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Autore: ___Harryseyes    03/02/2013    3 recensioni
Alla fine della canzone lei aveva scosso la testa imbarazzata non sapendo che dire e aveva aspettato che Harry facesse la prima mossa.
“Mi dispiace, devo andare sul palco a cantare.” Le disse Harry nell’orecchio per farsi sentire. “Rimani qui.” La pregò. E,nella sua mente, sperò di non esser sembrato troppo disperato o imbarazzato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Kate era seduta al tavolo con le sue amiche, come tutti i venerdì da qualche mese. Le piaceva quel locale perché, nonostante la confusione e la marea di gente che non conosceva, quando stava lì si sentiva come a casa sua. Suo fratello aveva lavorato come barista in quel locale e ora, anche se si era trasferito a Manchester e non viveva più con lei nel loro appartamento nel centro di Londra, continuava a tornarci.
Stava sorseggiando il suo cocktail quando tutte le luci si abbassarono, segno che la band che suonava quasi sempre anche quella sera si sarebbe esibita. Era formata da cinque ragazzi, che avevano  delle belle voci. A Kate piacevano però non si era mai soffermata ad ascoltarli o guardarli attentamente e non avrebbe mai immaginato cosa sarebbe successo quella sera.
Le luci sul palco si illuminarono e i One Direction salirono sul palco pronti ad esibirsi, anche quella sera. Ad ogni performance, ovunque erano, davano il loro meglio e, ogni volta, speravano che qualcuno di importante li avrebbe notati. Erano tutti felici di esibirsi e di presentare alcune canzoni che avevano appena scritto, ma Harry era stranamente nervoso.
La musica partì e Liam iniziò a cantare sulle note di I would. Quella canzone l’avevano scritta tutti insieme e per loro significava molto. Ogni volta che la provavano erano molto entusiasti e speravano che sarebbe piaciuta anche alle persone presenti quella sera.
Harry iniziò a cantare e, come da copione, i riflettori furono puntati su Kate che appena si accorse di quello che stava succedendo spalancò gli occhi e la bocca.
He drives to school every morning
While I walk alone in the rain
He’d kill me without any warning
If he took a look in my brain
Harry cantava e nel frattempo si avvicinava al tavolo dove era seduta Kate. La osservava ormai da un mese e finalmente si era deciso a fare il primo passo.
I ragazzi lo avevano da subito appoggiato e ora lo guardavano dal palco cercando di non ridere e di non pensare agli imbarazzanti monologhi che il loro amico aveva fatto quel pomeriggio prima di esibirsi. Per tutto il resto della canzone Harry e Kate erano rimasti uno di fronte all’altra, entrambi imbarazzati, senza sapere esattamente cosa fare. Harry aveva provato a concentrarsi sulla canzone, ma era stato difficile data l’espressione di Kate che lo faceva impazzire.
Alla fine della canzone lei aveva scosso la testa imbarazzata non sapendo che dire e aveva aspettato che Harry facesse la prima mossa.
“Mi dispiace, devo andare sul palco a cantare.” Le disse Harry  nell’orecchio per farsi sentire. “Rimani qui.” La pregò. E,nella sua mente, sperò di non esser sembrato troppo disperato o imbarazzato.
Kate annuì e guardo Harry allontanarsi. Lo osservò meglio e arrossì di nuovo, come una ragazzina completamente cotta.
Quel ragazzo era stato dolce e le aveva dedicato una canzone senza neanche conoscerla. Non sapeva perché proprio quella, però le era piaciuta molto e poco le importava in quel momento il perché della scelta.
Harry risalì sul palco riuscendo a non inciampare per l’emozione e riprese  fiato. Gli sembrava di essere stato in apnea per tutta la durata della canzone. Non riusciva ancora a credere di avercela fatta.
L’aveva guardata negli occhi e si era accorto di quanto fosse bella da vicino. Per la prima volta pensò di aver fatto qualcosa di buono e nonostante il nervosismo del pomeriggio, il mal di gola causato dal freddo e dall’eccessivo numero di prove e gli occhi che gli bruciavano per l’emozione ce l’aveva fatta.
Le canzoni seguenti le cantò con tutta l’anima, pronto a dimostrare a quella ragazza di cui neanche sapeva il nome, che gli piaceva veramente e che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
Da quello che aveva potuto vedere non era molto alta. Era esile e portava sempre vestiti stretti sulla vita e non troppo corti. Gli piaceva la semplicità dei suoi vestiti, delle sue espressioni e di ogni suo gesto. Gli piacevano i suoi capelli corti, un caschetto sempre in ordine, che le incorniciavano il viso e soprattutto gli piaceva il suo sorriso. La cosa che l’aveva più colpito di quella ragazza era il modo in cui rideva tutte le sere davanti ai suoi amici e con il suo bicchiere in mano. Non l’aveva mai vista triste e questo gli piaceva.
Intonò il ritornello di quella canzone senza neanche far caso alle parole. Era intento a guardare la ragazza, che solo per quella sera, aveva gli occhi fissi su di lui e non batteva ciglio.
Kate era ancora affascinata da quel gesto e dagli occhi di quel cantante che la fissavano senza sosta. In quel momento cantava su quel palco come sempre, ma quella sera a lei non sfuggiva niente. Ogni suo movimento veniva registrato ed elaborato dalla testa della ragazza.
Lui era alto. Molto rispetto a lei. Aveva un fisico tonico, messo in evidenza da una maglietta bianca aderente, delle belle spalle larghe e delle braccia inaspettatamente tatuate. Quello non sembrava un ragazzo da tatuaggi, ma ormai tutto di lui la sorprendeva. Le piacevano il modo in cui afferrava il microfono con quelle mani grandi e il modo in cui lo portava su e giù quando saltava.
Un’altra cosa che gli era piaciuta erano i suoi capelli ricci. Più che ricci erano in disordine e sembravano morbidi e setosi. Avrebbe voluto toccarli.
Le piaceva tutto di quel viso che sembrava d’angelo. Gli occhi verde smeraldo, il sorriso  bianchissimo e quelle due fossette che gli si erano formate sulle guance quando le aveva sorriso. Possibile che non avesse mai notato quanto fosse attraente?  E lui quella sera aveva cantato per lei. Un gesto totalmente inaspettato.
Kate aspettò impaziente che Harry finisse di cantare, anche se provava un po’ di imbarazzo mentre pensava al momento in cui lui sarebbe stato di fronte a lei.
Ma da quanto la mettevano in imbarazzo certe cose?
Era sempre stata spigliata e abile nel relazionarsi con gli altri e non avrebbe di certo lasciato che la poca timidezza di quell’attimo la ostacolasse. Appena il ragazzo le sarebbe stato di fronte avrebbe inventato qualcosa e, di sicuro, sarebbe andato tutto per il verso giusto.
In quel momento la sua testa fu inondata da stupide domande, che avrebbero dovuto avere una risposta al più presto
Qual era il suo nome?
Quanti anni aveva?
Perché aveva scelto quella canzone?
Il suo colore preferito? Film? Canzone? Gruppo?
Non sapeva neanche lei perché stava pensando tutte quelle cose, ma la curiosità si era impossessata di lei in quel momento e voleva sapere anche le cose più stupide riguardo quel ragazzo.
Le luci sul palco si spensero e i ragazzi scesero. In quel momento le mani di Harry, che non stringevano più il microfono, andavo su e giù sulle sue gambe. Era nervoso. Non era abituato ad un certo tipo di cose e ora non sapeva come procedere. Cercò di sorridere, si sistemò i capelli con la sua solita mossa strana di cui neanche lui capiva l’utilità e si fece spazio tra le persone pronto a iniziare una conversazione con quella ragazza, che ormai non lo fissava più. Perché aveva smesso di guardarlo? L’ansia cominciò a salire e quando fu davanti a lei non seppe cosa dirle.
Kate si era ormai tranquilla e non vedeva l’ora di parlare con quel ragazzo. Ma quando vide che si avvicinava lentamente e sulla sua faccia non c’era più quell’espressione emozionata di prima, ma un’espressione insicura ed incerta pensò che forse lui aveva cambiato idea e non voleva più andare da lei.
Sistemò il ciuffo lungo, che le dava fastidio, dietro l’orecchio e si aggiustò bene il vestito. Sperò che in quel momento sarebbe apparsa presentabile e abbastanza carina. E subito dopo averlo pensato si sentì stupida, perché nella sua vita non aveva mai formulato pensieri del genere. Per lei l’aspetto fisico non era una delle cose di maggiori importanza quando conosceva una persona anche se faceva parte della prima impressione. E ora si ritrovava a pensare cose così stupide quando un ragazzo le aveva appena dedicato delle parole bellissime.

Would he please you?
Would he kiss you?
Would he treat you like I would?
Would he touch you?
Would he need you?
Would he love you like I would?
Le parole che le aveva appena dedicato le ritornarono in mente e in quell preciso istante sorrise.
Appena Harry arrivò vicino a Kate non seppe cosa fare, però lei allungò la mano verso la sua e gliela strinse presentandosi.
“Kate.” Disse disinvolta e pronta a ricevere una delle risposte a quelle tante domande che si era fatta poco prima.
“Harry.” Disse lui e in quel momento le sorrise come solo lui avrebbe saputo fare.

  
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