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Autore: listenedsmusic    02/02/2013    1 recensioni
questa storia parla di cher e di un ed sheeran che si esibisce ogni sera nei pub di londra per realizzare il suo sogno. emozionare le persone. la prima la emozionò sin dall'inizio, cher.
il coraggio di sognare non manca a nessuno di loro, dei giovani che cercano di costruirsi una nuova vita nella tanto sognata londra. ma si rendono conto che quella grande città che sognavano da sempre, non è così amichevole come pensavano loro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A chubby ginger kid with a small guitar stole my heart.

 

 

 

What the f**k are you saying?

 

 

 

-Cher... Svegliati!-

-eh? Che c'è?-

-devo dirti una cosa, ti amo- MA CHE CAZZO?!

Oddio respira, fai la sostenuta non cadergli fra le braccia dai cazzo.

SEI UNA DONNA CHER, FATTI VALERE.

-oh- 

-e tu mi ami?-

-si...-

-YOOOOODLE YOLEEEEEEIIIIIHUUUUUUUUUU YOOOODLEEEEE YODLEEEEEE. EVERYBODY DANCE NOW UHUHUHUHUH!-

-ma che cazz...?-

-Sono.le.dodici.e.quarantacinque-

-merda- dissi cadendo giù dal letto.

Non vidi Ed, che un minuto fa mi dichiarò il suo amore per poi cantare lo yoodle e poi fare una danza imbarazzante, era tutto un sogno.

Ancora perplessa e con in mente la sua figura in completo tirolese che ballava una danza oscena mi preparai per andare a lavoro.

-Ed muoviti- dissi battendo il pugno sulla porta dell'appartamento

-eccomi- disse uscendo con i capelli arancioni arruffati e le grandi scarpe inglesi in mano.

-dai muoviamoci- dissi cominciando a camminare verso la fermata del bus.

-dormito bene?- chiese Ed.

Mi divenne in mente lo yoodle e la danza.

-Emh, si dai- dissi a stento.

Ci fu silenzio fino al nostro arrivo allo starbucks.

Li, c'erano già un po' di turisti.

Entrammo dal retro.

-buongiorno.- disse Paul porgendoci dei grembiuli.

-ciao, nuove divise?- dissi prendendole in mano.

-già, il tema è il sud Tirolo- disse Paul con un sorriso.

Lo guardai sconvolta.

-ma che cazz...?- dissi di riflesso.

-io amo il sud Tirolo e anche lo yoodle- disse Ed allacciandosi il grembiule che era uguale al vestitino del sogno.

-ma che cazz...?- riuscì solo a dire.

Per fortuna quel giorno non ci furono tanti turisti, un normale mercoledì.

Ed riuscì a fare il suo lavoro abbastanza bene, ma dovetti comunque correggerlo ogni tanto. 

-cieah!- provò a dire ad una cliente che entrava nel locale, verso le sei.

-cosa scusi? Oh, non ho tempo da perdere- disse veloce e seccata dicendo poi la sua ordinazione.

Quando se ne andò non riuscì a trattenermi dal ridere. Ed era tutto rosso e si unì alla mia fragorosa risata. 

-era l'ultima, siete liberi.- annunciò Paul.

-perfetto vado al pub, ciao! Tschüs!- disse togliendosi il grembiule tirolese con un gesto fulmineo per poi fare due passi di qualche danza delle Alpi.

Risi lievemente. 

Forse erano questi i momenti che mi facevano andare avanti nella frenetica Londra. Quelle risate, quei momenti divertenti, calmi. Con Harry, Paul, dei clienti abituali verso l'orario di chiusura che spesso si facevano una chiacchierata per parlare o forse solo per calmarsi dopo una giornata di lavoro frenetico, adesso con Ed. 

Avrei dovuto farci l'abitudine della sua presenza nella mia vita. 

Così, assorta nei miei pensieri andai fuori dal locale e feci un giro per le strade della città che già era illuminata dai lampioni e dalle insegne luminose. 

Presi quel poco che mi serviva e che potevo permettermi per la cena e poi tornai a casa.

Al contrario di come pensavo Harry non era andato al concerto(1) di Ed, infatti dopo che finii di mangiare bussò alla porta. Lo accolsi subito e ci sedemmo sul mio piccolo divanetto ikea. 

In effetti sembrava molto turbato. Parlammo un po', del primo giorno di lavoro di Ed, del mio sogno.

Ma nonostante le scene di Ed che mi fecero ridere come non mai il pomeriggio, lui sembrava comunque sempre turbato da qualcosa.

- Ma è successo qualcosa?- dissi guardandolo nei suoi occhi verdi.

Lui abbassò lo sguardo, come ad evitare tutti i contatti con me.

- no, ti voglio bene, Cher. Tu mi vuoi bene?- disse. 

Rimasi perplessa.

-si certo che domande...- dissi corrugando un po' la fronte.

Proprio non lo capivo.

Ero troppo stanca, non ci pensai più di tanto e così andai a dormire.

Lui naturalmente andò a casa sua.

Ed non era ancora tornato.

Dopo qualche ora mi svegliai, erano le 3.03, come segnava il mio orologio.

Cercai di riaddormentarmi ma non ce la feci.

Arrivai alle 6.30 con gli occhi spalancati, fissi sul soffitto. 

Mi alzai stanchissima e andai a lavoro. 

Non andai da Ed e da Harry andai direttamente al bar. 

Cercai di fare il mio meglio ma ero esausta e Dio volle che quel giorno c'era una folla oceanica e tanti turisti.

-mettiti un po' di fondo tinta- disse furibondo Paul.

-perchè?-

-perchè? Mi chiedi anche perchè? Farai una brutta figura con le occhiaie che ti ritrovi, dai Cher sù metti fuori quel sorriso che fa vendere i caffè dai, carina- disse in tono di rimprovero e come a dire 'fai in fretta'. 

Ma che cazzo?

Ero una specie di puttana dei chicchi di caffè?

Ma dove siamo? Si, proprio mi vedo.

Io con un completino sexy che l'unica cosa che non fa vedere è il pudore, con dei chicchi che mi piovono a pioggia sopra i miei seni prosperosi, con il push up naturalmente, perché sennò con queste due noccioline che mi ritrovo sotto la maglia non vendo neanche oro gratis, e sotto la scritta 'macinami come un chicco'

ECCO LA STARBUCKS POTEVA DIVENTARE UNA CASA DI 'PIACERE', IDEA FANTASTICA! 

Non protestai e feci come detto.

Dovevo abituarmi a queste cose.

Ed? Oh Ed non lo vidi molto quel giorno era impegnato almeno quanto me. Lo vidi solo in orario di chiusura, verso sera, avevamo fatto entrambi gli straordinari. 

C'è n'era bisogno.

-allora, niente gig sta sera?- provai a dire sulla metro per casa.

-no, tempi duri per gli artisti-

-immagino, anche tu straordinari vedo..- dissi come a chiedergli il perchè.

-eh si, devo comprare le corde nuove e volevo mettere via un po' di soldi non guasta mai.-

Annuì in segno di consenso, anche perchè non sapevo che cavolo fare. Odio queste situazioni anche perchè nella maggior parte dei casi dico qualcosa di stupido.

-bella maglietta- provai a dire imbarazzatissima.

-come? È una maglietta bianca, bucata per giunta.- disse guardandosi il petto.

Ecco, lo sapevo, sempre la solita. Arrossii come una deficiente e tacqui fino ad arrivare a casa. 

-ciao- dissi debole prima di entrare in casa.

 

 

 

 

(1) precedentemente ho sempre chiamato queste esibizioni di Ed concerti. Come avete visto sono solo esibizioni, delle 'gig' come le chiama lui, ristrette e senza grande pubblico. Semplicemente non pensate a grandi concerti con folle immense. Parlo di brevi esibizioni nei pub più sconosciuti londinesi con un pubblico di ubriachi, ecco, più o meno è questo il concetto di 'concerto' che io intendo almeno in questa parte del racconto.

 

Cieah racazze!

Capitolo un po' sclerotico, lo so.

Ma mi è venuto fuori così, so yolo.

Btw, non avviene niente di interessante in questo capitolo, non è neanche tanto lungo, penso.

Spero che comunque vi piaccia, se avete consigli critiche o altro da dirmi sarei davvero felice se mi scrivereste una recensione!

Beh che altro dire, è finito il quadrimestre e ieri avevo gli scrutini.

Il destino è deciso *musichetta da film drammatico*

okay, vado, saluti

#unicornsrulez

  
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