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Autore: Celeste9    03/02/2013    3 recensioni
-Facciamo un gioco.Se io fossi famoso e tu no, cosa faresti?
-Sarebbe tutto come adesso:io ti amerei e tu continueresti ad essere indifferente.
Non amo molto le bromance, probabilmente questa sarà la mia prima e ultima Larry, ma l'ho scritta in occasione del compleanno di Harry ed è una sorta di regalo per lui.
Disclaimer: Si tratta di una storia di mia invenzione in cui non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.
Credits: il titolo e le strofe successive sono di "Never" di The Cure.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEVER

We will never be in touch
I will never be enough
We will never be in love

Louis aprì lentamente gli occhi; la luce che filtrava dalle imposte semiaperte lo colpì come una stilettata obbligandolo a richiuderli immediatamente. Doveva essere mattina inoltrata; la sera precedente avevano festeggiato il compleanno di Harry e non ricordava né a che ore fossero tornati a casa, né il numero di birre che aveva tracannato. Rotolò nel letto nella parte lasciata libera da Harry, per crogiolarsi nel tepore che ancora rimaneva: quella sensazione gli piaceva da morire, non faceva neanche caso ai bricioli dei cereali che l’altro aveva il vizio di sgranocchiare sotto le coperte. Poi annusò avidamente il cuscino come faceva ogni mattina e si sentì felice.

Un delizioso profumo di pancakes lo spinse ad aprire nuovamente gli occhi, ma fu solo la voce del suo amico che lo fece alzare, come un novello Ulisse tentato dalle sirene.

Scese dal letto calpestando i vestiti che aveva indossato la sera prima, s’infilò un paio di pantaloni rossi, una maglietta a strisce e andò in cucina accomodandosi su uno degli sgabelli accanto al bancone.

Harry era nudo, come di consueto, indossava solo un grembiule con scritto “Kiss the Cook” che gli lasciava scoperto il sedere: il fiocco formato dai lacci che gli tenevano addosso quel riquadro di stoffa sembrava incorniciarglielo come se si trattasse di un’opera d’arte.

-Buongiorno Louis! Hai dormito bene?

-Ho fatto un sogno strano: ero un barbone e tu e gli altri mi passavate davanti senza nemmeno guardarmi.

-Poverino, mangia che ti passa.- disse Harry dandogli un buffetto sulla guancia.

Louis gli sorrise quando gli porse il piatto con i pancakes, lo guardò negli occhi e gli propose:

-Facciamo un gioco. Se io fossi famoso e tu no, come sarebbe la tua vita?

Harry si scompigliò i capelli come faceva sempre quando cercava di prendere tempo, poi col suo solito tono indeciso disse:

-Probabilmente abiterei ancora in qualche paesino bucolico ma noioso, lavorerei ancora in panetteria o qualcosa del genere. E avrei tante ragazze, non come adesso, ma me ne farei tante comunque. E poi studierei per fare il fisioterapista. Potrei lavorare per qualche squadra di pallavolo femminile e manipolare tutto il giorno cosce e sederi sodi.

Ridacchiò malizioso, Louis, però era serio e lo incalzò:

-E io? Che penseresti di me?

-Ah. Beh, ascolterei gli One Direction, probabilmente sarebbero uno dei miei gruppi preferiti. E guardandoli penserei: “Peccato che ne faccia parte quell’idiota con le magliette a strisce che non sa cantare!”

Harry proruppe in una delle sue risate sguaiate, poi chiese:

-E tu che faresti?

-Continuerei a vivere con la mia mamma e le mie sorelle. Probabilmente studierei e lavorerei, farei parte di qualche gruppo punk con i miei amici e andrei in giro a divertirmi.

-E Eleanor?

-Non ne avrei bisogno. Non sono famoso, ricordi? Non mi servirebbe una Eleanor.

Harry lo fissò dubbioso, mentre l’altro continuava a raccontare.

-Ascolterei gli One Direction, avrei il tuo poster in camera e lo guarderei ogni sera prima di addormentarmi.

-Quindi se tu non fossi famoso, la tua vita sarebbe totalmente diversa.

-No, sarebbe esattamente come adesso: io ti amerei in silenzio e tu continueresti a essere indifferente.

Harry spalancò la bocca, come se gli fosse stata rivelata una grande verità. Poi assunse un’espressione seria e andò verso Louis, avvicinò lentamente il proprio viso al suo, si fece vicino, sempre più vicino. Louis era talmente stupefatto ed eccitato da non riuscire a muoversi. Le loro labbra stavano quasi per sfiorarsi, quando Harry cominciò nuovamente a ridere scompostamente, sputacchiandogli addosso dei pezzettini di pancakes.

-Louis, amico, eri talmente serio che quasi ci credevo! Sono fortunato a conoscere una persona cui piace scherzare di prima mattina! Ora però mi vado a fare la doccia.

Gli tirò addosso il grembiule e sparì in bagno. Louis aspettò di sentire la porta che si chiudeva prima di far scendere le lacrime. La prima cadde sui pantaloni rossi formando una macchiolina nera, le altre scesero immediatamente, copiose come lo scroscio della doccia nell’altra stanza, fino a formare un’unica, grossa macchia scura identica a quella che Louis si portava nel cuore.

  
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