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Autore: Ili91    01/02/2013    3 recensioni
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Arthur scopre il segreto di Merlin; la sua reazione a riguardo. Nel frattempo, Gwen è ancora manovrata da Morgana, che trama nell'ombra per conquistare Camelot e Merlin è del tutto intenzionato ad impedirlo.
Tratto dal primo capitolo:
Quando Arthur vide gli occhi di Merlin illuminarsi magicamente – no, improvvisamente -, la prima cosa a cui pensò era che la vista doveva avergli giocato un brutto scherzo.
Lo conosceva da sempre, non poteva avergli nascosto una cosa simile per così tanto tempo.
[...]
«Arthur, posso spiegare...» fece Merlin avvicinandosi a lui, che evidentemente non voleva rassegnarsi all'allontanamento dal proprio re. Posò le mani sul collo del cavallo come per fermarlo e alzò lo sguardo verso di lui.
«Ci sono delle buone ragioni, se...»
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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A Matter of Trust - 5° capitolo
A Matter of Trust
V

«Buongiorno, sire!» disse una voce, scostando le tende e facendo entrare la luce del giorno.
Arthur emise un mugolio irritato e si girò dall'altra parte.
«Il vostro bagno è pronto e subito dopo vi porterò la vostra colazione» riprese la voce, che Arthur riconobbe essere quella di William. Per un attimo considerò l'idea di soffocarsi con un cuscino.
Alla fine, decise semplicemente d'ignorare i richiami e le chiacchiere del servo e rimettersi a dormire.
«Sapeste quante cose sono successe, stanotte, sire... non sono riuscito a dormire neppure un attimo con tutti questi avvenimenti...»
Improvvisamente, Arthur rammentò cosa fosse successo prima che il sonno lo catturasse e si addormentasse profondamente. «L'assedio!» esclamò, tirandosi su a sedere e lottando con le lenzuola.
«Che cosa è accaduto? Com'è la situazione?»
«Sire, state tranquillo. L'assedio era un trucco e tutti stanno bene.»
Un trucco? Arthur non riuscì a capire che cosa William intendesse. Stava per chiedergli spiegazioni, ma prima che potesse farlo, il servo riprese a parlare: «Beh... tranne il vostro ex servitore – come si chiama? Ah, ecco... Merlin -, lui non sta molto bene, è stato ferito.»
«Ferito?» ripeté Arthur con tono preoccupato. Si alzò in fretta e ignorò qualsiasi cosa che non fosse qualche capo che potesse indossare.
Che cosa ci faceva Merlin a Camelot?, si chiese, mentre raccattava gli stivali e ne infilava un paio saltellando su un piede solo. «Dov'è, ora?» chiese a William, che lo osservò un po' deluso visto che stava completamente ignorando la tinozza e la colazione.
«Da Gaius. Vedete, ieri sera...» iniziò William, ma parlò al vento: Arthur era già corso fuori dalla stanza.
***
Arthur si sentiva così stupido!
Non avrebbe dovuto essere così preoccupato per la salute di Merlin, ma non riusciva ad impedirselo.
Continuava ad essere furioso per tutte le bugie, tutto quello che gli aveva nascosto per anni – e naturalmente c'entrava anche che fosse uno stregone -, ma sentiva una morsa al pensiero che fosse ferito.
Sapeva che Merlin era uno stregone – ormai si era ripetuto quella frase fino allo sfinimento -, non poteva – voleva – credere che una qualsiasi ferita lui non potesse curarsela da solo, con i suoi poteri.
Eppure, l'aveva visto accadere.
A volte aveva dovuto vedere Merlin distrutto, mentre non si rassegnava al fatto che non c'era nulla che potesse fare.
Allora gli era sembrata semplice tristezza davanti alla perdita di una persona cara – la stessa che provava anche lui -, ma ora vi leggeva dell'altro: la consapevolezza di avere un grande potere, ma di non essere comunque abbastanza.
Com'era stato cieco! Non riusciva a credere di non essere riuscito a vedere la verità che era proprio davanti ai suoi occhi.
Se Merlin fosse morto, Arthur non sapeva come avrebbe reagito e non aveva nessuna intenzione di scoprirlo.
Arrivò davanti alla porta di Gaius ed entrò senza bussare, non era il momento di preoccuparsi di simili quisquilie.
«Gaius, dov'è Merlin?» chiese, attraversando la stanza a grandi passi.
La risposta non fu necessaria: Arthur notò immediatamente il lettino su cui era steso Merlin e Gaius che lo curava.
«Sire...» mormorò Gaius, distogliendo l'attenzione da ciò che stava facendo e concentrandosi su Arthur.
«Come sta?»
Gaius si alzò in piedi e Arthur si portò al suo fianco.
Merlin era incosciente e pallido, ma non sembrava che avesse la febbre, perlomeno.
Il petto era scoperto e uno spesso bendaggio era stato avvolto attorno alla sua vita.
La ferita era coperta dalla fasciatura, ma lui poté vedere che si trovava sul lato sinistro del corpo a causa di piccole macchie di sangue traspirate dalla benda.
«Si riprenderà. La ferita era profonda e ha perso molto sangue, ma di per sé non è grave.»
«Bene, voglio essere avvertito quando si sarà ripreso abbastanza da poter parlare.»
Gaius annuì. «Certo, sire.»
Arthur avrebbe voluto chiedere all'altro cosa fosse accaduto mentre dormiva, non era ancora riuscito ad ottenere una risposta, ma si trattenne; non voleva distogliere l'attenzione di Gaius dalle cure che doveva prestare a Merlin.
Sarebbero stati i cavalieri a metterlo al corrente degli ultimi avvenimenti.
«A più tardi» concluse Arthur e lasciò la stanza.
***
«L'esercito era opera di stregoneria, sire. Non era reale ed era solo un'illusione» spiegò Leon con tono calmo e pacato.
Arthur era seduto sul trono con Guinevere al suo fianco e stava ascoltando la versione dei fatti dei suoi cavalieri direttamente dalla loro bocca.
«Quando ci siamo resi conto di come stavano le cose, siamo venuti immediatamente a controllare le vostre condizioni. Abbiamo trovato i due briganti che avevamo catturato svenuti e...»
«Come hanno fatto a fuggire?» chiese Arthur, adirato.
«Qualcuno ha procurato loro una chiave della cella, sire. A causa del diversivo dell'esercito, c'era poca sorveglianza e non hanno avuto problemi ad introdursi nella vostra camera» spiegò Leon, spostando il peso da un piede all'altro con fare nervoso. Era comprensibile, erano stati parecchio negligenti.
«E Merlin?»
«Lo abbiamo trovato ferito...» Leon si fermò e sembrò soppesare le parole prima di continuare.
Arthur si chiese che diavolo prendesse al suo cavaliere.
«...Vicino a voi. Noi pensiamo vi abbia protetto, sire.»
Lui si sentì imbarazzato. Sembrava proprio che dovesse la vita a Merlin sempre più spesso.
«Come...» Si schiarì la voce. «Come è riuscito Merlin a tornare a Camelot?» Si rese conto subito che era una domanda inutile, sapeva bene come avesse potuto fare.
I cavalieri, al contrario, non avevano ancora idea della verità, quindi non sapevano come rispondere. Tutt'ora si chiedevano i motivi che avevano spinto Arthur ad esiliare il suo servo.
«E perché tornare, sapendo che non era più il benvenuto?» Aveva posto la domanda ad alta voce, ma era più qualcosa che riguardava se stesso. Se fosse stato scoperto, Merlin sarebbe stato condannato a morte, era stato lui stesso a dirglielo.
Con fare irriverente, Gwaine mosse un passo avanti rispetto agli altri cavalieri, che erano in fila uno di fianco all'altro, e inarcò un sopracciglio. «Ve lo state chiedendo davvero, sire? Merlin tiene tantissimo a voi – e a Camelot -, non potrebbe mai starvi lontano con Morgana ancora in giro a minacciare voi e il regno.»
A giudicare dalla quantità di persona che annuirono alle parole di Gwaine, dovevano essere tutti d'accordo.
«Sire, ora Merlin, date le sue condizioni, è stato portato da Gaius per ricevere le cure necessarie, ma poi come pensate di comportarvi con lui?»
Arthur sapeva bene cosa aveva detto avrebbe fatto se avesse rivisto Merlin, ma, semplicemente, non voleva.
«Parlerò con lui, poi deciderò il da farsi.»
Chiuso l'argomento Merlin, Arthur venne messo al corrente che i due briganti eano stati rinchiusi di nuovo in prigione, non avevano nessuna intenzione di confessare chi li aveva aiutati e sarebbero stati giustiziati a breve, per l'attentato al re.
In seguito a questo, la riunione giunse al termine e le persone si dispersero.
«Arthur?»
Lui si girò verso Guinevere, che aveva lasciato il trono per avvicinarsi a lui.
«Sì?»
«Come sta Merlin? Sei passato a trovarlo, non è vero?»
Arthur la fissò un po' confuso. Erano diverse ore che Merlin era stato ritrovato, Guinevere non era ancora andata a trovarlo o non si era informata sulla sua salute? Erano amici da anni, non era da lei, si disse, e di nuovo si pentì, per essersi lasciato prendere un'altra volta dai dubbi. Stava sviluppando sempre più spesso una malafede nei confronti degli altri. «Non sei ancora andata a trovarlo?» chiese, dando voce ai suoi pensieri.
Guinevere boccheggiò e spalancò ancora di più le palpebre. «Io... io non ho avuto tempo, avevo altre cose di cui occuparmi. Pensavo di passare da Gaius più tardi.»
Arthur annuì, sovrappensiero. «Comunque... ha perso molto sangue, ma la ferita non si è infettata, dovrebbe riprendersi in fretta.»
Guinevere sorrise. «Bene, è una buona notizia.» Ci fu una pausa, poi aggiunse: «Cosa farai, con lui?»
Arthur piegò la testa in avanti e si passò le mani tra i capelli. «Non lo so proprio, Guinevere. È una decisione difficile.» E lui si sentiva ancora tradito da Merlin, così importante per lui.
«Qualsiasi scelta prenderai, ti starò sempre accanto. Ricordatelo.» Guinevere allungò un braccio e gli prese la mano.
«Grazie, Guinevere.»
***
«Il piano è fallito, mi dispiace.»
Gwen era sgusciata fuori dal palazzo e si era incontrata con Morgana nel bosco per aggiornarla sulla riuscita o meno del piano.
Purtroppo, Gwen non portava affatto buone notizie: Arthur e, soprattutto, Merlin erano ancora vivi e i due briganti erano stati catturati senza che avessero portato a termine il loro compito.
Eppure si era raccomandata di fare attenzione ai poteri che Merlin possedeva e ucciderlo al primo colpo.
«Però...» aggiunse, prima che Morgana desse in escandescenze. «Merlin ha riportato una ferita che, anche se non grave, lo rende vulnerabile.»
Morgana si avvolse più strettamente lo scialle intorno alle spalle e sorrise. «Approfittane per finire tu il lavoro. Senza di lui sarà molto più facile impossessarci di Camelot.»
«Certo.»
«Gaius sarà sempre vicino ad Emrys, come farai ad allontanarlo?»
«Ci sarà un'emergenza nel villaggio. Gaius sarà costretto ad accorrere per prestare il suo aiuto.»
Morgana annuì con approvazione. «Stai attenta a non farti scoprire. La tua copertura come amata moglie del re ci è molto utile» disse quelle ultime parole con disprezzo. «Non c'è nessuno che può uccidere Merlin al posto tuo?»
Lei scosse la testa. «Nessuno di fidato. Dovrò correre il rischio.»
«Non fallire.»
«Farò il possibile.»
***
Merlin sbatté le palpebre più volte prima di spalancare gli occhi e spostare il capo in entrambi i lati.
Si trovava nello studio di Gaius, aveva la gola secca, la testa pesante e gli bruciava il fianco.
Non uno dei suoi migliori risvegli.
«Merlin, sei sveglio!» esclamò Gaius e lo raggiunse. Tra le dita stringeva una boccetta che aveva un colorito poco attraente.
«Gaius, cos'è successo ieri notte? Come sta Arthur? E come sono arrivato fin qui?» cominciò a domandare con apprensione.
«Hai salvato Arthur dai due briganti evasi, ricordi?»
Merlin fece un segno di assenso con il capo.
«Arthur sta bene, mentre tu sei stato ferito. Sono stati i cavalieri a portarti qui.»
«I cavalieri...» ripeté Merlin e si rabbuiò. «Mi hanno scoperto, non è vero?»
«Sì, è così.»
Era sorpreso che non l'avessero sbattuto in prigione alla prima occasione. «Come mai non sono in una cella?»
Possibile che...? «Arthur ha cambiato idea?» si azzardò a chiedere con un filo di voce, speranzoso.
Bastò l'espressione addolorata di Gaius a fargli capire che no, Merlin era ancora un esiliato.
«No, ma Arthur vuole parlare con te. Mi ha chiesto di mandarlo a chiamare appena ti fossi sentito meglio.»
Merlin non sapeva cosa avrebbe voluto dirgli, ma non sarebbe stata una conversazione facile.
Si sentì un po' più rasserenato, c'era la speranza che Arthur cambiasse idea. Merlin avrebbe cercato di fargli capire che essere un mago non lo rendeva diverso da prima, lui non avrebbe mai fatto del male a lui o a chiunque altro solo per il gusto di farlo.
«Ora andrete a chiamarlo?» chiese Merlin, mentre Gaius lo aiutava a mettersi più sollevato, posizionandogli un paio di cuscini dietro le spalle. Poi il medico gli mostrò la boccetta che aveva in mano prima e che aveva posato sul tavolo poco dopo. «Devi prendere questa.»
Merlin piegò le labbra in una smorfia disgustata e prese la boccetta dalle mani di Gaius.
«Arthur ha avuto la tua stessa reazione, ieri sera, sai.»
Merlin sorrise, poi svuotò la boccetta in pochi rapidi sorsi. «Se era orribile anche solo la metà di questa, aveva ragione, per una volta.»
«Mando qualcuno a chiamare il re, torno tra un momento.»
Merlin annuì e si sistemò meglio tra i cuscini, cercando di fare piano e non tirate la ferita. Piegò la testa da un lato e chiuse gli occhi, appisolandosi immediatamente.  


Spazio Autrice: Eccomi con il quinto capitolo, scusatemi se ci ho messo così tanto a postarlo.
Spero che vi sia piaciuto, alla prossima!
Il sesto tra due settimane, sempre nei giorni tra venerdì e sabato.
Ilaria
   
 
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