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Autore: _Kiiko Kyah    03/02/2013    4 recensioni
Sono indecisa ... è una KyouTaku, una RanTaku o una KyouTakuRan?
Decidete voi, vi va?
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Il silenzio spiacevole di prima tornò a riempire il frammento buio della classe del minore, che si accorse solo in quel momento della reale situazione: lui e Shindou, da soli, al buio, l’uno appoggiato all’altro. Sentì il sangue fluirgli in viso e ringraziò l’oscurità che non permetteva al maggiore di accorgersene.
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Ci si becca dentro, magari? :3
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: boo!
Rating: verde
Parole: 1895 –secondo word.
Genere: fluff ♥
Tipo di coppia: shonen-ai
Pairing: KyouTaku.
 
 
boo!
 
 
Partecipare al festival culturale, per uno come Tsurugi Kyousuke, era una mannaia scesa dal cielo, nel vero senso della parola. Avrebbe preferito farsi decapitare, piuttosto che prender parte all’assurda idea della sua classe: la casa stregata.
E invece, il giorno del festival, si poteva benissimo vedere lo sguardo assassino delle iridi giallo-arancioni del ragazzo, che indossava uno stupido abito bianco e una fascia bianca sulla testa, dove sulla fronte regnava un triangolo bianco. Si sentiva un idiota, anche perché era fra gli ultimi a dover comparire, ed era orribile pensare che, uscendo, le persone si sarebbero ricordate lui vestito da …neanche sapeva da cosa.
– Kyou~su~ke! – oh, no. Ecco la voce della petulante rappresentante di classe. La pazza che aveva convinto tutti, fuorché lui, a fare quella sceneggiata.
La giovane apparve davanti a lui in tutto il suo …orrore?
I suoi capelli viola-nerastri, infatti, erano coperti da una parrucca verdemare chiarissima e a malapena opaca, la sua carnagione olivastra era truccata in modo da sembrar pallida come la morte e delle lenti bianche rendevano i suoi occhi spiritati, enfatizzando il suo costume da fantasma. Che poi, a rendere davvero spaventosa la ragazza non era il costume, bensì il fatto che era Kyamoto Hana, ad indossarlo.
– Non chiamarmi per nome, stupida.
– Non chiamarmi stupida, Kyousuke-kun! – gli fece il verso lei.
– Che vuoi? – domandò acido nel tentativo di farla andare via il prima possibile.
– Ti volevo avvisare che Hamano sta portando qui Shindou-senpai, mentre Masaki-kun tiene occupato Kirino-senpai! – ecco la cosa che il blu odiava di più in quella ragazza: il suo sentirsi una seguace di Cupido e la sua stupida idea di un Kyousuke innamorato del senpai Shindou.
– Ti avevo detto di non portarlo qui. – borbottò mostrando una smorfia annoiata.
– Brontolone, sei peggio di una pentola di fagioli! – lo canzonò lei – Dai, che è la tua occasione! – aggiunse ammiccando.
– Stupida, sai che a me Shindou non piace neanche un po’.
– Oh, guarda, c’è Shindou! – esclamò lei con sorpresa, facendolo sussultare e arrossire impercettibilmente. Ma quella percepiva tutto, ovviamente. – Scherzetto! – cantilenò – Chi è che non ti piace, scusa ~?
– Ti-odio. – la informò scandendo bene le parole con le labbra pallide.
– E su, Kyou-chan …oggi potrai provare a stare un po’ solo con Shindou, dovresti ringraziarmi. Solitamente sta sempre con Kirino …
– Ma a Shindou piace Kirino, stupida! Sei stata proprio tu a dirmelo, ricordi? – mormorò senza rendersene conto.
– Sì, e secondo me sono una splendida coppia. – confermò con fare ovvio – Ma ti dovevo un favore. – sì, sai che favore! Tutto ciò che aveva fatto per lei era stato farle conoscere Gouenji-san! Beh, per una come lei quello era il migliore dei favori.
Da una tenda apparve un altro compagno di classe dei due, vestito da Frankenstein.
– Kyamoto-san, Shindou-senpai è qui! – il volto della viola (momentaneamente verde) si illuminò e, dopo essersi concessa un occhiolino e pollice in su verso Tsurugi, la ragazza corse via, verso il suo “senpai ideale” per spaventarlo a dovere.
E un urlo che seguì fece intendere che ci era riuscita, e anche molto bene.
 
Dopo qualche minuto, il ragazzo pensò che quel fifone del numero nove della Raimon se ne fosse andato dallo spavento, conoscendolo. Invece, sentì la sua voce e dei passi avvicinarsi di più a lui; i suoi muscoli si irrigidirono: per la prima volta da tantissimo tempo, con Takuto non sembrava esserci il petulante Kirino-senpai.

Okay, sì, Hana ci aveva azzeccato, lui era davvero cotto di Shindou, ma non l’avrebbe mai ammesso.
Si alzò malamente in piedi e si accostò alla tenda nera, sulla quale, come lui sapeva, le persone all’interno potevano vedere moltissime maschere appese, una più brutta o spaventosa dell’altra, che la rappresentante aveva preso in prestito da ormai non si ricordava più quale negozio molto famoso.
Afferrò il bastone che gli serviva per fare il suo “lavoro” e iniziò a percuotere la tenda, in modo che le maschere, al buio, sembrassero in movimento e in fluttuazione. Dopo essersi goduto i versi timorosi del gruppetto di “clienti”, nel quale c’era anche il suo senpai, afferrò la torcia elettrica e il megafono di carta. Utilizzò prima quest’ultimo, portandoselo alla bocca e esibendosi nei suoni più paurosi che gli uscivano, poi accese la torcia passandosela appena sotto il mento, cosicché la luce turchese creò un effetto di luce-ombre sul suo viso a dir poco agghiacciante, da film horror, che veniva enfatizzato dal fatto che Tsurugi aveva la stessa espressione di quando Kyamoto era stata eletta rappresentante di classe: il terrore più totale.
Uscì dal suo nascondiglio e dovette ammettere che si divertì molto più di quanto non si fosse divertito le precedenti …sette, o otto volte, in quanto là dentro la maggior parte erano alcuni compagni del club di calcio.
In particolare, vedere Matsukaze trasalire e Kariya sull’orlo dello svenimento provocò nel coetaneo una sensazione impagabile. Fantastico.
Spense la torcia e trattenne a stento le risate quando si accorse che lì in mezzo c’era anche Kurama-senpai, quello che non si spaventava mai, e che adesso era in preda al terrore! Sinceramente, sapeva che non era tutto merito suo, d’altra parte in quella classe immersa nell’oscurità c’erano ben ventisette ragazzini che si erano impegnati al massimo per rendere la parte finale, ovvero quella di Kyousuke, il colpo di grazia.
Era pronto a scommettere che Tenma se l’era fatta sotto.
Improvvisamente, come le altre volte, in mezzo a loro apparve Hana, accompagnata da un sottile strato di fumo violaceo, gentilmente offerto dai petardi fumogeni prestati loro proprio da Kariya, e incominciò a parlare a macchinetta:
– Missione Spaventare: Completata! Grazie per aver scelto di farvi spaventare da noi! Per risarcimento danni psicologici, rivolgersi a Kyamoto Hana! Per comprare un paio di mutande pulite, rivolgersi al bancone in fondo alla classe! – il blu sorrise quando vide il numero otto andarsene tristemente imbarazzato verso il fondo dell’aula. Scommessa vinta!
 
La pausa pranzo era finalmente arrivata, dopo altri cinque giri di gruppetti da spaventare a dovere. Il numero dieci aveva la gola secca dopo tutti quei versi, ma finalmente ora poteva riposarsi un po’, seppur ancora nascosto dietro a quella tenda, perché Kyamoto diceva che “L’arma segreta non può uscire allo scoperto” o qualcosa di simile.
Così le aveva lasciato detto di portargli qualcosa da mangiare e si era abbandonato per terra, stanco morto.
– Boo! – lo raggiunse repentinamente una voce, facendolo sussultare.
– Ah! – non fu tanto quel suono improvviso a spaventarlo, quanto il fatto che quella non fosse la voce della pazza, né tantomeno di un suo compagno di classe. Era la voce di Shindou …Kyamoto, io ti ammazzo., pensò mentre il ragazzo dalla carnagione abbronzata si sedeva accanto a lui e gli porgeva un bento.
– Scusa se non ti ho portato niente di meglio, ma quando Kyamoto-kun mi ha chiesto di portarti qualcosa ero nella classe di Tenma, e vendevano questi.
– Figurati. – replicò con noncuranza, facendo per prendere la scatola rossa, tuttavia il senpai gliela sfilò di mano e inarcò un sopracciglio con fare severo.
– Come si dice?
– …grazie, mammina. – borbottò, lasciandosi scappare un ghigno nel proferire quel soprannome sornione.
– Ehi! – si lamentò quello lasciando andare il bento e fingendosi offeso. Poi, appoggiò anche lui la schiena contro il muro, con tutta l’aria di voler rimanere.
Cadde il silenzio, mentre Tsurugi mangiava, e l’attaccante dalla capigliatura eccentrica colore della notte iniziò a sentirsi imbarazzato, in special modo quando la testa chiomata di castano del regista non gli ricadde su una spalla.
– Senpai? – lo chiamò con quel tono che si usa per chiedere spiegazioni.
– Scusa, sono stanco. – si spiegò quello senza muovere un muscolo, con le palpebre serrate – Mi hanno fatto suonare tantissimo oggi.
– Capisco.
Il silenzio spiacevole di prima tornò a riempire il frammento buio della classe del minore, che si accorse solo in quel momento della reale situazione: lui e Shindou, da soli, al buio, l’uno appoggiato all’altro. Sentì il sangue fluirgli in viso e ringraziò l’oscurità che non permetteva al maggiore di accorgersene. Diamine. Kyamoto andava forse ringraziata? Dopotutto, era così vicino a Takuto …
– E così, ti piace Kirino-senpai. – avvertì il senpai sobbalzare, e si diede dell’idiota, anzi si domandò come un pazzo per quale motivo aveva osato dire una cosa così! Rovinare l’atmosfera che si stava formando!! Stupido, era una vero stupido! Era stato il pensiero di Hana a fargli ricordare e sputare quel pensiero?
– Già. – sussurrò appena, con un fil di voce, l’interpellato. Ma stare zitto no, eh? Che poi, perché rispondere sinceramente proprio a Tsurugi? Anche se non sapeva che quel minuscolo monosillabo l’aveva reso tutto fuorché allegro, non era certo il caso di andare a sbandierare queste cose ai quattro venti!
Vabbè, d’altra parte Shindou l’aveva confidato alla pazza
– Te l’ha detto Kyamoto-kun, vero? – Kyousuke annuì. – L’ha detto anche a Kirino.
Aspetta, cosa?!
Quella ragazzina logorroica e senza cervello lo aveva detto al diretto interessato?! E Shindou ancora la reputava un’amica?!
– Perché l’ha fatto? – non resistette dal chiedere.
– Sapeva che anche io piaccio a lui. E infatti, è tornata dicendomi che, nonostante lo negasse, anche Kirino è innamorato di me.
E due. Quante pugnalate ancora doveva subire, il povero kohai? Quante? Sarebbe stato utile saperlo, così, giusto per prepararsi.
– E perché non vi siete messi insieme? – borbottò. Era l’unica riflessione positiva che gli veniva in mente, ad essere sinceri. Positiva per lui, s’intende.
– A detta di Kyamoto, se non sarò io a fare il primo passo, non succederà mai niente, rimarremo solo due migliori amici che sanno di essere innamorati a vicenda l’uno dell’altro. – che schifo di situazione era l’unica cosa che Tsurugi riuscì a formulare nei suoi pensieri. – Però … non ho molto coraggio. – buono a sapersi.

Da quando era tornato così meschino con gli altri?
Gli vennero in mente le parole di un detto, un proverbio che a lui sembrare una grandissima stupidaggine …
“Se ami una persona, lasciala libera.”
– Tu, non hai coraggio? Mi prendi in giro? – sentì gli occhi color nocciola di Takuto addosso, e tentò in tutti i modi di reggere quello sguardo. Era anche sull’orlo delle lacrime, e ti pareva.
– Tsurugi …?
– Tu sei quello al nostro primo incontro ha fatto di tutto, anche in lacrime, per proteggere il calcio, ricordi?, quando è nato Sousha Maestro. – gli tornò in mente quando l’aveva praticamente mandato in infermeria a colpi di pallonate. Non ne andava molto fiero, adesso. – Sei quello che è venuto durante la finale della Holy Road andando contro le regole dell’ospedale, quello stupido che ha detto a Oda Nobunaga che non avrebbe mai governato il Giappone! Hai affrontato a testa alta tanti di quei guai, insieme a noi del club di calcio …cosa sarà mai andarsi a dichiarare a uno come Kirino? – non sapeva se sentirsi fiero di questo discorso di incoraggiamento oppure maledirsi e imprecare contro sé stesso per star cercando di convincere il ragazzo che amava a dichiararsi ad un altro.
Entrambe, decisamente entrambe.
– Tsurugi … Grazie! – esclamò il numero nove staccandosi dal minore per guardarlo meglio negli occhi. Si passò la mano sul viso per asciugarsi le lacrime che stava tentando di uscire e sorrise radioso. – Grazie, Kyousuke, ora so che hai ragione! Beh, io vado, ciao! – si alzò e corse via, lasciando il ragazzo dalla carnagione canuta solo proprio come prima, anzi, forse ancora più stanco e triste.  
 
E il giorno dopo, quando vide Shindou e Kirino arrivare a scuola mano nella mano, Kyosuke seppe che non si sarebbe mai potuto perdonare uno sgarro simile.
 
 
Prima KyouTaku, un pizzico di RanTaku e diciamo un bel triangolo KyouTakuRan ♥
È orribile, è mista fra fluff e tristezza, non mi piace per nulla.
Ci dovevo per forza inserire la pazza Kyamoto, altrimenti non mi divertivo.
Kya-chan: Sai che la mia OTP è la RanTaku, vero?
Lo so, ma so anche che tu vuoi taaaaanto bene a Kyousuke :) Vi ho anche fatto compagni di classe …
Kya-chan: …okay.
Vado di fretta.
Un bacione,
Anna (e Kyamoto Hana)
  
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