Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Lachelle Winchester    03/02/2013    1 recensioni
La vita dei Winchester è una caccia a cui non c'è mai fine e la maggior parte delle volte non si riesce a vedere una via di fuga. Per questo ad un certo punto trovare l'amore per un cacciatore significa più di quanto significhi per una persona qualsiasi: saranno capaci di decidere in che direzione deve andare la loro vita?
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
7-Knockin on heavens door

Anche l'ultima volta Dean e Lachelle ebbero l'occasione buona per baciarsi ed entrambi avvertivano la necessità di farlo, di mettere da parte l'orgoglio e le paure e dichiararsi, ma anche quella volta Castiel era tornato al proprio ruolo di ammazza-momenti-magici. Senza dire nulla, allontanandosi uno dallo sguardo dell'altra e dopo aver ascoltato le teorie dell'angelo su quello che sarebbe successo nel caso in cui Rocone fosse stato liberato, andarono a dormire stanchi morti, anche se una strana adrenalina li pervase.
Nei giorni successivi l'angelo trascorse tutto il tempo a "fare delle ricerche"; scompariva per ore, tornava e poi partiva di nuovo. Tutte le volte, però, prima di andarsene li avvisava al costo di svegliarli pur di far sapere loro che andava via. Lachelle gli diede un blocchetto di post-it e gli spiegò che poteva scriverglielo lì e loro l'avrebbero letto appena svegli, ma Castiel puntualmente li svegliava ogni volta per far vedere loro i post-it che aveva scritto.

Colorado, Stati Uniti

Tornati negli Stati Uniti, in Colorado, per una settimana si dedicarono esclusivamente alla caccia. Dean non parlava molto e Lachelle continuava a comprare torte e DVD per farlo stare meglio; amavano vedere film insieme e lui la apprezzava davvero tanto per tutto quello che stava facendo per farlo stare meglio. L'argomento Caroline o Sam non era stato proprio aperto, per questo Lachelle non disse che aveva parlato al telefono con lui in quei giorni; erano migliori amici e bastavano due chiacchiere per capirsi, ma voleva dare tempo ai due affinché si riavvicinassero senza pressioni. Sam apprezzava il loro interessamento, ma pensava fermamente che si fossero sbagliati; d'altronde aveva controllato ed era sicuro di non essersi sbagliato. La cacciatrice rispettò la sua idea ma non ritirò le accuse contro Caroline, e gli raccomandò almeno di fare attenzione.
Passarono i giorni e una mattina, dopo aver dato la caccia ad un mutaforma, tornarono al motel e ricevettero una telefonata dal Kronox.
« Ragazzi, sono Castiel. » il suono della sua voce veniva interrotto di tanto in tanto. « Dovete tornare qui sul Kronox. Caroline ha la chiave e Rocone è ancora in trappola ma sarà liberato presto se non intervenite. » riprese con tono allarmante.
« Sam è lì con te? » chiese Lachelle, cominciando a sistemare le loro cose negli zaini.
« Lo tengono bloccato con delle manette. Sviene spesso per la puzza di zolfo, ci sono molti demoni. » spiegò.
La sua voce era interrotta molto spesso, si fermava e prendeva fiato, rimaneva interi minuti senza parlare, come fosse con la testa tra le nuvole.
« A me non crea alcun problema, ma l'olio sacro si. » aggiunse abbassando la voce; negli ultimi tempi sembrava sempre mortificarsi ogni volta che commetteva anche un piccolo errore.
La linea cadde e Dean sembrava molto preoccupato, come tutte le volte che le persone che amava erano in pericolo; anche se si mostrava calmo e forte in tutte le circostanze, il suo cuore batteva troppo forte e si sentiva mancare il respiro: Sammy era in pericolo, Castiel anche, non riusciva a pensare ad altro.
« Dobbiamo andare subito, Dean, » cominciò lei, con lo zaino in spalla e pronta ad andare. « e dobbiamo andarci in aereo. » aggiunse a bassa voce.
Dean trasalì al suono di quelle parole.
« Non vedo altra soluzione possibile; Castiel non ci può portare e andare con la nave richiederebbe troppo tempo. » gli riassunse brevemente con calma, cercando di essere dolce e convincente, sorridendogli ma lui non rispose subito.
Dean la guardò negli occhi, fermo sul posto; era rimasto in piedi, immobile, indossava ancora la camicia blu sporca di sangue e pelle di mutaforma e Lachelle si era affrettata a sfilargliela e a passargliene una pulita. Era così giù di morale che se non ci avesse pensato lei sarebbe rimasto così.
« Lo so cosa significa salire su quell'aereo per te, non ti chiederei mai una cosa del genere se non fosse necessaria. » continuò accarezzandogli il viso. « Andrà tutto bene, sono solo poche ore di viaggio. » mentì per indorare la pillola.
« Va bene. » esordì lui alla fine, facendo un breve sospiro.
Al tocco caldo della sua mano si sentì più sicuro e decise di provarci.

Salutata l'Impala nel parcheggio dell'Aeroporto di Colorado Springs, fecero i biglietti e si misero in fila per il loro volo. Dean si guardava continuamente intorno, gli occhi passavano velocemente da un punto all'altro dell'aereo, come se si aspettasse che qualcosa uscisse da un momento all'altro ma tutto ciò che vedevano era un continuo passare di persone che correvano per non perdere il volo, piangevano abbracciando i propri cari e sistemavano le valige, pronti a decollare o appena atterrati. Diversi profumi e una moltitudine di voci gli mettevano ansia e il freddo del mese di novembre di certo non lo aiutava a mantenere la calma.
« Sai che la prima volta che sono salito su un aereo si stava schiantando? » le chiese bloccando una fila di persone che dovevano salire sul loro stesso aereo.
« Si, si lo so. » rispose lei spingendolo in avanti, senza espressione nelle voce; aveva perso il conto di quante volte l'aveva sentito dire nelle ultime ore.
« Lo sai che anche l'ultima che ci sono salito si stava schiantando? » continuò, girandosi dietro per guardarla e bloccando di nuovo la fila.
« Dean, era la stessa unica volta in cui si stava schiantando, poi ci siamo saliti altre volte e non è successo niente. » rispose ancora,  mostrando un lieve sorriso.
Lui alzò il sopracciglio destro e annuì con la testa, ammettendo che effettivamente aveva ragione.
Presero posto sui loro sedili verdi e bianchi. L'aereo non era molto affollato, l'atmosfera infatti era tranquilla, quasi immobile; l'unica cosa in movimento erano le gambe e le mani iperattive di Dean, che si alternava tra picchiettare le dita sul bracciolo nero di plastica del sedile, dare un'occhiata alle tende verdi come i sedili e domandare da quanto tempo fossero partiti, nonostante l'aereo ancora dovesse decollare.
« E se si schianta? » le chiese ma in realtà non voleva saperlo, voleva solo sentirsi dire che non sarebbe successo.
« Non si schianta, i fulmini non la colpiscono e pensa che non piove neanche. » lo accontentò lei, anticipando il giro di domande che si ripeteva da capo.
Stava cercando il lettore mp3 dallo zaino, ma quando ci metteva Dean le mani non si capiva più nulla.
« Dovrebbero fare più controlli ai piloti.» disse sorridendo ad un anziano che lo stava guardando; doveva calmarsi assolutamente perché la metà dei passeggeri lo guardava come se fosse un bambino.
« Sono sicura che non è drogato e se dovesse succedere qualcosa, prenderebbe il suo posto il copilota. » lo rassicurò porgendogli una cuffietta dell'auricolare. « Ho avuto un'idea: dentro ci sono le nostre canzoni preferite. » disse facendogli l'occhiolino.
La musica aveva la capacità di calmare Dean, Lachelle aveva questa capacità; di sottofondo c'era Knockin on heavens door di Bob Dylan così si concentrò sulla musica e cercò di rilassarsi.

« Grazie. » le disse a bassa voce nell'orecchio libero dall'auricolare.
Lei sorrise e si girò di lato sul sediolino, guardandolo dritto negli occhi.
« Hai presente quando piove e vengo da te perché ho paura che si allaga tutto? » gli chiese e lui sorrise pensando a tutte le volte che la notte lo svegliava per poi addormentarsi accanto a lui.
« Tutte le volte che sto con te mi basta guardare i tuoi occhi e stare tra le tue braccia per sentirmi protetta. So che così non mi succederà niente, il solo pensiero di stare con te mi fa dimenticare di avere paura. » gli confessò col cuore che batteva troppo forte.
Le mancava il respiro ma le parole continuavano ad uscire spontanee. I loro occhi erano sempre più vicini, più vicini di quanto lo fossero mai stati prima.
« Sai qual'è la cosa buffa? » chiese lui, accarezzandole la guancia.
Lei dissentì appena col capo e lui riprese  « Che adesso che Castiel non potrebbe disturbaci non posso prendermela con lui se non riuscirò a fare una cosa » confessò.
Il cuore viveva una vita autonoma ormai, non se lo sentiva più in petto ma era a spasso per chissà quale mondo; sentiva le vene pulsare e una strana sensazione nello stomaco. Le accarezzò la guancia e la baciò; non era un bacio, era IL BACIO, quello tanto atteso, a cui entrambi avevano tanto pensato, quello più importante. Era come il primo bacio, tutto il resto non contava: si sentiva un ragazzino, un ragazzino che bussava alle porte del paradiso. La stava baciando, le sue labbra erano sulle proprie e non erano le sole a muoversi; anche lei lo baciava senza lasciargli un attimo di respiro, come se avesse paura che tutto quello fosse solo un sogno che sarebbe finito da un momento all'altro. Dean non aveva più paura, così dopo un sorriso di Lachelle si addormentò sulla sua spalla, felice come un bambino tra le braccia della madre, un ragazzo innamorato tra le braccia della donna che ama. Lachelle per lui era tutto; una madre che si prendeva cura di lui, l'unica che ci riusciva, che lo conosceva bene al punto di farlo stare calmo anche su un aereo che li portava verso una nuova battaglia, era un'amica, una psicologa, una compagna di caccia: una compagna di vita.
Quando si svegliò era ancora lì, sulla sua spalla, e fu consapevole che non era stato solo un altro sogno.

Dal momento in cui scesero dall'aereo si sentirono in continuo pericolo senza l'Impala; sapevano che Caroline in qualche modo li stava osservando e l'unica cosa ragionevole da fare a quel punto era farsi trovare e condurre da Castiel e Sam. Aspettarono in un locale posizionato sulla costa che affacciava sul mare. L'insegna rossa luminosa attirò subito la loro attenzione e sperarono che così fosse anche per la demone. Non c'erano molte persone e avevano tutta l'intimità che volevano; non si avvicinò nessuno a parte una ragazza bionda e bassina che chiese loro l'orario. Pagarono i panini e prenotarono una stanza al Chirone Motel ma prima di entrare in camera, Lachelle si rese conto di aver perso il cellulare, così tornò all'entrata del motel per cercarlo e lo trovò appoggiato sul tavolino bianco sotto l'ombrellone, in un area ristoro del motel riservata ai clienti; l'accesso era solo dall'interno così dovette fare il giro per superare le porte di vetro e riprenderlo, questo poteva voler dire solo che non l'aveva perso ma le era stato sottratto da qualcuno.
Quando raggiunse Dean, lui non c'era nella loro camera; lo vide in quella di fronte, in compagnia di una bella ragazza, bionda e piccolina di statura, la stessa che aveva chiesto loro l'orario mentre mangiavano.
"Che strana coincidenza: il cellulare che mi sparisce, la ragazza senza orologio che prima ci vede nel locale e poi per caso ci incontra di nuovo nel motel. Bentornata Caroline" pensò, poi entrò di corsa in camera loro per preparare le trappole.
La camera era davvero bella, spaziosa e luminosa, le pareti di un blu intenso che non dava fastidio agli occhi, con mobili ultramoderni; era il genere di arredamenti che aveva sempre sognato e le pianse il cuore quando prese la bomboletta dallo zaino per disegnare la trappola per demoni, rovinando quella che considerava una vera e propria camera di lusso, in cui avrebbe voluto finalmente concedersi dei momenti da sola con Dean, invece che correre sempre dietro i demoni.
Si affacciò dalla porta per vedere che cosa stavano facendo e come se una pioggia bollente si stesse abbattendo su di lei, vide che Caroline stava baciando il collo di Dean. Una morsa le strinse lo stomaco mentre vedeva l'uomo che amava tra le braccia di questa "stronza con la parrucca".
Dean aveva una strana espressione, era sicuro che Lachelle avesse capito che quella ragazza era Caroline, sapeva che anche lei aveva fatto i suoi stessi ragionamenti, ma l'unica cosa che gli importava era non farle del male; aveva paura di perderla proprio nel momento in cui aveva avuto il coraggio di amare.
Non gli era mai capitato di trovarsi in compagnia di una bellissima ragazza ma non vedere l'ora di liberarsene; voleva andare da Lachelle e dirle che l'amava, che quella era Caroline e stava pensando a come intrappolarla, quindi le stava solo reggendo il gioco. Mentre questa si abbassava per slacciargli la cintura dei pantaloni, si arrestò di colpo, guardando nella loro camera.
« Perché non andiamo in camera tua? E' molto più comoda del corridoio. » gli propose con voce maliziosa e allo stesso tempo arrogante, tipica dei demoni. Dean non ebbe neanche il tempo di rispondere che questa lo spinse in camera con una forza immane, come solo un demone può fare.
Entrati nella camera, videro Lachelle posare qualcosa nelle loro valigie. Con un movimento degli occhi indicò le trappole a Dean, che annuì, ma Caroline non era stupida.
« Potete anche parlare, non c'è problema. » li avvertì con la solita voce da superiore che utilizzava con loro. « Non mi credevate mica così stupida? » chiese facendo una smorfia mentre alzava un tappeto bianco ai piedi del letto.
Il silenzio irruppe nella stanza quando l'immagine della stella demoniaca venne scoperta sotto il letto.
« Oh, è un momento imbarazzante per i due piccioncini, vero? » chiese con una risatina arrogante, cominciando a misurare a grandi passi la stanza con i suoi enormi tacchi a spillo. L'attenzione di Lachelle le faceva sempre brutti scherzi perché passava da una cosa all'altra, anche in momenti pericolosi come quelli. Al centro della sua attenzione in quel momento c'erano i tacchi di Caroline, che le avrebbe tolto volentieri per usarli come arma contro di lei, che aveva osato baciare il suo Dean, ora che forse era finalmente suo per davvero.
« Capisco. Parliamo di Dean Winchester, non puoi pretendere che cambi all'improvviso solo per te, che si metta a giocare ai fidanzatini.» riprese divertita. « e poi anche se è un nostro nemico, ti garantisco che non c'è demone che non gli metta gli occhi addosso. » si divertì a provocarla ancora, ma aveva sbagliato bersaglio perché Lachelle non era il tipo che si lasciava dire le cose due volte senza dire la propria, infatti di pronta risposta le saltò addosso, tirandole i capelli e prendendola a pugni.
Certe volte si faceva paura da sola ma quello non era assolutamente il momento di farsi scrupoli, voleva solo farle del male.
« Adesso basta, brutta figlia di puttana. » le gridò tirandola per i capelli fino alla trappola che aveva disegnato per bloccarla.
Dean, totalmente immobilizzato, sorrise tra sé un po' soddisfatto, cercando di non farsi vedere. Non fu necessario il suo intervento visto che Lachelle se la cavava più che bene da sola. Una consapevolezza si fece spazio tra i suoi pensieri: Lachelle era gelosa, gelosa a tal punto da dimostrare che una donna innamorata aveva molta più forza di un demone del '400. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Lachelle Winchester