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Autore: _maliksblazer    02/02/2013    3 recensioni
Eccomi qua. Un kebabbaro ventenne, single e circondato sempre e costantemente dalla sua bizzarra famiglia.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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grosso esplosivo 1
 Zayn, what is this?

Non c'è niente di più deprimente di alzarsi alle cinque di mattina per aprire il locale. E per di più piove. Non che a Londra ci sia sempre il sole, anzi, ritieniti fortunato se lo vedi far capolino da dietro una nuvola. Mi chiamo Zayn Malik, ho 20 anni e la mia famiglia gestisce da generazioni il più noto ristorante pakistano Malik's Deli e la nostra specialità è il kebab. Mio padre aveva deciso che appena finito l'obbligo scolastico mi avrebbe messo a lavorare. Infatti eccomi qua. Un kebabbaro ventenne, single e circondato sempre e costantemente dalla sua bizzarra famiglia. Mio padre, Yaser Malik, è un fiero pakistano. Lui dice che un buon pakistano deve avere una moglie di religione musulmana, generare milioni di bambini pakistani (dei quali i maschietti dovranno lavorare nell' "azienda" di famiglia) e infine onorare sempre il Pakistan. Sono venticinque anni che abita nel Regno Unito ma si può sentire lontano mille chilometri che il suo accento non è del tutto migliorato. Quanto a mia madre, Tricia Malik, anche lei pakistana, è una donna molto attiva e cucina molto bene. L'unico difetto? Non sa contenersi. Esagera nel cibo, nel parlare, nei suoi gesti. La cosa non da fastidio solo a me, ma anche ai clienti che spesso sono costretti a sorbirsi i suoi battibecchi con Soraya, mia zia, nonchè sua sorella. C'è anche mia sorella maggiore Doniya, la preferita di tutti. E' studiosa, diligente. Insomma, una vera palla. Poi c'è Waliyha. Sarà pakistana di origini, ma ha una mentalità tutta inglese ed è d'accordo con me sul fatto che 'pensare pakistano' sia molto imbarazzante e non necessario. Infine c'è la mia sorellina più piccola, Safaa. A lei non importano le origini di una persona, è molto affettuosa. Forse troppo. Ma ritorniamo a me e alla mia schifosa mattinata di inizio novembre.
-Zayn- dice mio padre dopo avermi squadrato da capo a piedi.
O no, ci risiamo.
-Hai pensato a quelo che ho deto?-
-Si papà-
-Devi sbrigarti a trovare una moglie. In giorno d'oggi è dificile trovare ragaza musulmana disposta a sposarsi. E poi sei così...- esita.
-Brutto?- continuo io.
-Già!- esclama lui, iniziando a gesticolare -guardati con quei capeli tuti su ochi e queli ochiali. Sembri persona con problemi mentali. Forse fisico esere unica cosa buona-
Ti voglio bene anche io. Esco dalla macchina e tiro su la serranda del locale. Giro le chiavi nella toppa della porta, accendo le luci. Ormai viene tutto da sè, meccanicamente. Aspettiamo che arrivino le otto, quando i clienti cominciano ad arrivare e ad essere affamati. Mi siedo su una sedia vicino alla finestra e inizio ad osservare le goccie di pioggia che scorrono sul vetro. E se mio padre avesse ragione? Se non mi sposerò mai e morirò vergine? So che sembra assurdo ma per noi medio orientali è molto importante avere una famiglia. E poi non voglio rimanere a lavorare qui per sempre. Preferirei trovarmi un lavoro indipendente, libero. Ma so che la mia famiglia non sarebbe d'accordo. E quando c'è di mezzo lei, è difficile pensare in grande. Soprattutto se è una famiglia pakistana.
 



Le otto sono arrivate velocemente e i primi clienti stanno arrivando. No ok, sono soltanto Doinya e i miei tre nipotini pakistani. Quattro se aggiungiamo quello che sta nel ventre di mia sorella. Iniziano a correre per tutto il locale.  Rido sotto i baffi mentre osservo la scena. Sono troppo vivaci. Quei tre diavoletti sono proprio l'anti-Doinya. E' buffo vedere mia sorella che gli rincorre dietro come un'ossessa, dato che è molto apprensiva.
-Ciao zio Zayn!- viene ad abbracciarmi il più piccolo, Samir.
-Ehi campione, come va?- gli chiedo.
-Zayn, ascolta- si avvicina mia sorella mentre cerca di trattenere Ali e Mohammed -sono passata per dirti che domani vengono a pranzo i genitori di Omar, dì a papà di preparare due primi, due secondi e qualche kebab, capito? Due primi, due secondi e qualche kebab!-
-Ho capito va bene!- rispondo scocciato.
-Ma cosa hai? Ma che ti prende?- mi chiede in tono arrogante.
-Che cosa prende a te semmai, sei sempre scazzata, nemmeno avessi il ciclo!-
-Si ok ok hai ragione tu... ricordati: due primi, due secondi...-
-...E qualche kebab, d'accordo!-
Mia sorella non mi risponde. Nel prendere la borsa che ha poggiato sul ripiano di marmo, casca un foglio. Lo raccoglie da terra.
-Cos'è questo?- dice mostrandomelo.
Non rispondo.
-Zayn, cosa è?- mi chiede urlando.
Glielo strappo dalle mani.
-Accidenti calmati però, ciao!- dice uscendo dalla porta e trascinando i bambini dietro di sè.
Non la saluto. Da quando ha partorito il primo figlio non è più la stessa. Forse è il sesso che le fa male.
-Zayn, buta fuori spazatura!- mi urla papà dalla cucina.
Prendo i sacchetti dell'immondizia e mi dirigo fuori, dove la pioggia si è calmata, ma aleggia ancora il tipico vento freddo di Londra.
Riprendo il foglio che ho leggermente stropicciato e lo riapro.
"Scuola delle Belle Arti di Londra" c'è scritto.
Non lo avevo trovato per caso. Di nascosto sono andato all'università a prendere questa brochure con l'intenzione di farlo vedere ai miei genitori. Il mio sogno sarebbe quello di completare gli studi, magari diventare insegnante di arte. Amo disegnare. Devo cercare di convincere mio padre a farmi disegnare un nuovo menù per il ristorante. Potrei fare anche un corso di informatica per aiutare i miei genitori con i conti del locale tramite computer, invece di fare il cameriere. Stringo nelle mani quel pezzo di carta. Ho deciso. Stasera parlerò con mio padre

ciao a tutti :)
nuova fanfiction, spero vi piaccia, non credo che durerà molti capitoli ma tentar non nuoce :)
ditemi cosa ne pensate, un bacio darcy x



   
 
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