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Autore: SilverKiria    02/02/2013    3 recensioni
E se in piena guerra non riuscissi più a fidarti dei tuoi migliori amici? E se trovassi un alleato in chi meno te lo aspetti? E se la forza dell'amore riuscisse a superare barriere di secoli?
Tutto questo ed altro proveranno i nostri eroi nell'ultimo anno ad Hogwarts, tra amori, lotte, morti, battaglie e tradimenti. Tutto sarà rimesso in discussione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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§ CAPITOLO 31 - IDEE STRANE §

 




«Sai, la Pietra non era poi una cosa tanto prodigiosa. Sì, certo: tutti i soldi e tutta la vita che uno può volere... Sono le due cose che la maggior parte degli esseri umani desidera più di ogni altra... Ma il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro.»

Albus Silente






Nei giorni successivi, con l’ausilio di Draco, Harry, Ron e Dobby, Hermione si riprese.
Le notti rimasero però le peggiori: Hermione riusciva a dormire sì e no due ore a notte a causa dei violenti dolori all’addome.
Draco ovviamente dormiva con lei, con iniziale imbarazzo di Ron ed Harry, ma i due si abituarono presto e si sorpresero vedendo quanto lui cambiava in presenza dell’amica.
Con loro rimaneva praticamente lo stesso, ovvio, ma con lei era nettamente diverso: dolce, premuroso, ma anche forte e determinato quando ce n’era bisogno.
I tre comunque decisero all’unanimità di spostarsi ogni giorno per evitare sorprese spiacevoli.
La scomparsa di Hermione da Villa Malfoy aveva causato non pochi guai, sia ai Malfoy stessi che a tutti i Mangiamorte.
Voldemort era arrabbiatissimo e quando il boss è arrabbiato non scappa nessuno.
Nonostante ciò però Narcissa era riuscita a mandare un Patronus a Draco per assicurargli che stava bene e che era al sicuro.
Il loro piano aveva funzionato: Blaise aveva continuato a fingersi Draco di tanto in tanto, giusto per non insospettire nessuno per la sua assenza prolungata.
Era quindi questa l’aria che tirava quando i quattro erano seduti a pranzo quel mercoledì di metà febbraio.
 
Hermione ora riusciva, con l’aiuto degli altri, a partecipare ai pasti e di conseguenza a prendere con loro decisioni fondamentali.
Mentre sorseggiavano la zuppa di funghi comprata da Draco nel negozio babbano lì vicino, Hermione prese la parola.
- Dobbiamo parlare. – esordì, afferrando la borsa accanto a lei.
I tre le fecero intendere che aveva la loro completa attenzione.
- Voglio andare a trovare il signor Lovegood –
Annunciò allora frugando intanto dentro la borsa.
Si sentì il rumore simultaneo di tre cucchiai che cadevano nei piatti.
- Cosa? –
- Herm, perché? –
- Sei pazza? –
Domandarono i tre contemporaneamente.
Lei senza batter ciglio iniziò a sfogliare il libro che ormai non abbandonava nemmeno mentre dormiva.
Individuata la pagina giusta la mostrò agli altri che come tutta risposta la guardarono come fosse impazzita.
- I Doni della Morte? – chiese Draco, incerto della sanità mentale della ragazza.
Lei guardò la pagina e scosse la testa infastidita.
- No! Guardate – disse picchiettando il dito sullo strano simbolo inciso sopra il titolo: un triangolo con all’interno una retta e un cerchio.
- Cos’è? – chiese Ron confuso.
- E’ questo il punto! – esclamò spazientita passando il volume ad Harry.
- Ho cercato in Sillabario dei Sortilegi, nel libro di Antiche Rune, perfino in “Strani Simboli del Medioevo Magico”! Nulla, zero, nisba. Però…-
- Era sul vestito di Lovegood al matrimonio.- concluse Harry capendo dove voleva arrivare l’amica.
Draco osservò il simbolo e disse: - Bene, allora direi che io e Potter possiamo andare a vedere e…-
- Sì come no! – esclamò Hermione sarcastica.
Draco la guardò non capendo e lei disse: - Cos’è, bussi tranquillamente come se nulla fosse? Mentre dovresti essere a cercare Harry e NON a far domande su simboli insieme a lui? No, penso che non avrebbe senso.-
- Ok, hai ragione. Allora Weasley e Potter e tu…-
- Andrai lo stesso anche tu Draco, è sempre bene una bacchetta; nascosto sotto il Mantello, ovviamente. –
- E tu con chi starai scusa? – chiese il fidanzato stanco.
- Io verrò con voi. – affermò lei sicura.
Mai l’avesse detto.
Harry, Draco e Ron si alzarono contemporaneamente e lei sospirò stanca.
- No! –
- E’ una follia! –
- Cazzo, no! –
- Sentite, non starò qui a fare la bella statuina. L’idea l’ho avuta io, quindi…-
- Certo, infatti sei al massimo della forma ora! Molto utile in un combattimento! – esclamò Draco irritato.
- Questo lo so, ma dobbiamo provarci! Sempre meglio che stare qui a non fare nulla! – esclamò la ragazza esasperata.
- NON STIAMO FACENDO NULLA PERCHE’ TU STAI MALE! – esclamò Draco urlando.
- IO STO MEGLIO! E NON POSSIAMO ASPETTARE PER SEMPRE, LA GENTE MUORE LI FUORI! –
- SI MA QUESTO NON…-
- Io sono d’accordo con Herm. –
Tutti gli occhi furono addosso a Ron che di rimando era calmo.
- Cosa? – chiese incerto Draco.
- Sono d’accordo con lei. Non abbiamo indizi, si è rimessa abbastanza bene e dobbiamo andare avanti, oppure…-
- RON SEI FUORI DI TESTA? NOI DOBBIAMO TROVARE GLI HORCRUX! – esclamò Harry.
- Sì ma se non erro abbiamo già perso tre mesi alla loro ricerca. Non abbiamo indizi e nemmeno la più pallida idea di dove possano essere, a meno che qualcuno di voi non si sia sognato la loro collocazione stanotte. In tal caso penso che sia più utile cercare…-
- COSA? COSA, DI GRAZIA, C’ENTRA BEDA IN TUTTO CIO’? - eruppe il biondo.
- Il libro me l’ha dato Silente e credo non sia semplicemente il primo che gli è passato di mano. Sento come fosse una cosa di vitale importanza. Noi dobbiamo…-
- Andare a suicidarci? Perché è questo che chiedi tu! – concluse il moro.
- No: provarci. Alla fine è tanto rischioso quanto uscire dalla tenda per recuperare cibo. Sono stata catturata solo stando davanti alla tenda a fare la guardia, cosa ti fa credere di essere al sicuro? – chiese tagliente lei.
Draco e Harry rimasero senza parole e Hermione continuò:
- Tanto vale fare del nostro meglio. Ron, tu sei con me? –
Ron annuì e le poggiò una mano sulla spalla come sostegno.
Draco ed Harry rimasero in silenzio per un po’ finché il moro non parlò.
- Ok, va bene. –
Hermione sorrise radiosa, abbracciandolo.
Si voltò verso il suo ragazzo che annuì stanco, però quando fece per baciarlo lui si scostò e disse, gelido: - Non credere che sia felice. Sei testarda come un drago e temo ti si ritorcerà contro. Fai come vuoi. –
Finito di parlare, Draco andò nella sua camera e sbatté la porta.
- E’…deve solo abituarsi, si preoccupa troppo…- sussurrò Hermione agli amici, imbarazzata.
Harry le sorrise timidamente: nemmeno lui approvava del tutto.
L’aria che si respirava era così tesa che la si poteva tagliare con un coltello e, mentre il trio si sedeva e finiva di mangiare, pensarono che sarebbe rimasta così per un bel po’.
 
E avevano ragione.
Draco non rivolgeva quasi la parola ad Hermione, nonostante le continue proteste di questa, e la tensione e il disagio si mangiavano alla mattina.
Hermione si stava però riprendendo e i lividi erano quasi scomparsi, con gioia di tutti.
Ma il marchio no, quello brillava ancora e sempre l’aveva fatto.
A volte lei rimaneva alzata fino a tardi a guardare quella dannata scritta, trattenendo le lacrime.
Il giorno deciso per la visita a Lovegood tutti erano tesi, se possibile ancora più del normale.
Harry, Ron ed Hermione sarebbero ovviamente rimasti allo scoperto mentre Draco, sotto consiglio di Harry, avrebbe monitorato la ragazza sotto il Mantello per poi intervenire in caso di bisogno.
Dopo essersi smaterializzati tutti insieme Draco lasciò la mano di Hermione senza troppi sforzi e si mise dietro a loro.
La casa dei Lovegood era lo specchio di quella famiglia: strana.
Sembrava quasi un enorme cilindro nero, come una tuba.
Nessuno però rise nel vedere le finestre piene di polvere o i fiori appassiti, come se fossero stati trascurati per molto tempo.
Harry fece un cenno agli altri due, che presero le bacchette.
Bussò.
Ci volle un po’ prima che sentissero dei rumori provenire dall’interno e poco dopo la porta si aprì, rivelando un uomo che fecero fatica a riconoscere.
Xenophilius Lovegood era dimagrito, pallido, malaticcio.
I capelli gli ricadevano sporchi e non curati sulle spalle, il viso colorato da delle occhiaie viola sotto gli occhi che sembravano stanchi.
Notarono però come un lampo in questi non appena vide Harry.
Fu proprio quest’ultimo a parlare.
- Ehm…Signor Lovegood? Sono Harry, Harry Potter. Noi ecco, volevamo parlarle, se possibile.-
L’uomo sembrò comprendere dopo un po’ le parole del giovane e quando rispose la voce suonò roca, come se non la usasse da tempo.
- Oh, certamente. Prego, accomodatevi. –
Ma mentre entravano tutti e quattro ebbero uno strano presentimento.
 





Ok, non fucitilatemi per l'assenza, vi prego T.T E' che questa storia è moolto...difficile D: Nel senso che ora per esempio sono ispirata, infatti già domani mi metterò al lavoro per scrivere il prossimo capitolo, ma quando non sono ispirata preferisco non scrivere controvoglia perché rischierei di rovinare la storia, deludere voi e anche me stessa.
Quindi vi prego, non odiatemi T.T
Detto questo, invito Fede17, Delena97, LorpoRollingStones, LizPotter96 e Herm93 che sono le fantastiche persone che hanno recensito la storia nei capitoli precedenti a farlo ancora, perché vi adoro e mi piacerebbe sapere la vostra opinione su questo nuovo capitolo :D
Alla prossima e grazie a tutti!

  
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