02/02/2013
0 recensioni'Un impotenza'.
Che cosa mi fa capire G.C.Lichetenberg con questa parola?
Considero l'impotenza ogni cosa per cui l'uomo si reputa sconfitto.
Ma questa sconfitta è reale?
Non sempre, anzi mai!
'Un impotenza immaginaria' ecco cosa è.
E da cosa è dovuta questa mia certezza per cui reputo l'impotenza qualcosa di immaginario?
Perché nessuno uomo è sconfitto se non dal timore di esserlo.
Quel timore porta l'uomo tra gli artigli di un mostro, o più comunemente 'ansia', che appena ti vede in lontananza inizia a rincorrerti per poi prendere il sopravvento su di te, sulla tua mente e sul tuo corpo, trascinandoti in un buco nero.
Ti soffoca lasciandoti senza respiro con la mente offuscata , niente più idee, pensieri , parole, niente di niente tranne un eccezione, una emozione, la tristezza che piano piano l'uomo stesso trasforma in rabbia contro se stesso.
Ma prima di trovare una soluzione, prima di trovare del tempo per agire contro questo mostro, la sottile barriera che divide realtà da mondo immaginario viene distrutta.
E con questa anche noi.
Da qui iniziano a sorgere i veri problemi.
Potrei sembrare pazza dicendo tutto questo, ma sono testimone di questi eventi.
Si, il mostro ha catturato anche me.
Ogni uomo ha una maschera per integrarsi al meglio nella società, come troviamo anche in Pirandello, ma dietro ad ogni maschera sicura di se e indistruttibile si cela uno spirito timoroso ed insicuro, l' "io".
Quando la maschera si scheggia lasciando trasparire una parte dell'"io" o meglio quando la nostra mente ci porta ad immaginare una possibile rottura della nostra maschera spaventandoci, l'uomo con mente e corpo di abbandona tra le braccia del mostro, perdendo il controllo di tutto.
E come nel domino, lasciata cadere una tessera, ne cadono altre mille.
La perdita del controllo ci porta alla paura, la paura alle insicurezze, le insicurezze alla tristezza e così via.
Tutto ciò ci disintegra, mentalmente e fisicamente come spesso capita a me.
Timori, niente respiro, sentire freddo e piangere , piangere a ancora piangere senza trovarne motivo.
Ma ragionandoci un motivo si trova, un motivo per cui tutta quella tristezza nascosta in noi ha deciso di esplodere arrivando nella realtà sotto forma di lacrime.
Non è semplice trovarlo, ed io continuo a provarci.
Ma dopo tutto questo dolore inizia ad affiorare la rabbia per se stessi, quei sensi di colpa che ti divorano, per tutto quel tempo passato ad impegnarsi, e tutto quel l'impegno mandato in fumo da un orribile , tremendo mostro.
Tutto in fumo, TUTTO!
Vedere momenti, come lo svolgimento di un compito in classe, andare all'aria per semplice ansia ti arrabbiare, e allora inizi a farti domande : come faro ad affrontare momenti della vita più importanti? Avrò mai un buon futuro se continuò così? Riuscirò a raggiungere i miei obbiettivi? Devo impegnarmi di più?
E allora pensi, pensi a tutto ciò che hai passato e ti rendi conto che tutto è partito da una sciocca immagine nella nostra mente dove il signor Timore ci diceva ' non sei in grado!' e ci rendeva impotenti.
E allora signor Timore sai che ti dico: arriverà un giorno in cui io toglierò la maschera di mia spontanea volontà perché finalmente sarò fiera di me e non avrò più timore di affrontare gli ostacoli, la vita ne ha molti e anche se non vengono superati tutti questi ci sarà una strada migliore da prendere.
Prima o poi ti sconfiggerò e aiuterò gli altri a sconfiggere quel mostro che proietti nella nostra mente.
Tutto apparirà più sereno.
E questo lo condividerò con ne stessa e non con la maschera.
Non avrai più potere sul mio corpo e sulla mia mente.
Spero che questo accadrà presto.