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Autore: Nashiko    24/08/2007    8 recensioni
Anche se nessuno mi ascolterà, perchè nessuno può sentirmi. Voglio raccontare quella storia, perché sento d’essere l’unico a poterlo fare.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Occhi Di Biglia ~

~ Occhi Di Biglia ~

 

Sono solo un pupazzo dalle fattezze buffe.

Occhi di biglia, vedono.

Orecchie di pezza, ascoltano.

Bocca di spesso filo nero, non articola parole.

Corpicino di stoffa, imbottito di lana, non sente nulla.

Se qualcuno provasse a strapparmi il cuore, ammesso che n’abbia uno, probabilmente non avvertirebbe niente.

Sono già stato rattoppato molte volte, nel corso degli anni.

Logoro e inutile.

Anche se nessuno mi ascolterà, perchè nessuno può sentirmi.

Voglio raccontare quella storia, perché sento d’essere l’unico a poterlo fare.

 

Ero qui da prima che lui nascesse.

Ascoltavo quieto sua madre, donna bellissima con i capelli del colore del grano e gli occhi più dolci che io avessi mai visto. Lei voleva un altro bimbo, il terzo. Avrebbe tanto voluto che fosse un maschio. Mi aveva preso per lui. La sentivo sussurrare al marito che avrebbe amato quel figlio con tutta se stessa, con ogni fibra del suo corpo.

Sembrava ‘felice’.

Io non conosco la felicità, per il semplice fatto che io non provo sentimenti, ma lei lo sembrava davvero.

 

Le cose cambiarono nel giro di qualche mese. I suoi occhi, addolciti dalla dolce attesa, s’illuminarono di una luce sinistra.

Quello non era lo sguardo di una donna incinta.

Se fossi vivo, penso che avrei provato molta paura.

Stavo sul suo letto, appoggiato tra i due grandi guanciali. L’avevo vista colpire il grande specchio della camera e leccarsi amaramente la mano sanguinante. Fino ad allora, aveva passato ore ed ore davanti a quella superficie riflettente, carezzandosi dolcemente il grembo che ospitava il suo bambino.

Da lì la situazione peggiorò di giorno in giorno. Karura -così avevo sentito chiamarla- era completamente cambiata.

Non giocava con i suoi due bambini.

Non parlava dolcemente al suo compagno.

Non sorrideva.

Non più.

In quel momento, non capii.

Un giorno entrò nella stanza in cui mi aveva messo appena comprato, in attesa del suo piccolo. Lo guardo gelido si era sciolto in una disperazione più totale. Mi prese con mani delicate da sotto le zampette, sollevandomi.

Ovviamente, non provai nulla.

Lei invece sembrava travolta da una miriade di sensazioni contrastanti. Piangeva e rideva insieme, stringendomi forte.

Perché vuole farmi questo?”

Riuscii a distinguere tra un singhiozzo e l’altro.

“Il mio bambino…”

Ancora lacrime.

Perché… perché…?”

Singhiozzi soffocati contro la mia pancia.

“Chi gli starà vicino quando non ci sarò?”

Occhi chiusi e brucianti.

“Come possono fare questo al mio bambino?”

Urla disperate.

Quella fu solo la prima di una lunga, lunga serie d’interminabili ore.

 

Poco meno di due mesi più tardi, non vidi più Karuka. Solo visi addolorati in una casa avvolta dal silenzio, pur essendo abitata. Nessuno giocò mai con me. Vedevo il suo bambino crescere, come avrebbe voluto fare lei.

Nessuno lo avrebbe mai amato

Io non provo emozioni, eppure questo lo capisco bene.

Oh, se solo potessi parlare, gli avrei ripetuto fino allo sfinimento di quanto la sua mamma lo avesse desiderato e di quanto l’avesse amato.

Ora capivo, nei gesti del piccolo, che ero l’unico a fargli compagnia. Sentivo le sue manine stringermi forte.

Anche se io sono un pupazzo, anche se io non provo niente, sentii qualcosa stringersi dentro di me in una piccola morsa.

Mi teneva sempre con se.

Avrei voluto fare di più, ma io sono solo un involucro di stoffa pieno d’imbottitura. E allora ho lasciato che mi coccolasse, nel tentativo di ricavarne affetto. Io non potevo dargli l’affetto che avrebbe voluto. Io non potevo donargli l’amore di cui aveva così tanto bisogno. Ma gli sono stato sempre vicino, come Karura avrebbe voluto.

L’ho visto piangere, trovandosi da solo.

L’ho visto sorridere, cercando quell’amore che non avrebbe mai avuto.

L’ho visto soffrire, non trovando nulla a cui aggrapparsi.

L’ho visto uccidere, giustificando nella propria esistenza.

L’ho visto crescere e che questo vi basti.

Il mio corpo è di stoffa, le mie orecchie udenti sono di pezza, la mia bocca tacente è di filo, il mio cuore insensibile è un ammasso informe di lana.

Eppure ho potuto raccontarvi tutto questo.

Dietro questi occhi di biglia.

 

~ Fine ~

 

 

Nashiko: ecco come mi immagino il passato di Gaara, visto con gli occhi del suo orsacchiotto. L’ho scritta di getto e senza pensare.

Non so perché mi sia venuta in mente di scrivere una cosa del genere… e, detto sinceramente, adesso vado a buttare i miei peluche T_T stanno cominciando a inquietarmi O_O’’’

Spero vi sia piaciuta!

Continuate a seguire i miei deliri mentali XD GRAZIE!!!

 

  
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