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Autore: quenya    02/08/2004    2 recensioni
Lo Shohoku va in trasferta e fin qui niente di strano. Ma cosa succederebbe se, per problemi di bilancio, alla compagnia di aggiungessero anche Haruko e un'amica di Ayako? E se questa ragazza fosse una vecchia conoscenza di Mitsui? Romanticismo a piene mani con le coppie Mitsui/OC, Ryota/Ayako e Hana/Haruko!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New Page Ok, sparatemi pure. Me lo merito dopo aver quasi abbandonato questa storia…e mi scuso con chiunque abbia aspettato invano che io mi decidessi a continuarla. Purtroppo sono stata vittima di una crisi di ispirazione di quelle storiche, unita ad una serie di circostanze piuttosto impegnative per la mia vita, che mi hanno imposto una drastica riduzione del tempo libero.
L’unica cosa che posso dire a mia discolpa è che, come vedete, sono una persona piuttosto tenace e quando, alla fine, l’ispirazione è tornata, ho fatto un altro passo in avanti verso la conclusione di questa storia. In pratica sarebbe già finita con questo capitolo, ma credo che scriverò un epilogo per ricapitolare un po’ le cose e sistemare le ultime questioni in sospeso…spero solo di non metterci altri tre anni! ^_^;
Cosa posso dirvi? Abbiate fede, perché vi assicuro che un giorno la finirò definitivamente.
Grazie a tutti per la pazienza e scusatemi ancora.
Quenya

Capitolo 26 : Uno contro uno!



“…lo sapete che la concentrazione è importante, quindi non dovreste farvi distrarre così facilmente! Ma d’altra parte cosa posso aspettarmi da degli zucconi come voi? La colpa è stata mia che…Sakuragi!! Ma mi stai ascoltando?”

Si…si…come no” borbottò un assonnato Hanamichi, guardando con aria sconsolata l’orologio appeso alla parete di fronte a lui. Quella tiritera stava andando avanti da oltre venti minuti e lui cominciava a non poterne davvero più. Quando quel traditore di Ryota sarebbe tornato gliene avrebbe dette di tutti i colori : lasciarlo lì, da solo, a sorbirsi i pallossissimi rimproveri di Akagi era stata una vera e propria bastardata. Perché diavolo doveva essere sempre lui ad andarci di mezzo? Era troppo buono, questa era la verità!!

Guardami negli occhi mentre ti parlo! Hai sentito qualcosa di tutto quello che ti ho detto finora? Non sono mica uno stupido…pensi che mi diverta a farti tutti questi discorsi?” fece Akagi avvicinandosi a lui e guardandolo negli occhi.

Hanamichi alzò gli occhi al cielo sbuffando.

Senti gorilla, sono stanco di starti a sentire mentre mi dai del rammollito senza cervello che pensa solo a divertirsi…lo so che per te sembra una specie di reato, ma che male c’è se ogni tanto ci divertiamo un po’ e non pensiamo soltanto a vincere il campionato?”

Akagi non rispose subito e qualcosa nei suoi occhi fece pensare per un attimo ad Hanamichi che forse aveva toccato un tasto dolente.

Sai benissimo quanto sia importante questo obiettivo…per quanto possa essere incomprensibile per te, non possiamo concederci nessuna distrazione. Soprattutto in un momento come questo” rispose con tono asciutto, distogliendo lo sguardo da lui e massaggiandosi la fronte in un gesto concentrato.

Ehi, guarda che non sto parlando di quando siamo in campo. Mentre siamo in palestra puoi dirmi tutto quello che ti pare, ma non puoi certo pretendere che viviamo come monaci anche fuori!!” disse Hanamichi incrociando le braccia. “Non quando c’è anche in giro la bellissima Haruko…” aggiunse poi con aria sognante.

Troppo tardi si accorse di aver espresso a voce alta un pensiero che avrebbe fatto molto meglio a tenere per sé. L’accenno alla sorella e il tono con cui era stato fatto accese immediatamente l’animo di Akagi, proprio quando sembrava che si fosse calmato. Meno male che almeno non aveva detto ‘la mia bellissima Haruko’ come era solito fare quando era solo!! Akagi, se possibile, l’avrebbe guardato con uno sguardo ancora più omicida di quello che gli stava lanciando adesso.

Tu…razza di…che diavolo pensi di fare con mia sorella?!?”

Fosse stato in un altro momento Hanamichi avrebbe certamente fatto finta di niente. Avrebbe inventato un qualche tipo di scusa e si sarebbe dileguato per non dover affrontare un’altra discussione. Ma quella sera, in quel momento, c’era qualcosa di diverso. Era stanco di dover continuamente giustificare il suo comportamento, e soprattutto era stanco di essere considerato un buffone buono a nulla – a parte i suoi indubbi meriti sportivi ovviamente.

Non saprei…renderla felice forse? Perché non la lasci respirare un attimo? Haruko non è mica una bambola di seta da mettere sotto una vetrina di cristallo!”

Che ne sai tu di come tratto mia sorella? Non sono certo affari tuoi!” ribattè seccamente Akagi con evidente fastidio, ma nonostante i chiari messaggi di avvertimento, il rossino non diede segni di voler lasciare perdere la questione.

Certo che sono affari miei! Come posso restare indifferente davanti a certe cose? Non lo vedi che la tua eccessiva protezione non ha fatto altro che peggiorare la sua timidezza? Se non la lasci avvicinare a nessun ragazzo è ovvio che lei non sappia mai come comportarsi…com’è altrettanto ovvio che non abbia mai avuto il coraggio di confessare i suoi sentimenti al ragazzo di cui è innamorata da più di tre anni!” disse al colmo della frustrazione.

Non avrebbe voluto tirare in ballo quell’argomento. Era un punto estremamente dolente per lui...oltre alla tremenda scottatura per il suo orgoglio e il dolore di essere stato respinto per l’ennesima volta, si aggiungeva anche la consapevolezza che di tutti i ragazzi che c’erano in quella scuola, Haruko aveva scelto proprio il suo acerrimo nemico, la persona che detestava almeno tanto quanto ammirava…l’uomo che aveva giurato di raggiungere e battere, ma che per il momento non era riuscito ancora a sfiorare, né sul campo né nel cuore di Haruko : Kaede Rukawa.

Davanti a questa notizia, così inaspettata per lui, Akagi restò decisamente stupito.

Come fai a sapere queste cose? E chi sarebbe questo tizio? Non sarai mica..” iniziò, sperando di sbagliarsi e guardandolo con gli occhi socchiusi e sospettosi. Ma Hanamichi stroncò quel dubbio sul nascere.

Mettiti il cuore in pace, perché tanto non sono io” disse, guardando da un’altra parte e stringendo i denti.

Quel movimento gli fece perdere l’espressione sorpresa e pensierosa del capitano, che per un attimo restò colpito dal tono amaro con cui quella frase era stata pronunciata. Non lo aveva mai sentito usare un tono così pieno di tristezza, rammarico e rassegnazione…anzi, credeva che non ci fosse nulla in grado di scalfire quel suo ego esagerato. Ma, a quanto pare, qualcosa c’era. Decise di ascoltarlo e provare a capire cosa frullasse veramente nella mentalità pazzoide di quel ragazzo.

Non sta a me rivelarti certe cose…posso soltanto dirti che Haruko con me parla liberamente ed è per questo che so molte informazioni su di lei. Ma non è questo il punto. Il punto è che non puoi pretendere di avere sempre tutto controllo, compresa la vita di tua sorella. E’ giusto che sia lei a decidere cosa sia giusto o sbagliato, ed a scegliere chi frequentare” continuò Sakuragi, tornando a guardarlo negli occhi. Akagi sospirò, massaggiandosi nuovamente le tempie e cercando di fare ricorso a tutta la sua pazienza.

Guarda che io non ho mai messo il naso nei suoi affari…e smettila di dipingermi come se fossi una specie di carceriere senza cuore! Quello che voglio è soltanto proteggerla dalle cattive compagnie” disse, tentando di far capire al rossino il suo punto di vista. Hanamichi però, continuava dritto per la sua strada.

Ma se sarai tu a decidere quali siano queste ‘cattive compagnie’ lei non sarà mai libera di scegliere! Dovrà soltanto frequentare chi decidi tu” insistè ancora.

Haruko a volte è troppo ingenua” borbottò in risposta il capitano e Hanamici incrociò le braccia.

Già. E di chi è la colpa?”

Questo era troppo, anche per la collaudata pazienza di Akagi. Un aura minacciosa si addensò intorno a loro mentre si fronteggiavano in mezzo al salotto. Il capitano si elevò in tutta la sua statura e assunse un’aria da ira gelida che avrebbe congelato sul posto qualsiasi persona. Hanamichi però non era il tipo da lasciarsi impressionare per così poco, anche se doveva ammettere che il gorilla sapeva certamente farsi rispettare in quei frangenti, e decise di giocarsi il tutto per tutto affrontandolo a volto scoperto.

Sakuragi stai passando il limite. Come ti permetti di intrometterti in questo modo tra me ed Haruko?”

Mi permetto eccome, razza di bestione senza cervello. Perché si dà il caso che io sia innamorato di tua sorella. E non mi importa se per fartelo entrare in quella testaccia dura, dovrò riempirti di cazzotti, chiaro?”

Tu innamorato di Haruko? Ma fammi il piacere! Tu non sai nemmeno cosa vuol dire…”

Amare? E chi sei tu per dire una cosa del genere? Mi conosci forse? Mi hai mai chiesto qualcosa sulla mia famiglia, sui miei sentimenti?”

Un lungo silenzio accolse quelle parole e Hanamichi vide che quella risposta aveva colpito Akagi. Ma la partita non era ancora chiusa, ed era troppo presto per esultare. Infatti, puntuale come un orologio svizzero, arrivò la secca replica del Capitano.

Hai ragione, non so nulla di te. Ma proprio per questo non lascerò che ti avvicini ancora ad Haruko”

Sakuragi sorrise amaramente.

Speravo che non fossi ottuso fino a questo punto…ma il tuo rifiuto non è certo una novità per me. E’ da quando ho saputo che Haruko era tua sorella che mi sono abituato all’idea di non poter mai ottenere la tua approvazione. Ma vuoi sapere una cosa? Sarei veramente un idiota se questo mi fermasse”

Razza di galletto presuntuoso…”

La mano di Akagi scattò in avanti a stringere il collo della maglietta di Hanamichi, ma lui non fece una mossa. Per quanto quella conversazione avesse superato abbondantemente tutti i livelli di pazienza che Hanamichi di solito era disposto a sopportare – che in effetti erano eccezionalmente bassi – il rossino sapeva bene che non sarebbe stato saggio da parte sua venire alle mani con Akagi. Nonostante la sua indole lo portasse a risolvere tutti i suoi problemi con la violenza e nonostante le precedenti minaccie, Hanamichi aveva bene in mente una cosa : anche se lo avesse preso a pugni non sarebbe servito a nulla. Doveva cercare di convincerlo a parole della serietà dei suoi sentimenti per Haruko, e per farlo avrebbe dovuto sfoderare tutta quella maturità che non aveva mai dimostrato se non in occasioni speciali. Ma per Haruko avrebbe fatto questo ed altro.

Afferrò il polso di Akagi e lo tenne fermo.

Senti Gorilla, puoi anche riempirmi di pugni, se questo ti farà stare meglio, ma non pretendere che io non mi avvicini più ad Haruko. Quello che chiedo è soltanto di restarle accanto e, come ti ho detto prima, non ho neanche la speranza di essere ricambiato…quindi che diavolo ti costa concedermi almeno questo?”

Con uno strattone secco, Akagi mollò la presa e gli voltò le spalle, come per riprendere l’autocontrollo. Dopo un po’ si girò leggermente verso di lui.

Haruko è una ragazza profondamente buona. Talmente dolce e gentile da attirare chiunque. Ma è anche così… così… influenzabile e priva di difese, che basterebbe poco per trascinarla su una strada pericolosa. Non voglio che degli individui senza scrupoli si approfittassero di questo suo buon cuore”

Hai veramente poca considerazione di lei” sospirò Hanamichi. “Cosa ti fa credere che non sappia da sola chi le si avvicina soltanto per interesse o con cattive intenzioni? Oppure sono io l’esempio lampante di questa sua ingenuità?”

L’occhiata che il capitano gli lanciò era una risposta più che sufficiente e Hanamichi alzò le mani.

Ok, è inutile che mi rispondi. Senti, io non sono uno stinco di santo e lo sappiamo bene tutti e due…ma non mi approfitterei mai di una ragazza così generosa come lei. Che razza di persona pensi che io sia? Credi che ieri sera l’avrei difesa così accanitamente se mi fosse importato soltanto del mio divertimento?”

E che tu me l’avresti affidata se non ti fossi fidato di me? aggiunse mantalmente, sforzandosi notevolmente per non dare voce a quel pensiero. Andava contro tutti i suoi principi non approfittare di una prova così evidente, ma Hanamichi decise di provare a giocare di strategia. Sarebbe durato certamente poco, ma diavolo, meglio tenersi da parte qualche asso nella manica.

Akagi si girò a guardarlo e per un attimo apparve piuttosto indeciso, cosa rara per lui.

Va bene, questo te lo concedo” rispose alla fine, con un’espressione tra il sorpreso e il leggermente infastidito che fece tremare un sopracciglio ad Hanamichi, il quale dovette fare ricorso a tutte le sue (già) scarse doti di pazienza per non ribattergli acidamente.

Grazie tante” borbottò comunque. “Almeno è già qualcosa”.

Il capitano lo guardò ancora stranamente. All’improvviso si era reso conto che quella conversazione era lo scambio verbale più lungo che avesse mai fatto con il rossino da quando lo conosceva - escluso ovviamente l’argomento sportivo - e che, per quanto fosse incredibile, stava avendo anche un senso. Questo lo fece riflettere parecchio sulle motivazioni di Sakuragi : di solito quel ragazzo tendeva ad evitare confronti così impegnativi trovando scappatoie o dileguandosi al momento giusto… invece quella sera non solo era rimasto ad affrontare tutti i rimproveri, ma gli aveva anche ribattuto parola su parola tutti gli argomenti che gli aveva mosso contro. Era un comportamento assolutamente insolito per lui, e doveva ammettere che dimostrava indubbiamente una notevole decisione e una certa maturità. Possibile che…provasse davvero dei sentimenti sinceri nei confronti di Haruko? Per quale altro motivo allora sarebbe rimasto così a lungo pur di dimostrargli che si sbagliava sul suo conto?

Akagi si sedette su un divano per riflettere, fissando pensieroso il pavimento ed ignorando le occhiate interrogative di Hanamichi. C’era un’altra cosa che lo aveva colpito nella discussione che avevano appena avuto : ad un certo punto Sakuragi gli aveva chiesto il permesso di restare a fianco di Haruko, anche solo come amico. Che lo avesse fatto non intenzionalmente, spinto dalla foga del discorso o meno, restava comunque una richiesta fatta di cuore, che dimostrava come minimo un certo attaccamento e affetto nei confronti di Haruko…altrimenti quale avrebbe potuto essere lo scopo di restare a fianco di una ragazza innamorata di un altro?

Sakuragi c’è una cosa che vorrei sapere…” disse voltandosi improvvisamente a guardarlo “Però prima di rispondermi mi devi giurare che dirai la verità” gli disse socchiudendo gli occhi.

Hanamichi deglutì nervosamente. Si sentiva inchiodato da quell’espressione seria e si rese conto che finora gli era andata anche troppo bene. Avrebbe preferito mille volte affrontare il Gorilla furioso piuttosto che sostenere lo sguardo penetrante che aveva ora…litigare con lui era stato quasi uno scherzo in confronto.

Assentì con la testa, ma Akagi lo guardò storto e lui sbuffò. “Va bene, lo giuro. Ora spara”

Perché hai scelto il basket?”

Un silenzio accolse quella domanda. Sakuragi sospirò, si lasciò cadere pesantemente sul divano e incrociò le mani dietro la testa.

Per lei” disse alla fine, chiudendo gli occhi. “Per poter vedere il suo sorriso ogni volta che facevo un canestro. Per poterle restare accanto in ogni momento…negli allenamenti, nelle vittorie e nelle sconfitte, solo per poter condividere con lei ogni emozione… e vederla salutarci dagli spalti ogni volta che giochiamo”

Anche se sai che viene solo perché c’è Rukawa?”

Quello era un colpo basso, ma Hanamichi strinse i denti e lo incassò. “Si” rispose. Poi spalancò di colpo gli occhi e lo guardò storto. “Come sai che…”

Ho ripensato a quello che hai detto prima e, conoscendo Haruko, ho fatto due più due”

E allora? Che altro vuoi sapere da me?” disse alzandosi di scatto dal divano e passeggiando nervosamente su e giù “Vuoi girare meglio il coltello nella piaga? Si, sono innamorato di tua sorella. Si, lei ama un altro e non mi considera che un amico. E si, quell’altro è Rukawa e io sono venuto in questo club solo per dimostrarle che posso diventare bravo quanto e più di lui. Adesso cosa vuoi fare? Buttarmi fuori dalla squadra per questo? Sappi che non rinuncerò tanto facilmente!”

Al basket o ad Haruko?” chiese a bruciapelo Akagi.

A tutt’e due!” rispose con lo stesso tono Hanamichi.

Rimasero a guardarsi per un momento, fissandosi negli occhi come due combattenti che si stessero studiando l’un l’altro. Lo sguardo di Akagi era penetrante, inquisitorio e talmente serio da costringere chiunque a dirgli nient’altro che la verità. Ma quello di Hanamichi era risoluto e per la prima volta, assolutamente sincero. Non aveva più niente da nascondere o da rimpiangere e la sensazione di aver finalmente chiarito le cose con il capitano una volta per tutte gli aveva dato una forza incredibile, che si rifletteva anche nei suoi occhi.

Alla fine, dopo quella silenziosa battaglia di sguardi, Akagi sorrise. “Buttarti fuori dalla squadra? Ad essere sincero per un po’ ci avevo pensato, ma adesso non credo che lo farò” disse alzandosi dal divano “Le motivazioni per cui una persona decide di dedicarsi ad uno sport sono le più svariate…e la tua non è nemmeno tra le più infrequenti, quindi chi sono io per giudicare? E poi la competizione è una buona cosa, quando è trasportata sul campo sportivo e non nel cortile di una scuola. Basta solo che non si esageri”

Fece un passo in avanti e si piazzò esattamente davanti ad Hanamichi, guardandolo da vicino negli occhi.

Ora parliamo di Haruko” disse, incrociando le braccia e il rossino, involontariamente deglutì un nodo di tensione nella gola. “Chiariamo una cosa Sakuragi. Tu non mi sei mai piaciuto e non mi piaci ancora” disse accigliandosi. “Sei un attaccabrighe, un teppista e uno sconsiderato, per non parlare di un impiccione che si prende troppe libertà. Però su una cosa hai ragione : deve essere Haruko a scegliere chi le starà accanto…io non posso farci nulla. E se lei parla bene con te, allora non mi resta che augurarti buona fortuna. Sia a te che a lei” mugugnò alla fine, scuotendo la testa.

Hanamichi si illuminò, ma prima che potesse parlare o lasciarsi andare ad uno dei suoi soliti eccessi di entusiasmo, il capitano lo bloccò con un’occhiataccia fulminante.

Intendiamoci, questo non significa che potrai farle una corte serrata distraendoti ogni volta che lei entrerà in palestra. Se ti becco a fare una cosa del genere farai tanti piegamenti da non riuscire neanche ad alzare una mano per salutarla, chiaro?” chiese guardandolo malissimo e Sakuragi fu quasi costretto dalla sua torreggiante presenza ad annuire.

Ma, nel caso te lo stessi chiedendo, sappi che rispetto la sincerità dei tuoi sentimenti e la tua determinazione. Tienilo bene a mente, perché non me lo sentirai dire ancora. Ora fila a dormire” bofonchiò nel suo solito tono un po’ brusco e un po’ bonario, che aveva sempre ogni volta che si sentiva imbarazzato.

Ma Hanamichi non si mosse. Gli girava un po’ la testa dopo tutti quei discorsi – il suo cervello non era abituato a dover gestire tutte queste complicate informazioni – e si sentiva ancora stranito. Non era facile capire il succo del discorso di Akagi, specialmente visto che il capitano era stato così abile a mischiare i complimenti con le minaccie, tanto da farli sembrare quasi tutt’uno, ma alla fine credeva di essere riuscito ad impressionarlo. E ripensando a quello che gli aveva detto, si rese conto di aver stabilito un legame con lui, una specie di tregua, mista a qualcos’altro. Qualcosa simile al reciproco rispetto dell’onore che gli antichi samurai provavano anche per i loro più accaniti nemici. Il pensiero gli piaceva molto e si immaginò già la scena : lui e Akagi, vestiti con l’armatura medievale e le spade al fianco, che si scambiavano un giuramento di sangue per l’amore di una donna davanti al sole morente.

Non temere Akagi, mi prenderò cura io di tua sorella” disse gonfiando il petto e assumendo una classica posa da eroe di sceneggiato televisivo con tanto di mano su una spalla. Akagi alzò gli occhi al cielo…non si sarebbe mai abituato alla teatralità di quel pazzo.

Si, bravo. Ora quante volte devo ripeterlo di filare a dormire? Guarda che se domani ti addormenti in mezzo alla partita…” iniziò e Sakuragi si mise le mani sulle orecchie.

Va bene…va bene, ho capito. Non c’è bisogno che mi rompi i timpani” mugugnò avviandosi verso la sua camera con le mani in tasca, un po’ imbronciato per la mancanza assoluta di senso scenico del capitano.

Poco prima di andarsene però, si girò un’ultima volta verso di lui.

Akagi?”

Che c’è?” borbottò il capitano, prima di rendersi conto improvvisamente che per la prima volta Sakuragi lo stava chiamando per nome e non ‘Gorilla’ oppure ‘Capitano’.

Un silenzio passò tra loro, poi finalmente Sakuragi parlò.

Grazie” disse semplicemente, prima di sparire per il corridoio.

Akagi scosse la testa e si rimise a sedere. Ma sulle sue labbra c’era, per la prima volta dopo una discussione con il rossino, un sorriso soddisfatto.

Dopo circa dieci minuti, nella silenziosa penombra del corridoio, una piccola figura si mosse nell’ombra. Akagi era troppo assorto nei suoi pensieri per sentirlo, ma se qualcuno avesse fatto attenzione, avrebbe potuto sentire dei passi leggeri avviarsi nella direzione opposta del rossino e una porta chiudersi con estrema silenziosità.

Nello stesso momento, Hanamichi aprì gli occhi nel buio della sua camera e gli venne in mente un particolare a cui lì per lì non aveva fatto caso : quando aveva detto che si sarebbe preso cura di sua sorella, Akagi non l’aveva negato. Sorrise da un orecchio all’altro e si addormentò istantaneamente con quell’espressione stampata in faccia, sognando il suo romantico futuro con Haruko.

Hanamici ancora non lo sapeva, ma, dopo quella sera, quei sogni sarebbero finalmente diventati realtà.


Allora, che ne dite? E’ passabile per essere una scena scritta dopo quasi tre anni di interruzione? Spero solo di non aver reso Akagi troppo paternalistico in tutti i suoi discorsi, è solo che…bè, è sempre così serio, assennato e protettivo nei confronti di Haruko che ce lo vedo bene in questo ruolo di ‘difensore’ ; e poi soltanto una roccia come lui poteva scontrarsi con una testa dura come quella di Hanamichi! Fatemi sapere cosa ne pensate per favore…è sempre bellissimo per un autore conoscere le opinioni dei lettori!

  
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