Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: _Kiiko Kyah    01/02/2013    4 recensioni
Oggi EndoKaze Day.
Uhm ...
Sa tanto di sfida.
Ed ecco a voi il risultato ~!
Perché tutti noi dobbiamo tanto amore a questa coppia ... ~
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: prière.
Rating: verde
Parole: 1585 –secondo word.
Genere: fluff ♥
Tipo di coppia: shonen-ai
Pairing: EndoKaze.
 
 
prière.
 
 
Non che essere il fidanzato di Kazemaru Ichirouta non fosse il più grande dono che il cielo potesse fargli.
Solo, seppur pochi, anche il turchese aveva i suoi difetti.
E uno di questi era la sua mania per l’andare al tempio a pregare, a Capodanno. Certo, tutti lo facevano, ma il numero due della Raimon non si dava pace per tutta la giornata finché non si infilava nel suo kimono e si accingeva a dar sfogo a quella sua ...necessità.
Ma si poteva definire necessità?
Comunque, se anche fosse corso subito, per primo, al tempio, per poi rilassarsi e godersi la festività, sarebbe anche stata una preoccupazione passabile. Insensata, ma pur sempre sopportabile.
E invece, Ichirouta, pur non dandosi pace, voleva sempre aspettare fino alla mezzanotte – meno un minuto. Come facesse a essere preciso come un orologio, era sicuro che nemmeno il suo ragazzo lo sapesse per certo. Solo, era fatto così.
La cosa peggiore? Il ragazzo dagli occhi color thè costringeva anche il fidanzato a pregare nello stesso momento, ogni santissimo anno, e difatti spesso il castano si addormentava con le mani unite e cullato dal mormorio appena percettibile del suo Ichi-kun. Che prima o poi avrebbe finito con il picchiare.
Insomma, da quando si erano messi insieme, e quindi da tre anni quasi suonati, il numero uno della Raimon non aveva passato un Capodanno, uno solo, con tranquillità.
« Mamoru. » eccola, la sua voce seria, quel tono che significava che l’ora X stava per scoccare. L’orologio segnava le undici e quaranta.
...
Solitamente Kazemaru usciva, trascinandoselo fuori, quando mancavano sette minuti alla mezzanotte; d’altra parte, il tempio era a pochi minuti da casa del portiere, dove erano soliti passare il Capodanno insieme.
Endou si voltò amaramente verso di lui chiedendo spiegazioni con gli occhi, ciò nonostante si bloccò un attimo, con il fiato mozzato. Davanti al suo sguardo stanco, il difensore indossava uno kimono diverso da quello che avrebbe dovuto utilizzare, a quanto Mamoru era stato in grado di capire.
Questo era uno yutaka*, di un bel verde erba, abbastanza stretto a dire il vero, tanto che gli si intravedevano i muscoli del torace e degli addominali. E poi, i suoi capelli non erano legati nella solita coda alta, bensì raccolti sulla nuca. Non era affatto un abbigliamento alla Kazemaru, eppure ...era così ...perfetto! Bellissimo, anche se effettivamente sembrava un po’ una ragazza. Rossore sulle guance comprese.
« I-Ichi-routa? » boccheggiò mentre la voce gli veniva a mancare.
« Che ...c’è? » era imbarazzato, si vedeva. Forse si era dimenticato dell’urgente impegno che li attendeva con ansia allucinante?
« Sei fantastico! » esclamò con trasporto sorridendo a trentadue denti.
...
Sì, al pensiero di non andare a pregare.
« Tch. » il turchese schioccò la lingua e fece cambiare direzione al suo sguardo. Era dannatamente carino quando si imbarazzava « L’altro kimono si è sporcato e avevo solo questo che mi ha prestato Midorikawa. Comunque ...grazie. » mugugnò « E in ogni caso al tempio ci andiamo lo stesso. » aggiunse inasprendo la voce.
E le speranze di Mamoru si frantumarono in mille pezzi. Cosa insolita, dato che Endou non si arrendeva mai di fronte a nulla.
...
A nulla che non fosse il suo fidanzato, ovvio.
 
Quella non era la strada per il tempio.
Erano usciti dieci minuti prima del solito, e avevano preso una strada diversa da quella che il capitano si ricordava. Oppure il suo cervello era così stanco di quella tiritera che alla fine aveva confuso strade e orari? Possibile.
L’illuminazione delle strade si faceva via via più rada, l’oscurità invece sembrava infittirsi mentre, mano nella mano, i due camminavano, quello avanti imperterrito e quello dietro un po’ confuso. Ed era quest’ultimo quello preoccupato per il comportamento dell’altro.
« Ichi-kun, dove stiamo andando? » domandò titubante.
« Aspetta e lo vedrai. »
Più facile a dirsi che a farsi.
Perché c’era da dire che il povero Endou, così vicino a quello che era sempre stato il suo “sogno”, con le dita intrecciate a quelle affusolate – e poco virili – di lui, con quella luce fioca proveniente ormai solo dalla luna, che permetteva a malapena di vedersi a vicenda, non era proprio in condizioni di resistere troppo prima di saltare addosso a Ichirouta. Senza contare che con quello yutaka era la fine del mondo.
Aveva a disposizione pochissimo tempo, prima di perdere la cognizione del tempo e dello spazio – nel caso che questa perdita non fosse già avvenuta un paio di isolati prima.
Perso nei suoi pensieri, il moro non si accorse subito che si erano fermati. Sollevò il viso e vide un tempio. Sì, era un tempio a tutti gli effetti, ma era sperduto in mezzo ad una specie di boscaglia che sembrava essere apparsa dal nulla.
« Che faccia buffa. » commentò il blu osservando divertito il suo ragazzo.
« Cos’è questo? » fu l’innocente risposta, anzi domanda, posta con quel tono infantilmente ingenuo che caratterizzava il castano molto, molto bene.
« Un tempio che mi ha mostrato Ryuuji ieri. »
« Ma tu stai sempre con Midorikawa? »
« Vorrei ben vedere, è il mio migliore amico. » ridacchiò quello, poi strinse la presa intorno alla mano di Endou. « Andiamo, manca un minuto a mezzanotte! »ù
...
Il solito Ichirouta.
Entrarono insieme nell’edificio sacro che sembrava una versione più piccola di quello che si trovava vicino a casa Endou.
Appena entrati, si affrettarono – uno con serenità e uno con esasperazione – all’altare.
Mentre ci accingevano a pregare, il numero uno socchiuse un occhio, subendo le lamentele del suo corpo che si stava assopendo e voleva continuare il suo percorso di dormiveglia che si sarebbe trasformato presto in un sonno profondo, come sempre.
Però quella volta la forza di volontà ebbe la meglio, perciò al ragazzo fu possibile scrutare con attenzione il numero due che mormorava impercettibilmente la sua logorroica preghiera. Si era sempre chiesto cosa Kazemaru desiderasse ogni volta che univa le mani e le portava al viso ambrato, si era sempre domandato anche perché esprimere quei desideri fosse così importante per il giovane dagli occhi color del tramonto.
Lo vide sorridere e socchiudere a sua volta le palpebre: si era accorto di essere osservato. Separò le mani e poi le sbatté l’una contro l’altra, come nel tentativo di interrompere il frinito dei grilli che si sentiva provenire da fuori il tempio.
Dopodiché si voltò verso Mamoru e gli sorrise.
« Non hai pregato nemmeno stavolta, vero? » lo interpellò rivolgendogli un’occhiata fugace e rallegrata, quasi da presa in giro. « Però sei rimasto sveglio, Mamo-kun, è sempre qualcosa. » concluse sornione.
L’interpellato gonfiò le gote e aprì del tutto gli occhi.
« Uffa, non è colpa mia, a me non piace venire a pregare a quest’ora! » sbottò senza accorgersene.
...
Non l’aveva detto sul serio, vero?
Oh cavolo.
Ora erano grossi, grossi guai. Mai insultare le manie di qualcuno, specialmente se quel qualcuno è un difensore che quando veniva preso dalla rabbia diventava una belva. Tuttavia, l’espressione della “belva” non si irrigidì; semmai, si intristì.
« ...scusa. »
« Eh? » non aveva sentito bene, non poteva aver sentito bene.
« So perfettamente che non ti piace. Però c’è un motivo valido se a me invece sì. » si spiegò gentilmente e al contempo mestamente « Mi spiace costringerti, ma se non vieni anche tu non è la stessa cosa. »
E d’improvviso Endou si sentì un po’cattivo. E anche ingrato. Dopotutto, la persona che lo stava guardando negli occhi in quel momento, era la stessa che sopportava lui e tutte le sue manie. Quella del calcio, ad esempio. Non che a Kazemaru non piacesse ...solo, non era il suo pensiero principale, anzi, gli aveva fatto un favore unendosi alla Raimon, tempo prima. Oppure, quella del cibo. Sì, perché anche il modo di mangiare del moro era abbastanza maniaco. Ma Ichi-kun sopportava anche quello, così come le altre, perché le particolarità non proprio positive di Mamoru erano abbastanza numerose.
E lui non riusciva a sopportare una cosa piccola come una preghiera a tarda sera?
« Scusami tu. » esalò abbassando lo sguardo « Ma perché è così importante? » si lasciò sfuggire, fu più forte di lui.
« La mia preghiera ...non funziona se non ci sei tu con me. E non funziona se non viene espressa a quest’ora. »
C’era da stupirsi di come quel ragazzo fosse paziente. Certo, a volte – spesso – anche lui si arrabbiava, e allora sì che erano dolori, però quando c’era necessità di tranquillità, dal difensore arrivava solo quello. Calma, e amore.
« Perché? »
« Perché io desidero sempre che, a quest’ora, ogni giorno, io e te possiamo stare sempre vicini a questo modo. » confessò l’altro in tono lascivo, riducendo pericolosamente la distanza fra i loro volti, fino a far sfiorare i loro nasi « E la pace nel mondo, naturalmente. » aggiunse schernitore, probabilmente solo per far riprendere a battere il cuore del suo ragazzo.
Sì, perché Ichirouta era anche in grado di capire quando Endou andava in iper ventilazione e smetteva di ricevere impulsi sanguigni dal suo cuore.
« Stupido. » sorrise il castano, facendo sue le labbra del fidanzato con tanta passione da farlo scivolare all’indietro, e nel mentre gli tolse il fermaglio dalla nuca permettendo alle sue mani di affondare nelle morbide e setose ciocche turchesi che si sparsero sul pavimento quando i due ci finirono sdraiati sopra. O meglio, uno sopra il pavimento e l’altro sopra di lui
...nuova tradizione di Capodanno?
 
 
*Yutaka = kimono estivo.
Lo so che non è granché, non linciatemi. 

Oggi è la giornata della EndoKaze, 01/02 ~!
Da notare che questa è la prima fic che dedico ad una giornata di una coppia.
Ovviamente non sarà l’ultima, quindi preparatevi.
Ehi, ho appena realizzato che mio fratello è nato in una giornata EndoKaze. Il 02/01. Oh cielo. Sono emotivamente scioccata. Current face --> ¬3¬
Comunque, per chi se lo stesse chiedendo, prière significa preghierain francese.
Spero che mi sia venuta abbastanza fluffosa.
Buon EndoKaze Day, minna-san, hope you like this ...thing.
EndoKaze, EndoKaze everywhere. ‘Cause we owe them so much love
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _Kiiko Kyah