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Autore: Zonzi_Kuchiki    02/02/2013    4 recensioni
Una ragazza e il suo sogno. Una fine, o forse un inizio? Non è facile combattere con la morte, non ci è concesso, ma forse lei avrà una possibilità per cambiare la sua vita, e non solo.
Un nuovo paese, nuove emozioni, nuove scelte. Quale sarà la sua?
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Quella mattina Tom si alzò più pimpante del solito.
Mentre gli altri giorni ci sarebbe voluta una cannonata per buttarlo giù dal letto, quel giorno si alzò di sua spontanea volontà e andò a fare colazione di sotto, con Simone e Bill.

-Che ci fai sveglio a quest'ora tu?!
-Mi sono svegliato Bill, è un'azione che compie l'uomo ogni giorno.
Bill lo guardò torvo e scosse la testa, continuando ad imburrare la sua fetta biscottata.
Simone diede un leggero bacio a Tom sulla fronte e li porse la tazza col latte caldo, che il ragazzo riempì di cereali.
Tom mangiava con gusto ed era interessato a qualsiasi cosa, persino alla data di scadenza della marmellata alle ciliegie quasi finita.
Bill lo guardava mezzo disgustato, non aveva mai visto il fratello così. 
O per lo meno l'aveva visto così affamato solo dopo che fumava qualche canna o quando non mangiava da due giorni perché dormiva.
Simone si accorse dello sguardo di Bill e si mise a ridere, sedendosi poi accanto a Tom.
-Come si chiama?
Tom si fermò a guardare la madre, con la bocca piena di cereali e latte.
-Te l'ha detto questo qui accanto a me?
-Non te l'hanno insegnato che non si mangia con la bocca piena?
-Taci, Bill.
Simone prese la parola.
-No amore, si capisce.

Lo vedeva anche Simone che Tom non era più lo stesso, e questo non poteva che far felice tutti, compresa Fey.

La ragazza si era svegliata allo stesso modo di Tom, e non aveva fatto altro che pensare e ripensare a quel bacio e al modo in cui il ragazzo l'avesse riaccompagnata a casa, dandole semplicemente un bacio sulla fronte.
Era una cosa che ormai non faceva più nessuno, e questo le piaceva.
Le piaceva che Tom le stesse mostrando una parte di sé stesso che, forse, non conosceva neanche lui.
Il Tom romantico, premuroso e dolce.
Fey sapeva che sotto quella corazza intoccabile si celava un Tom diverso e avrebbe continuato a combattere per vederla spuntare fuori il più possibile.
I pensieri della ragazza però si trovarono a vagare sulla conversazione che ebbero i due tempo prima, riguardo il pestaggio dei gemelli.
Tom le disse che non avevano trovato i quattro spacciatori, ma lui si ricordava perfettamente le facce. 
Fey sapeva che Tom e Bill erano spesso impegnati in questura, con la polizia, per cercare di risolvere questa faccenda, ma era come se quei quattro delinquenti si fossero volatilizzati.
Eppure Fey era certa che non se ne fossero andati, che fossero ancora in Germania, e qualcosa dentro di lei le faceva avere paura, tanta.
Paura per Tom, paura per Bill, paura per Simone.
Paura per Georg e Gustav, per le loro famiglie. 
Paura per l'incolumità di tutti.
Fey non voleva che l'armonia che si era creata venisse di punto in bianco a mancare, gettando tutto in un burrone di panico e terrore.
Cercò di scacciare via quei pensieri, sperando per il meglio e decise di dare una ripulita alla casa.
Rovistando tra le cose del signor Franz trovò delle foto che la riportarono alla sua famiglia.
Sua madre e suo padre le mancavano da morire.
Si chiedeva come stessero, ormai erano già mesi che mancava.
Nonostante la voglia di rivederli, Fey non aveva il coraggio di andare a trovarli.
Avrebbe voluto parlarci, dire alla madre che si era innamorata e che aveva trovato una persona fantastica. 
Avrebbe voluto rassicurare il papà e dirgli che nonostante questo ragazzo, l'unico uomo della sua vita sarebbe stato per sempre lui.
Gli occhi di Fey si inumidirono leggermente e decise di riporre le foto dentro i cassetti.

 
Tom e Bill erano andati in sala di registrazione, quella mattina avrebbero dovuto incidere un nuovo singolo, in modo da portarlo poi per la prima volta in Tour.
Bill sentiva una corrente adrenalinica assurda scorrergli nelle vene ogni volta che si ritrovava lì con il fratello e i suoi due migliori amici e compagni d'avventura.
Si sentiva parecchio in colpa, però.
Era caduto veramente in basso e rischiava di rovinare tutto ciò che con pazienza e sacrifici quei quattro ragazzi tedeschi avevano cercato di costruire.
Vedere i sorrisi dei suoi tre compagni, le loro risate e vederli discutere insieme sulla loro musica, per Bill, era una meravigliosa conquista.
Quando ognuno era al proprio posto riempivano quel silenzio confuso e lo aggiustavano con le parole che trovavano insieme per spiegare i loro problemi, le loro battaglie.
La batteria di Gustav era il cuore pulsante della band, la chitarra di Tom e il basso di Georg erano il sangue che scorreva e la voce di Bill era la vita. 
Quella vita che creava i Tokio Hotel. Quella vita che, a sua volta, dava vita a loro, ai fans e alla stessa Fey.

-Ragazzi che ne dite di 5 minuti di pausa?
La voce di Bill echeggiò dal microfono della sala di registrazione e tutti coloro che lavoravano là dentro non rifiutarono l'idea del giovane.
I quattro andarono fuori, in un piccolo balconcino dal quale si vedeva la città.
Tutti si accesero una sigaretta e si poggiarono al cornicione, chiacchierando tra loro.

-E così il dio del sesso sta abbassando la cresta?
La battuta di Georg fece ridere i tre, beccandosi un pugno non troppo forte sulla spalla da parte di Tom.
-Se ci pensi è un bene, almeno dovremmo scrivere meno canzoni come
Reden!
Gustav, il taciturno del gruppo, raramente faceva quel tipo di battute ma quando le faceva era esilarante. Prendere per il culo Tom Kaulitz era esilarante.
-Adesso Tom inizierà a scrivere canzoni d'amore, altro che!
-No Bill, quelle le lasciamo a te.
Georg e Tom si diedero il cinque mentre i ragazzi ridevano a più non posso.

Il sole tramontava dietro di loro e tra le risate Tom si rese conto che aveva perso un giorno con Fey. Di conseguenza, gliene rimanevano solo quattro.

I ragazzi rientrarono in sala per continuare a provare, e alle dieci finirono.
Georg e Gustav presero una strada differente da quella dei gemelli, i quali decisero di fare due passi.
Dopo dieci minuti però si resero conto di come la loro idea fosse stata veramente pessima.
Le cose erano due: o incappavano nei paparazzi o in maniaci drogati.
E tra le due, ovviamente, i gemelli preferivano cento volte una mandria imbizzarrita di paparazzi.
-Dai manca poco ad arrivare a casa.
Bill l'aveva detto per confortare Tom, ma suonava tanto come un conforto anche a sè stesso.

 
Fey stava andando a buttare la spazzatura nei cassonetti che si trovavano dietro l'angolo, la strada dove abitavano i gemelli, senza accorgersi però che si stavano avvicinando Bill e Tom.
Buttò i due sacchetti, e come il bidone si richiuse vide le due figure.
La ragazza sgranò gli occhi e si inchinò, nascondendosi, e pregò in tutte le lingue che conosceva che Tom non l'avesse vista.
Se Tom l'avesse vista sarebbe stata la fine.
Bill non poteva vederla.
Tom guardò interrogativo davanti a se, ma quando si girò dal fratello vide che la sua espressione era tranquilla, come se non avesse visto nulla.
I ragazzi svoltarono in una stradina secondaria e si diressero verso casa.
Tom decise all'ultimo di andare a salutare Fey e tornò indietro, vedendola mentre stava per entrare nel portone.
-Fey!
La ragazza si girò e sperò che Tom non le chiedesse se fosse lei quella pazza dietro i bidoni della spazzatura.
Fortunatamente non lo fece.
-Mi dispiace non esserci stato oggi, ero molto occupato con la band.
-Non ti preoccupare Tom, hai i tuoi impegni io non devo essere una distrazione.
-Tu non sei una distrazione, o se lo sei, bè sei la miglior distrazione che qualcuno potrebbe mai desiderare.
Fey gli si avvicinò e si mise leggermente in punta di piedi così da arrivare più facilmente alle labbra del moro, che erano socchiuse in un sorriso.
Tom si abbassò leggermente e la strinse forte a sé, baciandola dolcemente.
-Ci vediamo domani?
-Assolutamente sì.
Tom le aprì il cancello, che era socchiuso, e lo fermò con un piede.
-Buonanotte, Fey.
Le diede un leggero bacio sulla fronte e la salutò, incamminandosi verso casa.
Fey si sentiva uno straccio.

  
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