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Autore: _RockEver_    02/02/2013    4 recensioni
-Sai, ieri ti ho vista con un bambino al parco. Ti ha chiamata mamma. Tu sei..cioè lui è davvero tuo figlio?-
disse Bill cercando di guardare negli occhi Lucy,che repentinamente abbassò lo sguardo.
-Si, Thomas è mio figlio-.
C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Erano limpidi,quasi quelli di una bambina,ma erano impenetrabili,non lasciavano trasparire alcuna emozione se non assoluta diffidenza.
Lucy si avvicinò al tavolino di un bar e lasciò cadere lo zaino per terra.
-Però se non ti dispiace preferirei non parlartene-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bill Kaulitz entrò in casa con la solita espressione da pesce lesso che aveva da un po’ di giorni a questa parte. Tom era sdraiato sul divano a fare zapping mentre Simone era in cucina a lavare i piatti.
-Ciao tesoro,tutto bene? Come mai hai quella faccia così allegra questi giorni?- domandò la donna.
-Q-Quale faccia?-
-Esattamente quella che hai adesso: rilassata,arrossita,spensierata..-
-Bill è innamorato!- urlò Tom dal soggiorno.
Bill stava giusto andando a strangolare il fratello quando Simone gli si parò davanti sorridente.
-Davvero? Lo sapevo! Com’è? E’ carina?-
-Si lo è!-
-Tom vuoi tacere!-. Lo avrebbe ucciso non appena ne avesse avuto l’occasione,si.
-Ci stiamo solo frequentando,mamma. E’ un’amica,vado da lei oggi pomeriggio-
-Come oggi pomeriggio?! E le prove?! Tra pochi giorni abbiamo un concerto importante,Bill!- disse Tom fiondandosi accanto al gemello.
-Le prove! Me ne sono dimenticato! Tom,possiamo rimandare a un’altra volta? Parla tu con i ragazzi…Per favoreee!-
Tom fece finta di pensarci un po’ su,ma non avrebbe mai potuto dire di no a Bill,specie quando implorava col suo faccino dolce che avrebbe fatto sciogliere un iceberg.
E poi,the last but not the least, anche Tom quel pomeriggio avrebbe potuto trascorrerlo in dolce compagnia. Così prese il cellulare dalla tasca dei suoi enormi jeans e scrisse un messaggio al numero di Elizabeth. Tom non era romantico,o almeno,credeva di non esserlo,però quella sera aveva intenzione di stupire la sua ragazza. Decise che l’avrebbe portata al cinema. Avrebbero potuto vedere uno di quei noiosissimi e smielati film d’amore che,con i popcorn,prospettavano l’idea di una serata perfetta. Ma ignorava il fatto che Elizabeth fosse tutto tranne che una ragazza smielata..
 
                                                                                 ***
 
-E quindi mi ha chiesto di andare al cinema,a vedere un film d’amore-
-D’amore..Tu..-. Lucy era sul punto di scoppiare dalle risate al telefono.
-Si,e io ho detto che mai avrei visto un film d’amore-
-Ecco,ti sei comportata da te,tipico. Quindi cosa farete?-
-Ho proposto quel nuovo film horror di Sam Raimi..E lui ha acconsentito-
-Ahah lo sapevo,ti conosco troppo bene-
-A che ora viene Bill?- domandò curiosa Elizabeth.
-Non lo s..-
La frase della ragazza rimase interrotta dal suono improvviso del campanello: ecco la risposta.
-E’ arrivato,ti devo lasciare-
-Ok,e poi devi raccontarmi OGNI cosa! Ciao!-
Lucy chiuse la chiamata e si precipitò al piano di sotto.
Warren aprì la porta e la persona che si trovò davanti si opponeva a ogni stereotipo di ragazzo che aveva immaginato per suo figlia. Rimase lì a fissarlo un po’ imbambolato finquando Bill si decise a presentarsi.
-Salve signor Smith. Io sono Bill. Ehm..Thomas mi aveva invitato e..-
-Oh si,certo. Piacere io sono Warren,il papà di Lucy. Prego,entra-
Bill entrò timidamente nell’abitazione e ne rimase colpito. L’arredamento della casa era moderno: quadri di ogni genere abbellivano le pareti e i mobili erano deliziosi capolavori contemporanei. Un lampadario visibilmente preziosissimo pendeva dal soffitto,probabilmente una delle poche cose classiche di tutto il soggiorno. In uno scaffale nella parete era posizionata la televisione e l’impianto Hi Fi. L’attenzione di Bill fu però attirata da una foto sul tavolino. La foto ritraeva una donna molto bella dai capelli neri che indossava un cappellino di paglia. Alle sue spalle c’era una spiaggia. La cornice argentata era minuziosamente decorata e recava un’incisione: “Nemo Nisi Mors”, nessuno,nemmeno la morte ci potrà separare. Un vaso di cristallo con dentro delle rose bianche era posizionato su un centrino accanto alla cornice.
-Lei è Anne,mia moglie- disse Warren notando la curiosità del suo ospite.
-Lucy mi ha raccontato..Mi dispiace molto..-
-Oh,non essere triste,lei non ci ha lasciati,semplicemente non è più presente fisicamente con noi. Ma ci sarà sempre-
-Ciao Bill-
Bill si voltò di scattò e accennò un sorriso a Lucy. Le guardò il collo e osservò che portava l’acchiappasogni che le aveva regalato poche ore prima. Non potè fare a meno di sorriderle teneramente.
-Papà,hai già conosciuto Bill?-
-Si,ci siamo già presentati. Mi dispiace non poter rimanere ancor con voi,ragazzi,ma devo scappare a lavoro. Ci stiamo fondendo con una nuova azienda e quindi ho molte più riunioni- Warren non era realmente dispiaciuto di lasciare i ragazzi un po’ da soli.
-Non fa niente papà-
Una volta che l’uomo ebbe raccattato tutti i suoi documenti nella valigetta si mise il cappotto e uscì,salutando ancora una volta il curioso ragazzo appena conosciuto. Gli sembrava un ragazzo responsabile e maturo,e questo gli piaceva parecchio. Certo era un po’ stravagante,ma se era entrato nelle grazie di sua figlia un motivo doveva pur esserci.
 
-Allora..Sei venuto un po’ prima di quanto mi aspettassi..Thomas sta riposando,dovremo aspettare che si svegli-
-Certo,se vuoi passo più tardi-
-No,no non ce n’è bisogno-
-Hai una casa molto bella-
-Grazie. Ignora la marea di giocattoli sul pavimento,sono di Tommy..Vuoi che ti mostri il resto della casa?-
-Certo-
Facendo slalom tra i giocattoli,i due salirono al piano di sopra. Il corridoio era ricoperto dalla moquette ma Bill rimase incantato dall’enorme scaffale bianco pieno zeppo di CD e vinili.
-Hai tantissimi CD!- esclamò Bill avvicinandosi per scorgere i titoli dei tantissimi album musicali.
-Si,è una collezione mia e di papà-
-Mi presti questo di David Bowie? Stranamente non lo conosco. Mi piacerebbe ascoltarlo-
-Certo! Però stai attento,se si dovesse rovinare sono morta- disse scherzosamente Lucy.
I due proseguirono sino alla porta recante un poster del cantante dei Green Day,Billie Joe Armstrong. Bill dedusse che quella era la camera della ragazza. Lucy stava per aprire la porta quando una vocina alle loro spalle annunciò loro che il piccolo Thomas si era svegliato.
-Biiill!- urlò il piccolo correndo con le braccia aperte verso Bill.
Il ragazzo si inginocchiò e abbracciò il bambino.
Thomas,da bimbo curioso qual’era,afferrò una ciocca di capelli di Bill per accertarsi che fossero veri davvero. Lo erano. Erano talmente veri che Bill lanciò un urlo di dolore,seguito poi da delle risatine. Lucy,dopo essersi goduta per un po’ la scena,prese in braccio il piccolo lasciando che Bill si sistemasse i suoi capelli anti-newtoniani. Avrebbero dovuto essere esaminati da qualche fisico teorico,almeno si saprebbe come facessero ad essere così stabili..
-Ciao Thomas! Cosa vuoi fare?-
-Vojo uscire!-
-Vuoi uscire? Ma l’hai fatto venire fin qui e ora vuoi uscire?- obiettò la ragazza.
-Ok,allora usciamo!- affermò Bill alzandosi in piedi.
Thomas andò in bagno a sciacquarsi il viso mentre Lucy si metteva le scarpe e il cappotto.
Uscirono tutti e tre e camminarono senza una meta precisa chiacchierando del più e del meno. Thomas a un certo punto notò un volantino appeso a un muretto e vi corse incontro. I ragazzi lo seguirono e scoprirono che il volantino annunciava l’apertura di un parco giochi non molto lontano. Così,sotto ordine di Thomas,si diressero tutti lì.
Il nuovo parco nella periferia di Amburgo era estremamente carino. C’erano un gran numero i giostre per bambini e anche diversi spettacoli. Lucy oltrepassò il cancello tenendo per mano il figlio,seguita da Bill.
-Non sapevo avessero aperto questo parco- osservò il ragazzo.
-Già,mi dissero che..-
Lucy lasciò la frase a metà e si voltò di scatto con gli occhi sgranati. Un brivido le percosse il corpo dalla base della spina dorsale..Rimase immobile e fissò con insistenza la folla alle sue spalle,cercando quegli occhi incrociati pochi secondi prima. Bill seguì perplesso il suo sguardo,ma non riuscì a capire cosa stesse guardando la ragazza in quel mare di gente. Tutti i suoni attorno a lei si fecero ovattati e senza accorgersene strinse le presa sulla manina di Thomas.
“Devo aver visto male..Devo aver..”
-Mamma! Mamma mi stai facendo male! Mamma!-
-Lucy? Ehi!-
La ragazza fu interrotta dai suoi pensieri e lasciò la mano di Tommy che se la massaggiò.
-Cosa ti prende? Va tutto bene?-
-Io…credevo di aver visto…non fa niente-. Lucy aveva uno sguardo disincantato puntato su Thomas. Le ci volle qualche secondo per capire che il piccolo era sull’orlo del pianto.
-Oh mio Dio,Tommy scusa,scusami tesoro,mi dispiace! Fà vedere il polso-
La ragazza si inginocchiò e abbracciò il bambino,dandogli qualche bacio sul polso. Thomas riuscì a trattenere le lacrime. Bill intanto era ancora stranito e confuso dall’improvvisa reazione della ragazza. Cosa poteva averla turbata in quel modo?
 Prese il figlio in braccio e si diresse verso il chioschetto dello zucchero filato,dove poi ne comprò uno per il piccolo.
Dopodichè si sedettero su una panchina.
-Allora,mi vuoi dire o no per quale motivo hai reagito a quel modo?- domandò il ragazzo non aspettandosi realmente una risposta.
-E’ complicato..ma non ha importanza..-. Bill capì che insistere era inutile,però doveva esserci qualcosa di grosso dietro tutta la faccenda. E anche spiacevole.
-Puoi accompagnarci a casa,per favore?- chiese Lucy con una vocina piuttosto malinconica,a cui Bill cedette.
-Certo..-
-Ma io vojo ttare qua!-
-Thomas, tornerò per giocare con te,te lo prometto piccolo. Però adesso tu e la mamma dovete tornare a casa-
 
Si era fatta già sera,e durante il tragitto nessuno disse niente.
Appena arrivati Lucy girò la chiave nella serratura e si accorse che suo padre non era ancora rientrato dalla riunione. Poco male,avrebbe evitato domande.
Thomas salutò Bill e corse sul divano a guardare i cartoni animati.
-Bill,mi dispiace per stasera. Io..non so cosa sia..-
-Shh..Non devi spiegarmi nulla. Se non te la senti di spiegarmi il tuo comportamento io di certo non ti costringerò-
Sorrise –Grazie,per tutto-
Il ragazzo si voltò lentamente,ma stavolta fu lei a bloccarlo.
-Bill! T-Ti andrebbe di uscire domani?-. L’aveva fatto davvero? Aveva chiesto davvero a un ragazzo di uscire? Quanto tempo era passato dall’ultima volta?
-S-Si..D’accordo! Dove andiamo?- chiese Bill incredulo di fronte alla domanda che gli era appena stata posta.
-Non lo so,stupiscimi! Mi fido di te- rispose la ragazza sorridendo furbetta
  
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