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Autore: Cialy    25/08/2007    13 recensioni
“Così vieni qui ogni notte?”
“Oh, sì,” rispose lei, allargando leggermente gli occhi. “Ogni notte di maggio, perché questo è il periodo dell’accoppiamento e può sempre capitare di vedere qualche creatura interessante.”
“Capisco,” mormorò Harry, poco convinto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ennesima sfida con Bittersugar, questa volta con delle indicazioni precise.

Mi ha chiesto una Harry/Luna di rating G, genere Romantico, ambientata ad Hogwarts al quinto anno, senza tenere conto del libro.

In più, dovevo inserire queste tre frasi:

-         “Guarda. Sta piovendo.”

-         “Credo di amarti.”

-         “Perché indossi una cuffietta rosa in piena estate, Luna?”

E questo è il risultato.

 

 

Rain

 

 

Ultimamente, Harry lo faceva spesso. Da quando le lezioni erano finite ed ogni momento libero doveva essere impiegato per la preparazione dei G.U.F.O. – e Hermione era entrata nella modalità ‘sono-la-figlia-segreta-della-McGranitt-e-vi-costringerò-a-ripetere-qualsiasi-cosa’ –, Harry, quasi ogni notte, scappava alla Torre di Astronomia e, seduto con le spalle al muro, assaporava il calore delle notti di fine primavera, guardando il cielo e guadagnandosi i propri momenti di calma.

Quella notte in particolare, vi giunse in ritardo rispetto al solito – l’avvicinarsi dei G.U.F.O. alimentava la vena dittatoriale di Hermione – e notò, con un leggero dispiacere, che la Torre era già occupata.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi, parzialmente coperti da una cuffietta rosa, che Harry conosceva bene, era già seduta sul pavimento di pietra, sul lato opposto rispetto a quello che lui occupava di solito.

“Luna?” la chiamò, avvicinandosi.

Lei si voltò con estrema lentezza, sembrando tutt’altro che sorpresa dalla sua presenza.

“Oh, ciao Harry,” disse, agitando lievemente la mano.

La guardò alquanto stranito dal trovarla lì; credeva di essere l’unico a salire sulla Torre a notte fonda e non sapeva se sentirsi irritato dalla perdita della tanto agognata solitudine o rincuorato dall’identità del cosiddetto intruso – qualcuno che conosceva e con cui, a conti fatti, si trovava bene.

“Cosa ci fai qui?” chiese, ancora in piedi, sotto lo sguardo grigio della ragazza.

“Io? Ci vengo ogni notte, Harry.”

Deglutì. “No, Luna. Io ci vengo ogni notte e non ti ho mai vista,” ribatté, reprimendo una leggera irritazione.

La ragazza annuì e i suoi capelli biondi ondeggiarono. “Perché stai già dormendo quando arrivo, Harry. Proprio laggiù,” e indicò col dito il punto esatto in cui il ragazzo si sdraiava solitamente.

Harry arrossì, colto in fallo, e considerò in fretta l’idea di andarsene e tornare al dormitorio. Come se avesse compreso le sue intenzioni, però, Luna parlò ancora.

“Puoi sederti qui, se vuoi,” disse, guardandolo dal basso e indicando lo spazio accanto a sé, con un sorriso lieve.

Effettivamente, rifletté il ragazzo, non aveva davvero voglia di tornare nel dormitorio; l’ultima cosa che gli serviva era trovare Hermione ancora in piedi e in piena crisi isterica e Neville in preda ad uno dei soliti incubi in cui la commissione d’esame era composta da Piton e Bellatrix Lestrange.

Così, ricambiando il sorriso, si sedette accanto alla ragazza.

“Perché indossi una… cuffietta rosa in piena estate?” le chiese, tentando di avviare una conversazione. Per qualche strano motivo, lo inquietava il pensiero di restare in silenzio troppo a lungo, con lei.

Luna indicò il cielo con un dico, “Sta per piovere,” annuì convinta. E lui non poté fare altro che guardare il cielo e rendersi conto che, effettivamente, le nuvole lo ricoprivano quasi interamente nascondendo ogni stella. Decise, quindi, di prendere quella risposta come una sufficiente spiegazione per il suo strano abbigliamento.

Di nuovo, calò il silenzio e, di nuovo, Harry si ritrovò a chiedere la prima cosa che gli passava per la mente.

“Così vieni qui ogni notte?”

“Oh, sì,” rispose lei, allargando leggermente gli occhi. “Ogni notte di maggio, perché questo è il periodo dell’accoppiamento e può sempre capitare di vedere qualche creatura interessante.”

“Capisco,” mormorò Harry, poco convinto, mentre lei sollevava di nuovo lo sguardo verso il cielo.

“Scusa se non ti ho mai salutato,” riprese poco dopo, “ma ho sempre pensato che tu preferissi non essere svegliato. Così, ogni tanto, ti guardo dormire.”

Harry sobbalzò visibilmente a questa ammissione – pronunciata, tra l’altro, con il solito tono sincero e noncurante proprio di Luna. La sensazione di disagio e di imbarazzo crebbe notevolmente e le sue guance si arrossarono di nuovo.

“P-Perché?” balbettò, guardandola con occhi sgranati.

Luna si voltò verso di lui e incrociò il suo sguardo, aggrottando leggermente le sopracciglia. “Non lo so,” rispose, per poi aggiungere, con tono pensieroso, “Credo di amarti.”

Harry mancò di poco il collasso – se non era già morto, lo sarebbe certamente stato a momenti.

“C-Cosa hai d-detto,” balbettò di nuovo, con un filo di voce.

Luna, però, non lo guardava già più e non sembrò sentirlo. La sua attenzione, infatti, era rivolta alla sua stessa mano destra, sollevata all’altezza del viso con il palmo verso l’alto, su cui stavano cadendo rade gocce di pioggia.

“Guarda. Sta piovendo,” disse, dopo aver dato la forma di una piccola ‘o’ alle labbra.

“Già,” borbottò Harry, incurante, al contrario, delle gocce fresche che gli arrivavano addosso.

“Non credo di convenga dormire qui, stanotte,” riprese lei.

“No, in effetti no.”

Luna accennò un sorriso, ma, invece di alzarsi per andar via come Harry si aspettava, si limitò a sistemare meglio la cuffietta rosa sui capelli.

“E tu…” cominciò lui.

“No, io rimango. La pioggia fa aumentare il numero di accoppiamenti, non lo sapevi?”

Sollevò un sopracciglio, “Certo, crea atmosfera,” rispose ironico.

Ma Luna acconsentì con convinzione, “Esatto!”

Harry rimase un attimo interdetto, poi, però, ricambiò il suo ennesimo sorriso e, mentre una goccia di pioggia gli scivolava sul viso, prese la sua decisione.

“Resterò anch’io.”

“Qui? Con me?” chiese lei, incredula.

“Beh, ehm, sì.”

Luna si illuminò e, di nuovo, sorrise. Harry pensò che quei sorrisi gli piacevano particolarmente per la schietta sincerità che nascondevano. E, tutto sommato, l’idea di trasformare quelle nottate di solitudine in nottate in compagnia di Luna Lovegood non gli dispiaceva.

“Sei sicuro, Harry?” indagò ancora la ragazza. “Non hai nemmeno una cuffietta.”

“Sopravviverò, Luna,” fu la sua risposta, mentre si faceva più vicino a lei, tanto che le loro gambe si sfioravano, e la pioggia aumentava d’intensità.

  
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