Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Freshouse    02/02/2013    2 recensioni
Questa IchiAki è ambientata a poco più di vent'anni da quando Eric è tornato in America. La storia raccontata da lui in prima persona, Spero vi piaccia ;)
Comunque, ecco una frase della storia:
"Così bella, così fragile. E così sensibile. Come ho potuto dire quelle cose ad una persona come lei? Ma ormai è tardi, il danno l'ho già fatto, come sempre. Forse sono davvero un buono a nulla, ma non mi interessa, l'importante è non esserlo per Silvia."
Entrate e leggete! (:
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric/Kazuya, Silvia/Aki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La vista da questo balcone è bellissima, come lei. Pensavo che la distanza potesse vincere contro di noi invece non è successo visto che sono tornato in Giappone solo per lei, e non mi pento di questa scelta. Non mi sembra vero che il nostro sogno sia diventato realtà. Sì, nostro. Mio e di mia moglie, Silvia. In questo preciso momento è qua, seduta su una sedia, e neanche si è accorta che sto leggendo quello che scrive su quello scartafaccio che ha in mano. Leggo “speriamo che questo legame si eterno come ci siamo promessi” e altre cose sdolcinate.

-Una volta eri più positiva,Silvia!- affermo mentre la osservo saltare in piedi facendo cadere la seggiola,chiudere il quadernino in tutta fretta e iniziare la terza guerra mondiale. Tutti in meno di cinque secondi, credo sia da record.

-Hai venticinque anni, Eric! Non credi di essere un po' troppo cresciuto per certi scherzi?!- mi urla continuando a tenere quel quaderno stretto a sé.

-Non si è mai troppo grandi per divertirsi, dovresti prendere esempio da me! - ritiro su la sedia e noto l'atteggiamento teso di Silvia, le strappo quella specie di quaderno dalle mani, cercando di cavarmela solo con qualche graffio -E poi stavo solo leggendo cosa scrivevi su questa “scatola nera”...- poi osservo la sua espressione da “terza e quarta guerra mondiale”.

-Per quale motivo l'hai chiamata così?! Questo è il mio “diario di viaggio”! Dove scriverò tutti i tuoi errori ed eventualmente i miei.-

-Proprio per quello gli ho dato quel nome!- il suo atteggiamento muta da furiosa a perplessa, poi a triste -Cioè...litigheremo continuamente se li scriverai tutti e finiremo per separare le nostre vite di nuovo...- credo di aver detto qualcosa di sbagliato perché ha abbassato lo sguardo e mentre io mi avvicino lei continua ad allontanarsi.

-Intendi dire che ho sposato un buono a nulla che commette talmente tanti errori che potrebbero causare il divorzio o cose simili...Wow...- ho capito cosa ho detto di male e continuo ad avanzare nella sua direzione, mentre lei cerca di tenersi a distanza, ma il balcone finisce, come in questo momento, e se non ti fermi cadi, sull'asfalto, dal quinto piano.

-Fortunatamente ti sei fermata, perché non avrei sopportato le conseguenze di quello che sarebbe successo...- è impassibile, quello che dico non ha più importanza ormai -Non ti vedevo talmente giù di morale da quando ti ho detto che sarei dovuto tornare negli Stati Uniti per farmi operare ulteriormente...- è al limite del terrazzino, più che tesa, con le braccia appoggiate lungo i fianchi ed i pugni chiusi, che guarda il suolo mentre si strofina gli occhi cercando di nascondere le lacrime e mascherare invano quello che realmente prova in questo momento di tensione. Così bella, così fragile. E così sensibile. Come ho potuto dire quelle cose ad una persona come lei? Ma ormai è tardi, il danno l'ho già fatto, come sempre. Forse sono davvero un buono a nulla, ma non mi interessa, l'importante è non esserlo per Silvia. Essere un uomo per lei è l'unica cosa che mi importa, non posso permettermi di perderla una seconda volta.

I pochi centimetri che ci separano sembrano interminabili, la sento lontana anni luce, eppure è qua davanti a me, immobile. In pochi secondi inizia a diluviare ma nessuno dei due sembra avere intenzione di rientrare in casa. Le metto una mano dietro alla schiena per non farla sbattere contro il muretto del balcone mentre indietreggi. La posiziono troppo in alto per farle pensare male, ma contemporaneamente troppo in basso per una stretta amichevole. Alza lo sguardo per capire cosa io voglia fare veramente e ne approfitto per sfiorare con l'altra mano la sua guancia. Calda, rossa, bagnata in un misto di lacrime e pioggia. La vita da sposati è dura, specialmente dopo quello che abbiamo trascorso, ed è passato solo un giorno. La bacio intensamente, cercando di farle capire che mi dispiace anche se con un gesto semplice. E, ovviamente, ho sbagliato ancora: un bacio è primitivo, schietto, puro. Troppo poco per rimediare ad un simile disastro. Non ce la posso fare...

Siamo abbastanza bagnati per finirla con questa scenata, o almeno è quello che mi piace pensare. La tiro delicatamente per un braccio, la spingo in camera e chiudo la finestra. Mi giro e lei è sparita ,chissà dove è finita, di certo non l'ho chiusa fuori! Giro l'angolo che dà sul corridoio centrale e intravedo la sua immagine riflessa nello specchio del bagno. Almeno un po' di buon senso le è rimasto visto che si sta asciugando i capelli e si è tolta i vestiti bagnati sostituendoli con un accappatoio arso che la copre fino alle ginocchia. Io invece sono tutto il contrario: mi sono voltato e sono immobile davanti a lei, sto sgocciolando sul pavimento, per il fatto che sono ancora fradicio, e non ho ancora capito cosa stia succedendo.

-Asciugati, stupido. Poi vieni in camera.- ha un tono serio nonostante sorrida. Io obbedisco e poi la raggiungo...non credo ai miei occhi. Si ricorda che è arrabbiata con me? Mi viene questo dubbio quando la vedo sdraiata sul letto coperta solo da quell'asciugamano color pastello.

Sembra stia dormendo ma qualcosa mi dice di non fidarmi. Mi calo su di lei lentamente, lei si sposta un po', adesso è ufficialmente sveglia. Silvia ha aperto gli occhi e mi ha messo le mani sulle spalle e mi tira piano verso di lei e ci scambiamo un bacio intenso. Mi tiene stretto come se pensasse che potessi scappare poi, dopo qualche secondo unita a me, allenta la presa.

-Mi hai perdonato?- le chiedo allontanandomi qualche centimetro dal suo viso con delicatezza. Poi insieme ci mettiamo seduti.

-Diciamo che non sono mai stata arrabbiata con te...stavo riflettendo...-

-Su che cosa?-

-Sul fatto che hai ragione, non posso permettermi di soffermarmi sui tuoi, o meglio, sui nostri errori. Rischierei perderti...-

-Quindi tu rifletti tirando gli schiaffi a tuo marito, la persona che ti ama più di qualsiasi cosa?!-

-Anche io ti amo; quello era solo per sfogarmi, scusami...- abbassa lo sguardo sull'asciugamano.

-Beh, la prossima volta sfogati con qualcosa di più dolce. Tipo questo.- le metto le mani intorno alla vita e la adagio sul letto, poi -Non mi perderai, promesso.-

E la faccio mia per sempre.

 

 

 

 

Bene, lettori, grazie per aver letto e permettetevi di dire tutto quello che pensate, non ne farò un dramma! XD

(:lauronics:)

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Freshouse