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Autore: Cilyan    03/02/2013    4 recensioni
"La bicicletta sfrecciava veloce sull’asfalto quando, ad un tratto, un intoppo la bloccò ed il povero ragazzo che vi si trovava sopra cadde inesorabilmente … o quasi.
Qualcosa di magico stava accadendo, qualcosa che aveva bloccato il tempo proprio prima che la testa del povero Pierre, così si chiamava, toccasse terra e gli procurasse un dolore allucinante che lo avrebbe portato a rimanere tutto il giorno a letto con del ghiaccio sulla testa."
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A  JustPierre ^^

Per le note noiosissime della vostra fat, a fine os U.U *sembra uno spot televisivo solo a me?*



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                                                                  “Everything I wanted but nothing I'll ever need!”








 

La bicicletta sfrecciava veloce sull’asfalto quando, ad un tratto, un intoppo la bloccò ed il povero ragazzo che vi si trovava sopra cadde inesorabilmente … o quasi.

Qualcosa di magico stava accadendo, qualcosa che aveva bloccato il tempo proprio prima che la testa del povero Pierre, così si chiamava, toccasse terra e gli procurasse un dolore allucinante che lo avrebbe portato a rimanere tutto il giorno a letto con del ghiaccio sulla testa.

- Ma – provò allora a parlare, le mani come legate all’aria, la testa a penzoloni e le gambe ancora a pigiare sui pedali.

- Ma – tentò nuovamente di dire, ma la sua testa rimase vuota, ferma, proprio come tutto ciò che gli stava attorno.
E proprio in quel momento si maledisse di essere uscito in bicicletta per una stupida scommessa e di aver dovuto prendere quella stupida ferraglia rossa mezza rotta, con quello stupido temporale. Si maledisse di non aver giocato la carta giusta al momento giusto e di essere stato costretto ad andare in giro conciato in quel modo, con dei vestiti da donna, solo per non aver buttato una maledetta scala reale al punto giusto!

- Ti vogliamo vedere vestito da ragazza- gli avevano detto curiose le sue amiche, come se ad un ragazzo interessasse andare in giro truccato e con un vestito addosso.

- Facciamo una scommessa?- avevano detto poi, un coro di tre, un coro da far paura ed a cui mai nessuno avrebbe potuto dire di no.

- Ok, ok- aveva risposto.

Non lo avesse mai detto.

Perché se non lo avesse mai fatto, non si sarebbe mai trovato ad essere trasportato da uno sconosciuto verso un luogo sconosciuto, in un appartamento sconosciuto.

Non che gli dispiacesse. Era un semplice ragazzo quello che si trovava davanti, dagli occhi marroni, ma così magneticamente intensi da attirare a sé, forse, anche una calamita di polo opposto.

Un ragazzo dal sorriso splendente, smagliante, attraente, bello, bello come il suo corpo, accogliente, caldo, un corpo che sapeva di casa, una casa che Pierre mai aveva visto.

E forse, forse se il tempo non fosse stato fermo, se lui avesse potuto muoversi, forse le sue gambe avrebbero ceduto davanti a tanta bellezza, davanti a tanto charm.

E Pierre non aveva mai visto prima di quel giorno un ragazzo così, qualcuno che lo avesse fatto innamorare anche solo con uno sguardo o un tocco delicato sulla pelle.
Lo aveva preso così, con leggerezza e, dopo aver lasciato la bici lì, lo aveva afferrato come una principessa e lo aveva poi portato in un piccolo appartamento.

Le luci erano così basse e soffuse da non permettergli di vedere quasi nulla, ma quando l’estraneo lo posò sul letto e quando il tempo tornò a scorrere, non gli sembrò nemmeno così strano tutto quello che stava accadendo.

Non si meravigliò neanche di quello che era successo, solo … solo aveva quell’amaro in bocca che ti fa dire cose che non vorresti e sputare sentenze che vorresti tenerti dentro.
E gli diede voce, gli diede voce perché così gli diceva l’istinto, perché così gli suggeriva la testa se una testa ancora poteva avere dopo tutto quello.

Perché, dopo aver visto quello splendore, ne era rimasto talmente incantato da non riuscire a far muovere neanche una rotella dei suoi neuroni.
Perché dopo aver incrociato i suoi occhi, anche se non si poteva muovere, avrebbe solo desiderato baciarlo.

Perché – E tu chi sei? – cominciò, calmo, stranamente calmo.
E quello lo guardò con un sopracciglio alzato rispondendo in modo quasi scontato – Liam, Liam Payne -ma con quel dolce tono che si trovava in completo contrasto con la sua espressione.

E – sei buffo sai? – rise poi per un attimo e la sua risata, quella risata, era talmente calda e contagiosa da far ridere anche lui, prima di cominciare con altre domande, prima di cominciare con quella domanda:
- Come hai fat ...- ma non fece a tempo neanche a finirla, a pensarla o a formularla, che era rimasto incantato da quelle labbra.

Due sottili linee gli si aprivano davanti agli occhi, mostrando quei piccoli spigoli bianchi, perfetti, brillanti anche nel più piccolo difetto e Pierre non sapendo più cosa fare o cosa dire, stette in silenzio a contemplarle.
Il solo guardarlo, non riusciva a capirne proprio il motivo, ma lo faceva stare zitto, inerme, senza alcuna forza se non quella che lo attraeva, inesorabilmente, verso di esse.

E anche nel caso in cui non avesse voluto seguirla,lo avrebbe fatto ugualmente perché –Pierre- dopo essersi presentato, non erano più due estranei per cui sì, poteva benissimo fare quello che stava per fare.

E, nonostante non avesse la benché minima idea di muoversi, dopo aver fatto forza sulle braccia, si spostò leggermente in avanti fino a raggiungere quelle labbra perfette.
Allora, solo allora, si permise di chiudere gli occhi e di assaporarle come se nulla fosse.

E non poteva di certo dire di non provare quell’impercettibile paura che sale lungo le vene in certi momenti o quel tipico solletichio sotto la bocca dello stomaco: le farfalle.

E non poteva di certo ignorare quella mano che si era posata sulla sua guancia destra, carezzandola con il palmo, lentamente, da una parte e dall’altra, facendogli percorrere la schiena da mille brividi e il corpo intero ancora da quelle strane fitte di solletico.

Né poteva dire che tutte quelle attenzioni gli dispiacessero e al – So chi sei- lasciato là a campare per aria tra un bacio ed un altro, a Pierre sembrò che non ci fosse più bisogno di alcuna spiegazione, non per il momento almeno.
Così si lasciò toccare ogni singolo lembo di pelle da quelle mani bollenti, che quasi lo scottavano in ogni punto con cui venivano a contatto.

Passarono sul collo, mentre la lingua di Payne scorreva gioiosa lungo il labbro inferiore del ragazzo; passarono sulle spalle, mentre già dei piccoli gemiti uscivano rochi dalla bocca di entrambi e dopo che – voglio possederti- gli disse, calarono giù, sempre più in basso, fino a venir a contatto con la cintura di quella stupida gonna che gli avevano fatto indossare.

- Sei sexy anche così, principessa- e Pierre non era una persona che manifestava facilmente le proprie emozioni, ma quel Liam era capace di rompere tutti i suoi argini e di farli cadere inesorabilmente portandolo anche ad arrossire vistosamente a quella frase.

E – ho detto qualcosa di sbagliato? – facendolo stendere e non ascoltando neanche la sua risposta,negativa, il castano prese a lambirgli il collo, continuando quella piacevole tortura di carezze, finché, giunto all’ombelico, scoperto ormai dalla maglia, non si fece problemi a fermarsi.

- Ma che … - deluso, quasi, dal fatto che il semi sconosciuto avesse interrotto quella piacevole tortura, il povero sventurato cominciò ad imprecare mentalmente e ,in un attimo di lucidità, a chiedersi cosa diavolo ci facesse in quella posizione, su quel letto di quell’appartamento.

- Aspetta un attimo- Pierre osservò in silenzio Payne muoversi nella penombra della stanza e, non appena sparito dalla sua vista, tentò di alzarsi, ma con scarso successo.

Non riusciva a capacitarsi del fatto di non poter muovere bene nessun arto. Era come se quel Liam lo avesse inchiodato su quel letto, non consentendogli di muoversi. Ma non aveva alcun timore o paura, anzi, era come se in cuor suo qualcosa gli dicesse che poteva fidarsi.

Era come se una vocina nella sua testa gli comunicasse che Payne era un tipo affidabile e quella convinzione gli rimase anche quando lo vide tornare con ben quattro ferri di cavallo.

- Cos’è vuoi andare a cavalcare? – scherzò allora, ma si rimangiò subito ogni singola parola, non appena si ritrovò quegli stessi ferri a bloccarlo al letto e – No, affatto, ma se intendi cavalcare nel modo in cui lo intendo io, allora va bene- rise sarcastico l’altro.

E Pierre non sapeva perché, ma anche in quella punta di malizia riusciva comunque a percepire la dolcezza di quel ragazzo che aveva davanti.

E quando- Ho un letto magnetico sai? – rise ancora, allora il giovane ragazzo steso e bloccato al letto, non capì il perché, ma era pronto a tutto, anche ad una dolce tortura da parte di un palestrato sconosciuto.
Perché Payne era un ragazzo molto dotato, in ogni senso.

Forse anche troppo dotato: era perfetto.

Ogni suo muscolo sembrava voler dire “perfezione”.
Ogni suo sguardo sembrava voler dire “verità”.
Ogni suo sorriso sembrava voler dire “io ci sono”.

Ogni suo movimento sembrava voler dire “io ti amo”.

“Non ti conosco ma ti amo.

Non ti conosco, ma so tutto di te.

Non ti conosco, ma ho la certezza che non mi tradirai.

Non ti conosco, ma so che mi insegnerai a farlo”.

Queste erano solo frasi, parole, sillabe che frullavano per la testa del giovane incastrato tra il materasso e le mani pungenti e sicure di Payne.

E quando – Sono qui per te- gli sussurrò, buttando all’aria la sottile canottiera che le amiche avevano fatto indossare a Pierre per la scommessa, ogni inibizione sparì totalmente in entrambi.

- Sei una bellissima principessa, la mia principessa- soffiò Payne, mentre scendendo a lambirgli un capezzolo già turgido cominciò subito a sbottonare i pantaloni all’altro e :

- Sono un uomo vestito da donna per una stupida scommessa. Quindi, non- sono- una- principessa!- sbottò l’altro, scandendo accuratamente ogni singola parola e tentando, in vano, di sfilare i polsi sottili dai magneti che lo tenevano fermo al letto.

- Allora sei il mio principe? – solleticandogli un poco il basso ventre, Liam scese sempre più giù, giocoso, con la lingua e – principe?- chiese con sarcasmo, ma curiosità per come stavano evolvendo gli eventi.

E Pierre si lasciò cullare da quella lingua che in una lunga ed estenuante tortura aveva cominciato a simulare un amplesso nel suo ombelico.

- Si, il mio principe. Tu sei il mio principe ed io sono il tuo umile servo- il rosso storse il naso in disapprovazione, forse, anche se non poteva dire gli dessero fastidio tutte quelle attenzioni e- quindi adesso lasciami fare- osservando il corpo statuario di Liam muoversi su e giù sul suo bacino, Pierre affondò le mani tra i capelli corti del castano, tirandolo giù verso il basso.

- Impaziente, eh?- sorridendo, il servo andò ad accarezzare le gote del padrone, accontentandolo e portandolo presto in un mondo magico, un mondo fatto di palazzi di cristallo, sorrisi e felicità, un mondo tutto loro in cui anche i loro cuori si intrecciarono, uniti dal battito accelerato e dalle guance rosse,non solo per lo sforzo, ma per un sentimento appena nato e che, allo stesso tempo, sentivano entrambi di provare da tempo.

E – noi siamo uniti – un sussurro, un sussurro da parte del castano che, buttando la testa all’indietro dal piacere, tolse i ferri di cavallo poggiati ai lati dei piedi e delle braccia dell’altro ragazzo, ormai sovrastato da un canto sommesso dovuto a quell’unione di anime che si era appena instaurata tra i due.

- Uniti? – non appena ripreso fiato, anche Pierre riuscì a dire qualcosa.

- Sì- e indicando la scritta che il giovane aveva all’interno del braccio destro, “Everything I wanted but nothing I'll ever need!”, Liam vi accostò il suo che portava la medesima scritta.

A quella visione, trascurata in precedenza a causa della foga del momento, Pierre sgranò gli occhi e, sorridendo, di istinto quasi, si lasciò ancora una volta cullare da quella bocca che gli stava mordendo un lobo dell’orecchio, mentre le loro dita, ormai intrecciate, li trascinavano nel mondo dei sogni, insieme.

E mentre – poi ti spiego-si sentì volare per la camera.

Un silenzio, non tombale, non triste, non solo, ma pieno, penetrò tra le pareti della stanza, portandoli entrambi in quello stato di serenità, di sonno, di beatitudine, l’uno nelle braccia dell’altro.

- Giorno mio principe – sentendo un dolce aroma, speziato, forse, un odore forte e pungente di caffè, Pierre si svegliò, con le coperte addosso ed un lieve spiffero di aria a passare per la finestra appena aperta.

Quando il castano se ne accorse: - vuoi … vuoi che la chiuda?-

- No- sedendosi e poggiandosi allo schienale rialzato dietro al letto – tranquillo – prese la bevanda che l’altro gli aveva porto e – vuoi che ti spieghi? – disse il castano, ormai rassegnato a doversi rivelare per quello che era.

- Si, sarebbe preferibile non credi?- disse Pierre ridacchiando appena per la faccia quasi comica che Liam aveva fatto.

Liam prese allora a raccontare, cercando di rilassarsi il più possibile e di non far divenire la situazione tesa.

- Dunque: io sono Liam Payne – cominciò e – sì, questo lo so- sorrise l’altro per poi fargli cenno di continuare.

- E sono … - prese un lungo e duraturo respiro,quasi non sapesse nemmeno lui davvero cosa fare o cosa dire.

- Sono la tua anima gemella – lo disse, lo disse tutto d’un fiato, attendendo una risposta negativa o positiva che fosse dall’altro.

- Ma che diavolo stai dicendo! – proruppe ironico il rosso.

- Se ci conosciamo appena – sorridendo, andò ad avvolgere le dita attorno alla tazza, in attesa che l’altro parlasse e si spiegasse meglio.

- Oh andiamo e questi come li spieghi?- tirandolo per il braccio, facendogli quasi male, gli mostrò nuovamente i loro tatuaggi, coincidenti e – coincidenze- disse infatti il rosso.

- No, non lo sono! Io sapevo benissimo che tu ti saresti trovato lì, in quel parco, con quella bicicletta a quell’ora e che saresti caduto, per questo sono venuto in tuo soccorso. Ti ho cercato così a lungo, sai?-

Prima di continuare, sotto lo sguardo attonito dell’altro, Liam prese un lungo respiro e si concesse quanto bastava per partire a parlare a macchinetta: - Vedi noi siamo anime gemelle perché siamo legati da quel legame indissolubile che solo noi possediamo:io manipolo la materia, tu la mente.

E so che quello che ti sto dicendo ti sconvolgerà, ma … - non fece a tempo a finire, che l’altro si era alzato di scatto, facendo cadere la coperta e mostrando un fisico coperto di soli boxer.

- Non mi prendere in giro Liam! Tutto questo è … assurdo!- a quel gesto, repentino, il castano lo prese per il polso e :

- Posso farti una domanda? Tu credi nei sogni?- non appena lo vide annuire, continuò – e allora perché non puoi credere che siamo destinati a stare insieme? Non sai per quanto ti ho cercato, in lungo e in largo. Tu sei la persona che sa leggere nell’anima della gente, sei quella persona che può vedere come sono davvero le persone solo guardandole negli occhi, per cui, per cui guardami. Senti il mio cuore che batte all’unisono con il tuo: noi siamo una sola anima, Pierre

E senza neanche dargli il tempo di controbattere, se lo portò addosso e lo baciò con un’intensità tale da portarlo a gemere dall’emozione.

- Noi siamo un’anima sola – ribadì poi ansimante; la presa stretta ormai era divenuta lenta, le ginocchia erano molli e i cuori sembravano essere usciti fuori dal petto.

- Una sola, una sola, una so..- e più lo ripeteva, più le lacrime spingevano per uscire, più le bocche si riavvicinavano e le mani si cercavano.

- Ti amo- a fior di labbra, un soffio, un sussurro, una sicurezza: amore.

Ma - io..- allontanandosi, spaesato, Pierre finì per inciampare e cadere sul letto, i capelli scompigliati tra le lenzuola bianche e i cuscini stropicciati sotto il suo peso.

- Tu?- avvicinandosi, piano, Liam rise e sorrise: lo leggeva.

Già, per una volta era lui a leggere qualcosa in qualcun altro, non a bloccare il tempo come a voler sfuggire dalla realtà che lo circondava.

Aveva un dono, eppure non lo aveva mai usato nel modo appropriato; non perché non volesse, ma perché non aveva mai incontrato chi gli desse motivo per farlo.

Ed ora, ora che aveva trovato qualcuno che gli aveva dato quel motivo, non lo avrebbe mai lasciato andare. Così, stretto nei suoi pensieri, Liam li fece ricongiungere,fece ricongiungere nuovamente i pezzi del puzzle, ricomponendolo pezzo per pezzo, bacio per bacio, giorno per giorno.

Non esisteva più tempo, non esisteva più spazio.

Non esisteva più alcun io, alcun tu, ma neanche un “noi”.

No,loro non erano un “noi”, loro erano anima, erano amore, erano mente e corpo, tempo e spazio, erano una persona, un individuo.

Loro insieme erano speciali e lo avevano ormai capito entrambi quando, tremolanti per il freddo, si rifugiarono sotto il getto caldo della doccia, per nulla volenterosi di uscire, nell’abbraccio ancora più bollente dell’acqua stessa.

Perché non esisteva ormai neanche uno spruzzo che potesse essere anche minimamente tiepido, perché quando il sentimento brucia così all’improvviso, è solo colpo di fulmine e si sa che dai fulmini nessuno può scappare.

Perché quando -meno male che hai fatto quella scommessa- Liam disse esattamente un anno dopo, mentre, seduti su quello stesso prato, nello stesso punto in cui Pierre stava per cadere l’anno prima, il tempo bloccato, con la luce del giorno dello stesso colore di una fotografia, ormai era chiaro che non si sarebbero mai lasciati.

Perché , a volte, bisognerebbe credere anche nel per sempre.

Perché, a volte, bisognerebbe anche credere nel sentimento,

perché a volte l’amore ci insegna che siamo noi a scegliere il nostro futuro,

perché se non si prende la palla al balzo,

 poi il treno passa e noi rischiamo di rimanere soli.

Perché bastò solo un “già” appena biascicato sulla punta rossa dell’orecchio del suo amante, per far sorridere Liam quel tanto per leggere tra le righe quei mille “ti amo” non detti.




Buona sera popolo effeppiano! O come cavolo si dice XD
Si veramente, forse, sarebbe più corretto dire buon giorno dato che sono quasi le due, ma sapete stasera fat è tornata all'una dal bowling ed era talmente eccitata che ha deciso di non avere più sonno, per cui eccola qua a postare qualcosa che più rilegge e più non le piace.
Detto questo, perchè sto parlando di me stessa in terza persona?
Arcano mistero! Se qualcuno ha la risposta me la dia *alza la manina. Poi la riabbassa perchè tutti la guardano storto*
Lo so che non sono per nulla simpatica, ma è pur sempre l'una e quarantanove minuti, al momento almeno perchè quando posterò non credo credo che sarà ancora la stessa XD *capitan ovvio!*
Sapete era da un po' che non facevo un angolo autore "decente" *come se questo lo sia*, per cui lasciatemi parlare please * occhioni dolci*
Tanto siete liberi di non leggere.
Dunque spendiamo due parole su questa os?
*ora mi buttano i pomodori addosso,lo sento*
Dunque non ho la più pallida idea di quanto io ci abbia messo per scrivere questa os che, rileggendo, mi sono accorta essere piena di errori OO .
Ho tentato di correggerli, ma non garantisco nulla -.-"
Ho provato anche a fare il titolo in modo "carino", ci ho provato con il supporto di mia sorella che consigliava, ma ho fatto tutto da sola e credetemi per me fare anche qualcosa di così semplice non è per nulla semplice per l'appunto.
Vorrei ringraziare tantissimo _Alexld  per la pazienza che ha avuto nel betarmi la storia, perchè senza il suo aiuto sarebbe stata anche peggio di così!Giuro, volete che vi faccia vedere le sue correzioni? Erano più le parti in rosso che quelle verdi OO il che mi fa pensare a qauanta pena facesse XXD
Ok, non ho altro da aggiungere, solo passate da quel meraviglioso ragazzo! ^^
Non faccio altra pubblicità oggi, perchè...beh perchè non nè ho voglia e non mi sembra il caso u.u
Anyway vorrei augurare a tutti quelli che si stanno subendo queste scempiaggini, di trovare nella loro vita un supporto, qualcuno che li faccia sentire amati, perchè io penso, magari ingenuamente, ma lo penso, che siamo stati concepiti per amare e per odiare.
Ma in fondo, l'odio lo vedo come una faccia dell'amore. Spesso ci convinciamo di odiare qualcuno, ma poi capita che stringiamo con lui/lei un legame che forse sarà indissolubile. Ma questa è solo la mia stupida ideaa. Comunque vi dico che a me è capitato ed una persona che pensavo di odiare, ora è la mia migliore amica XXD
Ora la finisco qui perchè questo angolo autore è immenso O.O
Se volete contattarmi o farmi domande di qualunque tipo, va bene qui:
Cilyan

UN bacione ed un abbraccio
fat <3
p.s. lo so che la layut fa pena, ma prima o poi imparerò giuro -.-"
Spero di aver corretto nel modo appropriato gli errori...in caso mi scuso immensamente  <3

  
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