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Autore: NarcissCamui    03/02/2013    2 recensioni
Lucius Malfoy da giovane...ricordi nella notte di un Mangiamortr
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ricordi

 
 
I lupi ululano fuori della finestra e il vento fa sbattere le imposte con violenza, animando l’oscurità che mi avvolge. Mia moglie dorme nel nostro letto, coperta solo da un leggero lenzuolo immacolato e dai suoi splendidi capelli biondo lucente, che mi ricordano tanto il colore del grano al sole di luglio. Il suo respiro è regolare ed esso mi tranquillizza e quieta i miei pensieri su oscuri piani. Chiudo gli occhi un attimo e un fiume di ricordi invade la mia mente e nelle orecchie risuona la dolce voce di mia madre…
 
…”Anche tu sei nato in una notte come questa: con l’ululare del lupi che smorzava le miei grida e il vento che mi cullava nelle ondate di dolore” sul suo giovane viso, sin troppo per avere un bambino di sette anni come me, un mesto sorriso. I lunghi capelli raccolti in una treccia biondo cenere, di molto più scuri dei miei, gli occhi verde acqua che sapevano di dolcezza, la pelle che odorava di pesca senza neanche un’imperfezione. Quanto amavo mia madre! L’unica persona nella mia famiglia ad avermi detto: “Ti voglio bene”…
 
Un rumore alle mie spalle, desta il mio interesse e apro gli occhi, ritornando alla realtà. Mia moglie si agita nel letto come se cercasse il calore del mio corpo e il cerchio protettivo delle mie braccia. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino al letto, coricandomi e abbracciando la ragazza che amo. Un gemito di sollievo esce dalle sue candide labbra, rassicurata dalla mia presenza. Con la mancina le accarezzo la schiena, ricordando la prima volta che ho fatto l’amore con lei…
 
…La bocca semi-aperta e il respiro affannoso; le nostre lingue che si intrecciano come due serpenti in una danza di corteggiamento; i gemiti al tocco delle mie dita, della mia bocca e della mia lingua sul suo seno e sempre più giù; le sue grida di dolore e le unghie che mi graffiavano la schiena, lasciando indelebili tracce di sangue rosso sulla pelle diafana; le urla di piacere mentre l’appagamento dell’orgasmo la fa mia completamente; l’abbandonarsi esausti l’uno nelle braccia dell’altro…
 
Un dolce ricordo scolpito per sempre nella memoria di entrambi.
Il sonno si fa sentire e mi lascio andare al caldo abbraccio di Morfeo, sperando in sogni a volte migliori della realtà.

 
…Un bambino di circa otto anni stava rannicchiato vicino ad un antico caminetto in una gran sala in stile medievale. I lunghi capelli biondi erano sciolti e gli coprivano il volto, il corpicino era scosso dai singhiozzi. Un uomo al centro della stanza, vestito riccamente e anch’egli con i capelli biondi legati in una coda, urlava contro una giovane donna che gli teneva testa: “Come ti permetti?!” inveiva lui con tono autoritario e minaccioso: “Lui è mio figlio! L’erede della nobile casata del Malfoy! E tu, stupida squaldrinella, ti permetti di farlo crescere in questa maniera?!” diceva questo mentre teneva in mano un disegno colorato.
“Ha solo otto anni!” gridò di rimando la ragazza: “Che cosa dovrebbe disegnare?! Gli stupri e gli assassini che commette suo padre?!”.
L’uomo, cieco dalla rabbia,le diede un potente schiaffo che la fece cadere a terra: “Non osare mai più ad alzare la voce contro di me oppure ne pagherai le conseguenze” il tono della voce era d’acciaio, senza pietà o rimorso. Così detto si voltò verso il bambino, avvicinandosi a lui a grandi passi.
“Lascialo stare!” gridò la donna in lacrime.
“Sta zitta!” lo sguardo furioso, poi obbligò il figlio ad alzarsi da terra tirandolo per i capelli: “Smetti di piangere Lucius! Sei un Malfoy, non una femminuccia come vorrebbe quella puttana!”.
Il piccolo continuava a piangere, guardando il padre spaventato: “Scusa padre! Scusami!” singhiozzò lui osservando la madre per un attimo. Lei era ancora a terra, in lacrime, con una mano sulla guancia colpita. Malfoy Senior lasciò andare il bimbo: “Vai subito in camera tua, stupido moccioso!”…

 
Lucius si svegliò si soprassalto, mettendosi a sedere di colpo e accorgendosi di una lacrima che gli bagnava il volto. Con la mancina si asciugò il viso e poi portò la mano alla testa cercando di calmare i battiti del suo cuore. Ancora dopo dieci anni dalla morte, suo padre lo perseguitava.
Il pianto di un neonato ruppe il silenzio della notte e la donna a fianco del mago aprì gli occhi lentamente, mettendo a fuoco il marito.
“Draco si è svegliato” constatò la ragazza, mettendosi a sedere e strofinandosi gli occhi, assonnata.
“Torna a dormire Narcissa…vado io da lui” disse Lucius, alzandosi dal letto, indossando una vestaglia nera con sopra le iniziali ricamate in oro LM, attorniato da un serpente pronto ad attaccare. La ragazza si lasciò andare fra le lenzuola, osservando l’uomo recarsi nella stanza attigua a vedere loro figlio.
Lucius si avvicinò alla culla, guardando il bimbo che si agitava irrequieto fra le coperte: “Che ragazzo agitato…vuoi già fare le ore piccole!” sussurrò lui prendendo delicatamente in braccio il neonato. Smise subito di piangere, guardando il padre con occhi spalancati, azzurri come il cielo, e tese la manina per afferrargli i capelli. Lucius sorrise al gesto di suo figlio, un sorriso dolce. Così decide di portarlo in camera dalla moglie.
“E’ proprio un monello…ti vede e smette di piangere, vado io e piange con più forza di prima” disse Narcissa, sfacendo cenno al marito di sedersi vicino a lei. Lui si coricò nel letto, tenendo sempre fra le proprie braccia il figlio e poi appoggiandolo sul letto.
“Ha appena sette mesi ma si fa già rispettare….proprio come suo padre” disse Lucius, mentre il piccolo Draco lo osservava interessato. La ragazza si sporse verso l’uomo, baciandolo a fior di labbra.
 “E’ fiero di avere un padre come te…come io sono fiera di aver sposato un Mago Oscuro così affascinante e dolce con il proprio figlio” la voce era bassa e di sottofondo si sentivano i versi del piccolo che era interessato al marchio sul braccio sinistro di Lucius, un marchio che aveva ben più grande significato di ciò che poteva afferrare un bambino così piccolo. I coniugi guardarono il bimbo e sorrisero.

 
…”Allora? Com’è stato? Figo, vero?” disse Evan Rosier, entrando nella propria camera e gettandosi sul suo letto, tirandosi subito su la manica del braccio sinistro, osservando entusiasta il marchio sulla pelle dell’avambraccio che era ancora rossastra, come quella di una ferita appena fatta: il marchio era un teschio con un serpente che gli usciva fuori dalla bocca che si attorcigliava attorno al braccio fino al polso.
“Affermiamo che è stato… leggermente doloroso” rispose cinico Rodholphus Lestrenge che lo seguiva a ruota.
“Ora siamo dei Mangiamorte ragazzi!” disse ancora contento Evan, più agitato che mai.
Lucius entrò per ultimo nella stanza, chiudendo la porta alle sue spalle, ascoltando le frasi dei suoi amici e compagni di avventura. Si diresse verso il suo letto, sedendosi elegantemente, come sempre e sfiorandosi appena il braccio dove c’era il marchio e premendoselo al petto.
“Allora Lucius, tu che ne pensi? Stai tutto lì zitto…dicci qualcosa!”disse l’amico guardandolo e attendendo una risposta che giunse subito.
Malfoy gli posò gli occhi addosso e nei suoi occhi si poteva vedere brillare una strana luce: “Meraviglioso…”…

 
Un fascio di luce colpì negli occhi Lucius, svegliandolo lentamente dal sonno. Evidentemente si era addormentato mentre osservava con la moglie il bimbo. Si guardò lentamente intorno, ancora assonnato, notando di essere solo nella stanza, così decise di chiudere di nuovo gli occhi, poggiandovi sopra una mano, facendo un debole sbadiglio. Con la mano libera fece un cenno verso la tenda che si chiuse completamente facendo piombare la stanza di nuovo nelle tenebre. Stava per riaddormentarsi quando sentì la porta della camera aprirsi e fece finta di essere addormentato, riconoscendo bene i passi che si sentivano. Poco dopo tenere labbra sulle sue lo riportarono di colpo alla realtà e, con una scatto, catturò la ragazza che lo stava baciando, riuscendo a bloccarla sotto il di lui, baciandola ora con più passione, mentre la mano libera vagava verso l’orlo della veste per alzarlo e infiltrarsi sotto, sulla pelle di lei.
“Buon giorno” disse lei fra i baci dell’uomo, tentando di bloccargli la mano che ormai stava raggiungendo il suo scopo: “Potresti...lasciarmi andare?” chiese speranzosa lei, ben sapendo però che la risposta sarebbe stata negativa.
“Ci devo pensare…” disse lui, fermandosi e osservandola pensieroso, come se stesse valutando l’idea di poterla lasciare andare, così si chinò sul collo di lei, baciandolo leggermente come ali di farfalla sulla pelle della ragazza, portando la mano all’allacciatura della veste e aprendola rapidamente, liberando un’altra porzione di pelle, baciandola: “Mai” sentenziò poi, con la voce ormai roca dall’eccitazione.

 
…Urla di dolore provenivano dalla camera da letto. Alcune donne entravano e uscivano dalla stanza, impegnate a portare asciugamani puliti e bacinelle d’acqua fresca. Lucius era poggiato contro il muro accanto alla porta che si chiudeva e apriva in continuazione, i capelli sciolti sulle spalle, una sigaretta in bocca e una spasmo nervoso della gamba che gli faceva produrre un ticchettio ritmico che si spargeva nel corridoio. Voleva rimanere accanto alla moglie ma le donne che l’aiutavano l’aveva letteralmente buttato fuori dicendogli che era d’impiccio per loro. Un urlo più acuto degli altri fece rizzare in piedi Lucius,ascoltando attento ogni minimo rumore, spegnendo il mozzicone a terra. Silenzio. Il mago non si mosse, trattenendo persino il respiro mentre attendeva il pianto di un bambino.
Eccolo!
Si mosse con una scatto, entrando nella stanza e dirigendosi subito verso la moglie stremata nel letto. La ragazza era circondata da cuscini e molti asciugamani puliti o sporchi di sangue, i capelli biondi sparsi sul cuscino dietro di lei mentre un pallore preoccupante le trasformava il viso facendolo sembrare ancora più effimero. Lui le sorrise, afferrandole la mano e stringendola fra le sue: “ Sei stata bravissima amore mio” le disse dolce, basso il tono, solo un sussurro udibile solo da lei.
Una donna si avvicinò a loro,chinandosi e facendo vedere il neonato in fasce alla donna che sorrise dolce: “Complimenti signora, è un bel maschietto” la voce della signora anziana era dolce mentre guardava Lucius che osserva stupito quel piccolo bambino che era suo, tendendo le braccia per stringerlo a se,così la balie glielo porse. Il bambino smise subito di piangere, guardando il padre curioso, i bellissimi occhi azzurri spalancati, mentre tendeva una manina per afferrare i capelli del padre, che sorrise affettuoso.
“Benvenuto al mondo, Draco” disse lui commosso, guardando suo figlio come se fosse il tesoro più grande che si possa desiderare.

 
Non sapeva nemmeno quanto tempo fosse passato da quando sua moglie era entrata nella loro stanza patronale per svegliarlo. Un secondo o anche dieci anni, era indifferente. Gli unici momenti in cui si lasciava andare era con lei e con suo figlio. Il resto del mondo sarebbe rimasto per sempre allo scuro di quella sua parte. Quello era solo della sua famiglia e basta.
Era disteso sul letto, completamente nudo, con addosso il dolce peso del corpo della donna che un dolore acuto all’avambraccio sinistro lo riportò alla realtà. Egli chiamava e quando ciò succedeva era meglio non fare ritardo.
Si alzò dal letto, mentre Narcissa capiva anche senza parole. Conosceva suo marito troppo bene e quella luce che gli si accendeva negli occhi in certi momenti era inconfondibile. Osservò il corpo del marito ricoprirsi di abiti scuri e lugubri.
Quando Lucius si voltò era in tenuta da combattimento. Il braccio destro di Voldermort non poteva permettersi di non essere più che perfetto. Mancava solo una cosa. La maschera. Mentre la donna si alzava dal letto sfatto comparve nelle mani delicate d’ella una maschera che ricordava un mezzo teschio, fatta di un materiale così chiaro e perfetto che pareva d’essere davvero fatta d’osso. Gliela posò sul viso di lui, deponendo un dolce bacio mentre un sorriso luciferino le si dipingeva sulle labbra “Rendimi fiera, Mangiamorte”.
“Ovviamente” rispose Lucius fiero. Fiero e perfetto, letale come solo la Morte può essere.
Scomparve così in una nebbia oscura e fitta lasciando la donna da sola, fiera di essere ciò che era: la moglie di un Mangiamorte. La moglie di Lucius Malfoy.


PS: spero vi piaccia, è una storia molto vecchia che ho scritto che ho deciso di pubblicare solo adesso ma che tutt'ora mi da molte emozioni ^_^
Commentate!^_^
   
 
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