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Autore: Disdain_    24/08/2007    1 recensioni
E' una storia particolare, inondata di esperienze personali, casualità e...un filo chiamato destino che lega(va?) due vite inesorabilmente. Il racconto a cui sono più legata...Dedicato ai protagonisti della storia.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che paura cominciare a disegnare su un foglio bianco la storia di qualcuno. Magari sbagli. Magari viene fuori una storia deformata.
Magari non esce come vorresti, magari cancelli...o magari...tutto viene fuori come vorresti, e il tuo personaggio si ritrova ad avere cose che all'introduzione del tuo racconto non avresti mai immaginato.

Comunque vada...sarà una storia. Dei personaggi che per la prima volta s'incontreranno in un luogo non ben definito e che si comporteranno come se si conoscessero da sempre...fino a svanire, alla fine della storia.

Ma magari prima...qualcosa rimarrà in voi...ed avrà il loro stesso sapore.

Note di pianoforte, foto di luoghi lontani e sconosciuti, luci che si rincorrono, foglie che cadono...il silenzio di un abbraccio. Gli occhi di una finestra.
Consonanti, vocali, segni di punteggiatura...tutto messo assieme forma una frase. Due frasi. Tre. Mille. Milioni. Miliardi. Infinite.

Tante. Fiumi di inchiostro mai usato che scorre. Occhi mai incontrati che si vedono, si fissano, si scrutano, si penetrano. Entrano nei pensieri, frugano nei cassetti, spiano i tuoi passati e i tuoi presenti.

E i minuti che scorrono veloci di frase in frase, sembra che il tempo scorra tra le mani. Minuti. Minuti che passano in fretta o che sembrano attimi che non passan mai. Minuti, ore. Giorni. Mesi. E forse anche anni. Chi lo sa.

Giochi in un posto inesistente. Dove c'è sempre ombra e...Dove le stelle guardano sempre in giù, anche quando vorrebbero nascondersi dietro le nuvole. E l'albero piange foglie.
E la Luna. A volte il suo cielo si colora di verde. E ti lasci coccolare dalle sue parole. Dalle sue braccia. All'improvviso non ci sono abbagli, non c'è un buio...ma solo braccia che ti tengono al sicuro. E piangi. Piangi lacrime non viste ma che verranno raccolte da due mani, e i tuoi sfoghi conservati gelosamente dentro un'anima.
Risate che si perdono tra l'erba fresca, mai tagliata da nessun giardiniere. Non esiste, ma non cresce. Posto statico e pieno di controsensi. Ma familiare, protetto. Il tronco che sente il peso degli anni ti permette di far aderire la tua schiena a lui, e chiudere gli occhi...trovando due mani che prendono le tue...così da non perderti troppo nei pensieri e "mantenerti ancorata alla realtà".

Le sere in cui la Luna non c'è, e le stelle si vergognano ad uscire...il posto tranquillo lascia spazio a te. Lì, che tremi e trattieni e sfoghi e...urli così tanto che la gente non ti ascolta.
La gente.
Ma qualcuno è lì, immobile. Invisibile. Ti guarda e ti cinge in una stretta che non serve, ma che senti. Chissà se il tremore passa.

Quando non te lo aspetti, quando abbracci il cuscino piangendo...quando un sorriso ti si dipinge sul volto e quando le lacrime scendono...e la mano le raccoglie...ma sai che non sei tu ad asciugarle.

Ricordi di libri, pagine, studi, impegni, corse e...sogni d'oro.
E paure nascoste come un velo che cade...dinnanzi alla sicurezza di esserci. Sempre. Lì, tra l'erba fresca. Lì, mentre tutto il mondo è troppo impegnato ad urlare...lì, mentre il resto del mondo resta ammaliato dagli specchi.
Lì, dove si vive di cose semplici, dove un grazie è detto con un sorriso e dove qualcuno crede in qualcosa di migliore lì fuori.

All'improvviso un abbraccio ti avvolge il cuore e l'anima e le braccia stringono forte. E i sussurri dicono che passerà, mentre un solo pensiero si fa strada, Ti voglio bene.

Continuano ad essere ancora delle righe dove i personaggi parlano, crescono e maturano...forse il narratore non si riesce a vedere, forse coincide con qualche personaggio. Forse. Chi lo sa. Forse è come sapere qualcosa di nuovo sul narratore senza sapere in realtà chi lui sia.
Forse le strade son talmente tante che si scelgono per caso, non ci sono segnali da rispettare, nè velocità a cui imboccarle e/o continuare a percorrerle.

Ma ancora qualcuno guarda la Luna, ancora qualcuno continua a sognare.

  
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