Serie TV > The Vampire Diaries
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Autore: Sibilla9    02/02/2013    8 recensioni
Avete visto TVD ? bene scordatevelo =) partiamo da zero.
Da inguaribile romantica, adoro le storie di amori impossibili e specialmente in costume d’epoca !
Riprendo 2 dei tanti protagonisti di The Vampire Diaries: Elena e Damon, ma in uno spazio diverso da Mystic Falls e un tempo nettamente precedente all’ambientazione del telefilm, Settecento. Loro si incontreranno per la prima volta e i loro ruoli nella società saranno diversi.. un po' come Cenerentola !
Dal 1° Cap:< Ehi ? – urlai rialzandomi – chi è stato ? Chi si diverte a fare tiro al bersaglio con la gente ? vieni fuori se hai il coraggio ! >
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Favola di Elena'
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Epilogo:




Erano passati sei anni da quando i fratelli Salvatore avevano ripreso il dominio del loro regno ma a comandare dentro il castello non erano certo loro e men che meno il maggiore ….

Pov Elena

< I ragazzi non mi parlano. > mi disse mentre si stava distendendo di fianco a me nel letto con i capelli ancora umidi per il bagno fatto mentre io mi stavo mettendo della crema alle mani.
< Cosa e perchè ? > mi volati incuriosita.
< Già non mi vogliono rivolgere la parola. > lui si stese comodamente sotto le lenzuola portando le mani sotto la testa, ridendo.
< Perché mai ? > ero preoccupata. Loro veneravano Damon quindi era successo un qualcosa altrimenti non c'era spiegazione.
< Non lo so. – rideva - Non so cosa posso avergli fatto di così tremendo. Passerà. Penso sia l’età. >
< Cosa hai fatto tu ? Sei il loro padre. Loro non si devono permettere. Hanno solo 6 anni. >
Sospirai pesantemente guardandolo e poi aggiunsi:
< Il resto del mondo te lo sbrani mentre con loro sei così buono, da esserlo fin troppo. Età o non età loro ti devono rispetto. Domani gli parlerò io. >
< Magari ti diranno di quale crimine mi sono macchiato. > ancora rideva.
Mi stava dando il nervoso:< E certo io mi arrabbio e tu ridi. >
< Lascia stare Elena. Vieni qui, sono solo dei ragazzi gli passerà.>
Forse era vero non mi dovevo preoccupare. O forse si ?

Mi abbracciò teneramente e io lo guardai pensierosa così  lui sorrise accarezzandomi e vezzeggiandomi con le mani e con la bocca l'orecchio, il collo fino a finire accidentalemente sul mio seno facendomi di già salire la temperatura corporea. Era capace di accendere il fuoco dentro di me solo standomi a guardare figuriamoci quando mi lambiva dolcemente il seno. Gli sporcai i capelli e il collo con la crema che stavo usando per riportandomi il suo volto al mio al fine di baciarlo con passione mentre con le palme aperte gli massaggiavo la schiena nuda e le braccia muscolose. I pigiami non gli piacevano, preferiva i pantaloni al massimo. Non potei evitare di sorridere quando sentii le sue mani sui miei fianchi scendere e salire, avendo ormai il suo alito caldo contro il mio addome e il suo corpo sopra il mio.
Mi guardò e qualcosa di primordiale mi si ravvivò nel corpo e la notte fu lunga e promettente

***

Colazione:

< Buon giorno > dicemmo in coro felici sia io che Damon nella nostra sala da pranzo ai nostri cari frugoletti di già seduti e serviti al tavolo. Eileen indossava un grazioso vestito porpora mentre Nathan un completino pantalone e giacca blu con camicia bianca. La tavola era in legno marrone chiaro, come il resto della mobilia e le sedie attorno erano almeno una decina. Dalle grandi finestre con le tende aperte filtrava una calda luce mattutina capace di mettere di buon umore chiunque.
Magari avendoci dormito sopra avevano sbollito la rabbia nei confronti del padre.

Loro, Nathan ed Eileen dissero senza guardarci < Buon giorno mamma. Ben alzata.>
Avevano snobbato Damon. Questo mi fece stralunare ma forse era stata una svista. Una grande svista.

< Vostro padre non lo salutate ? Dite buon giorno almeno. > gli dissi accondiscendente ma un po' impensierita già a prima mattina.
N < Buon >
E< Giorno>
< Volete farmi arrabbiare ? Se non salutate vostro padre niente colazione.> ok forse le minacce non erano da me ma ormai lo avevo detto.
E < Meglio >
N < Tanto non ho fame. >

Si alzarono dalla tavola e scapparono via in giardino da loro cugino dopo avermi salutata. Solo me.

< Ma che diavolo gli prende ? > dissi buttandomi sulla sedia con un gomito sul tavolo e la mano a reggermi la testa sbigottita guardando Damon alzare le spalle e portare su un angolo delle labbra.
< Mi stanno preoccupando. Tutto così all'improvviso non so cosa posso aver fatto di sbagliato. > si sedette anche lui.

Non mangiò molto neppure Damon.
 
***

Pranzo:

Eravamo di nuovo tutti attorno al tavolo della sala e con noi c'erano anche Robert, Margot, Stefan, Katherine e il piccolo Tyler, il loro figlioletto tanto desiderato.

Damon iniziò una conversazione con i nostri figli che non portava da nessuna parte:
 < Io avrò firmato almeno duecento documenti. Voi cosa avete fatto di divertente questa mattina ? >
 Damon imperterrito rivolgeva domande ai ragazzi ma loro non si degnavano di rispondergli e tutti ci guardavamo stupiti.

Ora ero davvero furiosa ma feci finta di niente e continuai come se niente fosse.

< Io, Margot e Robert abbiamo diretto i lavori per la costruzione delle nuove case nella valle. >
< Quindi stanno procedendo bene i lavori me ne compiaccio.> Margot fece segno d'assenso.
Poi rivolgendosi a loro che stavano solo smuovendo il cibo nei loro piatti < Diteci, voi avete catturato le libellule o altri rospi ? >

Muti.

< Rispondete. > gli intimai anche se vedevo che erano strani.
E < Mamma, posso andare nella mia stanza ? Non mi sento bene.>
N < Anche io mamma non sto bene, possiamo ? >

Guardai Damon che mi fece si con la testa in modo deludente e acconsentii.
Eravamo preoccupati a morte e nessuno sapeva la ragione.

Cosa avevano ? Sembravano tristi. Perché si comportavano a quel modo con Damon ?

***

Cena:

Era tutto il pomeriggio che io e Damon facevamo letteralmente la spola per andare nelle loro stanze a controllarli, sia insieme che da soli ma li trovavamo sempre con le tende tirate, fintamente addormentati.
Era una situazione inspiegabile fino a ieri a pranzo amavano il loro papà, da ieri sera a cena lo odiavano. Era una richiesta d’attenzione ?

Ero in sala e dato che non avevo niente da fare stavo aiutando ad apparecchiare e li vidi. Oh erano scesi finalmente.
Gli andai vicino e chiesi loro toccandogli la fronte e accarezzandogli la testa dai capelli scuri, come stessero, senza però ricevere risposta certa.

< Vi sentite almeno un po' meglio ? > ero in ansia e non sapevo cosa fare.
E < Si >
N< Si mamma. >

Eileen mi si aggrappò al vestito e Nathan era rimasto fermo e impassibile come un piccolo soldato.
Li condussi nella stanza vicina e li feci mettere sul divano mentre io intanto chiudevo la porta.

< Ehi Eily, Nate va tutto bene ? Cosa c’è ? Perché non volete parlare con papà ? Potete dirmi qualunque cosa ma per favore fatemi capire.> mi stavano davvero spaventando.
Poi Nate mi guardò con i suoi grandi occhi, sembrava oppresso da qualcosa di davvero grave:
< Mamma, andiamo via ? >
< Tesoro dove vuoi andare ? >
< Lontano.>

In quel momento ci informarono che Damon era arrivato e ci accomodammo di nuovo intorno al tavolo. Questa volta solo noi quattro.
Era come se fosse arrivato un estraneo.
La cosa mi fece molto male.
Il loro amore era reciproco e non riuscivo a comprendere cosa volesse dire Nate. Dove voleva andare ? Perchè ?
Damon prese parola mentre i camerieri ci servivano < Vi sentite meglio ? >  
Niente non gli rispondevano.
Damon dopo l’ennesima non risposta azzardò:
< State bene vero ? Perché mi piacerebbe andare alla festa in paese questa sera, che ne dite ? >
Nulla.
Le aveva provate tutte.

< Rispondete a vostro padre. Immediatamente. > il mio tono era furioso.
Mi stava venendo voglia di mandarli nelle loro stanze ma resistetti. Con le buone maniere si sarebbe ottenuto di più e poi dovevo capire quale era il problema.

N < Tanto non  gli importa come stiamo. E poi non ci interessa niente della festa o d' andare con lui. >
Eileen concordò con il fratello lasciando la forchetta vicino il piatto nel frattempo che Damon rifletteva sulle frasi appena pronunciate. Non ci credeva.

< Che state dicendo ? – mi misi in piedi puntando le mani sulla tavola - Vi ha dato di volta il cervello ? Chiedete subito scusa. > non mi capacitavo nemmeno io.
E < No. Mamma non chiederemo scusa. >
N < E' la verità. >

Stavano di nuovo scappando quando:
< Fermi li. Ora mi avete stancato. – Damon  – Non vi alzerete da tavola fin quando non avrete mangiato tutto quello che avete nel piatto e non mi avrete chiesto scusa. >
Si sedettero ma non mangiavano, muovevano solo il cibo e il loro sangue non lo bevevano.
Dopo un po' Damon espirò rumorosamente, poggiò il tovagliolo sulla tavola dopo essersi pulito la bocca e si alzò calmo andando più vicino a loro era arrabbiato ma voleva controllarsi:
< Si può sapere come diavolo vi viene in mente di pensare che a me non interessa di voi ? > disse ormai esasperato portandosi una mano a pettinarsi i capelli scuri.
Come combattere contro un muro di gomma.

Ero al limite e mi si stringeva il cuore a vedere quei tre paia di occhi blu così tristi:
< Ragazzi che vi prende ? Dite cosa c’è che non va. Ve lo chiedo per favore. Vogliamo sapere.>

Nate trovò il fiato per paralare per fortuna:
< Non capisco mamma: come fai a stare con lui ? – indicando Damon -  Dopo quello che ci ha fatto ? > era piccolo ma sapeva far male.
Io: < Lui ? Lui, per tua informazione è tuo padre. E poi cosa  ha mai fatto ? Non vi ha fatto mai mancare niente e vi ama alla follia. >
< Lui non ci voleva. > tagliò corto Eileen.
< Sei troppo buona mamma. > rincarò la dose Nathan.

Sgranai gli occhi spaventata oltre misura da quella fasulla rivelazione.

< Che cosa ? Io non vi volevo ? > Damon si era innervosito e allo stesso tempo dispiaciuto a morte per loro quindi continuò:
< Ma è una bugia enorme. Chi è stato a dirvelo ? >
N < Lo abbiamo sentito dagli zii ieri sera mentre parlavano tra loro. >
E < Una bugia ? Una bugia. Allora perché… > le vennero gli occhi lucidi e cominciò a piangere con i singhiozzi mentre con le manine cercava di asciugarsi le lacrime e continuò imperterrita:
< Hai cacciato la mamma quando hai saputo che aveva noi dentro la pancia? Eri arrabbiato con la mamma perché non ci volevi. >

Eravamo diventati tutti e due di sasso.

Nate tremava dalla rabbia e si sforzava di essere forte ma la voce gli veniva meno:
< O perché allora non volevi darci il tuo cognome ? Perché non ci volevi come tuoi figli, ecco perchè. Non devi più fingere di volerci bene. Abbiamo capito tutto ormai. >

Detto questo si alzarono e scomparvero dalla sala lasciandoci sbigottiti.

Damon si sedette con una mano sulla bocca e io mi avvicinai a lui accarezzandogli la schiena con la mano.
< Tranquillo.- gli dissi vedendolo distrutto- ora andiamo a parlare con loro e gli spiegheremo come sono andate veramente le cose. Vedrai che capiranno.>
Un suo sguardo d’intesa e andammo.

***

Bussai e chiesi < Possiamo entrare ? > si erano rifugiati nella stanza di Tyler.
< Zia, si tu puoi entrare. Zio no. > mi disse il piccolo deciso dallo spiraglio della porta.
Damon mandò gli occhi al cielo e acconsentì che entrassi solo io.
< Tyler, tesoro mi lasceresti parlare con loro da sola ? > avevo lasciato la porta socchiusa.
< Va bene zia. Vado da papà. >

Erano entrambi di schiena sul letto. Piccoli cari chissà che inferno avevano vissuto.
< Bambini vi potete voltare per piacere ? >
< Andiamo via ? mamma ?  > era Nate.
< No resteremo qui, con il vostro papà che vi ama tanto tanto. >
< Non dirci bugie. Ormai siamo grandi.> Era Eily.
Ancora mi davano le spalle.

Mi misi sul letto e :
< Bugie ? ma sapete che quando ho detto a vostro padre che aspettavo voi due si è messo a urlare a squarciagola dalla finestra questa frase “Sarò padre !” ? Veramente, io pensavo fosse impazzito di gioia. E poi lo diceva a tutti ci mancava poco che lo dicesse anche ai mobili. Era così felice di voi. Davvero tanto contento.>
Si erano voltati, avevano gli occhi gonfi avevano pianto entrambi. I miei cuccioli.
< Per davvero era felice ? Anche di me ? > mi disse Nate.
< Oh certo. Che domande fai ? >
Eily si stropicciava gli occhi e mi chiese < E allora perché ti ha cacciata quando ha saputo di noi ?  >

< Beh è difficile da spiegare – mi guardarono male - ma ci provo : a quell’epoca c’erano delle persone cattive, Angelica che mi voleva fare del male e Klaus che voleva fare del male al vostro papà. Ci siete fino ad adesso ? >
N< Si Angelica. >
E< E Klaus >
< Bene bravi. Praticamente un giorno, Angelica fece un incantesimo usando la magia nera e si trasformò in me e fece tante cose cattive contro papà e il regno. > m' interruppero.
E < Davvero ? Ma non si può è contro le regole. E’ cattiva ! >
N < E papà la scoprì ? >
< Già è vero infatti erano molto cattivi. No purtroppo papà non la scoprì subito perché Angelica era stata brava a fingersi me. Così, dato che era stato ingannato pensava che fossi io la cattiva e mi cacciò ma ancora non sapeva di voi. >
N < Ma non doveva credere che eri tu. Tu non puoi fare cose cattive e doveva capire che non eri tu. >
E < Ma Nate, era stato imbrogliato ! Certo quando se ne accorse si diede dello stupido. Vero ? >
Risi e feci di si con la testa.
< Tu sei buona, non sei cattiva. > Nate.
< Grazie. – lo accarezzai – ma la volete sapere un’altra cosa ? – loro fecero si con la testa interessati- Klaus incarcerò papà e gli fece del male perché gli dicesse delle cose molto importanti, ma dato che non parlava il perfido Klaus chiamò me al suo castello. Mi voleva frustare molto forte – loro rabbrividirono - ma papà mi protesse con il suo corpo da tutti i colpi della verga- sgranarono gli occhi – ed era alla verbena. E così facendo protesse anche voi anche se ancora non sapeva della vostra esistenza.>

< Ci voleva bene. > Nate. E io annuii.
<  Oh > Eily aveva gli occhi a cuoricino.
< Allora – Nate – perché non voleva chiamarci Salvatore ? >
< Perché ? Vi ricordate il secondo cattivo ? Klaus. Beh lui all’epoca aveva cacciato dal trono sia papà che zio Stefan ed era il nuovo re. Praticamente papà e gli zii dovevano combattere contro di lui per riprendersi il regno ed è stato lì che papà non volle che voi portaste il suo cognome. Perché se fosse stato incarcerato o fosse morto, Klaus non vi poteva fare del male dal momento che non eravate dei Salvatore. Vi amava così tanto che vi voleva proteggere rinunciando a darvi il suo cognome. >

E < Quindi ci voleva. >
< Oh sicuramente. Ricordo ancora perfettamente il giorno della vostra nascita. Era così felice di voi, così fiero. Come vi teneva in braccio e vi guardava. Lo sapete che è stato lui a nutrirvi con il suo sangue per tutto il tempo, poco a dire la verità, che siete stati dentro la mia pancia ? >
< Allora abbiamo capito male. Mi dispiace mamma.> Nate mi abbracciò.
< Dobbiamo chiedere scusa a papà. > Eily era scesa velocemente dal letto.

< Papà alla fine ha sconfitto Klaus e Angelica ? > mi chiesero ansiosi.
< Si si, insieme agli zii li abbiamo sconfitti. >
< Papà è un eroe. > Eily urlò e saltò sul letto del mio piccolo nipote.
< Io voglio diventare come lui da grande. > anche Nate salì sul letto e simulò un combattimento.
Proprio in quel momento vidi l’uscio della porta un poco più aperto e con due iridi celesti ad osservarci. Sorrideva beato. Gli sorrisi di rimando.

< Mamma scusa ma ora dobbiamo andare da papà. >
< Ciao mamma ! >
< Andate, andate piccoli mostriciattoli. >
Lui si defilò in fretta e furia.

***

Arrivati nel suo studio bussarono e dopo aver ricevuto il permesso entrarono, io aspettai fuori. Avevano lasciato la porta aperta quindi vidi la tenera scena di due bambini un po' impacciati per l'errore fatto, andare davanti al proprio padre arrabbiato con loro per accuse totalmente false.

< Papà… > era Nate.
< Pa...pà.> era Eily che si contorceva le manine.

Damon aveva delle scartoffie davanti e faceva finta di non sentire. Chi era il più bambino ?
Sentendosi ignorati non sapevano cosa fare e allora gli si buttarono addosso abbracciandolo. Che tenerezza.

< Scusaci se ci siamo comportati male. >
< Ci dispiace tantissimo. Scusa papà.>
Nessun padre poteva rimanere insensibile e lui meno di tutti.
Li prese entrambi e li pose sulle sue ginocchia affermando divertito:
< Va bene vi perdono anche se non mi avete parlato per tutto il giorno e se avete pensato male di me, ma solo perché siete i miei figli e vi voglio troppo bene e ve ne vorrò sempre. E’ chiaro questo o vi devo lasciare un post- it ? >
Loro annuirono stringendolo e lui gli baciò le nuche abbracciandoli a sua volta.
< Anche se a pensarci bene - disse lui pensieroso - una punizione ci starebbe bene ..>
Poco dopo:
< No ahaaha mamma aiutaci ! >
< Basta papà ahahaha >
Il solletico era un’arma troppo potente e mi avvicinai per aiutarli ma in complotto con il padre mi fecero il solletico tutti e tre insieme. Piccole pesti.
Eravamo ancora nello studio e avevano finito di giocare quando sentii dire:
< Papà vuoi vedere le barchette che abbiamo costruito ieri ? quella mia è la più bella.>
< No papà vieni prima a vedere la bambola che abbiamo fatto io e zia Meggie ? >

Lo presero entrambi per un braccio e lo trascinarono fuori la stanza litigando per chi dovesse accaparrarsi per primo l’attenzione del padre e lui li assecondava dicendo:
< Tranquilli vedrò tutto. >

Andarono via senza prendermi in considerazione, quindi:
< Ragazzi, aspettatemi ! >

Eravamo felici e presto saremmo anche aumentati come nucleo famigliare: Margot e Robert ormai sposati erano in attesa che la cicogna portasse loro una bellissima bambina, mi aveva detto Margot scorgendola in un sogno, dai capelli biondi e occhi chiari con candida pelle di pesca. Si sarebbe chiamata Caroline e io non vedevo l'ora d'incontrare quella adorabile creatura.

Tutto procedeva tranquillo e regnava la pace, come nelle migliori favole:
Tutti stavamo vivendo felici e contenti.
Così mentre correvo dalla mia amata famiglia mi venne in mente un giorno di cinque anni e mezzo fa in particolare:

Uscii fuori dalla mia stanza e vidi la mia amica Margot in iperventilazione seduta sulle scale mentre si faceva vento con dei fogli scritti a mano.
Mi avvicinai e chiesi davvero sorpresa < Cosa c’è che ti preoccupa ? >
< Ho paura. > aveva le pupille che tremavano, era vero era agitata.
< Tu ? Paura ? e di cosa ? > non capivo davvero il perchè …
< Ti sei dimenticata ? Devo sposarvi io. E se sbaglio qualcosa ? E se m' impappino ?>
< Morirai. > risi di cuore mentre lei mi guardava scetticamente, faceva prima lei a ucciderci tutti che noi a farle un graffio.
< Dai scherzavo. Sai in realtà io e Damon siamo già sposati è solo che vogliamo farlo come si deve con gli invitati, il vestito eccetera .. >
< Lo so lo so, ma è una responsabilità troppo grande. >
Psicologia inversa:
< Ok lo capisco vuoi che lo chieda a Robert ? Sai è più bravo di te a parlare in pubblico oppure lo potrei chiedere a Katherine, sai non vede l’ ora. Tu mi potresti reggere il velo se ti va. >
< Cosa ? Mai. Lo faccio io. > le era ritornato il sorriso.
< Va bene, come vuoi lo dicevo per te, sai poteva essere una soluzione più comoda. Non voglio che ti senta in obbligo. > sogghignai, a stare con Damon avevo imparato anch’ io ad essere più scaltra.
< Sia mai, vi sposo io, fosse l’ultima cosa che faccio. Però voglio essere anche tua damigella.>
< Certo ti sei autocandidata si dall’inizio dei tempi quindi mi sembra giusto. Ti ho fatto già preparare l'abito in verità. >
< Bene allora mi vado a cambiare. A dopo. Ah e non fare aspettare troppo lo sposo che è teso come una corda di violino. L'ho visto prima e non era un bello spettacolo.>
Risi pensando ad un Damon nervoso e lei mi fece la linguaccia e l' occhiolino.
Doveva essere davvero affascinante.

***
Finalmente la luna era in cielo e le stelle brillavano. Era arrivato il momento tanto sognato.

Il giardino sembrava fatato, lo aveva fatto rialzare fino a farlo diventare pensile. Milioni di luci calde fluttuanti con l'aiuto della magia illuminavano il tappeto bianco che portava fino alla sala esterna con l’altare, ricreando un’ atmosfera elegante e allo stesso tempo famigliare, capace di tranquillizzare qualsiasi animo. Nel percorso Damon aveva fatto installare moltissime fontane con giochi meccanici da cui usciva anche una dolce musica che si emanava per tutta la magione. A lato della via piante rampicanti creavano una volta di verzura a protezione dell’umidità.
Arrivai nella sala all’aperto che era circondata da meravigliose ninfee bianche. L’orchestra suonava dentro un grande tempio greco che si stagliava nel cielo proprio un po’ prima della luna, bianca e a spicchio.
Infiniti lampioni con candele a forma di rampicante e fiori di lillà viola simbolo di amore e passione, illuminavano il tutto, espandendo un dolce odore di vaniglia.
Sembrava un sogno.
In un’altra ala del giardino vicino al lago c’erano una distesa di adorabili gazebi con tavoli riccamente decorati in fini tessuti bianchi stracolmi di prelibatezze, per tutte le specie e per ogni ospite.
Tutto il regno era stato invitato e ora era seduto su una distesa infinta di sedie rigorosamente bianche sull’erba verde.

Poi lo vidi sull’altare vestito in modo impeccabile con uno smoking nero e camicia bianca con papillon, era perfetto. Lui di rimando aveva schiuso la bocca vedendomi arrivare, rapito dal mio abito bianco, sembravo una nuvola: non avrei mai creduto di mettermi un abito del genere ma me ne ero innamorata. Aveva un corpetto bianco lavorato con piccoli cristalli e una gonna in seta con  strascico vaporoso e ricami finemente elaborati in pizzo e un velo corto sulla nuca a coprire anche porzione del viso. I capelli erano stati acconciati e trattenuti sul capo con un piccolo diadema. Sulla schiena portavo un delicato coprispalle dello stesso tessuto dell'abito.

Poco dopo mi accorsi che erano i suoi occhi a guidarmi e non  il mio accompagnatore che era Robert.
Lui era come una calamita per me e non desideravo altro se non unirmi al mio polo opposto.

Margot non era nervosa e seria ma sembrava felice di svolgere la sua funzione.
Quando ci prendemmo le mani anche noi smettemmo di tremare e il nostro “Lo voglio”fu deciso e sereno.
Ci appartenevamo sin dal nostro primo incontro con quelle benedette mele.
Per questo la torta aveva come decorazioni delle piccole mele di zucchero.

Ci scambiammo il sangue per sancire il rito e io rinacqui a nuova vita come vampira assieme all’ uomo che avevo scelto per la mia intera esistenza.
Festeggiammo, ballammo e ci divertimmo tutta la notte con tutti e maggiormente con i nostri amici e figli finché non fu tempo di ritirarci e io completare la trasformazione.
Non andammo in luna di miele perché non avevamo intenzione di lasciare i piccoli anche se sapevamo che sarebbero stati in buone mani.
Tanto eravamo ben consci che ci sarebbe stato tempo per viaggiare, tutta l’eternità.

Ora era arrivato il momento per essere una famiglia a tutti gli effetti e non potevamo essere più raggianti.

Questa era La mia favola divenuta inspiegabilmente realtà.






Vestito di Elena




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Aggiunto seguito: Acqua ghiacciata !!!
Avviso: RED =P









Spazio personale:

Ragazzi io non so come scusarmi per il tempo che ci ho messo per quest'epilogo ma avevo un blocco. Vi posso solo dire che mi dispiace.
E' stato bello e davvero interessante scrivere questa pazza storia e io ringrazio tutti.
E' stato un onore leggere le vostre recensioni e conoscere i vostri pensieri sebbene sia stata così altalenante a buttare giù i capitoli.
Vi ringrazio di tutto. Senza di voi non sarei mai riuscita a finire questa storia che a molti può sembrare assurda e senza senso ma per me è stata molto importante.
Ho in serbo di mettere una piccola shot su questa coppia è del tipo rosso e un po' erotica. Ebbene si ho deciso di esagerare, io sono così: quando troppo e quando niente. Quindi mi sa proprio che questa storia diventerà una serie.

Un grande abbraccio da Sibilla9




Ah e dimenticavo: in tutto questo tempo che non ho pubblicato su EFP ho scritto un'altra storia.
Questa volta non è tutta zucchero e miele come questa, è più dura.
Se vi va di leggerla siete i benvenuti. Vi lascio il titolo la trama.

 

La cura per chi è ? A che serve ?
Pronti per: Damon ed Elena in una Bella e la Bestia versione dark parecchio modificata ? 
L'ambientazione è del 1864 e prevede che Katherine sia stata vampirizzata dopo la nascita di Elena. Sua figlia. 
TUTTI UMANI tranne qualche eccezione che verrà chiarita in corso d'opera.
Narrazione in prima persona dal punto di vista di Damon.
_____________________________________________________________________________________
TRAMA: Damon è umano ma avendo perso tutto si sente come un vero dannato. 
Katherine gli ha portato via direttamente e indirettamente le sue ragioni di vita. 
L'unica cosa che gli permette di rimanere ancora legato a questa terra è la vendetta. 
L' agogna disperatamente nonostante si sforzi di vivere una vita normale rispetto i suoi canoni. 
Secondo lui non avrà pace dagli incubi che lo ossessionano, nominati da lui fantasmi, fino a quando non si farà giustizia in un modo o nell'altro. 
Troverà l'occasione adatta per la sua rivincita solo quando incontrerà Elena : una ragazza che avrà l'unica colpa di assomigliare troppo alla madre biologica.
Vari importanti avvenimenti lo porteranno a comprendere i propri errori e a cercare di rimediare a qualsiasi costo.
* Perchè proprio allora Elena avrà bisogno d' aiuto, starà male.
 
Rating: Rosso | Genere: Angst, Introspettivo, Romantico 
Coppie: Damon/Elena | Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
 
 

   
 
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