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Autore: Manna__Styles    02/02/2013    2 recensioni
L'amore per un ragazzo non può arrivare a quello per un figlio.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lo ami già, se ben ricordo per me è stato più lungo e complicato.

‘’Cazzo che hai’’ sbotto per la decina volte mentre eravamo nel bar difronte a casa  a far colazione con Liam, no ne avevo voglia ma con la sua enorme scritta sulla strada ‘Ti amo Monica’ non potevo che scendere. Mi amerà ancora dopo che saprà? Mi amerà per sempre disse, ma questo à fuori da ogni standard. Cazzo ed ora che faccio? Come faccio? Un bambino porco dio, come poteva essere più stupida. Certo era tutto quel che volevo ma andavo scherzando, ora è diverso non è uno scherzo aspetto sul serio un bambino. Un bambino da Liam, il ragazzo che amo e che ha solo 18 anni ‘E tu ne hai 16’ mi rimprovero la mia vocina. Si io ho 16 anni, i miei genitori non accettano Liam, non accetteranno il bambino e mi faranno abortire ‘Nonono non provarci, è il frutto del vostro amore’ mi rimprovera di nuovo la  mia vocina. No io non voglio ucciderlo, lui non lo accetterà be io si, lo accetterò, lo crescere e lo amerò come amo suo padre. ‘’Parto’’ e la prima cosa che mi venne in mente di fare , ma invece di pensare tra me e me lo dissi ad alta voce. ‘’Cosa?’’ mi chiede sbalordito ‘’ Oh niente’’ cazzo ed ora che faccio, abbasso lo sguardo sul mio cornetto e lo addento prima che si raffreddi del tutto. Finisco di mangiare e lui ha ancora i suoi occhi sconvolti su di me, cazzo devo rimettere. Arrivo in tempo in bagno che lascio il cornetto appena finito. Quando torno Liam ha la testa nella mia borsa ‘’Che stai facendo?’’ gli sussurro amaramente all’orecchio facendolo sussultare, oh no ha l’ecografia in mano, nononono. Vedo tutto che mi gira in torno tanto che mi appoggio a lui per non cadere e lui prontamente mi aiuta, vedo nei suoi occhi la rabbia che gli pressa ma che non vuole far notare. ‘’E’ per questo che stavi partendo o scappando?’’ chiede alzando l’ecografia, muovo lentamente la testa annuendo in modo quasi invedibile, sta iniziando ma lo blocco ‘‘Riccardo andiamo a casa a parlare non qui’’ lui acconsente, paga e ci dirigiamo all’imponente palazzo nel quale vivo al 5 piano, l’ascensore non arriva e vedo che lui sta per crollare ‘’Prendiamo le scale’’ e lui mi segue, io mi aggrappo alla ringhiera non essendo molto sicura di riuscir a salire, mi guarda e mi offre il braccio che accetto e mi cinge il bacino arrivando sulla pancia e lui ritrarre subito la mano ‘’Lo so che sei furioso anche se fai il gentile, ma non credo che potrai essere più furioso di quanto io lo sia con me stessa’’ gli dico quasi sillabando, mi manca il fiato non so perché, continua a girarmi tutto e mi sta salendo di nuovo la nausea. Mi blocco d’istinto, sbatto le palpebre e mi poso una mano sulla pancia ‘’Sta fermo finche non arriviamo a casa’’ dico rivolto al mio bambino, mentre continua a salirmi la nausea ‘’Hai intenzioni di farmi vomitare anche l’anima?’’ chiede ora più rilassata e sento che la nausea non è più insistente e continua a camminare ‘’ Lo ami di già’’ mi dice Liam  mentre siamo al 2 piano ‘’Se ben ricordo per me è stato più lungo e complicato’’ e sorride. Si sta rilassando lo sento dalla sua stretta su di me che mi sorregge. Siamo al 4 piano, altri 10 gradini e ci siamo, non capisco che mi succeda. Mi sento incredibilmente debole e tutto gira intorno a me, la nausea si sta iniziando di nuovo a  far sentire ‘’Aspetta ma tua madre non mi sopporta’’ si irrigidisce e si ferma sul mio pianerottolo ‘’Mamma è al lavoro, ho la casa vuota. Vie..’’ non fini di parlare che mi diressi correndo dentro  andando in bagno e vomitai ancora ed ancora, sarà che mi stetti quasi 20 minuti in bagno a rimettere. Quando tornai in cucina Liam  non c’era, la porta era chiusa, mi accascia sul divano. ‘E’ andato via’ mi ripetevo tra me e me e iniziai a singhiozzare nel cuscino ‘’Ehii che ti succede?’’ mi chiede improvvisamente Liam  sbucando dalla mia stanza, non è andato via mi fiondai tra le sue braccia e lui mi accolse cercando di placarmi i singhiozzi accarezzandomi i capelli biondi che mi ricoprono tutta la spalla fino al sedere. ‘’Sch’’ mi sussurro all’orecchio ‘’Pensavo fossi andato via’’ annuncia timidamente ‘’Se non ricordo male sei tu quella che voleva andare via’’ è di buon umore, è scherzoso e questo mi fa cambiare un po’ il mio morale ‘’Scusa’’ gli dico incrociando i suoi occhi ‘’Be la colpa non è solo tua’’ ci sediamo sul divano dove io prima singhiozzavo ‘’Dovevo dirtelo subito invece di scappare’’ la lucidità sta iniziando ad invadermi, sbatto ripetutamente le palpebre per cacciare via le lacrime. ‘’Affronteremo tutto insieme, da quanto…ehm…da quanto sei incinta?’’ mi chiede ‘’Un mese e qualche giorno piomeno’’ gli dico incerta, sbarra gli occhi. Probabilmente si immaginava qualche settimana ‘’Un mese’’ ripete lui cercando di convincersi ‘’Mancano 8 mesi dunque, nessuno sa niente?’’ chiede, scuoto la testa. Rimaniamo così accoccolati sul divano per un tempo infinito. ‘’Dovremmo dirlo hai nostri genitori’’ a mala pena si sente la sua voce ‘’ Mia madre non sopporta che io stia con uno più grande’’
‘’Lo so’’ sussurra ‘’I miei non sanno che io sono fidanzato’’ mi dice in colpa ‘’Sono 8 mesi che siamo insieme’’ gli dico sentendomi delusa ‘’ Lo so ‘’ ripete. Continuiamo a parlare, ma bè, c’era quello sguardo. Quello lì, proprio quello. Il nostro ‘Ci sto’. Ed ora lo avevamo entrambi stampati sul viso. Ero sul divano e due secondi dopo ero nella mia stanza sul mio letto con le finestre chiuse come la porta. ‘Sei incinta ma puoi comunque ehm…ci siamo capiti?’ chiese imbarazzato ‘Certo che posso’ gli risposi. Ed ora? Ora che sarebbe successo? Mi avrebbe trattato come una bambola? Mossi la testa da una parte a l’altra per cacciare via i pensieri e le lacrime che iniziavano a farsi vedere. Ma perché doveva arrivare proprio ora? Ora che io ho la scuola, che ho 16 anni e che nessuno accetta Liam ? Perché ora. Era tutto più delicato, il modo in cui mi sfilava la maglietta, mi levava i pantaloni tutto questo.  Ero in mutande e reggiseno senza neanche accorgermene, lui era in piedi stava riponendo i Jeans sulla sedia ma non toglieva mai gli occhi dal mio corpo. Ecco quel che io non volevo, odio quando mi guarda, odio me stessa, il mio corpo, tutto quel che sono. Non potevo resistere oltre con le i suoi occhi sul mio corpo, sul mio ventre così mi girai sul lato. Sentivo che le lacrime mi rigavano il viso, lui si poggio sul letto e si avvicino a me, con il polso asciugai velocemente le lacrime. Mi giro in modo da essere difronte a lui ‘Che succede piccola?’ mi chiede con tutta la dolcezza che aveva ‘Perché mi fai questo? Perché? Sai che lo odio’ mi rigirai, mi accarezzo i capelli mettendo dietro l’orecchio una ciocca che gli impediva di guardarmi ‘Quando capirai che sei stupenda?Quando? Piccola però non mi piace che tu sia così magra’ mi disse e mi lascio un bacio sulla guancia e mi prese tra le braccia ‘Ti è passata la voglia vero?’ mi disse ormai rassegnato ‘ No, ma non voglio che sia diverso. Anche se lo sarà per forza. Questa è l’unica cosa solo nostra, ma ora no. Cioè non so spiegarmi’ abbassai gli occhi ‘ Ho capito. Ma ora no. Stai tremando non so se per il freddo o per cosa’ mi disse e andò a prendere i miei pantaloni e la felpa. Gli infilai e lui fece lo stesso.
Eravamo sotto le coperte del mio letto, abbracciati ‘Ancora tremi, che cosa hai?’ mi chiese ‘Ho p-paura’ balbettavo per quando avevo freddo. Mi abbracciai più forte a lui e mi alzai ed andai nella sala per alzare un po’ la temperatura dei termosifoni. Sul tavolo c’era la borsa con dentro l’ecografia, la presi e continuavo a girarmela tra le mani ‘Perché sei arrivato ora? Ho solo 16 anni, e be Riccardo non è molto più grande. I miei non lo sopportano, i suoi non sanno neanche che esisto. E tu è già un mese che sei qui, che mi fai vomitare anche l’anima.’ Misi la mano sulla pancia ‘ Piccolo non voglio ucciderti, non voglio. Ma come faccio? Tu stai uccidendo me.E’ un mese che sei con me e ho perso 5/6 chili. Piccolo tu mi stai uccidendo. Ti prego basta, non c’è la posso più fare.  Se lo dico alla nonna lei mi uccide, quindi devo andare a scuola e devo far finta che tu non ci sia quando lei c’è. Ma tu basta con tutta questa nausea. Ti giuro piccolo io non mi mantengo neanche in piedi, quindi se vogliamo rimanerci devo poter riuscire a mangiare’ neanche il tempo di finire che si fece ancora sentire ‘Sei uno stronzo, ora ti ho detto basta nausea’ dissi correndo in bagno. Vomitavo, vomitavo ed ancora vomitavo. Ma cosa vomitavo non lo capito. Non riuscivo più neanche a rimettermi in piedi così poggiai la schiena al muro è rimasi li. Tutto girava ma dovevo essere forte, mi alzai reggendomi e tornai in cucina mi sedetti alla sedia, alzai lo sguardo e vidi sulla soglia della porta della mia. Oh no che succedeva ora.  Mi alzai e con tutta la forza che mi rimaneva gli andai in contro. ‘Che succede?’ chiesi mantenendomi  alla porta,  ‘perché non me lo hai detto?’ non capivo di che parlava ‘Cosa? Non ti ho detto? ‘chiesi ‘Il b-bambino?’ ipotizzai. ‘No, il fatto che sei dimagrita così tanto. Mentre parlavi prima io ti ascoltavo’ confesso.  Mi senti mancare la terra sotto i piedi e mi ritrovai stesa per terra. Liam  mi aiuto è mi poso sul letto, sbadiglio ‘Sei stanco?’ chiesi ‘Un po’ confesso ‘Vieni qui. Dormiamo’ gli feci spazio sul letto. Ci mettemmo e Morfeo ci accolse tra le  sue braccia.
Mi risvegliai e Liam non era più con me e senti delle urla provenire dalla cucina. Le urla di mia mamma con Riccardo, nooo. Mi alzai e mi diressi in cucina ‘Sapevo che era una cazzata che Monica  stesse con te. Cazzo l’hai messa incinta’ gli urlo ancora una volta con la mia ecografia in mano. ‘Mamma non è colpa sua’ cercai di urlare ma la voce mi morse in gola ‘Guardala non si mantiene neanche in piede’ continua a rimproverarlo mentre lui mi venne in contro ‘Piccola va a letto’ mi disse ‘NO, perché. Cazzo tu non sei colpevole, io voglio questo bambino, voglio te. Voglio noi tre’ dissi e scoppiai in lacrime ‘Cazzo piccola io non voglio vederti in questo stato, mi  fa male’ mi disse ‘A me invece da fastidio vedervi qui in questa situazione sdolcinata quando Monica è incinta’ sbotto mia madre ‘Andiamo in ospedale, abbiamo una questione da risolvere’ annuncio.  ‘No, no. Mamma ti prego no. Non posso ucciderlo. Lui è il mio bambino’ vidi la rabbia che si affollava nei suoi occhi ‘Come cazzo puoi dire una cosa del genere? Hai 16 anni’ continuava ad insultarmi, mi sentivo morire. Mi aggrappai alla maglia di Liam ‘Aiuto’ sussurrai. ‘Monica che succede? MONICA’ mi chiamava, volevo rispondergli ma non riuscivo a dir parola. ‘Signora non è questo il momento di litigare, Monica sta male.’ Disse a mia mamma e poi non senti più nulla. 
‘Ha perso i sensi, è molto debole e in più incinta. Non credo che potrà riuscire a portare a termine questa gravidanza. Io consiglierei l’aborto’ disse un dottore ‘NO, lei non vuole abortire’ era Liam. Apri gli occhi, tirai il camice del dottore che subito si volto ‘Se uccide il mio bambino uccide anche me’ dissi e richiusi gli occhi ‘Signorina mi dispiace ma lei non può farcela’ lacrime amare mi rigavano il viso ‘Non posso?’ apri gli occhi ‘No mi dispiace’ rispose ‘Mi levi la flebo allora’ sbarro gli occhi ‘Lo faccia, si sbrighi’ lo incalzai. Lo fece ed io mi alzai ed andai da Liam ‘ Sei la cosa più bella che mi potessi capitare ma senza lui io non potrei più vivere. Ti amo, ora e per sempre’  gli diedi un bacio del tutto casto ‘Piccola riusciremo a farcela, insieme’ mi abbraccio. Mi liberai dal mio abbraccio ‘No io non posso farcela’ mi diressi alla finestra ‘TI AMO’ urlai e mi buttai ‘Nooo’ fu l’ultimo grido di Liam  che sentì. Ora potevo stare con il mio bambino, ora e per sempre. 



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