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Autore: Antys    01/02/2013    5 recensioni
La sua magia era rimasta in balia delle sue emozioni, del respiro mancato e del battito del proprio cuore assente, bloccata in sé, come se le vie si fossero chiuse e non ci fosse alcuno sbocco che portasse all’uscita. L’incredulità l’aveva colto nel momento in cui vide la profezia avverarsi davanti ai propri occhi. Troppo sconvolto e disarmato, così convinto che quel momento non sarebbe mai giunto, così fiducioso nelle antiche parole che Mordred gli aveva donato nei tempi precedenti.
[Spoiler 5x13]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Mordred, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Feed me Poison'
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Titolo: You stood tall, now you will fall

Personaggi: Merlin, Mordred, Arthur

Pairing:  MerlinxMordred [Merdred]; ArthurxMerlin [Merthur]

Rating: Giallo

Genere: Angst; Drammatico

Avviso: Slash; What if?; Spoiler; Missing Moments

Note: Onestamente non so se considerarlo un vero spoiler della 5x13, ma immagino che in qualche modo lo sia.

 

 

You stood tall, now you will fall

 

 

Poteva vederlo lì, lo scenario più terribile che potesse esistere.

Quelle stesse immagini che popolavano la sua mente da quando gli era stato fatto dono della visione della fine.

Quelle stesse scene che aveva sperato appartenessero al più terrificante degli incubi, lontano dalla realtà che si sarebbe abbattuta su di lui.

Ma era tutto lì.

Proprio davanti a lui.

E lui era rimasto impotente, disarmato e senza fiato in corpo.

La sua magia era rimasta in balia delle sue emozioni, del respiro mancato e del battito del proprio cuore assente, bloccata in sé, come se le vie si fossero chiuse e non ci fosse alcuno sbocco che portasse all’uscita. L’incredulità l’aveva colto nel momento in cui vide la profezia avverarsi davanti ai propri occhi. Troppo sconvolto e disarmato, così convinto che quel momento non sarebbe mai giunto, così fiducioso nelle antiche parole che Mordred gli aveva donato nei tempi precedenti.

Eppure aveva sempre dubitato di lui; non gli aveva mai creduto e mai si era lasciato abbindolare dalla sua voce.

Mai; se non in quel corteggiamento infinito, in quelle azioni così premurose e bisognose, in quel gioco malsano in cui, il mago stesso, l’aveva condotto e in quelle continue parole piene d’amore che gli venivano costantemente regalate.

Perché aveva esitato?

Perché aveva vacillato ed il suo errore, la sua debolezza, si era rivoltato contro di sé?

Aveva davvero creduto, sperato di non poter essere tradito proprio da quel druido che decantava il suo amore per lui?

Il tempo sembrava essersi addormentato, inghiottito in una voragine priva di ogni suono e scopo.

Aveva semplicemente cessato di esistere.

Perché non aveva più alcuna ragione per farlo.

Ed era proprio davanti ai suoi occhi, quegli occhi che non riuscivano a distogliere lo sguardo, che la spada nemica rimaneva intrappolata nel corpo del suo amato re. Quello stesso re il cui sangue aveva rallentato il proprio percorso, con gli occhi che venivano privati della sua fiamma incandescente, svuotandosi della vita stessa.

Merlin cedette e la sua anima si frantumò in schegge così piccole da non poter essere notate.

Le ginocchia toccarono terra e tutto cessò di possedere un qualsiasi colore.

Mordred si presentava al suo cospetto, le mani inumanamente pulite – come potevano esserlo con tutto quel sangue versato? – e la spada abbandonata in quel corpo che il valletto reale aveva tanto amato.

Il mago non lo guardò nemmeno; non aveva la forza per farlo, non aveva la forza per poter fare qualsiasi cosa che non comprendesse l’abbandonarsi al dolore.

Quello che si susseguì fu solo disperazione ed incredulità.

Quelle lacrime che avevano preso a rigargli il viso, e di cui non si era neppure accorto, presero a fluire in un pianto senza fine e le mani del druido, inginocchiato dinnanzi a lui, gli circondarono il viso. Merlin non voleva che lo toccasse, non con quegli arti falsamente immacolati. «Perché?» Sussurrò privo di voce con il tormento nel cuore.

Il giovane druido premette sugli zigomi con un’inusuale delicatezza, alzandogli il volto ed incatenando le iridi scure alle sue. «Ѐ così che doveva andare.»

Il singhiozzo gli morì in gola ed i suoi occhi si sgranarono; fu in quel momento che la sua mente smise di essere ciò che era.

Una strana scarica lo investì e, infischiandosene di tutto il resto, si liberò dalla presa così incredibilmente calda del ragazzo, avvicinandosi, quanto le forze residue gli permettessero, al suo sovrano.

Lo scuoteva, lo chiamava, urlava il suo nome con quanto più fiato aveva in gola e la sua voce diveniva sempre più atona e straziata. Le sue candide mani si macchiarono di sangue, di quello stesso sangue che aveva cessato di scorrere all’interno del corpo del re.

Mordred lo afferrò per i polsi freddi, allontanandolo come meglio poteva dalla salma immobile e priva di vita della grande speranza per Albion. Lo strinse a sé, investendolo con quell’energia che non sapeva di possedere, ma Merlin si dimenava come un ossesso, continuando ad urlare e versando continui fiumi di lacrime piene di ogni dolore possibile.

Si dimenava così tanto che con uno strattone caddero a terra, ginocchia sul terreno, circondati da centinaia e centinaia di corpi esanimi e riecheggiavano nell’aria quelle lame affilate che continuavano imperterrite a scontrarsi, simbolo che quella battaglia non volesse cessare. L’unica cosa che il druido riusciva a fare, in quella situazione così irreale, era stringere il corpo del mago al proprio, aspettando che si calmasse.

«Perché?» Continuava a ripetere l’ormai ex servitore, in una cantilena infinita, gridando la devastazione che viveva in lui.

Una mano del carnefice affondò tra i suoi capelli corvini e le labbra si depositarono su di essi. «Non c’è più nulla, Merlin.»

Il mago espirò, stringendo le mani macchiate di rosso sulla cotta di maglia dell’altro. «Mordred.» Soffiò in una litania arrendevole.

La mano sprofondò ancora tra quella chioma scura e il corpo del valletto reale cominciò ad aderire al suo, così come doveva sempre essere, così com’era abituato a stare. «Siamo liberi, Merlin.» Proferì con certezza assoluta.

Merlin chiuse gli occhi con violenza e le lacrime non sembravano aver intenzione di cessare, mentre le mani imperterrite continuavano a stringere la cotta del ragazzo.

Di cosa ciarlava il druido? Con quali idee malsane e sbagliate era stato corrotto? Come poteva essere così convinto che avrebbero ottenuto la libertà se l’unico uomo che potesse donargliela era stato strappato al mondo dei mortali?

E perché continuava a rivolgersi a lui ed a lui soltanto?

Mordred lo legava a sé in quell’abbraccio infinito, un abbraccio di cui Merlin non riusciva a liberarsi ed a cui si abbandonava senza remore e turbamenti; perché non esisteva più nulla che potesse portarlo a ribellarsi a quella stretta così protettiva nei suoi confronti, così carica di quell’amore corrosivo che viveva nel giovane druido, piena di quel sentimento che solo Mordred provava per lui.

Ma quelle stesse braccia, che adesso lo stringevano così possessivamente, avevano stroncato la vita dell’unico uomo che Merlin avesse mai potuto amare.

Lo stesso uomo che cancellò l’esistenza di quel re così venerato continuava ad infondergli tutto l’amore di cui avesse bisogno.

Perché non riusciva a trovare la forza per svincolarsi da quella presa che lo incatenava a lui, proprio quel lui che aveva appena demolito tutti i suoi sogni e le sue credenze?

Perché si abbandonava in quel modo a quel calore così vitale e freddo per lui?

«Non ti perdonerò mai, Mordred.» Soffiò al tempo, assorbendo ed inghiottendo ogni fiamma esistente.

Il druido annuì soltanto a contatto con il suo corpo, stringendolo ancora, come se potesse vederselo svanire tra le braccia.

Nessuno dei due sarebbe più tornato a respirare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi rendo conto di essere di un’incoerenza assurda.

Mi ero ripromessa che non avrei mai trattato la morte di Arthur. Ѐ un tema fin troppo trattato, da sempre; cosa potevo mai aver da dire che non fosse già stato narrato?

Alla fine non so nemmeno perché io abbia dato vita a questo e questo è nato ben prima del fantastico regalo di Natale che ci ha gentilmente concesso la BBC.

Fin dal principio ero consapevole che Mordred avrebbe fatto una fine davvero indecorosa, senza alcuna gloria e giustizia per il suo personaggio, ma 6:07? Sul serio? Probabilmente non riuscirò mai a togliermi dalla mente questi numeri.

Ed è, in conclusione, giunta la fine di questi Missing Moments.

Dovrò davvero salutare il mio Mordred? *sospira* Ѐ probabile.

Sarò ripetitiva, ma ringrazio ancora una volta tutti voi e non posso davvero fare diversamente.

Questo è il percorso che gli è toccato e che avete seguito o che seguirete, posso solo ringraziarvi.

Alla prossima.

Antys

   
 
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