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Autore: Moni96    03/02/2013    3 recensioni
-Aiutami- riuscì a sussurrare un secondo prima di svenire. –Mi stanno cercando
-Ti aiuterò, lo prometto.
Ma perché avrebbe dovuto aiutare quella persona? Chi era? Perché la inseguivano?
Questa è la mia prima storia... spero che vi piacerà
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Aiutami- riuscì a sussurrare un secondo prima di svenire. –Mi stanno cercando.
-Ti aiuterò, lo prometto.
Ma perché avrebbe dovuto aiutare quella persona? Chi era? Perché la inseguivano?
Nonostante queste domande, decise di aiutarla. Dopotutto, anche lui sapeva cosa significasse essere soli al mondo, costantemente in pericolo. Il suo nome era Jason Morley. Era l’ultimo dei Jackers, un antico clan che viveva nelle foreste della regione di Ostland. I suoi genitori furono uccisi, così come venne sterminato il suo popolo. Ancora non sapeva perché quei mostri lo risparmiarono durante quella carneficina, in fin dei conti era solo un insignificante armaiolo. Ma da quel terribile giorno, che Jason considerava come una prima morte, egli rinacque, la sua vita cambiò. Si mise in viaggio una settimana dopo il massacro, dopo aver sepolto tutti i corpi, verso una meta sconosciuta, forse verso una città dove avrebbe potuto trovare lavoro.
Fu durante quel viaggio che la incontrò per la prima volta. Era la creatura più bella che avesse mai visto, era perfetta sotto ogni aspetto. Sedeva leggiadra su una roccia nei pressi di un laghetto, intenta a riempire una borraccia con una mano e a stringersi un fianco con l’altra. Era pallida e chiaramente spaventata da qualcosa. Quando lo vide avanzare lentamente verso di lei prese, con un gesto tanto impercettibile quanto repentino, il suo pugnale, una magnifica arma a doppio taglio dall’elsa intarsiata e decorata da pietre preziose. Jason era sbalordito. Cercò di rassicurarla parlandole dolcemente.
-Sta’ tranquilla, non voglio farti del male.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, voltandosi. Il braccio che reggeva il fianco ricadde lungo il corpo, mostrando un’enorme chiazza di sangue che prese a sgorgare copioso da una profonda ferita. Il bel vestito lilla era ora per metà rosso carminio, i lunghi capelli castani incrostati di sangue rappreso là dove coprivano il taglio. Puntò i suoi occhi azzurri in quelli verdi del ragazzo, poi parlò.
- Stai indietro! Potresti essere uno di loro.
- Loro chi? Ti sbagli, io voglio aiutarti!
Jason mosse un passo verso di lei. Fu un grandissimo sbaglio. Con uno scatto la ragazza si portò alla sua sinistra, pronta a colpirlo. Lui scartò a destra ed evitò il colpo. Nonostante il sangue continuasse a fuoriuscirle dalla ferita e il pallore sul suo viso si stesse accentuando, lei continuò a combattere.
-Fermati, stai perdendo troppo sangue! Così morirai!
La ragazza si fermò di colpo. Lo guardò e con un filo di voce disse –Sei tu il prescelto-.
Jason non capiva. La guardò cadere a terra, sussurrando –Aiutami. Mi stanno cercando-.
Lui promise. Cercò di fare il punto della situazione. Era solo nella foresta con una ragazza che rischiava di morire dissanguata.si sorprese quando si ritrovò a pensare alla sua bellissima voce, alla sua grazia e alla sua bellezza. Scacciò dalla sua mente quei pensieri e iniziò ad esaminare il punto da cui scorreva il liquido rosso. A giudicare dal taglio, doveva essere stata colpita da una lama molto simile a quella del suo pugnale. Doveva intervenire, o l’avrebbe persa. E con lei anche le risposte che cercava.
Prese dal suo zaino una benda pulita e un piccolo contenitore con all’interno un unguento di foglie di cadish essiccato per fermare l’emorragia e medicarle il fianco. Grazie alla madre, che era una guaritrice, egli sapeva curare una quantità sorprendente di ferite e malattie e sapeva preparare svariati medicamenti naturali. Una volta terminata la fasciatura, Jason lasciò riposare la ragazza. Le risposte che cercava non valevano la sua vita. Se l’avesse svegliata, non sarebbe riuscita a recuperare le forze e sarebbe morta.
   
 
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