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Autore: Clawdia    02/02/2013    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Santana avesse fatto coming out al secondo anno di High School? Cosa sarebbe cambiato se lei e Brittany fossero state solo migliori amiche per tutto il tempo passato a scuola? Cosa succederebbe se l'unica vera paura di Santana fosse l'Amore? Questa è la storia di Santana e Brittany 7 anni dopo essersi diplomate e di tutto quello che è successo nel mezzo e che succederà in seguito. L'amore può lasciare su una persona cicatrici profonde, e questo Santana Lopez lo sa bene!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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Le settimane successive si susseguirono velocemente. Senza darmi nemmeno la possibilità per rendermi conto dell'imminente arrivo di Maggio e ormai dell'estate. Uscivamo di casa continuamente, giravamo i posti più stravaganti della città e cominciai ad entrare in un giro di persone che mai avrei pensato di conoscere. Quinn e Matt furono veramente abili a trovarmi i giusti collegamenti e anche io mi diedi abbastanza da fare.
In qualche modo riuscivano sempre a occuparmi la giornata, a tenermi costantemente attiva senza darmi la possibilità di ripensare a quel grande errore che avevo quasi commesso.
La notte però era un altra questione. Era il mio momento. Erano gli attimi dove potevo essere interamente me stessa e liberarmi sulle bianche pagine dei quadernetti stropicciati. Le parole erano come fiumi in piena, uscivano di getto dalla penna e la mia mente le legava veloci in frasi sconsclusionate e musicali. Quei testi, quei quaderni, quell'inchiostro.
Quella ero io. 
Quella era la nuova Santana. La Santana sopravvissuta.
Per quanto riguarda i miei capelli invece, diciamo che desideravo tenerli com'erano.
Quinn si oppose più volte sottolineando quanto fossero ridicoli ma io...volevo solamente qualcosa che mi ricordasse quanto avevo rischiato e quanto fosse bello esser ancora qua.
Brittany era l'ultimo dei miei pensieri. Certo ogni tanto mi soffermavo a sognarla o immaignarla ancora con quello stoccafisso a scegliere un grosso anello scintillante ma non me ne importava veramente. Non ora per lo meno. Mi ero messa al primo posto in un modo totalmente nuovo e non avevo assolutamente tempo per preoccuparmi di lei.
 
---
«Quello blu o quello rosso?»
«Mi stai veramente facendo questa domanda?»
Quinn alzò il sopraccigliò abbastanza per farmi capire che probabilmente non aveva intenzione di rispondermi per cui feci da sola. Lanciai a lei il mio abito scuro tenendo per me le fiamme del carminio. Quello era un giorno importante e avevo bisogno di tutto il supporto possibile, sia che venisse da una persona a me cara come la mia miglioer amica, che da due dei miei abiti preferiti.
«Credi davvero che dovremmo puntare subito così in alto?»
«Hai paura di cadere San?»
«Non più. Solo che forse dovremmo cominciare con qualcosa di più abbordabile.»
«San, noi siamo dive. Noi puntiamo al massimo!»
«Il tuo massimo è Beth. Vorrei ricordartelo.»
Sentì la sua mano colpirmi il fondosciena con forza e gridai dalla sorpresa.
«Ehi!»
«Hai appena parlato male di mia figlia.» mi rispose lei mantenendo alto il tono di voce.
«Esagerata!»
Grugnii e si sfilò via anche l'unico indumento che la copriva. Nonostante avesse avuto una bambina Quinn aveva ancora un fisico invidiabile e per quanto non ci fosse mai stato nulla tra di noi, non potevo nascondere che qualche pensierino su di lei l'avevo fatto.
«E comunque dove l'hai lasciata oggi?» chiesi accorgendomi solo in quel momento del silenzio che regnava nella casa. Quinn mi sorrise mentre entrava in quell'abito attillato.
«Puck è passato a prenderla mentre dormivi. Probabilmente saranno in giro per la città con un hot dog in una mano e tante buste nell'altra.»
«Son proprio felice che quell'idiota abbia trovato un lavoro come si deve!»
«Non ha mai puntato a nulla e invece ha faticato più di tutti.»
«Certo che però proprio non ce lo vedo in giacca e cravatta dietro una scrivania a scrivere uno di quei suoi articoli. Cioè, è sempre stato appassionato di sport, ma non pensavo ne avrebbe fatto la sua professione!»
«Chi si immaginava poi che il suo sgrammaticato modo di scrivere potesse trasformarsi sino a quel punto? Sai ogni tanto con Beth leggiamo i suoi articoli e...son veramente accattivanti!»
Già Puck aveva trovato veramente qualcosa di soddisfacente. Sicuramente migliore del solo pulire piscine per tutta la vita. 
«Se ce l'ha fatta lui, per me non dovrebbe essere un problema!»
Quinn si chiuse la zip con uno scatto e mi diede una pacca sulla spalla sorridente.
«Questo è lo spirito! Hai preso tutto?»
Mi guardai intorno alla ricerca della mia borsa, ma una volta presa anche quella non ci fu più nulla a trattenermi ancora. 
«Occhiali da sole e andiamo Q.!»
 
Entrammo nella Casa Discografica solo dopo una mezz'oretta. Quel giorno sembrava proprio che il traffico di New York si fosse praticamente dimezzato. Ottimo no?
Una volta dentro fummo indirizzate verso un apatico ufficio con una targhetta consumata sulla porta dello stipite e dopo le dovute presentazioni Quinn mi lasciò per sedersi nella sala d'ingresso e io strinsi la mano di quello che porbabilmente era uno scopritore di giovani talenti.
«Il mio nome è Timothy High ma tutti mi chiamano Tim per cui non vedo per quale ragione tu non dovresti farlo.»
«Tim è un vero piacere conoscerla.»
Lascia la sua mano e andai ad accomodarmi sulla sedia davanti all'enorme scrivania che separava me e l'uomo.
«Anche per me signorina...?»
«Lopez. Santana Lopez e dato che tutti mi chiamano San non vedo perché lei non potrebbe.»
L'uomo rise, divertito dalla mia brillante parlantina e vidi per la prima volta i suoi denti aguzzi sbucare da quella grande bocca screpolata. Aveva dei capelli lunghi di un castano slavato raccolti in una coda mal fatta e degli occhiali da sole scuri a coprir gli occhi completamente.
Era tarchiato e abbastanza pienotto. Però, il suo viso e la sua voce mi mettevano veramente a mio agio.
«Dunque mi è stato riferito che lei abbia un particolare talento. E come ben sa tutto ciò che di brillante si collega all'universo musicale è ben accetto in questo luogo.»
«Se proprio devo dire la verità, sinceramente non so cosa tutto cercate in questo posto ma ho qualcosa da proporle.» La mia voce era ferma, il mio sguardo assottigliato.
Puntavo decisamente subito a ciò che volevo.
«Sarebbe?» mi chiese invece l'uomo incuriosito.
«Un contratto.»
Tim scoppiò in una sonora risata come pronunciai quelle parole facendomi innervosire.
«Signorina Lope...Santana lei è molto divertente.»
«Ti prego Tim, dammi del tu!»
«Ohoh, vedo che tu già lo stai facendo per cui...» fece una pausa e mi fissò.
Portò le mani alle stecche degli occhiali e se li tolse lentamente mostandomi per la prima volta i suoi occhi profondi e color cenere.
«Vedi Santana, questa è un posto di lavoro serio e un contratto è qualcosa su cui bisogna lavorare. Prima di tutto non ho la più pallida idea di ciò che tu sia in grado di fare, secondo perché ci vogliono anni per ottenere un lavoro fisso qua dentro. Mi hanno detto che componi testi, è esatto?»
Annui muovendo la testa ma non proferii parola.
«Bene. Vedi, un cantante particolarmente talentuoso può puntare ad un contratto in brevi tempi ma, un paroliere, un compositore di brani, può avanzare una richiesta simile solamente dopo un anno come minimo e almeno una canzone da lui composta nella Top 100. Questa è la nostra politica, e dato che siamo una delle etichette musicali più importanti credo che non troverai di meglio.»
«Capisco perfettamente e non ho alcuna intenzione di cercare altrove. Voglio questo posto e sappia che lo otterrò. Ho avuto delle difficoltò ultimamente, pensi che se non fosse stato per la mia bionda amica di prima probabilmente non sarei in questa Casa ora ma è successo e...voglio sfruttare la mia occasione.»
Il suo sguardo mi fece perfettamente capire che le mie parole avevano colpito. Catturavo totalmente la sua attenzione e non certamente per via della mia scollatura. 
«Bene Santana. Mi fai vedere le tue opere allora?»
Tirò fuori dal nulla degli occhiali da vista molto sottili e vidi i suoi occhi spalancarsi completamente quando lasciai sulla scrivania il malloppo di fogli che avevo scritto. Erano quasi un centinaio di pagine, rilegate per argomento oppure data. 
«Vedo che sei stata ispirata ultimamente...»
«Ci può giurare.»
Già, un mancato suicidio è qualcosa su cui dilungarti eh?
Prese le pagine e si sedette comodo sulla sua poltrona sfogliando e muovendo velocemente gli occhi sui segni da me precedentemente tracciati. La sua espressione cambiava lentamente ma non riuscivo davvero a decifrare cosa stesse pensando.
«Le dispiace se vado un attimo alla toilette?»
Il suo viso riemerse confuso da quei fogli.
«Certo, certo. In fondo al corridoio, ultima a destra.»
Ringrazia sorridente e mi chiusi la porta alle spalle. Non avrei sopportato un altro secondo in quella stanza, con quel silenzio a fissar la sua professionalità che tentava di demolire il mio talento. No, avrei atteso in bagno. O magari...
«Santana cosa...» Quinn fece per alzarsi ma io la intimai a restare dov'era e veloce l'affiancai su quelle comode poltroncine.
«Hai già fatto? Come è andata?»
«Ancora non lo so, sai gli ho dato molto materiale da visionare.»
La stronzetta rise divertita.
«Oh si, sicuramente l'avrai spaventato. Penso che nessuno si presenti con così tanti fogli tutti in una volta.»
«Un punto in più per me no?»
«Certo.» rispose lei senza togliermi gli occhi di dosso.
Era veramente raggiante. Forse perché vedeva quanto tenessi a questa cosa, forse perché credeva davvero che avessi grandi possibilità in questo settore. Dopotutto era stata lei la prima a leggere ciò che avevao scritto e raramente si dilungava a farmi i compliementi. Eppure quella volta aveva definito i miei testi...GENIALI.
«Tu cosa fai qua? Trovato qualcosa di divertente?»
«No. Ho sentito Kurt al telefono, penso che usciremo insieme stanotte.»
«Ha di nuovo litigato con Mister Simpatia?»
«Non si è dilungato ma credo proprio di si!»
«Mbe, è proprio stupido da parte sua tentare di trasformarlo in un Blaine 2.0.»
«SAN!»
Risi e le diedi un colpetto veloce. Forse sarei dovuta rientrare ma non avevo fretta.
«Non negare. L'hai pensato anche tu quando l'altro giorno è arrivato vestito in quel modo e con il collo fasciato da un farfallino.»
«Potrei aver notato qualche punto in comune.»
«Ahahahaha si certo. Chi saremo?» chiesi di getto alzandomi lentamente.
«I soliti credo. Io, te, Matt e Kurt.»
«Rachel?»
«Dubito. La telefonata di Finn l'ha intristita troppo.»
Il tono di Quinn cambiò impercettibilmente. Sapeva che probabilmente la sua amica non sarebbe mai tornata con l'amore della sua vita e questo le faceva male. Anche se non voleva ammetterlo e avrebbe negato in ogni lingua.
«Sempre la solita! Senti ne parliamo dopo? Torno dentro!»
Mi allontanai ma non abbastanza per fingere di non sentire il suo incoraggiamento.
«FALLO NERO!»
 
Richiusi ancora una volta la porta alle mie spalle e lasciai le braccia dietro la schiena.
Tim mi attendeva a braccia conserte, posato sulla scrivania e con gli occhiali in mano. I miei fogli erano stati riposti con cura sopra la mia sedia e lo vidi sospirare quando entrai.
«Santana siediti per favore.»
Il suo tono era serio, la sua espressione controllata. Non presagiva nulla di buono.
Lo sapevo, lo sapevo che avrei dovuto provare con qualcosa di più semplice. Sapevo benissimo che avrei dovuto prendere per buono l'avvertimento e il campanello d'allarme che suonava nella mia testa.
«Senta Tim...ho capito e...»
«Ssssh. Mi faccia parlare.» disse posando la schiena contro lo schienale e sospirando ancora.
Feci come aveva detto. Non pronunciai nemmeno una parola anche se quando fu lui ad aprir bocca avrei voluto urlare con tutto il fiato che avevo.
«Parliamo del contratto?»
  
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