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Autore: MidnightChaos    01/02/2013    24 recensioni
E' la storia di una promessa.
Una promessa che dura nel tempo. Oltre la morte.
“Io ti aspetterò tutte le sere, alle 21, nel nostro posto” mi aveva detto.
*
Una OS sulla scia triste di "Te lo puoi immaginare un amore così?"
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima che iniziate a leggere, posso consigliarvi di ascoltare questa canzone durante la lettura? ---> http://www.youtube.com/watch?v=YrLk4vdY28Q





“Io ti aspetterò tutte le sere, alle 21, nel nostro posto” mi aveva detto.
Nicole era una che manteneva le promesse, se diceva una cosa potevi stare sicuro che poi l’avrebbe fatta. E come le sere precedenti, anche quella sera si trovava in quel parco, ad aspettarmi.
Il parco nel quale ci scambiammo il nostro primo bacio, proprio tra quelle vecchie altalene e le giostre arrugginite e cigolanti.
Voleva farsi perdonare.
Voleva farsi perdonare per una sciocchezza che le avevo perdonato fin da subito.
La parola  “Perdonami” non era ancora uscita dalla sua bocca che io l’avevo già perdonata.
Tuttavia avevo continuato a tenerle il broncio e a non parlare per orgoglio ed egoismo, volevo fargliela pagare, forse, per farle capire che anche io avevo un cuore e non poteva giocarci a suo piacimento.
Così mi scrisse un messaggio, nel quale diceva che mi avrebbe aspettato tute le sere alla stessa ora nel nostro parco e avrebbe aspettato finchè io non l’avessi raggiunta, finchè non avessi deciso di perdonarla.
Era da una settimana che non le parlavo ed era una settimana che mi aspettava tute le notti in quel parco. Quella sera decisi di raggiungerla nel nostro posto, ma quando vi arrivai lei non c’era.
Mi sentii ferito,preso in giro, tradito, deluso. Inizia a pensare che fosse tutta una messa in scena la sua, non ci teneva davvero a me, non mi amava contrariamente a quanto affermava.
Rimasi sveglio tutta la notte a pensare a lei, i miei pensieri erano offuscati dall’odio e dalla rabbia, saltai anche la scuola, la mattina seguente, pur di non vederla.
 
Qualche ora dopo il mio risveglio mi arrivò una telefonata. Forse la più brutta della mia vita.
Mi chiamarono per dirmi che Nicole era morta quella notte.
Il motivo?
Era stata investita da una macchina mentre veniva al parco.
La mia Nicole.
Era morta solo perché io ero stato uno stupido. Era morta per causa mia. Se io non l’avessi spinta ad andare in quel maledetto parco tutte le maledettissime sere, lei ora sarebbe stata ancora viva.
Tutta la rabbia e l’odio che mi divoravano svanirono lasciando il posto alla disperazione e alla tristezza.
Scoppiai a piangere ancora prima di aver riattaccato il telefono. Appoggiai le spalle alla parete più vicina e mi lasciai scivolare per terra, coprendomi il viso con le mani.
Non mangiai per giorni e non dormii.
Smisi di vivere.
Il giorno del funerale sembravo un fantasma.
Ero diventato l’ombra di me stesso, con le guance incavate e profonde occhiaie scure.
Al funerale non piansi.
Le avevo terminate, le lacrime.
Avevo perso la ragazza che amavo, una parte di me, la mia migliore amica, e mi sentivo tremendamente in colpa.
Avevo sprecato la sua ultima settimana di vita ignorandola ed evitandola quando invece sarei dovuto stare accanto a lei giorno e notte.
Vedevo i suoi lunghi capelli scuri in ogni ragazza, i suoi occhi in quelli di centinai di persone, la sua risata nella genuina risata dei bambini e la sua voce nel vento che soffiava tra gli alberi.
Mi mancava da morire.
Mi mancava come l’aria che respiravo.
Avrei preferito essere morto io al posto suo.
Avevo un costante peso allo stomaco, un costante groppo in gola.
Avevo perso la mia voglia di vivere, niente aveva più un senso senza di lei…
Aveva lasciato il vuoto dove prima si trovava il cuore.
Passavo le notti a fissare fuori dalla finestra e le poche volte che cadevo addormentato ritrovavo Nicole nei miei sogni. La sognavo in continuazione.
E mi faceva male.
Mi faceva male svegliarmi e scoprire che era stato tutto un sogno.
Il mio incubo era diventato la realtà, una vita senza di lei.
Passavo le giornate a fissare le sue foto.
Foto in cui eravamo insieme, istantanee di momenti felici.
E chiamavo centinai di volte il suo cellulare, ormai inutilizzato, solo per sentire la sua voce nella segreteria telefonica.
 
 
Una sera, qualche mese dopo, mi ritrovai a camminare vicino al parco. Era dalla sera in cui era morta che non ci passavo.
Trascinato da nostalgici ricordi, entrai nel parco e mi sedetti su un’altalena, proprio accanto a quello che era stato il nostro posto.
Guardai l’orologio. Le 20: 57.
Che ironia.
Rimasi a dondolarmi su quell’altalena come un coglione pieno di speranze. Come se lei fosse potuta apparire dal nulla e dirmi che si era trattato tutto di uno scherzo, uno scherzo di cattivo gusto.
Purtroppo questo non era uno scherzo, lei era morta ed io ero solo.
Mi strinsi di più nel cappotto per il vento gelido che aveva iniziato a torturarmi il collo.
-Harry, ce ne hai messo di tempo.
A quelle parole mi pietrificai e smisi immediatamente di dondolarmi.
Non poteva essere la sua voce, era impossibile.
Doveva essere stato solo uno stupido scherzo della mia immaginazione dovuto alla troppa voglia di rivederla.
Ripresi a dondolarmi lentamente, un po’più rilassato.
-Ti aspettavo, Harry.
Mi paralizzai nuovamente.
Stavolta ero sicuro di avere davvero sentito la sua voce.
Mi voltai e vidi Nicole, appoggiata ad un albero a due metri da me.
Era impossibile…lei era morta.
Sbattei più volte le palpebre per verificare che non si trattasse di un sogno ma tutte le volte che riaprivo gli occhi c’era sempre lei davanti a me.
-Ma che stai facendo? – mi chiese ridendo.
Continuavo a fissarla, ad occhi e bocca spalancati, incredulo.
Non poteva essere reale” continuavo a ripetere nella mia mente.
Ma lei era lì, proprio davanti a me, e mi sorrideva.
I suoi capelli neri erano scompigliati dal vento e i suoi occhi azzurri erano piantati nei miei.
Non volevo fidarmi dei miei occhi e delle mie orecchie, ma quando una folata di vento trasportò il suo profumo di fragola fino a me non potei che convincermi che tutto ciò fosse vero.
Le corsi incontro, mi inginocchiai davanti a lei e la abbracciai all’altezza dei fianchi per poi appoggiare il mio volto sulla sua pancia.
Potevo sentire il suo corpo, stretto tra le mie braccia. Un corpo fatto di ossa, di sangue e di carne.
Lei esisteva, davvero.
Ed era rimasta qua ad aspettarmi tutte le sere, proprio come aveva promesso.
Nonostante fossi convinto di aver finito tutte le lacrime, iniziai a piangere come un bambino quando iniziò ad accarezzarmi i riccioli.
-Nicole…Nicole – continuavo a chiamarla, terrorizzato dall'idea che potesse dissolversi tra le mie braccia.
Non riuscivo a capacitarmi che lei fosse qui.
Ma non me ne importava.
Lei era qui per me.
Questo contava, solo questo.
 
 
La mattina dopo mi risvegliai cadendo con un tonfo dal letto.
Non mi ricordavo di essere ritornato a casa e di essere andato a letto ed ero sempre vestito come il giorno prima.
L’unica cosa che ricordavo era lei appoggiata all’albero.
Gli occhi mi diventarono lucidi quando si fece largo nella mia mente l’idea che poteva essersi trattato solo di un sogno, come quelli che facevo ormai da mesi.
Eppure la sensazione delle sue mani nei miei capelli mi era sembrata così reale…come il suo profumo e il suo corpo e la sua voce.
Tornai al parco e lì rimasi fino a sera.
Ero rimasto tutto il pomeriggio seduto su quell’altalena.
Mi dondolavo con i piedi ogni tanto finchè due mani non mi si posarono sugli occhi, non permettendomi più di vedere.
-Chi sono? – mi chiese una voce familiare.
Scoppiai a piangere con ancora le sue mani sugli occhi.
Era incredibile come il mio corpo riuscisse ancora ad espellere lacrime.
Non me lo era sognato, lei era reale.
Mi liberò gli occhi dalle sue mani e mi si posizionò davanti, piegata sulle ginocchia. Mi appoggiò le mani ai lati del viso e mi asciugò le lacrime che mi cadevano copiose con i pollici.
I suoi occhi azzurri, accesi di vita, piantati nei miei, mi rivolgevano uno sguardo dolce.
-Perché piangi Harry? – mi chiese preoccupata.
-Perché tu sei qui…
-Ma certo, te lo avevo promesso, ricordi?
Era vero, lei manteneva le promesse.
 
La raggiunsi al parco anche la sera dopo.
E la sera dopo ancora. E quella successiva.
Avevo ripreso a mangiare e a dormire.
Avevo ripreso a vivere, sicuro che la sera avrei rivisto la mia Nicole.
Un giorno, parecchi mesi dopo, incontrai una ragazza.
La incontrai anche i giorni seguenti, era un paese piccolo, era facile che accadesse.
Mi piaceva, era facile parlare con lei, era dolce e spontanea, ma io avevo la mia Nicole.
Un giorno mi chiese di uscire ma rifiutai educatamente con una scusa qualunque.
Mi piaceva davvero quella ragazza, ma non volevo abbandonare Nicole.
-Senti,posso capire il dolore che provi ma devi andare avanti Harry e…- iniziò, ma io la interruppi subito. Mi alzai sbattendo la sedia contro il tavolo al quale eravamo seduti per poi andarmene.
Non volevo sentire cosa aveva da dire.
A me veniva a parlare di dolore?
A me, che volevo sprofondare nel terreno, essere inghiottito, per raggiungerla sotto terra?
 
 
- Oggi una ragazza ti ha chiesto di uscire… - mi disse Nicole.
Mi avvicinai a lei e le lasciai un delicato bacio sulle labbra.
-Sei forse gelosa?- la presi in giro.
Pensavo che un sorriso sarebbe nato sul suo viso, ma non fu così, continuava a guardarmi seria.
-Perché le hai detto di no? – mi chiese sorprendendomi.
Che significava? Cosa stava cercando di dirmi?
-Che vuoi dire? Io ho te – le risposi deciso, non distogliendo lo sguardo dal suo.
-Harry…io non sarò qui per sempre, lo sai…io non sono reale e…
-Tu sei reale per me Nicole – la interruppi brusco.
Tutta l’euforia che provavo prima andò scemando.
Cosa stava cercando di dirmi?
Rimase in silenzio guardandomi con espressione triste.
Era come se mi avessero lanciato un enorme masso dritto nello stomaco.
-Harry…io darei tutto per farmi vedere da te, farti vedere come sarei diventata. Ma non si può vedere l'impossibile.
Era come se una miriade di aghi mi trafiggessero il cuore.
Sapevo perfettamente che aveva ragione, ma non volevo lasciarla andare.
Non potevo.
 
 
 
-Perché sei ancora qui Nicole? – le chiesi improvvisamente
Lei non mi rispose, continuava semplicemente a scrutare la mia espressione.
-Cosa hai lasciato in sospeso?-  insistetti.
Fece un respiro profondo prima di rispondere.
-Io non ho lasciato niente in sospeso, Harry, io sono qui per te, sei tu che non vuoi lasciarmi andare, ma ad un certo punto dovrai farlo.
Iniziai a tremare.
Dei brividi mi attraversavano dalla testa ai piedi e le gambe mi si fecero molli.
Mi inginocchiai sull’erba, continuando a fissare i suoi splendidi occhi.
Ero come ipnotizzato,in trance.
-Più stai nel mio mondo, meno puoi stare nel tuo. Tu non sei morto in quell’incidente Harry.
-Invece si! – sbottai tra le lacrime – la mia vita è finita con te.
Lei continuava a guardarmi, sembrava un angelo.
-Soffro ogni giorno come il giorno in cui sei morta- sussurrai.
Sembrava quasi una preghiera la mia.
Soffrivo. Anche se apparentemente sembrava che stessi meglio, non significava che non fossi divorato dal dolore.
Era diventato come una bestia che mi mordeva le ossa, qualcosa di costante come una sega che mi segava in due.
- Soffri perché sei vivo, Harry – mi bisbigliò all’orecchio.
Si era avvicinata a me senza che me ne accorgessi e ora mi stringeva tra le braccia accarezzandomi i capelli.
- Non puoi mettere la vita in attesa, Harry. La vita non aspetta nessuno.
Lo sapevo benissimo questo.
Solo Dio sapeva quanto avrei voluto riuscire ad andare avanti.
Ma non ci riuscivo.
Avevo una dannato bisogno di lei.
-Prometti che domani ti ritroverò qui- le sussurrai stringendola forte a me.
-Come sempre…
-Promettimelo! – le ordinai.
-Te lo prometto- mi assecondò sorridendo.
Poi mi diede un bacio. Non di quelli dolci.
Era passionale, dato con foga.
Potevo percepire il desiderio, la voglia di tenermi con sé.
Fu il bacio più bello e dannato della mia vita.
Ci baciammo come se non ci fosse un domani.
E un domani non ci fu.
Quella fu l’unica promessa che la mia Nicole non mantenne.
Quella sera fu l’ultima volta che la vidi.
Non la trovai più nel nostro posto ad aspettarmi.



 
 




 

Hola!
Eccomi qui a rompere di nuovo xD
E’ la prima One-Shot che scrivo, siate clementi T.T
Premetto che non era nata come storia,
era nata come sfogo personale,
inizialmente non avevo intenzione di pubblicarla.
Ma che devo fare? Ho riscoperto in me una vena tragica xD
E stavo pensando…
Faccio sempre morire le ragazze di Harry!
Che sia un messaggio inconscio, nemmeno troppo, del mio cervello malato?
Chissà! xD
E a proposito di Harry…
Oggi è il suo compleanno *-*
Happy B-Day  piccolo riccio! (Come se lui potesse leggere qua…Puà!)
Ho aspettato oggi per pubblicare la storia,
come regalo di compleanno per Harry, anche se
non so quanto gradirebbe una storia drammatica con lui come protagonista xD
Tornando a noi…
Che ne pensate di questa OS?
Mi farebbe davvero davvero piacere saperlo, so…
lasciatemi una recensione se vi va!
Ve ne sarei grata C:
Ah, l'idea mi è venuta dopo aver visto il film "Segui il tuo cuore".
Lo consiglio, ma con un pacchetto di fazzoletti a portata di mano xD
Se a qualcuno con una vena tragica come la mia interessano
questo genere di storie, ho qualche altra ff e OS in cantiere dello stesso genere… u_U
Vi lascio Twitter: @LoivissaSvitkon
E Ask : MidnightChaos
Ringrazio
MissSaade per il banner! <3
Mi dileguo prima che lo spazio autrice superi la storia xD
Beso :*

  
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