione del parcheggio.
Ma la pioggia batteva troppo forte e ormai non potevo evitarla.
Il mio vestito era bagnato. Lo sentivo incollato al mio corpo e pensavo che in fondo non mi dispiaceva. Non era quella la cosa sgradevole.
Sentivo i passi leggeri di qualcuno che camminava sul fango.
Matteo?
Dario?
Alessandro?
...Giulia?

-"Non andare via! Ti prego, Elena, rimani qui. Con me."

Allora aprii gli occhi e mi voltai.



Circa tre anni prima, in un giorno piovoso come quello, mi vestivo in occasione di un funerale.
Non volevo affrontarlo, ma mi sembrava giusto nei confronti della persona che stava subendo più di tutti quella tragedia.
Raccolsi in giro il mio coraggio ed entrai nel cimitero.
Molte persone stavano salutando quella che era stata per loro un'amica, una collega. Una moglie. Una madre.
In piedi, in prima fila davanti alla lapide, c'era un mio amico. Un mio compagno di classe. Meglio, di banco.
Mi avvicinai a lui e restammo lì in silenzio, per ore.
La folla diminuiva, i fiori aumentavano e la disperazione lasciava il posto alla rassegnazione.
Quel giorno il mio compagno, Matteo, mi prese la mano e mi disse quelle stesse parole: "Elena non andare via. Rimani qui con me, non mi lasciare."
Volevo piangere, lo ricordo bene.
Volevo farlo al suo posto, anche se non potevo capire quello che lui stava provando in quel momento.
Avrei voluto che si sfogasse, ma solo tempo dopo capii che lo aveva già fatto chiedendomi di non lasciarlo solo.
Da quel momento in poi rimasi al suo fianco.
Prima di dichiararci a vicenda ero la sua migliore amica e la sua confidente.
Passavo spesso da casa sua quando uscivamo, per avere l'occasione di salutare suo padre, che mi diceva sempre che portavo l'allegria.
E sua madre, cosa direbbe oggi se fosse in vita?



Iniziai a piangere nell'istante in cui Matteo disse quelle parole.
Corse verso di me e mi abbracciò forte. Mi mancò il respiro.
Non era giusto.
Quanto tempo ci aveva messo il ragazzo che conoscevo a farsi vedere di nuovo! E ora era in piedi davanti a me.
Riconoscevo i suoi occhi espressivi, color nocciola, bagnati non solo dalla pioggia. Bagnati come i vestiti che entrambi portavamo, come l'anima, che sembrava lavarsi dopo un lungo periodo infangato.
Sembravamo esserci solo noi due lì, insieme, a conoscerci di nuovo.
Come se non ci fossimo mai guardati bene prima, o come se ci fossimo dimenticati i nostri sguardi, restammo lì a fissarci a vicenda.
Mi abbracciò ancora, ed era una sensazione controversa. Temevo di essere giudicata da me stessa. Che cosa sciocca. Ma non potevo negare fosse piacevole e affatto remota la sua presenza. Mi sembrava una cosa naturale sentire il calore del suo corpo che riscaldava il mio.
Così compresi che nonostante io pensassi fosse cambiato, in verità lui non se ne era mai andato.
Era diverso, ma sempre lo stesso. Era sempre vicino a me.
La pioggia continuava a cadere, ma adesso non mi dava più fastidio.
Mi fissò ancora un attimo, prima di chiudere gli occhi e di avvicinarsi a me.
Tremavo. Ma non era più paura. Era la voglia di assaporare le sue labbra morbide che non erano mie da mesi.
Chiusi anche io gli occhi ed il resto fu una dolce melodia.
Mi sentivo protetta e piccola tra le sue braccia. Mi sentivo a casa.
Ce ne andammo via insieme, con i vestiti fradici e il sorriso sulle labbra per esserci riscoperti.

Da quel giorno in poi, sulle prime, dovetti fare i conti con ciò che era successo.
Giulia e Dario erano un ricordo raccapricciante.
Ma come la mettiamo con Matteo? Forse poteva giustificarlo solo la paura che aveva di perdere anche suo padre, oltre sua madre.
In seguito, provando a ricominciare la nostra relazione da dove era stata lasciata, ci promettemmo che non sarebbe mai più successa una cosa del genere. Iniziavamo ad essere grandi, e dovevamo dialogare tra noi, dovevamo appoggiarci l'uno a l'altra.
E soprattutto, non avremmo dovuto mai mentire. Perchè capimmo che le conseguenze dell'omertà sarebbero state maggiori della paura che avremmo provato nel dire la verità.
Ancora oggi, nel vedere in Matteo le stesse premure che aveva per me da ragazzino, mi fa scuotere l'anima.
Oggi ho trovato una vecchia lettera, risalente a qualche mese dopo la cerimonia del diploma, che avevo ricevuto da Dario.

"Ciao Elena,
Scusa se invece di chiamarti ti scrivo una lettera, ma non riuscirei a dirti queste cose sapendo che mi stai ascoltando.
Principalmente ti scrivo per dirti che mi dispiace.
Quando mi hai detto che sapevi quel che era successo tra me e Matteo e mi hai chiesto spiegazioni io non ho saputo rispondere. Da vigliacco sono scappato via, senza dirti il perchè.
Perchè mi sono comportato così, perchè ho scelto proprio te. E perchè ho rischiato di rendere due persone infelici solo perchè mi andava così.
Ho trovato la risposta pensando a cosa mi disse Matteo il giorno della cerimonia del nostro diploma. Aveva ragione lui. Io non so cosa voglia dire amare. Non l’ho mai saputo. Ho sempre creduto che un giorno, quando mi si sarebbe presentato, avrei saputo riconoscere l’amore. Ma la verità è che l’amore io l’ho perso e non lo ritroverò. Quell'amore che ho buttato via, ingannandoti senza capire che stavo facendoti del male anzichè amarti come avrei voluto. Perdonami.
In questi giorni, dopo aver fatto un colloquio con un'importante azienda di informatica, mi hanno offerto un lavoro all'estero, così ho deciso di partire. Spero di poterti rivedere un giorno, con lo stesso sorriso che hai quando sei serena. E forse, accanto a Matteo, saprai ritrovarlo.
Un bacio.
Dario"

Non l'ho mai più rivisto.
Però le sue parole continuano ad echeggiare nella mia testa.
Matteo, quando l'ha vista, se l'è rigirata tra le mani e mi ha detto:

-"Sono tempi lontani, ma ci hanno segnato per sempre. E forse è stato un bene."

Ha ragione, non c'è altro da aggiungere. Ci amiamo come se non ci fossimo mai perduti.
Oggi, ripensando al giorno in cui lui mi baciò sotto la pioggia, chiedendomi di non andare via, mi pongo una domanda: era giusto ricominciare dopo quel che era successo? Era giusto dargli una possibilità? Rischiare di farmi male per lui?
Credo che
se quel giorno me lo fossi domandato, oggi io e Matteo non saremmo sposati, e non avremmo dei figli. E mi sarei persa questa vita meravigliosa.
Perchè solo col tempo mi sarei resa conto che nel prendere le nostre decisioni è giusto fare quel che ci si sente, e non ciò che è giusto per gli altri.
E noi lo abbiamo capito insieme.
Da adesso in poi non avremo altro da fare che vivere il tempo che resta nel migliore dei modi, ripensando alla luce e alle ombre del nostro rapporto.
Che in fondo, sono ciò che ci hanno fatto diventare oggi.


Salve a tutti, viandanti!
Sono arrivata in fondo a questa esperienza, contenta comunque di averla provata.
Per rispetto di Elena e Matteo non ho vi ho salutato nel 5 e 6 capitolo.
Non mi sembrava il caso di ficcare il nasino in un momento così delicato.
Adesso che siete giunti fin qui, avrete compreso il perchè della prefazione iniziale,
presente nel primo capitolo.
Spero solo non siate rimasti delusi, magari credendo di aspettarvi
fosse Elena a farsi quella sorta di "paranoia". Sorpresa :)
Grazie a chi si è preso del tempo per leggere, e recensire.
Mi sento onorata! Un abbraccio forte a tutti quanti!
_Unbreakable Grace_

  
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